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Carmelo Basile, il calabrese che insegna ai giapponesi a produrre energia dagli scarti

di SANTO STRATI

1° ottobre – Dalla terra alla terra, un meraviglioso esempio di economia circolare che affascina i giapponesi. In Calabria, nelle campagne di Candidoni, nel cuore della Piana. Carmelo Basile è l’amministratore della Fattoria della Piana, anzi ne è l’anima e la guida, ed è, soprattutto, il calabrese che insegna agli imprenditori giapponesi a produrre energia dagli scarti alimentari. Sembra uno scherzo, la Calabria che dà “lezioni” al Giappone di tecnologia e metodologia imprenditoriale in campo agricolo, ma è, invece, una magnifica realtà che riempie d’orgoglio e dimostra, ancora una volta, quante e quali risorse nasconda questa meravigliosa terra. È una storia di successi, quella che sta alla base di questo “scambio” economico-culturale Calabria-Giappone, e ha per protagonista il biogas che gli scarti alimentari sono in grado di produrre, grazie all’intuito e alla determinazione di Basile.
Siciliana la famiglia di origine, reggino di nascita Carmelo Basile, dopo una laurea con 110 e lode in Economia e Commercio all’Università di Messina, lo spirito imprenditoriale lo deve aver avuto dalla nascita. Dopo una breve esperienza da commercialista, capì che i numeri degli altri non lo avrebbero interessato a lungo. Il salto di qualità dopo l’incontro con una realtà agricolo-industriale della Piana che arrancava, pur essendoci molte opportunità di sviluppo. L’azienda era quella che sarebbe diventata la Fattoria della Piana, una cooperativa da lui fondata e che oggi è un’eccellenza che fattura 16milioni di euro l’anno, con circa 100 dipendenti e un centinaio di aziende coinvolte a conferire i loro prodotti agricoli per la lavorazione. Una realtà che, in circa 250 ettari, sviluppa un’ economia circolare che permette di far tornare alla terra i prodotti che la terra stessa produce. In buona sostanza, tutti gli scarti di lavorazione agro-alimentare e persino il letame delle 900 vacche finiscono per produrre energia, attraverso un complesso ma geniale sistema in parte “copiato” dai tedeschi, ma ottimizzato e finalizzato alle esigenze della Fattoria, e ritornano sotto forma di concime. La terra dà i frutti e si riprende quello che avanza, senza soluzione di continuità, in un processo straordinariamente virtuoso, dove non si butta via niente.

I campi producono foraggio, olive, frutta, agrumi, c’è un allevamento da cui derivano tonnellate di letame: gli scarti, incluso il letame, vengono “lavorati” e diventano biomassa e concime. Non più soltanto gli scarti della Fattoria, ma anche quelli delle aziende vicine che conferiscono insieme con i prodotti agricoli che saranno trasformati (vengono lavorati 5mila litri di latte al giorno, dopo un attentissimo controllo di qualità sia sulla produzione interna che su quella conferita alla cooperativa), anche gli scarti, gli avanzi, che i due impianti di biomasse della Fattoria trasformeranno in energia.
Gli uliveti producono olio di altissima qualità, la sansa d’olive (la polpa) di scarto viene conferita ai giganteschi silos di fermentazione. Così gli scarti degli agrumi, i foraggi, gli avanzi del caseificio, il siero non utilizzabile, nonché il letame che le stalle producono in grandissima quantità. Tutto viene lavorato in grandi vasche di fermentazione, con miliardi di batteri che fanno la loro parte nel processo di trasformazione: il risultato è energia elettrica pulita (che viene ceduta) ed energia termica (400 KW), e ciò che rimane dopo la trasformazione in biogas diventa concime per i terreni coltivati, da cui si produrrà di nuovo foraggio per gli animali, olive, frutti.
Un ciclo che non si chiude mai, garantendo peraltro l’autosufficienza energetica di un’azienda che riutilizza completamente i suoi scarti (e quelli delle aziende vicine).
Detto così, sembra una passeggiata, ma rivela una grande capacità imprenditoriale e uno spirito di innovazione da invidiare. Basile, quando ha preso le redini della Fattoria, ha capito che occorreva fare una piccola ma significativa “rivoluzione”, non solo nella qualità della produzione, ma in tutto il sistema produttivo. Ha studiato da vicino la tecnologia in Germania e in Nord Europa a proposito della produzione di biogas e, con un intuito impareggiabile, è riuscito a trovare, quasi per caso, una soluzione pressoché originale da adattare alla realtà calabrese della Fattoria. E quello della Fattoria della Piana è stato uno dei primi, rivoluzionari, impianti di trasformazione di scarti alimentari in biogas.
Si pensi che l’energia prodotta dagli impianti di biogas della Fattoria potrebbe soddisfare il fabbisogno di quasi tremila famiglie e l’energia termica risolve le esigenze energetiche del caseificio (circa 1000 mq di stabilimento), senza bisogno di utilizzare combustibili fossili che sono fonte di inquinamento. E non finisce qui: c’è anche un impianto di fito-depurazione (uno dei più grandi del Mezzogiorno) che è davvero all’avanguardia: un sistema che si basa sul recupero dell’acqua depurata e sul principio del recupero delle sostanze organiche nutrienti contenute nelle acque reflue, così che c’è un riciclo continuo anche dell’acqua che serve a irrigare le coltivazioni.
È evidente che i giapponesi si siano interessati subito a questa metodologia e alla tecnologia utilizzata da Basile e dalla sua squadra. Un modello vincente, esportabile e da imitare. Se ne sono accorti in Giappone, ma c’è disinteresse in Italia, come per gran parte delle buone cose che la Calabria riesce a realizzare. La tecnologia fornisce le soluzioni, ma sono gli uomini a trovare le applicazioni corrette che trasformeranno l’idea in produzione vincente. Per questo, i giapponesi parlano con Basile e non copiano, furbescamente, le sue soluzioni: chiedono l’assistenza e i consigli per usare la tecnologia nel modo migliore: a scuola nella Piana, un miracolo e una soddisfazione di cui tutti i calabresi devono andare largamente fieri.
Alla Fattoria della Piana – dove peraltro tutti i prodotti sono eccellenti e straordinari – si è realizzata, insomma, una realtà che significa lavoro vero per i giovani, innovazione, e rigore assoluto per la qualità (altissima: l’export in tutto il mondo la certifica da solo). Basile ha conquistato i giapponesi, gli imprenditori agricoli del sol levante lo adorano e lo invitano continuamente a spiegare presso università, aziende, gruppi di ricerca, come si può realizzare questo sistema di economia circolare, dove la regola principe si basa su un principio semplice e, insieme, rivoluzionario: dalla terra alla terra. (s)