REGGIO – Lunedì la Deputazione di Storia Patria presenta le sue iniziative

Lunedì 8 agosto, a Reggio, alle 10, nella Sala Biblioteca di Palazzo Alvaro, la Deputazione di Storia Patria per la Calabria illustrerà il programma delle attività previste nei prossimi mesi.

Saranno presenti il prof. Giuseppe Caridi, presidente di Deputazione di Storia Patria per la Calabria e il sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio, Carmelo Versace(rrc)

La Deputazione di Storia Patria trova “casa” a Palazzo Alvaro: Stipulato accordo con Metrocity

Per cinque anni, la Deputazione di Storia Patria per la Calabria potrà usare Palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana di Reggio Calabria per ospitare e realizzare le sue attività.

È quanto è stato concordato dal protocollo d’intesa firmato tra la Città Metropolitana di Reggio Calabria e Deputazione di Storia Patria per la Calabria.

L’ambizioso progetto, attivato a suo tempo su impulso del sindaco Giuseppe Falcomatà, punta ad uno sviluppo progressivo degli aspetti legati alla promozione della cultura storica, individuando uno spazio che soddisfi non solo le tradizionali esigenze di una biblioteca bensì anche quelle contemporanee di una fruizione digitale ampia del prezioso patrimonio librario preservato e promosso dalla Deputazione.

A margine della firma, il presidente regionale della Deputazione prof. Giuseppe Caridi, ha voluto ricordare l’iter che ha condotto a questo significativo traguardo.

«Abbiamo proposto questa istanza – ha detto Caridi – alla Città Metropolitana di Reggio Calabria ritenendo che una prestigiosa realtà come quella della Deputazione di Storia Patria, ente nato con Decreto Regio del 1833 di Carlo Alberto ed oggi riconosciuto dal Ministero dei Beni Culturali, avrebbe certamente operato meglio in spazi adeguati portando lustro, d’altronde, all’intero territorio metropolitano e regionale. La nostra istanza è stata accolta e, superati gli scogli burocratici, finalmente firmiamo un protocollo che consentirà di poter produrre al meglio le attività che già contraddistinguono il nostro riconosciuto operato: ricerca e promozione dell’enorme patrimonio storico-culturale locale attraverso collaborazioni nazionali ed internazionali con cui siamo già da tempo in rete».

Il Sindaco facente funzioni Carmelo Versace ha espresso soddisfazione per questo risultato che vuole concretamente valorizzare un’eccellenza culturale regionale mettendola nelle migliori condizioni logistiche ed operative, frutto di «un lavoro che da seguito agli indirizzi programmatici della Città Metropolitana a suo tempo individuati dal sindaco Giuseppe Falcomatà».

«Con questo protocollo – ha spiegato ancora Versace – abbiamo voluto finalmente individuare una sede, con funzioni annesse di biblioteca, per la Deputazione di Storia Patria Regionale che ospiterà e conserverà i numerosi e prestigiosi volumi già custoditi da questa realtà mettendoli a disposizione della pubblica fruizione. A tal proposito è importante compiere un passo concreto verso la digitalizzazione del patrimonio librario, guardando al tempo presente come ad un tempo che richiede, sempre più, una fruizione ampia e senza impedimenti di sorta, tra cui anche quelli fisici della impossibilità, spesso, di raggiungere un luogo».

«Ecco perché – ha proseguito – la Città Metropolitana ha scelto di sostenere quella che deve divenire una realtà di rilievo per tutto il territorio nonché riferimento culturale anche a livello regionale. Vogliamo andare oltre l’obiettivo raggiunto, pensando ad una sede, dunque, che coniughi l’aspetto della migliore accessibilità a quello del prestigio culturale, secondo una visione che deve rispondere alle esigenze contemporanee nel rispetto del valore storico di questo patrimonio».

«La Città Metropolitana – ha concluso – affiancherà la Deputazione di Storia Patria nelle sue attività scegliendo assieme, di volta in volta, le migliori formule per il raggiungimento degli obiettivi di crescita culturale che ci siamo prefissati». (rrc)

REGGIO – L’incontro sulle “Origine storiche della supremazia in Calabria”

Questo pomeriggio, a Reggio, alle 18.00, nel giardino della Villetta “De Nava”, la conferenza Le origini storiche della supremazia in Calabria.

L’evento è stato organizzato dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria in collaborazione con la Deputazione di Storia Patria per la Calabria con iil patrocinio della Città di Reggio Calabria nell’ambito della rassegna Estate Reggina.

Introduce l’incontro Irene Calabrò, assessore alla Cultura e alla Valorizzazione del Patrimonio Storico-Artistico del comune di Reggio Calabria. Il prof. Giuseppe Caridi parlerà delle origini storiche della supremazia in Calabria.

In ottemperanza alle norme restrittive anti contagio Coronavirus, l’ingresso del pubblico è contingentato alla disponibilità dei posti a sedere. Tutti devono essere provvisti di mascherina e mantenere una distanza minima interpersonale di un metro. (rrc)

REGGIO – L’incontro “Dalla catastrofe alla ricostruzione”

Oggi a Reggio, alle 16.45, presso la Villetta De Nava, l’incontro Dalla catastrofe alla ricostruzione.

L’evento è il quinto incontro degli appuntamenti dedicati alla commemorazione del sisma del 28 dicembre 1908, promossi dall’Associazione Culturale Anassilaos e dalla Biblioteca De Nava e patrocinati di Deputazione di Storia Patria per la Calabria.

Relaziona Daniela Neri, Funzionario responsabile del Settore Cultura del Comune di Reggio Calabria. Introdurrà e condurrà la Dr.ssa Marilù Laface, Responsabile Anassilaos Beni Culturali.

L’intervento della studiosa esaminerà le correnti architettoniche prevalenti sulla produzione architettonica reggina della ricostruzione dopo il sisma del 1908. Si ripercorre parallelamente il pensiero architettonico nazionale, evidenziando le influenze dell’architettura neoclassicista della cultura Liberty e del Razionalismo sulla cultura architettonica dei maggiori progettisti che operano a Reggio durante la ricostruzione. Negli stessi anni, infatti, la vicenda architettonica italiana sta vivendo una serie di trasformazioni e di cambiamenti culturali che Reggio acquisisce, rielabora e adegua alle esigenze locali. Le correnti del pensiero architettonico, il nuovo clima culturale i modelli urbani proposti in ambito nazionale, vengono assimilati nell’edilizia reggina nel tentativo di allinearsi alle coeve esperienze delle altre città italiane ed europee. Il quadro che emerge è che la trasformazione urbanistica e architettonica della Reggio della ricostruzione, rispetto alla città del secolo precedente non è dovuta soltanto all’introduzione di materiali diversi come il ferro e il cemento, o alle nuove tecniche costruttive, attinte dalla cultura architettonica europea, ma anche alla nuova situazione socio-economica della città e soprattutto alla nuova concezione di una città asismica, che si vorrebbe progettare e realizzare con tutte le precauzioni e i requisiti necessari affinché sia pronta ad affrontare un eventuale nuovo tragico evento sismico. Ma nell’ultimo trentennio del Novecento, Reggio, chiude le porte ad ogni ventata di novità e innovazione architettonica e si lascia solo sfiorare dai dibattiti culturali nazionali. Tutto ciò accentua l’emarginazione culturale della città che si nasconde dietro ad una serie di architetture uguali tra loro. Solo negli anni Novanta e nei primi del Duemila si assiste a veri segnali di rinnovamento del linguaggio architettonico di Reggio. Infatti, la città si arricchisce di alcuni esempi architettonici, in particolare edifici rappresentativi, che dichiarano in maniera evidente il passaggio dalle caratteristiche architettoniche del primo Novecento e il conseguente abbandono di moduli e schematismi appartenuti alla tradizione locale. (rrc)

REGGIO – Si parla dei moti rivoluzionari a Reggio del 1847

Oggi a Reggio, alle 17.30, allo Spazio Open, l’incontro sul tema I moti rivoluzionari di Reggio Calabria del 1847.

L’evento è stato organizzato dall’Associazione Culturale Anassilaos in collaborazione con Deputazione Storia Patria per la Calabria.

Conversa Fabio Arichetta, socio della Deputazione “Società Napoletana di Storia Patria”, e componente Deputazione Storia Patria per la Calabria.

Il 2 settembre del 1847 Reggio Calabria si sollevò contro il regime dei Borboni. Fu una rivolta che anticipò i moti rivoluzionari del 1848, che investirono l’intera Europa, Regno di Napoli compreso. Già prima la Calabria era stata interessata a movimenti insurrezionali: a Cosenza nel 1837 e poi ancora nel 1844, in concomitanza con la spedizione dei Fratelli Bandiera fucilati, insieme ad altri patrioti, il 25 luglio del 1844 nel Vallone di Rovito alle porte di Cosenza. La situazione a Reggio Calabria si presentava apparentemente tranquilla, anche se la polizia borbonica vigilava.

Una rivista, la Fata Morgana animava il dibattito culturale unendo intorno a sé le forze intellettuali più vivaci della città nella quale era attivo una sorta di comitato che comprendeva, tra gli altri, Stefano Romeo, Girolamo Arcovito, Domenico Muratori, Antonino Plutino, Domenico Spanò Bolani, Giovanni Carrozza, Antonio Furnari, Cosimo Repaci e ancora Gian Domenico Romeo, di Santo Stefano di Aspromonte, i fratelli Antonino e Agostino Plutino, Casimiro De Lieto e il canonico Paolo Pellicano che, con la sua partecipazione, dimostra come la stessa Chiesa fosse divisa in merito alla stessa Unità d’Italia.

Nel giugno del 1847 venne presa la decisione di promuovere una insurrezione nell’area dello Stretto, sia a Messina che a Reggio Calabria. Nonostante a Messina la rivolta fosse stata anticipata di un giorno, svelando così le trame dei rivoltosi, a Reggio si procedette come stabilito e, il 2 settembre, la città cadde in mano ai rivoltosi tra i quali operava anche il sacerdote di Sant’Alessio d’Aspromonte Francesco Surace, mentre la rivolta si propagava in altri distretti della provincia.

La sera del 2 settembre fu costituita una Giunta Provvisoria presieduta da Paolo Pellicano ma era evidente che senza il supporto di Messina e di altre forze rivoluzionarie il tentativo, al pari di altre esperienze mazziniane, era destinato al fallimento. La rivolta preoccupò il governo borbonico che da Napoli inviò le navi Il Ruggiero e Il Guiscardo, con circa tremila uomini, al comando del generale Nunziante che riconquistò la città dando avvio ad una opera di repressione spietata che riguardò anche il distretto di Gerace con la fucilazione di Michele Bello, Pier Domenico Mazzoni, Gaetano Ruffo, Domenico Salvadori e Rocco Verduci (i cosiddetti Martiri di Gerace). A Reggio Calabria Domenico Romeo fu ucciso e decapitato. Altri riuscirono a mettersi in salvo come i Fratelli Plutino. Ad altri la pena capitale fu commutata con in ergastolo. (rrc)

REGGIO – Proseguono gli incontri sul terremoto del 1908

Oggi pomeriggio, a Reggio, alle 16.45, presso la sala villetta della Biblioteca De Nava, l’incontro Ricadute scientifiche della catastrofe del 28 dicembre.

L’incontro è il quarto incontro sul tema dedicati al 110° anniversario del terremoto del 28 dicembre, promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos e dalla Biblioteca “Pietro De Nava” con il patrocinio del Comune di Reggio Calabria e di Deputazione di Storia Patria per la Calabria.

Introduce e conduce la dott.ssa Marilù Laface, responsabile Anassilaos Beni Culturali, mentre la conversazione è a cura del prof. Giuseppe Mandaglio, dell’Università Mediterranea di Reggio.

Il terremoto del 28 dicembre 1908 fu il terremoto di più alta intensità mai verificatosi in tutto il territorio italiano, e nel Mediterraneo centrale. Quella catastrofe distrusse Messina e Reggio e sconvolse tutto il territorio dello Stretto, particolarmente sulla sponda calabrese. Tuttavia, fu proprio l’enormità delle distruzioni a costringere gli studiosi a rivedere i concetti di sismologia, geologia, urbanistica, sociologia, scienza e tecnica delle costruzioni. Quella catastrofe divenne polo di attrazione di numerosi apporti esterni; di solidarietà ma, contemporaneamente, anche di natura scientifica, tecnica, architettonica e culturale.

La ricostruzione delle città nello stesso luogo della distruzione fu una sfida alle forze brute della natura, e consentì nuove sperimentazioni costruttive che ben presto permisero l’esportazione extraregionale di esperienze e tipologie costruttive. La normativa antisismica emanata dal governo dell’epoca indirizzò la ricostruzione verso nuovi modelli, incidendo notevolmente sugli edifici e sugli scheletri rimasti, così come i nuovi piani regolatori mutarono abbondantemente la stessa struttura urbana delle città. La struttura urbana di Reggio Calabria, che già era stata abbondantemente modificata dall’ esperienza urbanistica maturata dopo il terremoto del 1783, fu ulteriormente e più radicalmente cambiata con la realizzazione della via Marina e analoghe ristrutturazioni subirono Messina e altri centri minori sulle due sponde dello Stretto. 

Più profonde, tuttavia, furono le innovazioni introdotte delle costruzioni sismiche, che videro l’abbandono quasi totale delle tipologie architettoniche introdotte come risolutive dopo il terremoto del 1783. La ricostruzione delle città sugli stessi luoghi della catastrofe, e l’evidenza sperimentata dell’inefficienza dei sistemi costruttivi adottati in precedenza imponeva nuove sfide sia alle tecniche di costruzione antisismiche e sia alla ricerca sismologica e geologica. Furono sperimentate scelte urbanistiche in cui l’altezza degli edifici veniva messa in relazione con la larghezza delle strade, e soluzioni costruttive diverse, tra le quali ebbe significative ricadute il telaio in cemento armato inserito nella scatola muraria che, con i successivi affinamenti introdotti dalle norme sismiche, è ormai diffusamente utilizzato ovunque.

In campo geologico e sismologico, muovendo dalle incertezze dell’epoca sull’origine dei terremoti in generale e di quelli dello Stretto in particolare, le ricerche furono completamente riviste e progressivamente affinate fino a produrre risultati molto importanti sulla geologia strutturale e sulle faglie sismogenetiche dello Stretto, sull’energia liberata dal terremoto del 1908 e sull’energia massima che può essere liberata dalla riattivazione di una faglia sismogenetica analoga. Si è potuto stabilire che le due sponde dello Stretto di Messina costituiscono le pareti e il fondale marino il basamento, di un’unica struttura tettonica soggetta a movimenti di sollevamento prevalenti (Graben dello Stretto) generati da numerose faglie minori, individuate con attendibile precisione, e da una faglia cieca (blind fault) molto più estesa, che si sviluppa in profondità e della quale si conoscono gli effetti ma non la posizione esatta. (rrc)

REGGIO – Il libro “Bova nell’Ottocento postunitario” di Viola

4 dicembre 2018 – Oggi a Reggio, alle 16.30, presso la sala conferenze di Palazzo Alvaro, la presentazione del volume Bova nell’Ottocento postunitario  di Giuseppe Viola.

L’evento è stato organizzato da Deputazione di Storia Patria per la Calabria, l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, dal Circolo Rhegium Julii e dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria.

Introduce e coordina Pantaleone Sergi, di Deputazione di Storia Patria per la Calabria. Intervengono Giuseppe Caridi, presidente Deputazione di Storia Patria per la Calabria, Santo Marcello Zimbone, Rettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Giuseppe Bova, presidente Circolo Rhegium Julii, Loreley Rosita Borruto, presidente Cis della Calabria. Relazionano Mirella Marra, di Deputazione di Storia Patria per la Calabria, e Daniele Castrizio, dell’Università di Messina. Le conclusioni sono affidate all’autore.

Il libro, edito da Iiriti Editore, mette in risalto le nuove istanze liberali nei contrasti tra Municipio e Curia vescovile “dipingendo” storie e personaggi sullo sfondo delle vicende risorgimentali. (rrc)