Giuseppe Mangialavori eletto presidente commissione Bilancio alla Camera

Prestigioso incarico per il deputato di Forza italia Giuseppe Mangialavori, eletto presidente della Commissione Bilancio alla Camera.

«Per me è un grande onore e desidero ringraziare tutti i colleghi deputati che hanno voluto darmi la loro fiducia, oltre al mio partito, Forza Italia, e a tutto il centrodestra», ha dichiarato Mangialavori.

«La commissione Bilancio è un organismo strategico per l’esame e il miglioramento di tutte le norme finanziarie dello Stato – ha spiegato –, da cui dipendono il benessere e la qualità della vita dei cittadini italiani».

«Assolverò questo nuovo compito con scrupolo e grande senso delle istituzioni – ha concluso – consapevole dell’importanza di un ruolo che mi vedrà impegnato senza alcun risparmio».

«Con l’elezione a presidente della Commissione Bilancio della Camera, Giuseppe Mangialavori ottiene un meritato e prestigioso riconoscimento alle sue capacità politiche e all’indiscussa esperienza maturata dentro alle istituzioni», ha dichiarato il presidente della Regione Roberto Occhiuto.

«Da questa postazione – ha aggiunto – riuscirà a governare processi e dinamiche della vita del nostro Parlamento, in una fase di grande delicatezza e carica di risvolti per l’immediato futuro del nostro Paese. Sarà importantissimo anche per il governo regionale della Calabria, in relazione alla legge di bilancio e a tutti i provvedimenti chiave che saranno valutati dalla sua Commissione». 

«Abbiamo sempre creduto in Giuseppe Mangialavori e nelle sue abilità di dirigente politico e di coordinatore regionale – ha proseguito – certificate in ultimo dall’ottima performance di Forza Italia in Calabria alle elezioni politiche di settembre. Ecco perché fin dall’inizio della legislatura abbiamo ritenuto fondamentale un ricoscimento importante, attraverso l’ingresso al governo». 

«E seppur questo obiettivo non è stato raggiunto – anche per colpa di un’odiosa campagna di diffamazione a mezzo stampa messa in campo ad orologeria – oggi siamo doppiamente soddisfatti: perché la Calabria – ha concluso – avrà un punto di riferimento in più dentro alle istituzioni nazionali e perché a Giuseppe Mangialavori si restituisce con questa elezione la meritata valorizzazione delle sue qualità. Auguri, dunque, di buon lavoro al neo presidente della Commissione Bilancio di Montecitorio». 

Il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, ha parlato di «un giusto riconoscimento per le capacità, l’esperienza e la correttezza che da sempre hanno contraddistinto l’attività politica di Giuseppe Mangialavori».

«Un incarico di grande rilevanza – ha proseguito – che sancisce il valore e le qualità, se mai ce ne fosse stato bisogno, dell’onorevole Mangialavori, e che premia l’azione di chi ha sempre lavorato al fianco delle persone, degli amministratori, per raggiungere il bene supremo per un politico che è il benessere dei cittadini». 

«È anche per tale motivo – ha concluso il sindaco di Vibo Valentia – che la città tutta deve sentire come proprio questo riconoscimento. A Giuseppe vanno i miei auguri di un proficuo lavoro per il bene del Paese, con la consapevolezza che la nostra Vibo Valentia sarà sempre dalla sua parte». (rrm)

OGGI I SOTTOSEGRETARI: E LA CALABRIA?
MACCHINA DEL FANGO SU MANGIALAVORI

di SANTO STRATI – Quanta Calabria ci sarà nelle nuove nomine di sottosegretari e viceministri, attese per oggi? Il centrodestra calabrese insorge e reclama spazio, presentando il conto di una fortunata (e vincente) campagna elettorale. Cosa avrebbe fatto Forza Italia senza i voti della Calabria (ha raddoppiato la media nazionale)? È il segnale dell’inquietudine che attraversa il fedelissimi (e non) di Berlusconi: il dubbio è quanto ancora conti davvero il cav. nella compagine di governo e che peso può ancora esprimere nel  nuovo scenario del “destra-centro”. C’è pericolo di fuga anche se i sorrisi – a denti stretti – vorrebbero simboleggiare una concordia che,  in realtà, scricchiola malamente: Forza Italia – come partito – perde consensi, a favore della Meloni, e le lusinghe del terzo polo (Calenda, Renzi e dintorni) non vanno certamente sottovalutate. Se il Paese vira a destra – ed è evidente – c’è da immaginare che, in prospettiva, la destra cercherà di avvicinarsi di più al centro, in cerca di consensi, allontanando nostalgici sguardi verso il passato: detto in altre parole, la Meloni  dovrà scegliere se il suo destra-centro starà più (troppo?) a destra o, sulle orme di una mai dimenticata politica democratico-cristiana, cercherà il consenso dei moderati di centro, ancora alla ricerca di un leader. Le condizioni – nel caso seguisse il secondo percorso – sarebbero estremamente favorevoli anche in ambito europeo, a tutto danno degli alleati Lega e Forza Italia, avviati a una caduta libera senza rete. Con la differenza che la Lega può sempre sperare di ricucire e recuperare il sentiment nordista, ma Berlusconi rischia di perdere persino l’aura di “padre nobile” del progetto centrista, con la diserzione (obbligata) di molti (ex) fedelissimi.

È in questo quadro che si gioca la partita dei sottosegretari. Ci sono una quarantina di posti di sottogoverno da assegnare e probabilmente entro stasera il presidente del Consiglio Giorgia Meloni presenterà i nomi per le nomine che saranno ratificate dal presidente Mattarella. La Calabria, è evidente, è sottorappresentata (come al solito), ma questa volta, forse, sarebbe opportuno battere i pugni e far valere il risultato elettorale (di Forza Italia) per suggerire e orientare le scelte. Da giorni s’inseguono voci che, praticamente, assorbono un buon 50% dei parlamentari che posso aspirare all’incarico, ma la verità la conosce solo Giorgia (ha detto di chiamarla così), al riparo di occhi indiscreti, che è spintonata da ogni parte per la distribuzione delle nuove nomine. Con l’avvertenza che scelte di merito e premianti la competenza non farebbero che rafforzare il suo esecutivo, anziché indebolirlo, malgrado i maldipancia della coalizione.

Se consideriamo l’apporto notevole dato da Forza Italia Calabria al risultato (insperato) del partito di Berlusconi, sarebbe normale pensare che almeno uno-due sottosegretari forzisti toccherebbero alla regione. «La centralità che il Sud sta finalmente conquistando – ha detto il segretario-questore del Consiglio regionale Salvatore Cirillo – ci spinge a considerare ineludibile una valorizzazione dei nostri dirigenti». Il tema della centralità del Mezzogiorno che dovrebbe essere in cima all’agenda del Governo è indiscutibile. Ma non siamo un Paese normale, nemmeno nella spartizione del “bottino” dei vincitori. Un tempo c’era il cosiddetto manuale Cencelli che misurava al millesimo le presenze dei rappresentanti dei partiti, senza che nessuno potesse obiettare alcunché: la logica dello spoil system che prevale abitualmente su dirigenti e funzionari, spesso si applica anche a livello correntizio.

L’ex senatore Giuseppe Mangialavori, oggi eletto alla Camera, – lo abbiamo già scritto – sarebbe un ottimo viceministro alla salute, ma contro di lui si è scatenata un’offensiva mediatica di insinuazioni e sospetti, seguendo l’infame logica che “solo perché sei calabrese hai sicuramente a che fare con la ndrangheta”. Mangialavori ha competenza, capacità, e di mestiere fa il medico (è senologo, per l’esattezza), oltre a essere il coordinatore regionale di Forza Italia. Considerando che il Governo Meloni sembra tener conto delle specifiche competenze, c’è da immaginare un ruolo adeguato per il possibile rappresentante calabrese. Nel precedente esecutivo è capitato che un ricercatore di economia (Speranza) finisse alla Salute, un esperto di statistica (Giovannini) alle Infrastrutture, un “inoccupato” (Di Maio) agli Esteri. Nel nuovo Governo, almeno – a parte la “stranezza” di Salvini alle Infrastrutture –, abbiamo un medico e ricercatore alla Salute (Schillaci) e un ex presidente del Parlamento europeo agli Esteri: vorrà confermare il Presidente Meloni un criterio di competenza e merito, pur nel rispetto – impossibile da evitare – degli equilibri politici della coalizione?

Se la Meloni sta pensando seriamente a far prevalere capacità e competenze, i forzisti calabresi alzano la voce, anche per esprimere solidarietà al medico vibonese: «Non permetteremo – ha detto Occhiuto – che la macchina del fango, messa ancora una volta in moto a orologeria, nei giorni caldi delle decisioni legate alle ultime caselle dell’esecutivo, possa sporcare l’immagine della nostra Regione e la carriera politica senza macchia di Giuseppe Mangialavori, persona dalla specchiata onestà. Tutto ciò è inconcepibile, non è da Paese civile. La ‘ndrangheta fa schifo, l’ho detto più volte e lo ripeto con convinzione, e il nostro coordinatore regionale non c’entra nulla con il malaffare e con la ‘ndrangheta.
«Forza Italia – ha sottolineato Occhiuto –, alle elezioni politiche del 25 settembre, ha conseguito in Calabria un risultato straordinario: il 16%, esattamente il doppio rispetto al dato nazionale. Questa percentuale è stata raggiunta grazie all’impegno dei simpatizzanti, dei militanti, e di una classe dirigente regionale di grande valore. Ci aspettiamo, dunque, che questo dato venga valorizzato dal nostro partito e che venga riconosciuto il lavoro del nostro coordinatore regionale Giuseppe Mangialavori, che merita di entrare nel governo guidato da Giorgia Meloni. Avere un sottosegretario per Forza Italia Calabria è il minimo sindacale».

E anche il coordinatore forzista del Sud, il deputato reggino Francesco Cannizzaro (che meriterebbe una delega ai Trasporti) non ha fatto mancare la sua vicinanza a Mangialavori: «Certa informazione, raccontando falsità e proponendo assurde e fantasiose ricostruzioni, pensa di poter colpire con un vero e proprio manganello mediatico l’avversario politico di turno. Esprimo solidarietà all’onorevole Giuseppe Mangialavori, persona di qualità, onestà, e che nulla ha a che vedere con la criminalità organizzata. Ci auguriamo che un articolo indecente come quello apparso l’altro giorno su Repubblica.it non possa mettere in dubbio il suo ingresso nel governo Meloni, il giusto riconoscimento per il lavoro fatto negli ultimi anni e negli ultimi mesi alla guida di Forza Italia in Calabria. Il nostro partito – ha detto Cannizzaro – tenga la barra dritta nel pretendere che la nostra Regione sia rappresentata all’interno dell’esecutivo e che uno dei suoi migliori dirigenti venga messo nelle condizioni di lavorare al meglio per la sua gente e per la sua terra».

Che la Calabria debba avere una rappresentanza nei sottosegretari non è questione di orgoglio campanilistico: nello scenario prossimo venturo è fondamentale poter avere una rappresentanza adeguata che, all’occorrenza, faccia sentire il dissenso – forte e deciso – contro l’autonomia differenziata che piace tanto alle regioni del Nord. Per questo si sta mobilitando tutta l’area del centrodestra calabrese.

A parte la “calabresità” (dei genitori) del neo ministro della Salute Schillaci che non nasconde e anzi vanta le proprie origini, per la verità la rappresentanza calabrese nel Governo è inesistente: Wanda Ferro (altro papabile sottosegretario, di Fratelli d’Italia) ha confessato che preferirebbe la Presidenza della Commissione Antimafia, mentre il buon Cannizzaro ha rinunciato ad ogni ambizione a favore di Mangialavori. Si perderà, invece, con molta probabilità, il ruolo ricoperto dalla ex grillina – poi “impegno civile” – non eletta Dalila Nesci di Sottosegretario per il Sud e la Coesione territoriale. Una funzione di primaria importanza, alla luce degli investimenti da fare con le risorse del PNRR: la casella dovrebbe venire occupata da Matilde Siracusano (deputata messinese, compagna di Roberto Occhiuto) che farebbe il paio con il neo ministro Nello Musumeci (palermitano) che è Ministro per il Sud e le Politiche del Mare.

I sottosegretari, è opportuno farlo notare, coadiuvano i ministri con specifiche deleghe ma non partecipano al Consiglio dei ministri, al contrario dei viceministri che (senza diritto di voto) possono essere convocati alle riunioni del CdM. I sottosegretari devono essere parlamentari, i viceministri no e a questi ultimi i titolari dei relativi dicasteri conferiscono deleghe per la guida di dipartimenti o direzioni. La proposta la fa il Presidente del Consiglio, la nomina è del Presidente della Repubblica. La scelta è al 95% politica, ma Giorgia sta mostrando di saper essere imprevedibile… (s)

PARTE LA XIX LEGISLATURA, 24 I CALABRESI
E OCCHIO ALL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

di SANTO STRATI – Prende il via oggi la diciannovesima legislatura, si aprono Camera e Senato col primo, fondamentale, adempimento, quello di eleggere i presidenti dei due rami del Parlamento. Si tratta delle più rilevanti cariche dello Stato, dopo il Presidente della Repubblica, e ci si aspettava che il centro-destra, vincente nella coalizione che si è presentata alle urne il 25 settembre, avesse già da tempo individuato le figure (di prestigio) cui far convergere i voti delle due assemblee. A tarda sera, secondo voci abitualmente bene informate, c’era ancora maretta e nessuna intesa sui nomi e già questo la dice lunga sul tipo di governo che gli italiani dovranno aspettarsi.

Giorgia Meloni ha vinto le elezioni e con la vagonata di voti popolari presi è legittimata a ricevere l’incarico di formare il nuovo esecutivo. Il problema non è la Meloni, ma sono gli alleati, rissosi e amareggiati (soprattutto Salvini) che non sembrano disposti a fare sconti ai Fratelli di Giorgia nella spartizione delle caselle del potere. Mentre Berlusconi si mostra tutto sommato aperto e disponibile per sostenere senza preclusioni di sorta un esecutivo guidato dalla Meloni, Salvini, in queste ore, si sta giocando la sua stessa sopravvivenza alla guida della Lega. Il suo braccio di ferro (già svantaggiato) con la Meloni riguarda la messa in discussione della sua leadership tra i padani e i nuovi elettori del Sud. I primi guardano con molto scetticismo alle aperture e ai sorrisi elargiti da Salvini al Mezzogiorno e agli “incauti” elettori meridionali che si sono lasciati incantare; gli altri, dal Sud, cominciano a subodorare che le lusinghe meridionaliste del segretario della Lega in realtà nascondevano un grande inganno. La parola magica si chiama autonomia differenziata, ovvero il federalismo fiscale basato sulla spesa storia delle regioni: chi più ha speso più prende, i “poveracci” del Sud poveri erano e poveri resteranno, con una feroce discriminazione negli investimenti e nella perequazione dei diritti dei bambini e delle donne, dei giovani e dei lavoratori che subiranno ancora di più i perversi risultati del divario nord-sud, destinato ad diventare sempre più ampio.

Il fatto è che il futuro governo a presumibile guida Meloni  (il presidente Mattarella non può ignorare l’evidente indicazione popolare) pare entrato in crisi prim’ancora di aver ricevuto l’incarico. La Meloni si è resa immediatamente conto in che guaio s’è cacciata (vista la drammatica condizione economica e sociale del Paese) ma ha fatto prevalere la voglia di rivalsa, l’ambizione di essere incoronata prima donna premier in Italia, sulla considerazione  che se ha avuto problemi Draghi a contenere il disagio sociale, non sarà una passeggiata per il futuro governo mettere mano contemporaneamente al caro bollette, alla guerra, all’inflazione, al lavoro che non c’è e a un debito pubblico ormai senza più freni. La prima verifica riguarda la composizione del nuovo governo: prevarrà il criterio delle competenza, della capacità e dell’esperienza o, disgraziatamente, prevarranno – come al solito – le ragioni dell’opportunismo politico, per “pagare” le solite “cambialette”  della campagna elettorale? Se la Meloni vuole governare adeguatamente non faccia l’errore di assegnare ministeri secondo il criterio di appartenenza, ma si imponga subito con scelte che potranno dare spessore all’esecutivo. La formula magica esiste ed è un composto di rigore morale misto a competenza e capacità: gli italiani non ci credono, ma ci sperano.

Certamente sarà un esecutivo da togliere il sonno al futuro premier: se ci fossero risorse finanziarie a sufficienza, beh, i problemi si potrebbero anche affrontare, ma la prima domanda che dovrà farsi il futuro presidente incaricato sarà: “dove troviamo il denaro necessario?”.

Per questo un’elezione (concordata) a primo colpo per i due presidenti di Camera e Senato sarebbe stato un buon segnale per il Paese, per rassicurare gli animi su un’intesa (di centro-destra) che potrebbe (e dovrebbe) garantire stabilità, soprattutto per superare la crisi. Invece, come già detto, ieri sera si parlava di un’auspicabile elezione entro la giornata di oggi del Presidente del Senato (La Russa?) mentre per la Camera ci sarà un po’ di maretta prima di trovare un accordo. Non è una buona partenza, pur con un’opposizione rassegnata già prima delle elezioni a contare sempre meno e obbligata a raccogliere i cocci di una fallimentare strategia di consenso.

Ricordiamoci che l’ex premier Conte ha vinto (perdendo per strada buona metà dei voti conquistati nel 2018) solamente facendo un uso spregiudicato del populismo più vieto: messa da parte la pochette da taschino e levata la giacca s’è improvvisato (con successo, bisogna dire) novello Masaniello tutto teso e proteso a difendere il reddito di Cittadinanza. “O votate noi o perdete la prebenda di fine mese”: più o meno questo è stato il  leit-motiv della campagna di un Movimento 5 Stelle che tutti davano pronto a scomparire. È stato abile Conte, ma il suo gioco – opposizione intransigente, promette – alla lunga si scontrerà non solo col malcontento popolare ma anche su i tanti ex parlamentari grillini “abbandonati” e illusi. 

Chi avrebbe scommesso che i grillini avrebbero preso quattro seggi in Calabria, facendo diventare la regione un formidabile e incredibile serbatoio di voti? Eppure è così. 

E allora questa nuova legislatura (XIX) avrà il suo daffare per rasserenare i tumultuosi affanni degli italiani e muoversi tra troppe contraddizioni che rischiano di separare in modo netto il Nord e il Sud. Il riferimento, è evidente, è il provvedimento più volte tentato dalle tre regioni del Nord (Emilia, Lombardia e Veneto) ma regolarmente (per fortuna!) stoppato in Parlamento: questa volta, però, l’autonomia differenziata la vogliono sul serio e Salvini – aizzato da un ritrovato (ripescato?) Umberto Bossi si trova a giocarsi il consenso delle ricche regioni settentrionali, di quelli che votavano la Lega Nord e rivogliono tale parola sul simbolo al posto del nome di Salvini. Ma si giocherà la credibilità del Sud e tutto il Parlamento dovrà fare salti mortali per impedire il varo di una legge-infame che interpreta a uso e consumo del Nord il titolo V della Costituzione.

Del resto la truppa dei parlamentari calabresi di 19 tra deputati e senatori, in realtà è composta da 17 “nativi” (il magistrato Scarpinato è stato paracadutato da Palermo e la Roccella da Bologna), ma è rimpolpata da tre deputati di origine calabrese eletti in altri seggi:  Antonino Iaria dei 5 Stelle, architetto eletto in Piemonte, Giusy Versace, ex deputata di Forza Italia, orgogliosamente reggina, eletta in Lombardia,  e lady B (Marta Fascina) attuale compagna di Berlusconi, originaria di Melito Porto Salvo, deputata uscente, rieletta a Marsala. In più ci sono Nicola Carè (eletto all’estero) che è di Guardavalle (CZ), e, al Senato l’ex presidente del Senato (che ha sangue calabrese per parte di padre), Mario Borghese (deputato uscente del Maie) e, soprattutto, il prof. Marco Lombardo (di Martone, RC), eletto al Senato con Azione, in Lombardia. Un drappello che, pur avendo la Calabria nel cuore (?) non avrà la forza di fare molto. Ma non è detto…

A seconda di come sarà composto il futuro Governo di Giorgia Meloni, ci sono due caselle di sottogoverno che fanno gola ai calabresi: alla Sanità punta Giuseppe Mangialavori (senatore uscente e aspirante viceministro), ma soprattutto medico senologo che ne capisce di scienza, mentre il posto lasciato vacante da Dalila Nesci (non rieletta) di sottosegretario per il Sud e la coesione territoriale sembra fatto su misura per la vulcanica Wanda Ferro. Sarebbe una bella rivincita per i calabresi. E a suggello servirebbe alle infrastrutture un visionario che pensi a realizzare il Ponte… (s)  

Mangialavori (FI): l’importante affermazione di Azzurro Donna di Calabria

Il sen. Giuseppe Mangialavori (FI), coordinatore regionale della Calabria, ha messo in evidenza l’importante incontro con le forziste di “Azzurro Donna in Calabria”. Il movimento interno a Forza Italia, in Calabria coordinato da Maria Josè Caligiuri – ha dichiarato il sen. Mangialavori –, sta svolgendo un ruolo fondamentale per l’affermazione delle politiche femminili e per il riconoscimento dell’impegno delle donne, in politica, nella società e nella famiglia
«Il prossimo autunno – ha detto Mangialavori –, finalmente, in Calabria si tornerà al voto con la doppia preferenza di genere: una piccola grande conquista che ci permetterà di avere un consiglio regionale più equilibrato e paritario. Ma ancora non basta: bisogna lavorare – e tanto – per aumentare il pieno riconoscimento dei diritti delle donne, troppo spesso, purtroppo, solo virtuale e non effettivamente riscontrabile nella vita quotidiana.
«Ecco perché il lavoro di “Azzurro donna” è meritorio e va sostenuto con impegno e dedizione: è quello che farà Forza Italia Calabria».  (rp)

Mangialavori coordinatore regionale di FI, vice Cannizzaro (che rifiuta)

Giuseppe Mangialavori è il nuovo coordinatore regionale di Forza Italia.  Vice coordinatore, invece, è stato nominato il deputato Francesco Cannizzaro, che però ha fatto sapere di non accettare la nomina. «Apprendo – ha detto il deputato reggino – della mia nomina a Vice Coordinatore Regionale di Forza Italia Calabria. Ringrazio il Presidente Berlusconi e la Dirigenza Nazionale per l’attenzione riservata nei miei confronti.  Tuttavia ritengo opportuno non accettare l’incarico. Comunicherò le motivazioni direttamente al Presidente.  Continuerò a svolgere con lo stesso impegno e dedizione di sempre il ruolo di Coordinatore provinciale di Reggio Calabria, “Provincia più azzurra d’Italia”, rimanendo sempre a disposizione del mio Partito e di Silvio Berlusconi. Colgo l’occasione – conclude Cannizzaro – per fare le congratulazioni e augurare buon lavoro al nuovo Coordinatore regionale Giuseppe Mangialavori».

«Per me – ha scritto il sen. Mangialavori su Facebook – è un onore rappresentare questo partito e non posso che ringraziare il presidente Silvio Berlusconi per la fiducia che ha voluto riporre in me.La mia gratitudine va anche al nostro coordinatore nazionale, Antonio Tajani, e a tutti i dirigenti e i colleghi parlamentari di Forza Italia: è una squadra straordinaria che contribuirà in modo decisivo a far crescere il nostro partito, giorno dopo giorno».

«Sento, inoltre – ha aggiunto – di rivolgere un pensiero particolare al gruppo dirigente regionale di Forza Italia, ai deputati e ai senatori, ai consiglieri regionali, ai sindaci, ai tanti amministratori locali: ci aspetta un lungo cammino comune, e sono sicuro che ognuno di noi saprà dare il proprio contributo per la crescita del nostro partito e della nostra regione. È un obiettivo imprescindibile che può essere raggiunto solo con il gioco di squadra, nel quale ho sempre creduto e credo. La figura dell’uomo solo al comando non mi è mai piaciuta».

«È un obiettivo imprescindibile – ha detto ancora – che può essere raggiunto solo con il gioco di squadra, nel quale ho sempre creduto e credo. La figura dell’uomo solo al comando non mi è mai piaciuta.
A tutti dico: lavoriamo insieme per il bene di Fi e della Calabria. Dal canto mio, ci sarà la massima disponibilità al confronto e alla collaborazione costante. Spero con tutte le mie forze di essere all’altezza del compito che mi è stato affidato e in grado di affrontare le tante sfide che Fi Calabria ha davanti a sé».
«Una di queste, la più importante – ha sottolineato – è la lotta alla pandemia, che deve vedere la collaborazione tra tutte le istituzioni e i partiti, nella consapevolezza che l’emergenza sanitaria ed economica potrà essere superata solo attraverso un inedito spirito di unità regionale. Per quanto mi riguarda, lavorerò pancia a terra per costruire il dialogo, sempre; per far prevalere prioritariamente le ragioni della Calabria e non dei campanili; per favorire lo sviluppo della terra che amo, con l’aiuto di tutti; per contribuire a costruire una regione nuova, all’altezza della sua storia millenaria, coraggiosa rispetto al suo presente, ardimentosa nell’immaginare un futuro davvero luminoso. Non c’è niente di facile e so che le buone intenzioni, la passione politica e la dedizione alla causa potrebbero non bastare».
«Io ce la metterò tutta, sempre e comunque – ha detto ancora –. Mi trovo a considerare con commozione che, grazie a questa nomina, raccolgo – forse immeritatamente – una grande eredità, quella di Jole Santelli».
«Spero solo – ha detto ancora – di poter ripetere almeno una piccola parte dei suoi successi politici. Jole ha guidato questo partito per circa 10 anni, ottenendo vittorie su vittorie, ma anche attraversando periodi complicati, periodi in cui tante, troppe persone profetizzavano una fine imminente di Fi, nel Paese e in Calabria. Jole non ha mai mollato, non ha mai creduto alla fine del suo, del nostro sogno politico e lo ha difeso, fino a farlo trionfare alle ultime elezioni regionali, quelle che hanno visto diventare lei prima presidente donna della Regione e Forza Italia primo partito del centrodestra».
«È una eredità pesantissima – ha concluso – la porterò con me con grande umiltà e rispetto, cercando sempre di fare del mio meglio.
Non posso che concludere dicendo: grazie presidente Berlusconi, grazie Jole. Mi metto, ancora una volta, al servizio del mio partito e dei calabresi».

«Giuseppe Mangialavori è l’uomo giusto al posto giusto» ha detto il sindaco Sergio Abramo, aggiungendo che «Silvio Berlusconi non poteva scegliere nessuno meglio del senatore vibonese per guidare il partito in Calabria: la sua nomina si inserisce perfettamente nel solco di una grande dirigenza qual è stata la compianta Jole Santelli”, ha aggiunto Abramo sottolineando come “il dinamismo, la passione e le capacità politiche di Mangialavori rappresentino una sicurezza nel percorso di credibilità, politica e istituzionale, di Forza Italia in Calabria».

Il sindaco e presidente della Provincia di Catanzaro ha sottolineato «il valore assoluto delle nomine fatte dal presidente Berlusconi nell’ottica di un rilancio dell’azione politica e amministrativa di Forza Italia, che avanza a grandi passi verso le prossime Regionali con la consapevolezza di poter puntare su una squadra all’altezza delle aspettative e con le competenze giuste per continuare a essere forza di governo».

La sindaca di Vibo Valentia, Maria Limardo, ha dichiarato che «la nomina del sen. Giuseppe Mangialavori a Coordinatore Regionale di Forza Italia, rappresenta il giusto riconoscimento alla sua lunga militanza durante la quale ha dato prova di rigore e coerenza in uno alle naturali capacità aggregative e politiche messe giornalmente in campo sul territorio, per come confermato dalle tappe più significative della sua carriera politica: Consigliere comunale nel 2010, Consigliere Regionale 2014 e Senatore della Repubblica dal 2018».

«L’importante riconoscimento ci inorgoglisce – ha aggiunto – sia come vibonesi che come appartenenti al movimento politico di Forza Italia e contestualmente ci sprona ad agire con maggiore determinazione per portare avanti comuni ideali ed obiettivi politici».

«Il Coordinatore Regionale – ha proseguito la sindaca Limardo – è il motore del partito sul territorio, rappresenta il Movimento nelle sedi istituzionali e politiche nell’ambito della Regione, controlla ed indirizza l’attività politica dei Coordinatori Provinciali e assicura la continuità della linea politica degli Organi Nazionali del Movimento su tutto il territorio regionale. Per questo siamo convinti che con questa nomina la città di Vibo Valentia e l’intera provincia vivranno una nuova stagione politica, assumendo un ruolo determinante nel panorama regionale e nazionale laddove orza Italia è saldamente ancorata a posizione di Governo».

«Siamo certi – ha concluso – che il sen. Giuseppe Mangialavori, a cui rivolgo l’augurio sincero di buon lavoro a nome mio e di tutta la Giunta Municipale, saprà portare avanti con l’autorevolezza che lo contraddistingue,  le istanze che provengono dal territorio sui tavoli regionali e nazionali del partito. In questo momento di gioia, che peraltro coincide con la Giornata Internazionale delle Donne, rivolgiamo un pensiero affettuoso alla compianta Jole Santelli – presidente della Regione Calabria e già  Coordinatore Regionale di Forza Italia».

Grande soddisfazione è stata espressa dal capogruppo di FI in Consiglio comunale di Catanzaro, Roberta Gallo, e il collega Andrea Amendola di OC, unitamente agli altri consiglieri del gruppo, nell’esprimere le proprie congratulazioni a Mangialavori e al neo vicecoordinatore regionale di FI Francesco Cannizzaro.
«La nomina di Giuseppe Mangialavori a nuovo coordinatore regionale di Forza Italia – hanno detto – è la scelta più giusta per imprimere un rinnovato entusiasmo, nel solco della continuità dopo la drammatica scomparsa di Jole Santelli, ad un partito che si conferma quale perno fondamentale del centrodestra e alla guida del Governo in questo momento storico così difficile. Vogliamo, perciò, fare gli auguri di buon lavoro al neo coordinatore nella certezza che, con le sue doti di politico e amministratore capace e lungimirante, saprà guidare nel migliore dei modi Forza Italia sul territorio verso le prossime importanti sfide elettorali».
«La nomina da parte del presidente Berlusconi – hanno proseguito – arriva a coronamento di un percorso che ha visto Mangialavori guadagnarsi credibilità e reputazione all’interno del partito non solo su scala regionale, ma anche nei rapporti con i vertici nazionali. Catanzaro, con i consiglieri di FI eletti in Consiglio comunale, sarà al suo fianco e a sostegno di una partita politica e istituzionale che, su più fronti, sarà decisiva per risollevare le sorti del nostro territorio».
Anche il sindaco di Tropea, Giovanni Macrì, ha espresso soddisfazione per l’incarico di Mangialavori: «il compito affidatogli è estremamente complesso in questo nostro tempo reso  incerto dagli eventi che viviamo come Calabresi, come Italiani e come Donne e  Uomini profondamente turbati dalle difficoltà attuali».

«Giuseppe – ha aggiunto – è l’uomo giusto per una Calabria che ha attraversato e attraversa  momenti sconvolgenti, primo tra tutti la perdita, drammatica e improvvisa, della  propria Governatrice. Nessuno meglio di lui può raccogliere il testimone di guida  regionale di Forza Italia, per l’entusiasmo e la passione con cui, come Jole Santelli,  porta avanti gli ideali e il progetto che FI incarna. Il senatore Mangialavori saprà coagulare le energie e le risorse del partito e  della nostra terra in vista dell’obiettivo comune e superiore che é il bene della  Calabria. Come sindaco di Tropea mi pongo al suo fianco nell’impegno di far crescere  la nostra comunità con le risorse fondamentali dello spirito di servizio e  dell’impegno assoluto, perché insieme si conquistino diritti dovuti e traguardi  luminosi». (rrm)