Il neo Commissario alla Sanità Guido Longo da oggi al lavoro Catanzaro

Prende possesso oggi del suo ufficio il neo Commissario ad acta per la sanità calabrese, il prefetto Guido Longo, il superpoliziotto scelto da Palazzo Chigi per rimettere in sesto i disastrati conti delle aziende sanitarie e riavviare un processo di rinnovamento per il benessere di tutti i calabresi. Non sarà una passeggiata, ma le sfide difficili non impensieriscono più di tanto il prefetto catanese che conosce molto bene la Calabria: è stato a Reggio prima capo della Mobile a Reggio e poi Questore, quindi ha concluso la sua attività come prefetto a Vibo Valentia. Un funzionario tutto d’un pezzo che sta incontrando un largo consenso in tutta la regione. I calabresi vogliono esprimere la loro simpatia e fargli sentire la loro piena fiducia che sarà importantissima per portare avanti un progetto così complicato. I sindacati Cgil-Cisl-Uil hanno già chiesto di incontrarlo prima possibile e spingono perché il prefetto Longo prenda immediati contatti con le personalità presenti sul territorio che hanno già espresso piena e appassionata disponibilità a spendersi per la propria terra.

Ci sono eccellenze in campo medico-scientifico, c’è la Facoltà di Medicina di Catanzaro, con in testa il Rettore il farmacologo Giovambattista De Sarro, che ha sformato fior di eccellenze oggi sparse in tutto il mondo, pronta a collaborare, ci sono specialisti come il prof. Franco Romeo (già chiamato come consulente per l’emergenza covid dalla Giunta regionale), l’ex Presidente della Regione Giuseppe Nisticò, che sta realizzando a Lamezia presso la Fondazione Mediterranea Terina il Dulbecco Institute, un centro di ricerca che sarà guidato dal prof. Roberto Crea (un genio delle biotecnologie, da 40 anni a San Francisco, pronto a rientrare in Calabria), e ci sono esperti di management sanitario come il prof. Gianfranco Luzzo e il virologo Rubens Curia. Solo alcuni nomi di una platea vasta e competente: l’importante – diranno i sindacati al Commissario Longo – è che si crei una task force in grado non solo di fronteggiare. il risanamento dei conti, ma anche di pianificare sul territorio in termini di crescita e sviluppo per garantire il diritto alla salute dei calabresi.

E nell’intervista apparsa ieri sul Corriere della Sera (a firma di Fabrizio Caccia) Longo ha dichiarato che «ci sarà molto da lavorare» ricordando che da prefetto di Vibo convocò «un tavolo tecnico per dare il via alla costruzione del nuovo ospedale, di cui la città aveva un gran bisogno. Era un mio pallino, il nuovo ospedale di Vibo». Opera incompiuta gli ha ricordato il giornalista Caccia: «Nel 2018 andai in pensione. Ma ora sono tornato». È evidente che una delle prime azioni che vedrà impegnato il nuovo Commissario riguarderà la riapertura o la riattivazione degli ospedali chiusi, incompleti, o mai entrati in funzione (ce ne sono 18!).

La Repubblica alla Calabria, ieri, ha dedicato un longform di quattro pagine. Uno speciale curato dal vicedirettore Carlo Bonini con contributi di Alessia Candito, Tommaso Ciriaco e Giuliano Foschini e un commento di Giuseppe Smorto, reggino, già vicedirettore del quotidiano romano. È un dossier che sicuramente il dott. Longo terrà da conto: c’è una lunga storia di negligenze, corruzione, complicità e stupida indifferenza dietro dieci anni di commissariamento che non sono serviti a nulla, meno che meno a interrompere le pratiche di malasanità che risalgono alla nascita delle Regioni, ma mai sanate.

Ma tutta stampa nazionale (Il Fatto Quotidiano ricorda la storia delle fatture per 8 miliardi sparite a Cosenza) ha dato grande enfasi alla Calabria, in queste settimane dell’altalena del Commissario. E non sempre con intenti benevoli: la reputazione della Calabria, già in seria crisi, è andata a rotoli, però non dev’essere permesso a nessuno di insultare i calabresi e di infangare chi dà ogni giorno quasi la vita per salvarne altre, con turni spaventosi e impegno lavorativo sopra qualsiasi immaginazione. Sono i medici, gli specialisti, gli infermieri, i tecnici, una popolazione “invisibile” a cui non si finirà mai di tributare un grazie grande quanto il mondo. Sono queste le figure di riferimento per il nuovo commissario: servono assunzioni, ampliamento di reparti, attrezzature, dispositivi e quant’altro necessario per il diritto alla vita.

Un grosso fardello, non sfugge a nessuno. Ma la sfida di Longo è sostenuta dalla voglia di mostrare quanto lui vuole bene a questa terra. Trova la sua determinazione in una forza straordinaria e incredibile, quella che accomuna tantissime persone perbene, soprattutto quelle che sono andate via o dovute andare via: l’amore per la Calabria. Il prefetto Longo ci crede e i calabresi – lo sappia da subito – credono in lui. La delibera-fiume di nomina, che riportiamo di seguito, illustra cosa aspetta il nuovo Commissario. Bentornato in Calabria, dottor Longo. (s)


Per rendersi conto della “pesantezza” dell’incarico ecco, il testo integrale del provvedimento di nomina.

… il Consiglio dei Ministri delibera:

a) di nominare il dott. Guido Longo quale Commissario ad acta per l’attuazione del vigente Piano di rientro dai disavanzi del Servizio sanitario della Regione Calabria, secondo i Programmi operativi di cui all’articolo 2, comma 88, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 e ss.mm.ii..

b) di affidare al Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro della Regione Calabria l’incarico prioritario di attuare i Programmi operativi 2019-2021 di prosecuzione del Piano di rientro nonché di tutti gli interventi necessari a garantire, in maniera uniforme sul territorio regionale, l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza in condizioni di efficienza, appropriatezza, sicurezza e qualità, nei termini indicati dai Tavoli tecnici di verifica, ivi compresa l’attuazione del decreto legge 10 novembre 2020 n. 150.
In particolare, nell’ambito della cornice normativa vigente, si affidano al Commissario ad acta le seguenti azioni ed interventi prioritari:

1) adozione di ogni necessaria iniziativa al fine di ricondurre il livello di erogazione dei livelli essenziali di assistenza agli standard di riferimento, in particolare con riguardo all’adesione agli screening oncologici, all’assistenza territoriale ed alla qualità e sicurezza dell’assistenza ospedaliera;

2) completamento ed attuazione del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete di emergenza-urgenza e delle reti tempo dipendenti, in coerenza con il fabbisogno assistenziale, in attuazione del regolamento adottato con decreto del Ministero della salute del 2 aprile 2015 n. 70, ed in coerenza con le indicazioni dei Tavoli tecnici di verifica;

3) definizione ed attuazione delle reti cliniche specialistiche;

4) monitoraggio delle procedure per la realizzazione dei Nuovi Ospedali secondo quanto previsto dalla normativa vigente e dalla programmazione sanitaria regionale;

5) revisione ed attuazione del provvedimento di riassetto della rete di assistenza territoriale, in coerenza con quanto previsto dalla normativa vigente e con le indicazioni dei Tavoli tecnici di verifica;

6) completamento del riassetto della rete laboratoristica e di assistenza specialistica ambulatoriale;

7) completa attuazione delle linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita (Conferenza Unificata Rep. Atti 137/CU del 16/12/2010);

8) gestione ed efficientamento della spesa per il personale in coerenza con l’effettivo fabbisogno, in applicazione della normativa vigente in materia;

9) razionalizzazione ed efficientamento della spesa per l’acquisto di beni e servizi in ottemperanza alla normativa vigente;

10) gestione ed efficientamento della spesa farmaceutica convenzionata ed ospedaliera al fine di garantire il rispetto dei vigenti tetti di spesa previsti dalla normativa nazionale e il corretto utilizzo dei farmaci in coerenza con il fabbisogno assistenziale;

11) definizione dei tetti di spesa e dei conseguenti contratti con gli erogatori privati accreditati per l’acquisto di prestazioni sanitarie in coerenza con il fabbisogno assistenziale, con l’attivazione, in caso di mancata stipula del contratto, di quanto prescritto dall’articolo 8-quinquies, comma 2-quinquies, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e ridefinizione delle tariffe delle prestazioni sanitarie, nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente;

12) adozione di ogni necessaria iniziativa commissariale al fine di pervenire alla completa implementazione dei flussi informativi del Nuovo Sistema Informativo Sanitario da parte delle aziende in termini di completezza e qualità, ivi inclusa l’implementazione del nuovo sistema informativo contabile regionale, al fine di implementare il sistema di monitoraggio del Servizio Sanitario Regionale per il governo delle azioni previste dal Piano di rientro con riferimento alla garanzia dell’equilibrio economico-finanziario e alla garanzia dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza;

13) sottoscrizione degli accordi interregionali bilaterali in materia di mobilità sanitaria ai sensi dell’articolo 9, comma 3, del Patto per la salute 2014-2016 sancito con Intesa Stato-Regioni del 10 luglio 2014 e dell’articolo 1, comma 576, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 e s.m.i.;

14) attuazione della normativa statale in materia di autorizzazioni e accreditamenti istituzionali, mediante adeguamento della vigente normativa regionale;

15) definizione e stipula del protocollo d’intesa con l’Università degli Studi “Magna Græcia” di Catanzaro in coerenza con la normativa vigente;

16) interventi per la gestione, razionalizzazione ed efficientamento della spesa e delle attività proprie della medicina di base; 17) adozione dei provvedimenti necessari alla regolarizzazione degli interventi di sanità pubblica veterinaria e di sicurezza degli alimenti;

18) rimozione, ai sensi di quanto previsto dall’art. 2, comma 80, della legge n. 191 del 2009, dei provvedimenti, anche legislativi, adottati dagli organi regionali e i provvedimenti aziendali che siano di ostacolo alla piena attuazione del piano di rientro e dei successivi Programmi operativi, nonché in contrasto con la normativa vigente e con i pareri e le valutazioni espressi dai Tavoli tecnici di verifica e dai Ministeri affiancanti;

19) puntuale monitoraggio di quanto previsto dal Titolo II del decreto legislativo 118/2011 con riferimento alle rilevazioni del bilancio regionale riferite alle risorse destinate al Servizio sanitario regionale;

20) puntuale verifica dell’ordinato trasferimento da parte del bilancio regionale al SSR delle risorse ad esso destinate;

21) conclusione della procedura di regolarizzazione delle poste debitorie relative all’ASP di Reggio Calabria e delle ulteriori poste debitorie eventualmente presenti negli altri enti del Servizio Sanitario Regionale;

22) riconduzione dei tempi di pagamento dei fornitori ai tempi della direttiva europea 2011/7/UE del 2011, recepita con decreto legislativo n. 192/2012;

23) ricognizione, quantificazione e gestione del contenzioso attivo e passivo in essere, e verifica dei fondi rischi aziendali e consolidato sanitario regionale;

24) prosecuzione e tempestiva conclusione delle azioni previste per la puntuale attuazione del Percorso attuativo della certificabilità;

25) programmazione degli investimenti per interventi edilizi e/o tecnologici in coerenza con quanto previsto dall’articolo 25, comma 3, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e secondo gli indirizzi di programmazione coerenti con il decreto del Ministero della salute del 2 aprile 2015 n. 70 e con le misure di razionalizzazione ed efficientamento del patrimonio immobiliare strumentale e non strumentale, fermo restando quanto disposto dal decreto legge 10 novembre 2020, n. 150;

26) attuazione dei nuovi compiti assegnati al Commissario ad acta dal decreto legge 10 novembre 2020, n. 150. In particolare, il Commissario ad acta:

a. fornisce indicazioni in ordine al supporto tecnico ed operativo da parte di Agenas previsto all’articolo 1, comma 4, del citato decreto legge;

b. attua quanto previsto all’articolo 1, comma 2, del citato decreto legge;

c. nomina i commissari straordinari aziendali ai sensi dell’articolo 1 del citato decreto legge e verifica trimestralmente il relativo operato in relazione al raggiungimento degli obiettivi di cui al Programma operativo 2019-2021, anche ai fini di quanto previsto dall’articolo 2, comma 6, del citato decreto legge;

d. approva gli atti aziendali adottati dai commissari straordinari, al fine di garantire il rispetto dei LEA e di assicurarne la coerenza con il piano di rientro dai disavanzi nel settore sanitario e con i relativi programmi operativi di prosecuzione nonché al fine di ridefinire le procedure di controllo interno;

e. adotta gli atti aziendali in caso di inerzia da parte dei commissari straordinari ai sensi dell’articolo 2 del citato decreto legge;

f. verifica periodicamente, che non sussistano i casi di cui all’articolo 3, comma 1, quinto periodo, del decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 171, in relazione all’attività svolta dai direttori amministrativi e sanitari;

g. provvede in via esclusiva all’espletamento delle procedure di approvvigionamento di cui all’articolo 3 del citato decreto legge;

h. valuta l’attivazione del supporto del Corpo della Guardia di finanza in coerenza con l’articolo 5 del citato decreto legge;

i. adotta il Programma operativo per la gestione dell’emergenza Covid-19 previsto dall’articolo 18 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18;

j. definisce il Piano triennale straordinario di edilizia sanitaria e di adeguamento tecnologico della rete di emergenza, della rete ospedaliera e della rete territoriale della Regione;

k. presenta, adotta e attua i Programmi operativi 2022-2023, anche ai fini di quanto previsto dall’articolo 6 del citato decreto legge; l. coordina le funzioni di supporto alla programmazione sanitaria delle aziende del Servizio sanitario regionale assicurandone l’efficacia;

c) di incaricare il Commissario ad acta a relazionare, con cadenza semestrale, al Presidente del Consiglio dei Ministri ed ai Ministeri affiancanti in merito all’attività svolta, in esecuzione del mandato commissariale, ferme restando le verifiche trimestrali ed annuali previste dalla normativa vigente.

 

La fonte di Cotticelli è l’usciere… Ore contate per il Commissario alla Sanità

Provenendo dall’Arma dei Carabinieri, il gen. Saverio Cotticelli, attuale commissario della Sanità in Calabria, sa bene cos’è la dignità, quindi il minimo che gli si richiede, dopo l’allucinante intervista andata in onda ieri sera su Rai 3, è non di annunciare le dimissioni, ma di raccogliere immediatamente le sue cose e salutare tutti, subito. Senza aspettare o indugiare per raccogliere la richiesta di dimissioni che, a gran voce, sono richieste da tutti, in maniera trasversale.

Il Fatto Quotidiano- sul presidente ff Spirlì

Non bastavano le imbarazzanti esternazioni del presidente facente funzioni Nino Spirlì, al quale oggi il Fatto Quotidiano dedica un ampio servizio oggi, ai calabresi tocca pure inorridire davanti all’assoluto candore del Commissario Cotticelli a giustificare le cose non fatte nell’intervista televisiva del programma Titolo V. Il video dell’intervista sta diventando virale, e sarebbe esilarante se non fosse così drammatica la situazione: la fonte del Commissario sui posti letto in terapia intensiva un preparato funzionario «no, io sono l’usciere…!». E la domanda, facile facile, è: ma chi ha nominato Cotticelli? È questa la strada che che ha in mente di percorrere il Governo con la proroga dell’infame decreto Sanità? E la considerazione finale: con quale faccia, in Parlamento, si continuerà a parlare di commissariamento della sanità in Calabria?

Ci sarà il coraggio e la determinazione di affrontare il ministro della Salute e l’intero Governo per interrompere questo orrido scempio nella sanità calabrese? La parola passa ai 32 deputati e ai 12 dodici senatori eletti in Calabria o di origine calabrese, alla Giunta e al Consiglio regionale, a tutti i sindaci e gli amministratori locali. L’indignazione non basta, occorre produrre una formale contestazione al ministro Speranza e al presidente del Consiglio Conte: la Calabria non vuole più commissari incompetenti e scelti dalla politica. Ci sono in loco le professionalità giuste che saprebbero cosa fare. Non è difficile, provateci, ma senza timori o esitazioni: i calabresi non ne possono più. (s)

Ecco l’intervista integrale andata in onda nel programma Titolo V, ieri sera su Rai 3:

https://www.facebook.com/story.php?story_fbid=213540813463252&id=100044220049656

ELEZIONI / Il Fatto Quotidiano dedica una pagina a Reggio e ai “trasformisti”

Su Il Fatto Quotidiano di oggi il reportage di Enrico Fierro con Lucio Musolino sulle elezioni regionali, dedicato a Reggio e ai «trasformisti di Lega e FdI». «Pesano tantissimo – fa notare il quotidiano diretto da Marco Travaglio – i portatori di voti di Oliverio e del detenuto Scopelliti, tutti con la destra».

«Lega e destra sfonderanno in riva allo Stretto? – scrivono Fierro e Musolino – Salvo Miceli, attivista di Reggio non tace, un movimento civico che in città è noto per le sue battaglie antimafia è sfiduciato: “Se urli basta con i migranti che ci rubano il posto, raccogli applausi e consensi. Se vai in giro a parlare di uguaglianza dei diritti, accoglienza, confronto con la diversità, hai mille difficoltà a farti ascoltare, movimenti e partiti dovevano unirsi per arginare questa destra pericolosa”. (rrm)

Mimmo Lucano sulla marcia di Riace: Un giorno che resterà nella storia

8 ottobre – L’ex-sindaco Mimmo Lucano (è sospeso dal prefetto di Reggio) com’è noto non ha potuto lasciare la sua abitazione durante la manifestazione di sabato a Riace, perché ancora ai domiciliari. Ha fatto pervenire ai cinquemila che sono arrivati a Riace un messaggio attraverso Chiara Sasso, coordinatrice della Rete dei Comuni Solidali. Ecco il messaggio integrale, letto dalla Sasso.
«È inutile dirvi che avrei voluto essere presente in mezzo a voi non solo per i saluti formali ma per qualcosa di più, per parlare senza necessità e obblighi di dover scrivere, per avvertire quella sensazione di spontaneità, per sentire l’emozione che le parole producono dall’anima, infine per ringraziarvi uno a uno, a tutti, per un abbraccio collettivo forte, con tutto l’affetto di cui gli esseri umani sono capaci. A voi tutti che siete un popolo in viaggio verso un sogno di umanità, verso un immaginario luogo di giustizia, mettendo da parte ognuno i propri impegni quotidiani e sfidare anche l’inclemenza del tempo. Vi dico grazie. Il cielo attraversato da tante nuvole scure, gli stessi colori, la stessa onda nera che attraversa i cieli d’Europa, che non fanno più intravedere gli orizzonti indescrivibili di vette e di abissi, di terre, di dolori e di croci, di crudeltà di nuove barbarie fasciste. Qui, in quell’orizzonte, i popoli ci sono. E con le loro sofferenze, lotte e conquiste. Tra le piccole grandi cose del quotidiano, i fatti si intersecano con gli avvenimenti politici, i cruciali problemi di sempre alle rinnovate minacce di espulsione, agli attentati, alla morte e alla repressione. Oggi, in questo luogo di frontiera, in questo piccolo paese del Sud italiano, terra di sofferenza, speranza e resistenza, vivremo un giorno che sarà destinato a passare alla storia. La storia siamo noi. Con le nostre scelte, le nostre convinzioni, i nostri errori, i nostri ideali, le nostre speranze di giustizia che nessuno potrà mai sopprimere. Verrà un giorno in cui ci sarà più rispetto dei diritti umani, più pace che guerre, più uguaglianza, più libertà che barbarie. Dove non ci saranno più persone che viaggiano in business class ed altre ammassate come merci umane provenienti da porti coloniali con le mani aggrappate alle onde nei mari dell’odio.
Sulla mia situazione personale e sulle mie vicende giudiziarie non ho tanto da aggiungere rispetto a ciò che è stato ampiamente raccontato. Non ho rancori né rivendicazioni contro nessuno. Vorrei però a dire a tutto il mondo che non ho niente di cui vergognarmi, niente da nascondere. Rifarei sempre le stesse cose, che hanno dato un senso alla mia vita. Non dimenticherò questo travolgente fiume di solidarietà. Vi porterò per tanto tempo nel cuore. Non dobbiamo tirarci indietro, se siamo uniti e restiamo umani, potremo accarezzare il sogno dell’utopia sociale. Vi auguro di avere il coraggio di restare soli e l’ardimento di restare insieme, sotto gli stessi ideali. Di poter essere disubbidienti ogni qual volta si ricevono ordini che umiliano la nostra coscienza. Di meritare che ci chiamino ribelli, come quelli che si rifiutano di dimenticare nei tempi delle amnesie obbligatorie. Di essere così ostinati da continuare a credere, anche contro ogni evidenza, che vale la pena di essere uomini e donne. Di continuare a camminare nonostante le cadute, i tradimenti e le sconfitte, perché la storia continua, anche dopo di noi, e quando lei dice addio, sta dicendo un arrivederci.
Ci dobbiamo augurare di mantenere viva la certezza che è possibile essere contemporanei di tutti coloro che vivono animati dalla volontà di giustizia e di bellezza, ovunque siamo e ovunque viviamo, perché le cartine dell’anima e del tempo non hanno frontiere. Hasta siempre».

Continuano, peraltro a pervenire messaggi di solidarietà e vicinanza a Mimmo Lucano. Il giornalista Sandro Ruotolo ha scritto su FB: «”Sei tornato pugno chiuso. Con Mimmo Lucano, sindaco di Riace, arrestato per umanità. Non ti vedevo da tempo. Sei tornato a dirci che c’è speranza, che c’è voglia di resistere, che c’è orgoglio, che c’è bisogno di riscatto. Quelle tue dita deboli che si uniscono sono potenti, ci indicano la forza dell’unità. Bentornato pugno chiuso.»
Ieri su Il Fatto Quotidiano Furio Colombo ha scritto nella pagina dei commenti col “Io difendo il sindaco Domenico Lucano”: «Non so se Domenico Lucano abbia imparato da Danilo Dolci o da Marco Pannella che quando una cosa è umana, doverosa e necessaria la fai anche a tuo rischio e pericolo. Ma certo la vita di Lucano è una vita di gesti folli (traduci: riconoscere subito i diritti di chi diritti non ne ha). Come Danilo Dolci, come Pannella. Benché oggi la Repubblica italiana se ne vergogni, Dolci è stato in prigione. E Pannella è stato più volte in punto di morte perché usava la sua arma non violenta del digiuno, per restituire diritti negati, per esempio far diventare umane le condizioni di vita nelle carceri italiane. Lucano sapeva benissimo che stava urtando contro i limiti della legge. Ma non contro la Costituzione, che ha evidentemente ispirato ogni suo gesto di soccorso ai profughi. Il suo muro da abbattere era una legge detta “Bossi-Fini” (i nomi dicono molto) che anticipa il Paese sovranista in cui stanno trasformando l’Italia. Lucano non si è domandato se devi avere l’autorizzazione della Prefettura per offrire un rifugio e il sostentamento a chi non ha più nulla. Ha anche capito, subito e da solo, contro un mare di indifferenti e di ciechi, che nuovi esseri umani che vengono a popolare un piccolo Paese bello e morente come Riace sono un soccorso che tu ricevi in cambio del soccorso che dai».

ADDIO ALLA BARONESSA CORAGGIO, SIMBOLO DELLA RIBELLIONE ALLA MAFIA

8 settembre – Ci ha lasciati la “baronessa coraggio” (come l’aveva definita il quotidiano francese Le Figaro): Teresa Cordopatri di Malece, nobildonna di Oppido-Castellace, ha speso la sua vita contro la mafia e la mala-giustizia. Era il simbolo della lotta per la libertà dallo strapotere mafioso, da quel maledetto 10 luglio 1991 quando scampò ai sicari di suo fratello, il barone Carlo Antonio, che aveva avuto l’ardire di dire no ai signori della ‘ndrangheta che volevano le sue terre. L’arma che uccise il barone si era inceppata e la “sopravvissuta” baronesse avrebbe consumato fino all’ultimo respiro ogni attimo di vita per contrastare la sopraffazione e l’omertà. Ce l’aveva la baronessa Teresa con lo Stato che aveva lasciato inascoltate le tante denunce del padre Domenico e del fratello e ce l’aveva con la Giustizia che non seguiva il giusto corso per rintracciare e punire gli assassini di suo fratello. Sono epiche le sue giornate accampata davanti al Tribunale (venti giorni e venti notti) per chiedere giustizia. Sotto scorta, è stata comunque lasciata sola a testimoniare che contro la mafia ci si può ribellare, anche a costo della vita. Non per difendere un uliveto ma il principio di legalità, col desiderio di riscatto e il rifiuto di ogni intimidazione, ma soprattutto per combattere l’indifferenza.
La giornalista Angela Corica sul Fatto Quotidiano on line ne ha tracciato un vivido ricordo, ricordando le sue parole: «Il cammino della giustizia è faticoso: a volte offende ulteriormente che è già stato offeso per tanto tempo dalla violenza e dai soprusi della mafia. Sono una donna sola, impoverita dalla mafia, privata violentemente dell’unico affetto che sarebbe stato di conforto alla mia vecchiaia. Oggi sono una donna che ha dovuto privarsi degli oggetti personali più cari per sostenere il costo della giustizia».
Sulla sua vicenda lo scrittore Antonio Roselli su Facebook ha postato questa riflessione: «Teresa Cordopatri ha sovvertito i cliché della ‘nobildonna’ perfetta: ha impugnato gli arnesi agricoli quando la ‘ndrangheta imbracciava i fucili contro la sua famiglia, contro la sua terra e contro la sua stessa vita. Ha capovolto il senso di una cultura novecentesca, letteraria e non, che ha sempre esaltato quella denuncia etico-sociale che scaturiva dalle rivolte dei contadini dalle logiche padronali. Lei era la padrona e poi la contadina del suo “feudo”: la sua resistenza alla ‘ndrangheta è stata tutta intrisa dell’archetipo dell’eroina epica. È stata Bradamante, Marfisa, Clorinda… ha combattuto una lotta pacifica, veramente sofferta, contro l’onnivora avidità della delinquenza».
La morte si è portata via una donna sola, ma la baronessa Teresa lascia il testimone di quella Calabria che si ribella e cerca giustizia. I calabresi dovranno ricordarsene. (rrm)