I Vescovi calabresi hanno incontrato Papa Francesco

«È stato un incontro cordialissimo nel quale il Papa ci ha accolto, ci ha ascoltato e ci ha raccomandato prossimità e attenzione alle problematiche del nostro territorio», quello avvenuto tra i Vescovi Calabresi e Papa Francesco, ha raccontato mons. Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio Calabria e presidente della Conferenza Episcopale Calabra a Radio VaticanaVatican News.

Un incontro – dove i vescovi hanno parlato della vita delle loro Diocesi e ripercorrendo temi cari al territorio e anche al Papa: migrazioni, giovani, lavoro e prossimità della Chiesa – avvenuto nell’ambito della Visita ad limina Apostolorium, che si articola in tre momenti: il pellegrinaggio ai sepolcri degli Apostoli Pietro e Paolo, l’incontro con il Pontefice e con i responsabili dei singoli Dicasteri della Curia Romana.

«Col Papa abbiamo potuto mettere in evidenza innanzitutto l’accoglienza, che non è un concetto ‘campato in aria’, è un’accoglienza puntuale – ha detto Morrone – pensiamo soltanto alla problematica degli immigrati. Parliamo di tutta la costa di questa regione: la costa jonica, poi quella tirrenica da Reggio Calabria fino a Crotone, dove un anno fa – ricordiamo – davanti alle coste di Cutro, un barcone pieno di migranti partito dalla Turchia si è ribaltato causando la morte di 94 persone, tra cui 35 minori».

«Ma “la Chiesa c’è – ha rimarcato monsignor Morrone a Vatican News – e seppur, in situazione di affanno e di difficoltà, le nostre Caritas ci sono state in quei momenti drammatici, e se non ci fossero state, penso che le nostre istituzioni avrebbero fatto acqua, diciamo così».

«In due ore intense – ha spiegato Morrone – abbiamo raccontato al Papa che come Chiesa stiamo lavorando nelle nostre realtà diocesane non per trattenere i giovani, perché i giovani devono essere liberi di fare esperienze, ma per riportare le tante eccellenze che sono fuori e che non hanno trovato spazio in Calabria». «Il nostro sforzo, continua l’arcivescovo di Reggio Calabria, consiste nel cercare di sostenere i progetti dei ragazzi, dare “loro gambe”: pensare globalmente e agire localmente».

«Il Papa l’ha fiutato!», ha detto monsignor Morrone, rivelando quanto «l’attenzione del Papa sia stata puntuale nel mettere in evidenza una particolare “fraternità” che c’è tra i pastori della Regione. Una “bella sintonia” che non significa assenza di problemi, ma camminare insieme, un aspetto “tra i più belli».

«Insomma – ha sottolineato il presidente della Cec – il Papa ci ha incoraggiati in questo cammino di fraternità, in questa unità da cui emerge la nostra unicità». Nel confermare nella fede la Conferenza Episcopale della Calabria, il Pontefice ha ribadito anche alcuni pilastri del suo magistero: la missione e la Chiesa in uscita.

«E su questo, noi, grazie a Dio – ha concluso – anche con il percorso sinodale stiamo camminando: ci sono tantissime belle realtà e soprattutto un’umanità che si palpa. Tra le parole che i vescovi calabresi riporteranno nelle loro comunità al termine della visita ad limina, sicuramente il “coraggio”. “Ecco, il Papa ci dice ‘coraggio, procediamo, andiamo avanti’. E questa sua forza ci sostiene: il Papa ci è vicino».

Sull’incontro è intervenuto anche mons. Claudio Maniago, Arcivescovo di Catanzaro-Squillace, sottolineando come il colloquio con Papa Francesco sia stato «raterno per certi aspetti, paterno per altri. Il Papa ci ha messi a nostro agio, ci ha accolti davvero come fratelli che condividono con lui l’importanza e il peso del cammino pastorale delle nostre diocesi, della Chiesa tutta».

«Abbiamo affrontato anche tematiche di tipo sociale – ha detto mons. Maniago – perché la nostra diocesi, le nostre diocesi e anche la nostra terra di Calabria vivono di sofferenze. Il Papa ha chiesto di avere una grande attenzione verso i giovani, per aiutarli in tutto e per tutto, perché possano rimanere o ritornare in questa terra, per non impoverirla ulteriormente, ma anzi per aiutarla ad avere futuro». (rrm)

Gli onori di Papa Francesco a don Salvatore Nunnari

di PINO NANO – «All’ Arcivescovo emerito di Cosenza-Bisignano: “Celebrando il giubileo d’argento dell’ordinazione episcopale, ci congratuliamo con te per il tuo fedele Presepe Apostolico, prima presso la comunità ecclesiale di Sant’ Angelo dei Lombardi, e poi presso la Curia Arcivescovile di Cosenza-Bisignano, con la diligente perseveranza e la provata sollecitudine con cui ha sempre predicato. La verità del Signore nella carità. e per come hai servito Dio in mezzo al popolo, con una testimonianza fedele, e per come hai riempito il suo cuore della consolazione del Signore. Mentre ti manifestiamo il nostro amore con il meglio di tutto quello che si può immaginare, ti impartiamo la nostra benedizione, a te e ai tuoi parenti, chiedendo preghiere per il nostro Ministero Petrino. Firmato, Francesco. Dato a Roma, Laterano, il 4 marzo 2014». 

Questo il testo ufficiale tradotto in italiano, ma scritto in latino, della lettera personale che Papa Francesco ha fatto recapitare a don Salvatore Nunnari, da 25 anni vescovo di Santa Romana Chiesa, nel giorno in cui la Chiesa cosentina ha celebrato in onore di don Nunnari il venticinquesimo anniversario della sua ordinazione vescovile. 

Ma ad anticipare questa lettera autografa del Santo Padre era già stato qualche ora prima l’annuncio ufficiale del Nunzio Apostolico, il Cardinale Emil Paual Tscherrig, che in una lettera indirizzata a don Nunnari sottolinea testualmente di “unirsi ai sentimenti di Sua Santità Papa Francesco”, di volergli formulare “i più fervidi voti augurali”, di voler invocare al Signore “abbondanti benedizioni celesti”, e di volergli manifestare una stima infinita.  

In cattedrale a Cosenza la cerimonia è solenne, corale, autenticamente popolare, una Chiesa strapiena di fedeli come non mai, per questo importante compleanno con la “gente di Cosenza”, cerimonia fortemente voluta dall’arcivescovo di Cosenza mons. Giovanni Checchinato che presiede la concelebrazione, serata intensa e particolare, che nei fatti è poi un “percorso indimenticabile” della vita privata di qualunque sacerdote. Piena di affetto privato è la bellissima l’omelia che gli dedica Padre Giuseppe Morosini, Arcivescovo Emerito della diocesi di Reggio-Bova, e che parla di lui come di un pastore illuminato ed eternamente presente sulle barricate della fede. Non poteva mancare una folta delegazione reggina, vecchi diocesani di don Salvatore che non hanno mai smesso di seguirlo.

59 anni di sacerdozio, 25 da vescovo, Arcivescovo metropolita emerito di Cosenza-Bisignano, Amministratore Apostolico dell’Eparchia di Lungro dal 2010 al 2012, Presidente della Conferenza Episcopale Calabra dal 2013 al 2015, grande devoto della Madonna della Consolazione, storica guida spirituale dei portatori della vara della Madonna della Consolazione, Terziario dell’ordine dei Cappuccini, viene ordinato presbitero da monsignor Giovanni Ferro il 12 luglio del 1964. Un prete di grande carisma e di grande coraggio, un uomo passionale a volte istintivo e determinato, ma che va sempre “là dove lo porta il cuore”. E soprattutto, un uomo libero da tutto e da tutti.

«Venticinque anni di episcopato sono un dono – dice il vecchio presule –. Sono un dono ma sono anche una responsabilità. Quando penso al mio episcopato, lo penso con un disegno: la mitria e la croce. La croce non va cercata, va accolta quando arriva. L’episcopato segnato dalla croce è come un giardino irrigato che produce frutto».

Memorabili rimarranno le sue omelie in tutti questi anni contro lo strapotere delle cosche, soprattutto dopo l’ultimo viaggio di Papa Francesco a Cassano, e dopo la scomunica lanciata dal Pontefice dalla spianata di Sibari ai “mafiosi della terra”. Accanto a Papa Francesco e a mons. Nunzio Galantino, straordinario regista di quella giornata, c’era anche lui quel giorno, don Salvatore Nunnari, che a Sibari accoglie il Papa in nome dei vescovi dell’intera regione e porta a lui il saluto di tutti i sacerdoti calabresi. Giornata storica per la Calabria. 

«Le responsabilità di un vescovo- riconosce- sono tante. Per essere uomo di governo c’è bisogno di tanto equilibrio interiore. La pastorale è composta di tre “P”, preghiera – prudenza – pazienza. Un Vescovo, come un parroco, è uomo di armonia. La Chiesa non si guida con le nostre furbizie, ma con queste virtù». 

La sua missione pastorale inizia a Reggio Calabria nel cuore del quartiere popolare del Gebbione, nella parrocchia di Santa Maria del Divin Soccorso dove arriva subito dopo l’ordinazione sacerdotale. Prima vicario cooperatore, poi parroco fino al 1999, e qui diventa una vera icona del quartiere, punta di diamante dei mille problemi della sua gente, ma anche confessore e amico personale dei più deboli. 

«Una delle grazie che ho ricevuto nella mia vita, è di aver avuto dei Vescovi santi, meravigliosi. Monsignor Ferro mi ha accolto in Seminario, mi ha ordinato prete, di cui ero, come mi scrisse – il mio diletto figlio –. Il mio padre spirituale fu San Gaetano Catanoso. Mi additò la strada della santità, avrei dovuto essere un prete santo. Porto sempre dentro la consapevolezza della mia debolezza, ma il Signore mi ha usato grazia».

Il 26 febbraio 2005 prende possesso dell’arcidiocesi di Cosenza e il 29 giugno successivo riceve il “pallio”, nella basilica di San Pietro in Vaticano, da Papa Benedetto XVI. Sarà quello il primo riconoscimento ufficiale del suo valore e della immensa considerazione che il Papa e la Santa Sede nutrono nei suoi riguardi.

“I santi hanno segnato il mio episcopato. Penso a madre Elena Aiello, diventata beata, a San Nicola Saggio, al beato Francesco Maria Greco, a Sant’Angelo d’Acri. Adesso speriamo che Arcangela Filippelli, la nostra Maria Goretti, venga presto riconosciuta quale bella testimone della fede in terra di Calabria”.

Era stato Papa Giovanni Paolo II a volerlo e a sceglierlo come arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia. 

Era il 30 gennaio 1999. Della serie, “Siamo ancora qui”. (pn)

Il sindaco di Melissa Falbo: Piccoli comuni cantieri di partecipazione

«A poco più di un mese dall’abbattimento di Palazzo Mangeruca, pagina storica, bella ed emblematica per la Calabria, le parole di Papa Francesco sull’opportunità soprattutto per i piccoli comuni di aprire dei cantieri di partecipazione, assumono per noi un significato ancora più profondo: si può favorire un rinnovamento della democrazia, anche dal basso». È quanto ha dichiarato il sindaco di Melissa, Pietro Falbo, tra i 200 amministratori che hanno partecipato all’udienza del Papa nei giorni scorsi e che ha consegnato al Pontefice una targa con inciso sopra: La comunità di Melissa abbraccia Papa Francesco.

«Non possiamo che accogliere con favore – ha aggiunto – l’invito di Francesco a proseguire nel percorso che ci vede impegnati a costruire reti e collaborazioni tra istituzioni e privato sociale per i nostri territori. Si tratta di sinergie positive, che trovano forza proprio nella carenza di risorse che si registrano a queste latitudini».

«E per questo motivo – ha concluso il sindaco Falbo – la nostra missione dovrà essere lavorare sul valore dell’assenza, trasformando i vuoti da riempire in capitale spirituale ed energie da sprigionare e condividere per lo sviluppo eco-sostenibile e durevole delle nostre comunità locali». (rkr)

 

Il sindaco di Tropea Macrì all’udienza di Papa Francesco: Consegnata targa realizzata da Affidato

Il sindaco di Tropea, Giovanni Macrì, ha partecipato all’udienza di Papa Francesco che ha visto protagonisti 200 amministratori Asmel – Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione a degli Enti Locali. Per l’occasione, inoltre, il primo cittadino ha consegnato al Papa una speciale targa realizzata dal maestro orafo Michele Affidato, con inciso sopra A sua Sanità. Con gratitudine.

Il sindaco Macrì si è detto molto motivato dall’esortazione sul ricorso alle diverse forme di intelligenza artificiale che – queste le parole del Papa – se utilizzata non per la distruzione, ma nella logica della cura, della cura delle persone, cura delle comunità, cura dei territori e cura della casa comune, potrebbe risultare una potenza benefica.

Tra i tanti messaggi e contenuti pregnanti e penetranti, dalle cause dell’abbandono e spopolamento delle aree interne e agli antidoti per arginare la dilagante cultura dello scarto, dalle troppe diseguaglianze nella fruizione dei servizi fondamentali all’interno dello stesso Paese alla connessione tra fragilità delle persone e fragilità dell’ambiente sul quale ci sentiamo in prima linea, dalla ricerca di nuovi rapporti tra pubblico e privato alla preoccupazione per la riduzione delle nascite, il richiamo all’uso sociale delle nuove tecnologie è stato probabilmente quello più impegnativo per il governo dei territori.

«L’iniziativa di Asmel –  ha spiegato il sindaco, ringraziando il Presidente dell’associazione, Giovanni Caggiano – è stata un autentico momento di qualità dell’azione pubblica, forte ed importante per tutte le autonomie locali; è stato – scandisce – il migliore inizio d’anno per i sindaci dei piccoli comuni e per la missione istituzionale, sociale, culturale, economica e costituzionale che ognuno di noi interpreta nell’interesse della propria comunità».

«Siamo di fronte ad una chiave di lettura non ideologica – ha continuato Macrì – che condividiamo soprattutto perché obbliga, le istituzioni in primis, a riflettere necessariamente sul governo consapevole della complessità, dell’innovazione e delle sfide che a tutti i livelli si presentano dinnanzi alle classi dirigenti locali, nazionali ed internazionali».

«E la prima sfida rispetto a fenomeni e novità che vanno sapute trasformare in opportunità anche e soprattutto in soluzioni e benessere nei e per i territori periferici e le aree interne come ha più volte sottolineato il Santo Padre resta – ha aggiunto – quella della consapevolezza. Con questo metodo e con questa prospettiva che è tutta pedagogica, ringraziando il Papa per essersi originalmente soffermato con lucidità e spiritualità anche su questo aspetto – proprio sul presente e sul futuro dell’intelligenza artificiale, sulle questioni etiche e sulla e sulle sfide educative, sulle sue applicazioni e su tutte le sue implicazioni sociali, politiche, psicologiche ed economiche che da essa derivano, Tropea si è candidata da tempi non sospetti ad ospitare, promuovere e sostenere, cosa che continueremo a fare con convinzione, eventi nazionali e seminari di formazione». (rrm)

 

San Ferdinando tra i 200 Comuni in udienza da Papa Francesco

C’è stata anche San Ferdinando, rappresentata da Luca Gaetano, all’udienza dei 200 sindaci con Papa Francesco. San Ferdinando, infatti, è stato selezionato come Comune Innovatore nell’ambito delle progettualità per l’innovazione tecnologica promosse da Asmel.

Nel suo discorso il Santo Padre ha evidenziato come i cittadini dei piccoli Comuni «scontano divari importanti in termini di opportunità, e questo resta una fonte di diseguaglianza» che spesso «spinge la parte più intraprendente della popolazione ad andarsene. A restare sono soprattutto gli anziani e coloro che più faticano a trovare alternative. Di conseguenza, cresce in questi territori il bisogno di Stato sociale, mentre diminuiscono le risorse per darvi risposta».

Il messaggio di Papa Francesco rivolto ai sindaci, con l’invito a proseguire nel favorire l’incontro tra “sociale e nuove tecnologie”, è in linea con la missione di Asmel,  realtà associativa che conta 4.296 Enti locali presenti su tutto il territorio nazionale ed è rivolta principalmente ai piccoli e medi Comuni italiani che rappresentano la frontiera di prossimità della Repubblica nel rapporto diretto con i cittadini e le comunità locali.

Il sindaco di Gaetano, nell’incontro con Santo Padre, ha consegnato al Pontefice il caloroso saluto da parte dei sanferdinandesi e gli ha rivolto sentimenti di gratitudine per la sua alta guida spirituale.

Nell’augurare al Papa un sereno prosieguo in salute e coscienza, ha altresì ricevuto la benedizione per San Ferdinando e i suoi cittadini. 

«È stato un nobile onore aver rappresentato San Ferdinando in questa occasione così solenne, l’incontro con il Santo Padre mi ha dato l’opportunità di incarnare la dignità dei sanferdinandesi e di porgere a tutti noi la benedizione del Papa – afferma Luca Gaetano – abbiamo tutti apprezzato le parole di Francesco che, in conclusione del suo discorso, ha posto l’accento sulla denatalità e sul calo demografico. Ringrazio i vertici di Asmel e tutti coloro che hanno lavorato duramente per organizzare questa udienza. La qualifica di ‘Comune Innovatore’ ci rassicura sulla bontà del lavoro che stiamo svolgendo e ci induce a proseguire senza sosta nell’opera di sviluppo e rigenerazione della città». i(rrm)

Papa Francesco e San Francesco di Paola in unione per la Pace

di FRANCO BARTUCCIÈ la terza volta che Papa Francesco negli ultimi due anni ha inviato un messaggio ai frati del Santuario di San Francesco di Paola, la cui benedizione è estesa alla Comunità dei Padri Minimi e a quanti prendono parte, in preparazione del Santo Natale, all’evento Natale in Santuario Note di Pace e a tutti i pellegrini del Santuario Regionale.

In precedenza, gli altri due messaggi li inviò in occasione del centenario dell’elevazione della Chiesa del Santuario a Basilica minore celebrato nel mese di ottobre del 2021 con la proclamazione dell’anno Giubilare; nonché alla chiusura dello stesso ch’ebbe termine l’anno dopo sempre nel mese di ottobre del 2022. In questo terzo messaggio Papa Francesco ha scritto: «Desidero farmi presente tra voi in occasione della manifestazione Natale in Santuario – Natale di Pace, che avete organizzato nell’approssimarsi delle Festività natalizie. Mi compiaccio per il tema scelto, la pace, che è della massima attualità ed urgenza; sono lieto che abbiate voluto proporlo nella cornice di una rappresentazione artistica, perché l’arte è sorgente di pace. In questo tempo di crisi e di guerra vi raccomando di continuare ad essere costruttori coraggiosi di fraternità e di riconciliazione, sull’esempio di San Francesco di Paola, che raccomandava: “Amate la pace perché è migliore di qualsiasi altro tesoro”. Il Santo della carità esorta tutti a lasciarsi trasformare e rinnovare dal mistero di luce di Gesù, che nel Natale è salutato come “Re della Pace”».

«Vogliate anche essere sensibili alla cura e alla salvaguardia della nostra casa comune, per la quale il Santo paolano ha avuto speciale predilezione vivendo una relazione armonica con il creato. Mentre invoco la protezione della Vergine Santa e di San Francesco di Paola, di cuore benedico la comunità dei Padri Minimi, quanti prendono parte all’evento e tutti i pellegrini del Santuario Regionale. Per favore ricordatevi di pregare per me, io prego per voi. Preghiamo insieme per la pace nel mondo!».

Come non condividere le parole e le considerazioni di Papa Francesco e soprattutto «essere costruttori coraggiosi di fraternità,  di riconciliazione  e di pace, da vivere in ogni manifestazione della vita e nel tempo per fermare l’obbrobrio delle guerre in Ucraina, in Palestina ed in altre parti del mondo nello spirito e sull’esempio del nostro San Francesco.

Quanta verità troviamo nelle parole di San Francesco di Paola che amorevolmente ci ha ricordato: «Amate la pace perché è migliore di qualsiasi altro tesoro».

Un pensiero che tocca tutti ed in particolare coloro che hanno il peso del potere di governare gli uomini e le società, che pur di conquistare “tesori”, non guardano al sacrificio di innumerevoli vite umane in guerre fratricide e violente. In questo momento l’appello di invocazione è rivolto a Putin ed Hamas, accomunati da un’azione di aggressione che alla luce di quanto sta accadendo non ha senso per ciò che hanno creato in forma deflagrante e distruttiva e lasceranno alle generazioni a venire.

È noto che la figura di San Francesco di Paola è la più diffusa, conosciuta  e celebrata nel mondo cristiano cattolico, in ogni continente. Un motivo in più perché questa famiglia di religiosi minimi e fedeli abbiano un comune atteggiamento di preghiera e promuovere quanto Papa Francesco ci ha chiesto.

Intanto sabato 13 gennaio prossimo in India e precisamente al Seminario di Poltaran sette giovani fratelli indiani, quattro dei quali, hanno seguito un periodo di preparazione al collegio romano dell’Eur, verranno ordinati sacerdoti ed entreranno a far parte dell’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola, dando l’immagine internazionale del Santo paolano, Patrono della Calabria e della gente di mare.

Questi i loro nomi: dn Savio Palakuzha, dn Sachin Puthidathuchalil, dn Aljo Kunnan, dn Abin Illickal, dn Godson Maippan, dn Abin Vettickappillil, dn Susai Antony Raj(fb)

Giusy Versace da Papa Francesco per i 120 anni dell’Unitalsi

Era presente anche Giusy Versace all’udienza con Papa Francesco in Vaticano, organizzata e promossa dall’Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali), in occasione dei festeggiamenti per i 120 anni della fondazione dell’Associazione, e di cui la Versace è volontaria.

Il Pontefice ha rivolto agli unitalsiani un discorso in cui ha tracciato le linee guida dell’operato dell’Associazione, ha tratteggiato lo stile del servizio e definito, partendo dal pellegrinaggio e dai simboli del pellegrino raffigurati nel logo del 120°, la dimensione di quella “relazione di aiuto” che è la base del carisma della nostra associazione.

Al termine dell’incontro il presidente nazionale, Rocco Palese, ha espresso a nome di tutta l’Associazione il ringraziamento al Pontefice per il sostegno che da sempre offre all’Unitalsi, per l’ispirazione che dalle parole del santo Padre l’Associazione quotidianamente trae per essere strumento di pace, di amore, di giustizia e di speranza e per diventare sempre più operatori e testimoni credibili. Un saluto affettuoso il Presidente lo ha voluto rivolgere in particolare anche a Giusy Versace, Carlotta Mantovan e Annalisa Minetti amiche e testimonial che non hanno voluto mancare a questo importante anniversario.

«Dopo aver saltato il pellegrinaggio di settembre a Lourdes per via dell’intervento alla gamba che mi ha costretta in ospedale, non potevo e non volevo mancare a questo importante appuntamento, seppur con le stampelle. E’ stato un incontro magico, un’emozione fortissima – ha dichiarato la Versace – Non è la prima volta che incontro Papa Francesco, ma ogni volta è sempre un’emozione nuova perché quest’uomo ha un carisma naturale. Anche se è apparso sofferente, mi ha colpita la generosità con cui si è offerto a tutti noi, facendo persino il giro in sedia a rotelle per salutare tutte le persone presenti in carrozzina. Ringrazio per quest’opportunità l’Unitalsi, con la quale entrai in contatto per la prima volta nel 2006, l’anno dopo l’incidente, quando decisi di andare a Lourdes in pellegrinaggio. Ho conosciuto questa splendida realtà e subito è scattata in me la voglia di mettermi a loro servizio. Ho compreso che aiutare gli altri aiuta principalmente noi stessi, e sono davvero felice quando riesco ad unirmi ai volontari, occasioni ormai purtroppo davvero rare per via dei moltissimi impegni che mi vedono coinvolta. Anche questa giornata, che sono felice di aver condiviso con due donne straordinarie come Annalisa e Carlotta, mi ha regalato nuova linfa e ha impreziosito questi giorni di festa che ci approcciamo a vivere. Il mio auspicio è che con il Natale tutti possano imparare ad aprire i propri cuori». (rrm)

La risposta di Papa Francesco alla locride

di GREGORIO CORIGLIANO – La locride scrive, il Santo Padre risponde. Non capita tutti giorni, proprio no. Saranno migliaia le lettere che Francesco riceve tutti giorni, per i più disparati motivi ed è ovvio che pur con i Suoi collaboratori il Bianco Padre non può non attendere, pur tra impegni interplanetari, alla volontà dei fedeli.

Stavolta però – sarà che la missiva indirizzata a Santa Marta- era partita da Bianco ecco che il Bianco Padre ha voluto dar cenno di aver recepito l’istanza di due cittadini della provincia jonica reggina ed ha risposto, con enorme e giusta sorpresa dei mittenti.

«Sogniamo che la nostra Locride, l’ultimo territorio della Calabria, che a sua volta è l’ultima regione d’Italia, possa trovare una speranza di vita ed un futuro per i suoi figli», scrivono Salvatore Zoccali e Tommaso Marvasi. La Locride, sottolineano è un territorio coltissimo e con tremila anni di Storia (con la S maiuscola) e con tradizioni profonde e significative, geloso di se stesso, ma felice di se stesso quando si scoprono i suoi autentici tesori.

Quando soffiano i venti del quadrante Nord- il maestrale soprattutto- ha il mare tra i più belli del mondo, il vento scende addolcito dopo aver superato la barriera dell’Aspromonte e pettina le acque rendendole una tavola azzurra e trasparente, aggiungono Zoccali e Marvasi.

Continuando con toni poetici, i nostri corregionali vogliono colpire l’attenzione del Santo Padre dicono che l’aria pulita del vento allontana l’orizzonte che sembra addirittura più alto come se il mare sovrastasse la terra: da sempre, sottolineano ancora, ci mettiamo qui e guardiamo verso Est da dove sorge il sole, lontano sul mare Jonio. Ricordando Alvaro, Zoccali ed il suo coautore ricordano che l’Aspromonte significa monte lucente, dal greco apron, bianco, superbo con boschi millenari e che nel suo cuore conserva lo spirito di un Santuario millenario che la fede della gente ha dedicato alla Madonna, c’è poi il famoso Santuario di Polsi, un luogo di culto e di fede che non ha strade, ma che, come noi sappiamo, viene raggiunto, anche a piedi, da decine di migliaia di fedeli. Dopo aver ricordato che non si è ancora registrato il progresso e l’attenzione che merita tutta la locride, nonostante gli sforzi di molti amministratori, e che si è relegati tra gli ultimi, anche se è un luogo di “gente onesta e laboriosa che ogni giorno ripete il “Laudato sì”, ma che non riesce ad offrire una adeguata condizione di vita.

E qui i lamenti- verità: dissesto idro idrogeologico, strade sconnesse, millenari luoghi di culto e di memoria. Insomma tutto un cahier di doleance che riflette la verità e che, qui come altrove, costringe la gente a fuggire, verso il Nord del paese, quando non fuori dai confini d’Italia. Insomma Zoccali e Marvasi fanno propria la desolazione di questo lembo d’Italia, che tutti noi conosciamo e apprezziamo. E quindi gli ideatori della lettera a Francesco si rivolgono al Santo Padre perché “ispiri da Pastore, soprattutto degli ultimi, quanti hanno in mano le sorti del territorio per sottrarlo al degrado ed alla povertà: che faccia da ispiratore e da precursore di un mondo da conservare e rendere al servizio dell’uomo. Non manca – e come avrebbe potuto- il richiamo alla strada trasversale Jonio Tirreno «che ci collega al resto del mondo».

Fin qui, non senza le scuse, i ringraziamenti, la fede e la speranza di rinascita. Da umili fedeli che vogliono sognare. Una tra migliaia, questa lettera al Santo Padre che, dopo qualche tempo, incarica l’Assessore – si chiama così- della Segreteria di Stato, mons. Roberto Campisi (fosse calabrese?) di dare una breve ma intensa risposta. «Il Santo Padre è partecipe dell’apprensione della questione sociale» che avete sottoposto alla Sua attenzione. «Ribadendo che si tratta di un problema sociale e globale intimamente legato alla dignità della vita umana ha apprezzato l’atto di spontanea confidenza ed esprime vive compiacimento per l’impegno cristiano nonché il desiderio di bene per la tutela ed il riscatto del territorio della Locride. E chiude scrivendo come la Santa Sede costantemente interviene a sostegno di simili tematiche proponendo il Magistero del Sommo Pontefice a loro sostegno. Ed anche anche presso organismi internazionali».

Fin qui il Papa. Accanto alle sofferenze enormi per le guerre di oggi, Francesco non ha lasciato cadere l’appello di noi ultimi, fedeli e devoti, come Zoccali e Marvasi. Grazie Santo Padre, a nome della Calabria ed in questo caso della locride! (gc)

Gli alunni della Aldisio-D’Errico hanno incontrato Papa Francesco

Un incontro che difficilmente potranno dimenticare. Lunedì, 6 novembre 2023 una rappresentanza di bambini delle classi V Aldisio e D’Errico, emozionati e sorridenti, hanno salutato i loro genitori e sono saliti sul treno con le loro maestre “direzione Roma”: si va a conoscere Papa Francesco! L’iniziativa, promossa dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, Usr Calabria, è stata fortemente voluta dal dirigente scolastico dell’Ic Pascoli – Aldisio, prof. Raoul Elia, e realizzatasi grazie alla disponibilità delle docenti Donatella Barberio e Fortunata Franco, che hanno con entusiasmo accompagnato i bambini in questo viaggio inaspettato quanto meravigliosamente emozionante regalando loro un’occasione unica che porteranno nel cuore per sempre.

L’incontro con il Santo Padre è avvenuto nell’aula Nervi e i bambini e le bambine presenti hanno potuto dialogare con lui ponendo domande semplici su temi purtroppo difficili da spiegare a cuori e menti così innocenti e puri. Il Papa ha toccato temi come l’ereditare, il condividere, connettere e donare e, rivolgendosi alle migliaia di bambini e ragazzi accolti nell’Aula Paolo VI, ha parlato dicendogli «Io vorrei accogliere tutti voi così, uno per uno, ma siete in tanti, e allora a tutti insieme vi dico, voi siete una cosa meravigliosa, la vostra età è meravigliosa!!!«, ha continuato ricordando che «tanti bambini stanno soffrendo per i disastri climatici, per la guerra e la povertà, non dimentichiamoli» e ha poi concluso chiedendo ai bambini di ripetere il suo messaggio più importante e cioè «La vita è un dono stupendo».

Le maestre presenti con i loro alunni raccontano di quanto l’esperienza vissuta sia stata ricca di emozioni e di contenuti educativi che Sua Santità ha saputo magistralmente comunicare con semplicità e profondità espressiva. I bambini sono stati felici di poter vivere e condividere un viaggio così emozionante; i loro occhi pieni di stupore, i cappellini colorati baciati dal sole, le loro mani tese a sorreggere i loro disegni e, soprattutto i loro cuori colmi di vivo entusiasmo e i sorrisi pieni impressi sui loro volti hanno illuminato di speranza quanti, anche se attraverso uno schermo, seguendo da casa la diretta tv, si sono inebriati guardandoli e trovando conferma che è dai più piccoli e dai loro sguardi pieni di sogni che bisogna far ripartire questo mondo che deraglia ogni giorno di più, preda di futili ambizioni. (rcz)

250 bambini calabresi in visita dal Santo Padre in treno

Saranno 250 i bambini calabresi che lunedì 6 novembre raggiungeranno Roma per incontrare Papa Francesco, nell’Aula Paolo VI, in Vaticano, in occasione de “I bambini incontrano il Papa”. All’evento prenderanno parte oltre 7 mila bambini provenienti da 84 Paesi.

Il Gruppo Fs, attraverso Trenitalia e Busitalia – società del proprio Polo Passeggeri – sarà il vettore principale dell’evento: 8 i treni straordinari (con circa 4000 bambini) e 30 gli autobus speciali (con 1450 bambini) che accompagneranno i giovanissimi protagonisti della giornata verso l’incontro con il Santo Padre.

I bambini, provenienti da tutta la Calabria, partiranno alle ore 7.22 dalla stazione di Lamezia Terme Centrale a bordo di una Freccia di Trenitalia per giungere a Roma alle ore 13.10; il rientro è invece previsto alle ore 23.55.

«La giornata sarà un’onda di pace, un sorriso di pace. Un momento speciale in cui i bambini saranno al centro – ha dichiarato padre Enzo Fortunato, coordinatore dell’evento – ma anche un’opportunità per tutti gli adulti di crescere, di riscoprire l’importanza della purezza, dell’innocenza e dell’amore che solo i più piccoli possono portare nel mondo. Sarà un appuntamento dedicato a nutrire la speranza e a costruire un futuro migliore per tutti noi attraverso l’ispirazione che i bambini possono offrire».

Durante l’evento, dove si esibiranno sul palco il Piccolo Coro dell’Antoniano e il cantante Mr. Rain, 14 bambini di diverse nazionalità rivolgeranno alcune domande al Santo Padre sui temi a loro più cari: ambiente, pace, fratellanza universale e diseguaglianze sociali.

L’incontro è organizzato in sinergia con il Dicastero per la Cultura e l’educazione della Santa Sede, la Comunità di Sant’Egidio, la Cooperativa Auxilium, Trenitalia e Busitalia (società del Gruppo Fs Italiane), gli Uffici scolastici regionali e con il sostegno del mondo francescano, della Fondazione PerugiAssisi e della Federazione italiana giuoco calcio. (rrc)