Coronavirus Italia

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  • Covid Italia, ultimo bollettino: contagi in aumento, Jn.1 variante predominante
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 22 Marzo 2024 at 9:13

    (Adnkronos) - Ultime news sul covid in Italia: più contagi negli ultimi 7 giorni, meno morti, incidenza stabile, Rt in lieve aumento, ricoveri stabili. La variante JN.1, discendente di BA.2.86, continua a essere predominante. In Italia i casi di Covid tornano a salire e i morti a scendere. Nella settimana dal 14 al 20 marzo si sono registrati "783 nuovi casi positivi, con una variazione di +6,1% rispetto alla settimana precedente (738)", e "26 deceduti, con una variazione di -36,6% rispetto alla settimana precedente (41)". Lo riporta il bollettino diffuso dal ministero della Salute. Sono stati "128.406 i tamponi effettuati, con una variazione di -4,3% rispetto alla settimana precedente (134.167)". Invariato il tasso di positività: 0,6% come 7 giorni fa. L'incidenza è pari a 1 caso per 100.000 abitanti, stabile rispetto alla settimana precedente. In lieve aumento l'Rt, 0,88 al 12 marzo rispetto a 0,84 al 5 marzo, comunque sotto la soglia epidemica. I L’incidenza più elevata è stata riportata nella regione Lazio (2,5 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Basilicata, in cui non sono stati riferiti nuovi casi nella settimana di osservazione. La fascia di età con il maggior numero di contagi è 80-89 anni. La percentuale di reinfezioni è il 43% circa, stabile rispetto alla settimana precedente. Anche i ricoveri restano invariati. Al 20 marzo l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 1,4% (839 ricoverati), stabile rispetto alla settimana precedente (1,4% al 13 marzo), come l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,3% (26 ricoverati), stesso dato della settimana precedente (0,3% al 13 marzo). JN.1, discendente di BA.2.86, è la variante predominante in Italia. Secondo quanto emerge dal monitoraggio Iss-ministero della Salute su Covid-19, in base ai dati di sequenziamento disponibili nella piattaforma nazionale I-Co-Gen al 18 marzo, tra i diversi sotto-lignaggi identificati, il parentale JN.1 risulta essere il più frequente.  

  • Covid e studio shock su origine in laboratorio: cosa dicono gli esperti
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 15 Marzo 2024 at 13:20

    (Adnkronos) - Il virus del Covid potrebbe essere nato in laboratorio? L'ipotesi, rilanciata da uno studio condotto da ricercatori dell'University of New South Wales, in Australia e pubblicato su 'Risk Analysis', divide gli esperti italiani, che assumono posizioni differenti davanti alla prospettiva di una 'pandemia in provetta'.  Secondo gli autori, "Covid-19 potrebbe aver avuto origine in un laboratorio". Per Sars-CoV-2 è "più probabile un'origine innaturale - scrivono - rispetto a un'origine naturale". Per Maria Rita Gismondo hanno ragione. "Lo dico dal 2020 e prima o poi la verità verrà fuori", afferma la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano, che non ha dubbi. "Nel 2020 - ricorda - poco dopo lo scoppio della pandemia, tra tante reticenze del governo cinese e l'Organizzazione mondiale della sanità che copriva il loro silenzio, già sorgevano dubbi sul fatto che questo virus potesse essere un virus naturale, per tantissime caratteristiche" che presenta il patogeno "e soprattutto perché non si è mai trovato l'ospite intermedio né il serbatoio naturale". Non solo. La microbiologa fa riferimento anche a "un lavoro condotto da un gruppo di ricercatori indiani, apparso nel 2020 e ritirato dopo neanche una settimana, che spiegava come la sequenza del virus Sars-CoV-2 fosse del tutto innaturale, sembrando più un puzzle di pezzi di geni di altri virus, con addirittura anche un pezzetto di gene del virus Hiv e di un gene umano. Dopo il misterioso ritiro, di quello studio non si è più parlato e i ricercatori indiani sono spariti nel nulla".  "Personalmente - sottolinea Gismondo - io ho continuato più volte a sostenere la teoria del virus 'scappato' dal laboratorio, anche perché il laboratorio di Wuhan", la megalopoli cinese primo epicentro della pandemia di Covid, "struttura che ho anche visitato, è un laboratorio di quarto livello" di biosicurezza, "affidato a tecnici che vi lavorano senza avere una grandissima esperienza". Un contesto dove "l'incidente biologico è dietro l'angolo. Alla fine, nel tempo - ripete l'esperta - la verità viene a galla. Anzi sta già emergendo a più riprese, perché anche altri gruppi di ricerca hanno portato prove alla tesi del virus di laboratorio. Il virus Sars-CoV-2 - è certa Gismondo - sicuramente non è un virus naturale".  "Tanti studi sono stati fatti sull'origine del Sars-CoV-2: al momento darei una percentuale del 50% all'ipotesi dell'evento di laboratorio accidentale e 50% all'ipotesi dello 'spillover', il salto di specie naturale. Già in passato è accaduto un contagio dopo incidente con la malattia da virus di Marburg negli anni '60. Entrambe le due ipotesi hanno però un denominatore comune: la prevenzione. Nella prima riguardo alla sicurezza dei laboratori che va comunque rafforzata, nella seconda è chiaro che serve avere medici sentinella e una rete di sorveglianza pronta ad attivarsi. Tutte […]

  • Covid "può aver avuto origine in laboratorio", il nuovo studio shock
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 15 Marzo 2024 at 13:03

    (Adnkronos) - "Covid-19 potrebbe aver avuto origine in un laboratorio". E' la suggestione che arriva da un nuovo studio condotto da ricercatori dell'University of New South Wales, in Australia, pubblicato sulla rivista 'Risk Analysis'. Gli autori spiegano che i risultati del loro lavoro indicano come "più probabile un'origine innaturale" del virus rispetto a "un'origine naturale". Il nodo di quale sia stata la 'scintilla' della pandemia che ha tenuto sotto scacco il mondo intero negli scorsi anni è molto dibattuto da sempre. Nel tempo si sono susseguite indagini, relazioni di commissioni di esperti, pubblicazioni scientifiche mirate a sciogliere il rebus dell'ospite intermedio che, in caso di un'origine naturale, potrebbe aver portato Sars-CoV-2 fino all'uomo. Ma sono stati diversi anche i lavori di scienziati che hanno sollevato dubbi e ipotizzato manipolazioni dell'uomo sul virus e fuga dal laboratorio. Mentre la maggior parte degli studi si è concentrata su un'origine zoonotica - spiegano gli esperti - questa ricerca ha esaminato l'altra faccia della medaglia, un prologo alternativo: la probabilità di un'origine innaturale, cioè da un laboratorio.  Gli scienziati hanno utilizzato quello che definiscono "uno strumento consolidato di analisi del rischio" per differenziare le epidemie naturali da quelle innaturali. Questo strumento di valutazione si chiama Grunow-Finke modificato (mGft) e gli autori lo hanno usato per studiare l'origine di Covid. Ma ancora prima, in un lavoro precedente, avevano fatto ricorso a questo sistema per valutare l'origine di un altro coronavirus: Mers-CoV in Arabia Saudita (primo autore Xin Chen, uno dei ricercatori che si è occupato anche di questo lavoro scientifico su Covid). Anche nel caso della Mers l'esito dell'analisi era stato "alta probabilità di origine innaturale". Tornando allo studio su Sars-CoV-2, "questa valutazione del rischio - puntualizzano gli autori - non può dimostrare l'origine specifica del Covid-19, ma mostra che la possibilità di un'origine di laboratorio non può essere facilmente scartata". Lo strumento di valutazione mGft è stato originariamente progettato per distinguere tra epidemie naturali e attacchi biologici deliberati, spiegano gli autori nello studio. "In questo caso, abbiamo considerato le prove di un'origine naturale o innaturale di Sars-CoV-2, concentrandoci su incidenti o 'fughe' da laboratorio come fonte di potenziale origine innaturale". L'mGft contiene 11 criteri: rischio biologico, ceppo insolito, distribuzione geografica, concentrazione ambientale, intensità epidemica, modalità di trasmissione, tempo, diffusione insolitamente rapida, limitazione della popolazione, approfondimenti clinici e speciali. A ciascun criterio viene assegnato un valore compreso tra 0 e 3 punti (dove 3 punti vengono attribuiti a una situazione in cui c'è una chiara indicazione o una prova), in base alle evidenze disponibili raccolte dalla letteratura e dalle fonti di dati disponibili. […]

  • Covid Italia, incidenza in picchiata: ricoveri e intensive ancora in riduzione
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 15 Marzo 2024 at 8:34

    (Adnkronos) - In Italia il tasso di incidenza Covid non è mai stato così basso negli ultimi mesi. "L’incidenza nel periodo 7-13 marzo è pari a 1 caso per 100.000 abitanti, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (2 casi per 100.000 abitanti nella settimana 29 febbraio-6 marzo)". E' quanto emerge dal monitoraggio settimanale Covid della Cabina di regia Iss-ministero della Salute. Al 13 marzo l’occupazione dei posti letto in area medica "è pari a 1,4%, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (1,8% 6 marzo). In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,3%, rispetto alla settimana precedente (0,4% al 06 marzo)", si legge nel monitoraggio.  L'unico dato in controtendenza è l’indice di trasmissibilità (Rt) calcolato con dati aggiornati al 13 marzo e basato sui casi con ricovero ospedaliero, "al 5 marzo risulta sotto la soglia epidemica, pari a 0,84, in aumento rispetto alla settimana precedente (Rt 0,68 al 27 febbraio)", sottolinea il report.    Calano i casi di Covid e cresce il numero di morti. Nella settimana tra il 7 e il 13 marzo i positivi a Sars-CoV-2 censiti sono stati 738, pari al 26,1% in meno rispetto alla settimana precedente, quanto i casi erano stati 998. I morti salgono invece del 32,3%, dai 31 registrati nei 7 giorni prima a quota 41 dell'ultima settimana. Il tasso di positività scende lievemente: è pari a 0,6%, con una variazione di -0,2 punti percentuali rispetto alla settimana precedente (0,8%). Cresce invece il numero di tamponi effettuati nel Paese: sono stati 134.167 nell'ultima settimana, con una variazione di +3,1% rispetto alla settimana precedente (quando erano stati 130.090).   

  • Covid, memoria immunitaria scudo contro nuove varianti: lo studio italiano
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 14 Marzo 2024 at 10:27

    (Adnkronos) - I linfociti T, le cellule custodi della memoria del nostro sistema immunitario, bastano a proteggerci dalle nuove varianti Covid anche in assenza di anticorpi specifici diretti contro i mutanti emergenti di Sars-CoV-2. Lo dimostra uno studio del San Raffaele di Milano, condotto in modelli sperimentali di topo e pubblicato su 'Nature Immunology'. Il lavoro suggerisce dunque che un'infezione precedente e la vaccinazione imprimono nelle nostre difese naturali un 'ricordo' che resta e che rappresenta uno scudo efficace in caso di incontri successivi con il virus. "I risultati del nostro studio - afferma il coordinatore della ricerca Matteo Iannacone, direttore della Divisione di Immunologia, Trapianti e Malattie infettive dell'Irccs ospedale San Raffaele e professore di Patologia generale all'università Vita-Salute San Raffaele - modificano la comprensione tradizionale dell'immunità e dimostrano l'importanza di includere la risposta immunitaria mediata dai linfociti T nel monitoraggio delle risposte alle vaccinazioni e nelle strategie di sviluppo di nuovi vaccini".  "L'indicazione alla vaccinazione - precisa lo scienziato - rimane il tassello fondamentale per proteggere la popolazione da malattia grave, e la nostra ricerca dimostra l'efficacia di questo approccio anche per la protezione contro reinfezioni causate da varianti virali".  I vaccini - spiegano dal San Raffaele - hanno svolto un ruolo cruciale nella riduzione della morbilità e della mortalità causate da Sars-CoV-2. Tuttavia, l'emergere di nuove varianti del virus in grado di eludere la risposta anticorpale solleva interrogativi sull'efficacia a lungo termine di questa strategia. Domande alle quali ha cercato di rispondere lo studio guidato da Iannacone e svolto in collaborazione con Luca Guidotti, vice direttore scientifico dell'Irccs milanese e professore di Patologia generale all'ateneo Vita-Salute; Marco Bianchi, responsabile dell'Unità dinamica della cromatina al San Raffaele e professore di Biologia molecolare all'università Vita-Salute, e Raffaele De Francesco, responsabile del Laboratorio di Virologia presso l'Istituto nazionale di genetica molecolare e professore di Microbiologia all'università Statale di Milano.  "Quando il nostro sistema immunitario viene colpito da un'infezione - ricordano gli esperti - mette in atto diversi meccanismi di difesa tra i quali l'attivazione dei linfociti B, deputati a produrre anticorpi, e l'attivazione dei linfociti T che coordinano l'intero sistema immunitario, sconfiggendo le cellule identificate come estranee e quindi potenzialmente dannose". Se finora la ricerca su Covid "ha enfatizzato principalmente la risposta anticorpale presupponendo che la risposta mediata da anticorpi fosse il principale, se non il solo, meccanismo di protezione dopo la vaccinazione o l'entrata in contatto con il virus", questo lavoro "apre nuove prospettive sulla comprensione della risposta immunitaria contro il virus" Sars-CoV-2, descrivendo […]

  • Covid, quattro anni fa l'Italia in lockdown contro il virus
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 9 Marzo 2024 at 9:38

    (Adnkronos) - Sono passati 4 anni dal 9 marzo 2020 quando il presidente del Consiglio dell'epoca, Giuseppe Conte, annunciò all'Italia il lockdown contro l'emergenza Covid-19 arrivata nel Paese dalla Cina. "Le nostre abitudini vanno cambiate ora, dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa. Lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se ci adatteremo a queste norme più stringenti", avvertì l'ex premier.  "Fu una decisione inevitabile e la misura, che si conosce dalla storia della Medicina, più efficace per bloccare la trasmissione delle infezioni di un virus respiratorio. Il lockdown è un caposaldo per l'Oms per evitare i contagi e la loro propagazione. Non si doveva discutere allora e tantomeno oggi la bontà dell'intervento, sarebbe davvero pretestuoso". Così all'Adnkronos Salute Massimo, professore emerito di Malattie infettive e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit).  "Oggi gli strumenti sono diversi, non c'è solo la chiusura delle attività", continua Andreoni ma in caso di una nuova pandemia "il lockdown sarebbe una scelta giusta - chiarisce - finché non ci saranno altri interventi applicabili immediatamente per evitare i contagi. Quindi - conclude - sì anche in caso di un nuovo virus molto infettivo sarà una scelta giusta".  "Il lockdown fu una decisione giusta per i primi due mesi del 2020. Non c'erano alternative ed eravamo il primo paese Ue ad affrontare la pandemia Covid-19, ma è stato esageratamente prolungato con una decisione politica mascherata da scelta scientifica del Cts. Si vestiva di scienza quello che invece decideva la politica, ricordiamoci la Dad, il coprifuoco, l'obbligo della mascherina all'aperto, la chiusura dei ristoranti. Misure che oggi ho difficoltà a comprendere". Così all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova. "Quando si decise per il lockdown non fui molto d'accordo - ricorda Bassetti - dopo di che ad un certo punto non c'erano alternative perché si doveva ridurre la circolazione delle persone e quindi anche del Sars-CoV-2. Quindi credo che a marzo 2020 fosse una misura che non si poteva non prendere e in Europa fu fatto in molti paesi. Ma è servito davvero a ridurre la mortalità da Covid? - si chiede l'infettivologo - I dati sono contrastanti, c'è una metanalisi del 2022 fatta da un gruppo di economisti che evidenzia come i suoi effetti non hanno ridotto i morti ma hanno avuto conseguenze sull'economia e sulla società. A distanza di 4 anni non abbiamo certezze dell'efficacia del lockdown". In conclusione, "il lockdown è stato esageratamente lungo e dopo due mesi il Paese andava riaperto, comprese le scuole e le attività commerciali, come fece la Francia", conclude Bassetti. Quattro anni fa l'annuncio del lockdown per il Covid "fu un misto di ansia per quello che avrebbe significato per gli italiani, ma anche un sollievo perché sapevo che solo quella misura avrebbe […]

  • Covid Italia, bollettino e dati ultima settimana: crollano casi e decessi
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 1 Marzo 2024 at 8:19

    (Adnkronos) - Crollano i casi di Covid-19 in Italia. Nella settimana tra il 22 e il 28 febbraio si registrano 1.103 nuovi casi positivi, con una variazione di -31,4% rispetto alla settimana precedente (1.607), e 39 morti, anch'essi in calo, -25% rispetto alla rilevazione precedente (52). Questo il bollettino aggiornato del ministero della Salute. "Il dato della decrescita si è ormai standardizzato come ampiamente previsto", commenta Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero.  Nell'ultima settimana sono stati effettuati 132.482 tamponi, -9,8% rispetto alla settimana precedente (146.842). Il tasso di positività è pari a 0,8%, in diminuzione di 0,3 punti (1,1%).  Dati in calo anche sul fronte dei ricoveri. Il tasso di occupazione in area medica al 28 febbraio è pari all' 1,9% (1.154 ricoverati), rispetto al 2,1% (1.311 ricoverati) del 21 febbraio. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è pari allo 0,5% (45 ricoverati), rispetto allo 0,6% (51 ricoverati) della settimana precedente.  Dopo una settimana di parametri Covid sempre in calo, in Italia torna a salire con un "lieve aumento" l'Rt, che però "è sempre sotto la soglia epidemica". E il dato sull'occupazione dei posti letto in area medica e in rianimazione continua intanto ad essere in diminuzione. E' il quadro che emerge dal monitoraggio settimanale Covid della Cabina di regia ministero della Salute e Istituto superiore di sanità (Iss). "L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero al 20 febbraio è sotto la soglia epidemica, pari a 0,73 (0,64–0,83), in lieve aumento rispetto alla settimana precedente (Rt 0,65 (0,57–0,73) al 13 febbraio)", si legge nel report.  Al 28 febbraio "l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 1,9% , in diminuzione rispetto alla settimana precedente (2,1% al 21 febbraio). In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,5%, rispetto alla settimana precedente (0,6% al 21 febbraio", continua il report. Infine, "l’incidenza di casi Covid diagnosticati e segnalati nel periodo 22-28 febbraio è pari a 2 casi per 100.000 abitanti, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (3 casi per 100.000 abitanti nella settimana 15-21 febbraio)", conclude il monitoraggio.  

  • Covid Italia, prosegue discesa: ultimo bollettino, i dati
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 23 Febbraio 2024 at 8:32

    (Adnkronos) - Numeri sempre in calo per il Covid in Italia. Nella settimana dal 15 al 21 febbraio sono stati registrati 1.607 nuovi contagi, -27,7% rispetto alla settimana precedente (2.223). I morti sono stati 52, -43,5% rispetto ai 7 giorni precedenti (92). E' quanto riporta il bollettino settimanale del ministero della Salute. I tamponi segnano un aumento dell'8,3% (146.842 contro 135.631) e il tasso di positività è sostanzialmente stabile: 1,1%, 0,5 punti percentuali in meno rispetto alla settimana precedente (1,6%). Scendono ancora i ricoveri: il tasso di occupazione in area medica al 21 febbraio è pari al 2,1% (1.311 ricoverati), rispetto al 2,4% (1.486 ricoverati) del 14 febbraio; il tasso di occupazione in terapia intensiva al 21 febbraio è dello 0,6% (51 ricoverati), rispetto allo 0,8% (67 ricoverati) del 14 febbraio. "L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero al 13 febbraio è sotto la soglia epidemica, pari a 0,65 (0,57–0,73), stabile rispetto alla settimana precedente (Rt 0,65)", stesso discorso ormai da settimane per l’incidenza dei casi diagnosticati e segnalati "nel periodo 15-21 febbraio è pari a 3 casi per 100.000 abitanti, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (4 casi per 100mila); anche gli ospedali registrano una situazione in discesa: al 21 febbraio "l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 2,1%, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (2,4% al 14 febbraio). In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,6%, rispetto alla settimana precedente (0,8% al 14 febbraio)". "La fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale è la fascia over 90. L’incidenza settimanale è diminuzione in tutte le fasce d’età. L’età mediana alla diagnosi è di 61 anni, stabile rispetto alla settimana precedente - si legge nel report - La percentuale di reinfezioni è il 42% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente".  "I dati di questa settimana confermano che l'andamento del Covid non desta preoccupazione. Continuiamo a lavorare mettendo in atto tutte le misure di prevenzione necessarie a garantire la tutela della salute pubblica". Così il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia, commentando il bollettino settimanale Covid-19. 

  • Navalny, Medvedev attacca la moglie: "Ora è felice, inizia la sua carriera politica"
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 22 Febbraio 2024 at 16:08

    (Adnkronos) - La vedova di Alexei Navalny, Yulia, ''ora è felice, basta guardarla in faccia''. Perché con la morte del marito ''inizia la sua carriera politica''. Sono parole dell'ex presidente russo e vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev nel corso di una intervista ai media russi. ''Guardate il volto sorridente e felice della vedova di Navalny. Sembra che lei abbia aspettato questo momento per tutti questi anni per iniziare la sua carriera politica", ha aggiunto.  ''Perché mi state proteggendo da Medvedev, lui non vale niente. E' il nulla'', ha replicato in un tweet Yulia Navalnaya. "Vi rifilano deliberatamente questo idiota in modo che vi possiate sfogare con lui", ha aggiunto, sottolineando che invece quello che va fatto è ''scrivete che Putin ha ucciso Alexei. Scrivetelo ogni giorno. Con tutta la forza che è necessaria''. Dal canto suo la portavoce di Navalny Kira Yarmysh, postando il video della dichiarazione di Medvedev, ha annunciato che ''registreranno ogni parola, non ne dimenticheremo nessuna e lo faremo rispondere di ognuna". 

  • Covid in Italia oggi, nuovo bollettino: i dati
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 16 Febbraio 2024 at 8:48

    (Adnkronos) - Prosegue l'andamento in diminuzione dei parametri Covid in Italia. Calano contagi e morti nell'ultima settimana (rispettivamente -25,7% e -3,2%). "L’incidenza di casi diagnosticati e segnalati nel periodo 8-14 febbraio è pari a 4 casi per 100.000 abitanti, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (5 casi per 100.000 abitanti nella settimana 1-7 febbraio); al 14 febbraio l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 2,4%, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (2,9% al 07 febbraio); in riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,8%, rispetto alla settimana precedente (1% al 7 febbraio); l’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero al 6 febbraio è sotto la soglia epidemica, pari a 0,65 (0,58–0,72), stabile rispetto alla settimana precedente (Rt 0,66 al 30 gennaio)". E' quanto riporta il monitoraggio settimanale dei casi Covid della Cabina di regia Iss-ministero della Salute.  "La percentuale di reinfezioni è il 44% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. La fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale è la fascia over 90. L’incidenza settimanale è diminuzione in tutte le fasce d’età", conclude il report.  Nella settimana dall'8 al 14 febbraio in Italia si sono registrati 2.223 nuovi casi positivi a Covid-19, con una variazione di -25,7% rispetto alla settimana precedente (2.992 casi). I morti sono 92, -3,2% rispetto ai 7 giorni precedenti (95).  Nell'ultime settimana sono stati 135.631 i tamponi effettuati - si legge - con una variazione di -5,1% rispetto alla precedente (142.934 test). Il tasso di positività è dell'1,6%, con una variazione di -0,5 punti percentuali rispetto ai 7 giorni precedenti (2,1%). Il tasso di occupazione in area medica al 14 febbraio è pari al 2,4% (1.486 ricoverati), rispetto al 2,9% (1.792 ricoverati) del 7 febbraio. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è pari allo 0,8% (67 ricoverati) al 14 febbraio, rispetto all'1% (87 ricoverati) del 7. "I dati ad oggi mettono il punto ad una situazione epidemiologica che le buone azioni di prevenzione hanno determinato", commenta il direttore generale Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia. "I dati epidemiologici Covid in Italia evidenziano" anche questa settimana "che per fortuna la 'fiammata' legata alle ultime varianti di Sars-CoV-2, Eris e JN.1, si sta dissolvendo". Ciò non significa però che si debba abbassare la guardia: "Prepariamoci al futuro", esorta il virologo dell'università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco. "Ripeto il mio mantra - spiega all'Adnkronos Salute - delle onde come quelle create da un sasso buttato nello stagno. Onde che si susseguiranno con una ciclicità prevedibile di 4-6 mesi - ribadisce l'esperto - considerando la rapidità con cui questo coronavirus produce nuove varianti. Avremo onde che sperabilmente saranno sempre meno […]

  • Multe ai no vax, pagamento rinviato di altri 6 mesi
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 14 Febbraio 2024 at 10:50

    (Adnkronos) - Rinviato di altri sei mesi il pagamento delle multe per chi ha violato l'obbligo di fare il vaccino per il Covid durante la pandemia. La nuova scadenza è quindi prevista per il 31 dicembre 2024. E' quanto prevede un emendamento della Lega al decreto Milleproroghe e presentato da Alberto Bagnai e votato, in seduta notturna, dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera.  "L'ennesima strizzata d'occhio nei confronti di chi non rispetta le leggi, l'ennesima diffusione di bugie riguardo ai vaccini, strumenti fondamentali per proteggere la salute di tutti, specie dei più deboli. Vaccini dei quali grazie a voi la gente diffiderà. Bravissimi", ha commentato su X Roberto Burioni. Il professore di virologia all'Università Vita Salute San Raffaele di Milano ha risposto a un post del senatore della Lega Claudio Borghi che si complimenta con i componenti della squadra alla Camera che "sono riusciti a far passare la terza puntata del rinvio sine die delle indegne multe per obbligo. Bravissimi".   

  • Covid Italia, bollettino ultima settimana: 2.992 casi e 95 morti
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 9 Febbraio 2024 at 10:56

    (Adnkronos) - Continuano a scendere i numeri di Covid in Italia. Nella settimana tra l'1 e il 7 febbraio 2024 sono stati registrati 2.992 nuovi casi positivi, il 22,5% in meno rispetto alla settimana precedente, quando erano stati 3.859. I morti sono stati 95, pari a -17,4% rispetto ai 7 giorni precedenti (115). E' quanto indica il bollettino settimanale del ministero della Salute.  Lieve calo del tasso di positività che nell'ultima settimana monitorata è al 2,1%, 0,5 punti percentuali in meno rispetto alla settimana precedente (2,6%), a fronte di 142.934 tamponi eseguiti (-5,4% rispetto ai 151.116 della settimana precedente.  Il bollettino conferma il calo dei ricoveri Covid. Il tasso di occupazione in area medica al 7 febbraio risulta al 2,9% (1.792 ricoverati), rispetto al 3,5% (2.169 ricoverati) del 31 gennaio. Mentre il tasso di occupazione in terapia intensiva è pari all'1% (87 ricoverati), rispetto al precedente dato dell'1,2% (106 ricoverati). "Il consolidamento del dato della endemizzazione del Sars-CoV-2 e la riduzione sempre più rilevante dell’impatto sulle strutture ospedaliere sono il frutto chiaro ed indiscutibile della bontà e della efficacia delle attività di prevenzione e comunicazione messe in campo". E' il commento del direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia agli ultimi dati.  

  • Dall'ansia alla cefalea, i sintomi del Long Covid a un anno e mezzo dal contagio
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 9 Febbraio 2024 at 10:21

    (Adnkronos) - Cefalea, astenia, stanchezza, vertigini. Sono i principali sintomi fisici del Long Covid, riscontrati a 18 mesi di distanza dall'infezione. Sul piano psichico, invece, in diversi casi si registrano ancora ansia, depressione, insonnia. Un quadro che emerge da un ampio studio, che coinvolge oltre duemila pazienti, avviato due anni fa dalla Fondazione Brf Onlus – Istituto per la ricerca scientifica in psichiatria e neuroscienze, come spiega all'Adnkronos Salute il neurologo e psichiatra Armando Piccinni, presidente della Fondazione e docente all'università Unicamillus. "Due anni fa abbiamo messo a punto - racconta Piccinni - un protocollo di studio, basato su una batteria di quesiti che ci ha permesso di raccogliere informazioni dettagliate, da pazienti che avevano avuto il Covid, attraverso questionari proposti a distanze temporali precise, inizialmente ogni tre mesi per due volte, successivamente ogni 6 mesi. E questo, nel disegno della ricerca, per 3 anni. Ora siamo al secondo anno di osservazione e continuiamo a monitorare i sintomi del Long Covid".  L'indagine "ha riguardato tutti gli organi, con una maggiore attenzione al cervello, che è il nostro specifico settore di studio. Il risultato è stato che, a distanza di 18 mesi, in base ai dati analizzati, esiste una prevalenza, che presto potremo più precisamente quantificare, soprattutto per disturbi come cefalea (in persone che prima non ne soffrivano), astenia, quindi con stanchezza muscolare, e le vertigini". Ma permangono anche altri sintomi come "l'insonnia che è un disturbo invalidante. Per chi ne soffre, tra l'altro, comincia una serie di problemi legati alla ricerca di una soluzione che spesso passa per l'automedicazione con tutte le conseguenze, a partire da una mancata presa in carico da parte del medico che consentirebbe di affrontare il problema all'origine".  Sul piano psichiatrico, invece, i sintomi principali riscontrati, "sono fondamentalmente la depressione e l'ansia". Un altro elemento che emerge è il possibile legame con i problemi cognitivi degli anziani. "Al momento si tratta di un sospetto, perché per avere dati evidenti servirebbe realizzare uno studio con una popolazione di controllo. Sembrerebbe però esserci una tendenza all'aumento dei disturbi cognitivi che andrà verificata. Alla fine dello studio vedremo anche se si confermerà l'aumento disturbi di memoria e la persistenza della cosiddetta 'nebbia cognitiva'". Secondo i dati delle prime rilevazioni, a tre mesi dall'infezione da Covid il 65% dei volontari presentava almeno uno dei sintomi neuropsicologici; circa il 59% almeno 2; il 54% più di 2 sintomi; il 48% dei soggetti più di 5. Sono stati indagati 30 sintomi neuropsicologici e i più frequenti sono stati difficoltà di concentrazione, accusata da più del 70% appena dopo la malattia e da più del 40% a tre mesi di distanza; sensazione di minore efficienza mentale, circa il 65% l'ha avuta dopo la guarigione, più del 30% a tre mesi; […]

  • Covid Italia, crolla l'incidenza ma aumenta l'Rt: i dati della settimana
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 9 Febbraio 2024 at 8:47

    (Adnkronos) - Continua a diminuire l'incidenza di Covid in Italia. Nella settimana dall'1 al 7 febbraio è pari a 5 casi per 100.000 abitanti, in calo rispetto alla settimana precedente (7 casi per 100.000 abitanti nella settimana 25-31 gennaio). Sotto la soglia epidemica l'Rt, che però registra un lieve aumento, passando da 0,57 della settimana precedente a 0,66 al 30 gennaio. Continuano a diminuire i ricoveri. Questa la fotografia scattata dal monitoraggio Iss-ministero della Salute su Covid-19. Al 7 febbraio l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 2,9% (1.792 ricoverati), in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente (3,5% al 31 gennaio). In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari all'1% (87 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,2%). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte (tassi di ospedalizzazione nelle fasce 80-89 e over 90 rispettivamente pari a 38 e 65 per 1.000.000 abitanti e tassi di mortalità nelle fasce 80-89 e over 90 rispettivamente pari a 7 e 15 per 1.000.000). Il tasso di ricovero in terapia intensiva è più elevato nelle fasce di età 70-79 e 80-89 e pari a 1 per 1.000.000 abitanti. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e province autonome rispetto alla settimana precedente. Il valore più elevato è stata riportata nella Regione Veneto (11 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Basilicata, Sardegna e Sicilia (1 caso per 100.000 abitanti). L’incidenza settimanale è diminuzione in tutte le fasce d’età, l’età mediana alla diagnosi è di 61 anni, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Infine, la percentuale di reinfezioni è il 45% circa, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente.  

  • Covid Italia, variante JN.1 domina ancora e sale al 77%
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 1 Febbraio 2024 at 9:17

    (Adnkronos) - Covid in Italia, la variante JN.1 di SarS-Cov-2 continua ad essere predominante, raggiungendo una prevalenza pari al 77%, in base ai dati dell'indagine condotta sui campioni notificati dal 15 al 21 gennaio rispetto al 38.1% della precedente flash survey condotta dall’11 al 17 dicembre. Lo rende noto l'Istituto superiore di sanità (Iss), sottolineando che la diffusione di questa variante d’interesse - discendente di BA.2.86 - è in aumento a livello globale, rappresentando attualmente la variante dominante. In base alle evidenze attualmente disponibili, JN.1 non sembra porre rischi addizionali per la salute pubblica rispetto agli altri lignaggi co-circolanti".  Inoltre - riferisce l'Iss - si osserva una co-circolazione di altre varianti virali, se pur con valori di prevalenza in netta diminuzione, riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata al 7,3% vs. 30,6% della precedente indagine). Nell’attuale scenario - raccomanda l'Istituto "è necessario continuare a monitorare con grande attenzione, in coerenza con le raccomandazioni nazionali ed internazionali e con le indicazioni ministeriali, la diffusione delle varianti virali, e in particolare di quelle a maggiore trasmissibilità e/o con mutazioni correlate a potenziale evasione della risposta immunitaria". 

  • Covid, la proposta di Gismondo: "Cambiamogli nome"
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 26 Gennaio 2024 at 12:05

    (Adnkronos) - "Il Covid? Cambiamogli nome", perché "il Covid del 2020-2021 non esiste più". A proporre di ribattezzare l'infezione da Sars-CoV-2 è Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. "Quello che continuiamo a chiamare Covid dovremmo chiamarlo diversamente", dice l'esperta all'Adnkronos Salute, commentando i dati del monitoraggio settimanale della Cabina di regia Iss-ministero della Salute.  "Il virus Sars-CoV-2 è mutato e per la malattia che provoca dovremmo adesso adottare un'altra denominazione", sostiene Gismondo. "Circolerà ancora - precisa - dal punto di vista epidemiologico sarà altalenante, con periodi in cui avremo più contagiati e altri in cui ne avremo meno", ma l'infezione pandemica che 4 anni fa ha travolto il mondo "non è più la stessa".  Gismondo si è poi detta "assolutamente d'accordo con il ministro Schillaci che in maniera positiva, come si fa quando con lungimiranza si accetta di discutere qualsiasi decisione implichi delle scelte basate sulla scienza, ha aperto a miglioramenti e aggiustamenti" per arrivare alla versione finale del Piano pandemico 2024-2028. "Le eventuali restrizioni - sottolinea in particolare l'esperta - saranno assolutamente coerenti con la gravità dell'infezione" che il piano si troverà a dover contrastare, "nell'assoluto rispetto della dignità umana".   

  • Covid in Italia, siamo alla fine? Cosa dicono gli esperti
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 26 Gennaio 2024 at 10:55

    (Adnkronos) - Siamo alla fine del Covid? "Ormai siamo fuori dalla fase critica, ha circolato tanto e abbiamo una buona immunità nella popolazione. Il trend della discesa dei parametri credo che continuerà. E' chiaro che rimarrà come rumore di fondo. Ci sono ancora tanti decessi, ma l'impatto maggiore della malattia si avrà d'inverno". Così all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), commenta i dati del monitoraggio settimanale della Cabina di regia Iss-ministero della Salute.  "L'espressione che ripeto spesso è quest'anno non è il Covid che è diventata una influenza, ma quest'ultima che è diventata 'cattiva' come il Covid", precisa Andreoni. "Si deve capire che l'unica strada è la vaccinazione, mentre ad oggi - sottolinea - abbiamo vaccinato solo il 10% dei soggetti che avrebbero dovuto immunizzarsi".  Per Covid "siamo nella fase endemica e il virus non andrà via, ma non è quel virus 'cattivo' che abbiamo conosciuto nel 2020-2021. Vuol dire che anche se rialzerà la testa, sarà come avere una brace sempre viva che se viene messo un legnetto si riattiva una fiamma. Potrebbe rialzare la testa, ma con piccole ondate di positività che andando avanti nel tempo e saranno sempre inferiori rispetto all'anno prima. Il tutto molto gestibile. Certo, in inverno la musica cambia perché abbiamo altri virus respiratori e si parla di 'cocktail' di virus dove c'è anche Covid". Così all'Adnkronos Salute Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed epidemiologia della Facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, commenta i dati. "Il Covid è ampiamente ai titoli di coda e il paradosso è che l'influenza lo ha messo ai margini ed è stato battuto 3 a 0. Fondamentalmente ormai l'influenza ha spazzato via il Covid, che rimane ancora un problema unicamente per i grandi immunodepressi e per gli anziani che sono quelli che tra l'altro si sono anche vaccinati molto poco. Dopo 4 anni possiamo dire che il Covid è stato sconfitto, ha vinto la scienza e hanno vinto i vaccini, i farmaci antivirali. Ha perso l'antiscienza e il complottismo", il commento all'Adnkronos Salute di Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova.  "Ecco, io non vorrei più leggere i titoloni sul Covid che comunque rimarrà con noi ancora - precisa Bassetti - come uno dei virus responsabili di infezioni respiratorie tutto l'anno. Recentemente al Sars-CoV-2 è stata data troppa importanza: sottoporre i pazienti che entrano in ospedale al tampone per il Covid, in assenza di sintomi, è un errore che non deve essere continuato". "Quindi - conclude l'infettivologo - certamente è stata lunga, è stata dura, però direi che a 4 anni dai primi casi possiamo dire di avere vinto". "Il Covid? Cambiamogli nome", perché "il Covid del 2020-2021 non esiste più". A proporre di ribattezzare l'infezione da Sars-CoV-2 è […]

  • Covid Italia, continua la discesa: Rt, incidenza e ricoveri in calo
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 26 Gennaio 2024 at 8:24

    (Adnkronos) - Continua la discesa dei parametri Covid in Italia. "L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero al 16 gennaio è sotto la soglia epidemica, pari a 0,60, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (Rt 0,65)", per quanto riguarda l'incidenza nel periodo 18-24 gennaio pari a 10 casi per 100.000 abitanti, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (16 casi per 100.000 abitanti nella settimana)", segnali positivi anche dai ricoveri ordinari e in rianimazione, "al 24 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 4,3%, in diminuzione rispetto alla settimana precedente (6%)", "in riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 1,4%, rispetto alla settimana precedente (1,9%)". E' quanto rileva la bozza del monitoraggio della Cabina di regia Iss-ministero della Salute con i dati settimanali Covid.  L’incidenza settimanale (18-24 gennaio) dei casi diagnosticati e segnalati risulta "in diminuzione in quasi tutte le Regioni e province autonome rispetto alla settimana precedente. L’incidenza più elevata è stata riportata in Puglia (20 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (2 casi per 100.000 abitanti)". La percentuale di reinfezioni è il 42% circa, stabile rispetto alla settimana precedente.   

  • Covid Italia, ricoveri ancora giù: gli ultimi dati
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 25 Gennaio 2024 at 9:45

    (Adnkronos) -  Ricoveri Covid "ancora in discesa del 35% nell’ultima settimana" in Italia. E' quanto rileva il monitoraggio della Fiaso, la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, grazie alla sua rete sentinella che "disegna una curva dei ricoveri ormai in picchiata nelle ultime sei settimane". "Questa volta il dato più evidente è il -43% che arriva dai ricoverati 'per Covid', ovvero - precisa il report - coloro che occupano posti letto nelle malattie infettive o nelle medicine con sindromi respiratorie e polmonari da riferire all’infezione da Sars-Cov-2. Per i ricoveri 'con Covid', ovvero coloro che sono in ospedale per altre cause ma sono risultati positivi al coronavirus, la percentuale di riduzione è stata del 29% e rappresentano il 63% dei pazienti Covid negli ospedali. L’età media è di 78 anni e nel 92% dei casi si tratta di soggetti che presentano anche altre patologie". "In calo - prosegue Fiaso - del 25% anche i ricoveri Covid nelle terapie intensive, con un 55% in meno dei pazienti 'per Covid' in rianimazione. Si tratta in termini assoluti di poche unità per ospedale e qui il profilo è quello di soggetti con età media di 68 anni e altre patologie". Dopo il crollo registrato la scorsa settimana (-75%) "resta stabile e di poche unità il dato che arriva dagli ospedali pediatrici e dai reparti di pediatria degli ospedali sentinella monitorati dalla Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere. Non ci sono bambini in terapia intensiva - conclude rassicurando la Fiaso - e ricoveri sono esclusivamente nella fascia di età tra 0-4 anni 'per Covid'. 

  • Covid, la variante più diffusa negli Usa è più severa?
    by webinfo@adnkronos.com (Web Info) on 24 Gennaio 2024 at 8:39

    (Adnkronos) - La variante JN.1 di Sars-CoV-2 è ormai dominante negli Stati Uniti. I Cdc (Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie) nell'ultimo aggiornamento calcolano che rappresenti fino a circa l'85,7% dei casi di Covid rilevati a livello nazionale. Ma i primi dati provenienti dagli ospedali suggeriscono che non sia più grave delle precedenti. A evidenziare questo aspetto è stato proprio un funzionario dei Cdc in un incontro online. L'esperto ha spiegato che la 'figlia' di BA.2.86, la variante altamente mutata battezzata Pirola sui social, non sembra essere dissimile da quanto visto in precedenza e non sembra stia portando a una patologia più severa.  Emergerebbe dunque questo dai primi dati disponibili, come riportano diversi media statunitensi. L'agenzia ha monitorato il forte aumento di JN.1 e, si legge su 'Cbs News' online, sta ancora aspettando di avere l'analisi di ulteriori settimane di dati per presentare la sua valutazione più dettagliata dell'impatto della variante in questa stagione, ha riferito l'esperto dei Cdc, Eduardo Azziz-Baumgartner.  Alla domanda se i sintomi di JN.1 sembrassero essere più gravi rispetto alle ondate precedenti, il funzionario ha risposto che "ci sono i primi segnali che potrebbero non essere così", sulla base di coorti di cartelle cliniche elettroniche e altri dati. Ma, ha puntualizzato, "è importante ricordare che il modo in cui un virus colpisce una persona è unico" e "potrebbe essere anche molto grave". Alcune persone "potrebbero morire a causa di un virus che per la popolazione generale potrebbe essere più lieve".  Azziz-Baumgartner ha detto quindi che i Cdc contano di rilasciare maggiori dettagli sul livello di gravità di JN.1 "durante le prossime due settimane", man mano che si accumulano più informazioni sul virus. Finora, l'agenzia degli States era stata attenta a precisare che non c'era "nessuna evidenza" che la variante in ascesa stesse causando una malattia più grave, anche se ha contribuito alla diffusione del virus in questo inverno in corso. E finora non ha dato seguito alla decisione dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) di considerare JN.1 una 'variante di interesse' a sé stante. L'Oms in ogni caso aveva precisato che "al momento non sono stati segnalati rapporti di laboratorio o epidemiologici" che colleghino JN.1 o altre varianti all'aumento della gravità della malattia. I primi risultati dei Cdc su JN.1 arrivano quando l'ente americano ha iniziato a vedere un rallentamento nel trend dei virus respiratori dopo il picco toccato durante le vacanze invernali.