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Municipio Rende

RENDE (CS) – La firma per la costituzione della Rete territoriale antiviolenza

Questa mattina, a Rende, alle 12.00, nella Sala Giunta del Comune, la firma del protocollo d’intesa per la costituzione della Rete territoriale antiviolenza tra l’Amministrazione Comunale, guidata da Marcello Manna e il Centro Antiviolenza “Roberta Lanzino”.

«Il nostro municipio –ha affermato il sindaco Manna – ha da poco sottoscritto, unico nella provincia di Cosenza, il Patto dei comuni per la parità di genere e contro la violenza sulle donne che prevede negli undici punti da perseguire proprio quella di promuovere, favorire e sostenere i Centri Antiviolenza, le Case Rifugio e le reti di sostegno alle donne per sviluppare una reale azione di accoglienza e messa in protezione in sinergia con tutte le realtà, istituzionali e non, presenti sul territorio».

«Abbiamo, dunque – ha proseguito il sindaco Manna – colto l’appello lanciato dal centro Lanzino, il solo nella provincia di Cosenza ad aderire alla rete nazionale D.i.Re, con il quale costituiremo un coordinamento permanente, le cui finalità verranno attuate attraverso un tavolo tecnico di concertazione per creare una rete di protezione per le vittime di violenza e fare in modo che tutti i soggetti coinvolti nella task force territoriale, adottino un protocollo d’intervento unico. In quanto comune capofila del progetto, Rende si farà garante di far sottoscrivere l’accordo agli enti che dovranno essere parte attiva di tale processo».

«Avevamo presentato una bozza di protocollo a luglio, ma rimasta lettera morta. Di certo non si parte da zero – ha dichiarato Antonella Veltri, presidente D.i.Re – l’interlocuzione e la proposta di costituzione della rete territoriale per la prevenzione e il contrasto della violenza alle donne, è stata formalizzata e attende risposta da parte dei soggetti coinvolti sul fenomeno. Auspichiamo si arrivi ad un punto di svolta».

La rete sarà composta, oltre che dalle attiviste del Centro antiviolenza “Roberta Lanzino” e dal comune di Rende, anche da prefettura, personale sanitario e socio-sanitario delle strutture sanitarie presenti sul territorio, forze dell’ordine, procura della repubblica, ufficio scolastico provinciale di Cosenza, enti pubblici o privati, case rifugio e/o d’accoglienza presenti sul territorio nonché associazioni che ne vorranno fare parte in quanto erogatrici di servizi a supporto e protezione delle donne.

«In questo modo – hanno affermato le operatrici del centro Lanzino – si potrà garantire omogeneità ed uniformità di interventi; azioni caratterizzate da professionalità e tempestività; monitoraggio del fenomeno, nonché sostegno e massima tutela delle donne nel rispetto dell’autodeterminazione e riservatezza delle stesse in ogni fase d’intervento». (rcs)