Anci Calabria, guidato da Marcello Manna, sostiene la campagna la campagna promossa dal Centro Antiviolenza “R. Lanzino” #siamotutticoinvolti, «affinché si riesca, attraverso azioni sinergiche, a narrare nella lingua della non violenza».
Manna (Anci Calabria) ai sindaci neo eletti: Facciamo rete e scriviamo insieme il futuro della regione
Marcello Manna, presidente di Anci Calabria, nel congratularsi con i sindaci neo eletti in Calabria, ha sottolineato la necessità di fare rete per «scrivere, insieme, il futuro della Calabria».
«Siamo chiamati, in un momento mai vissuto nel corso della storia – ha spiegato – a reggere l’urto di questa pandemia e a lavorare per il futuro della Calabria. Il gap di questi anni deve essere superato attraverso la costruzione di percorsi sinergici che possano portare i nostri comuni a divenire attrattori di crescita e sviluppo economico, sociale, culturale».
«Un maggiore sostegno alle specificità e ai bisogni dei contesti di riferimento – ha aggiunto – significa promozione di interventi integrati e di supporto allo sviluppo sostenibile, significa valorizzare le nostre risorse e meglio sostenere l’economia così da rendere concreti i progetti di sviluppo dei nostri territori».
«Il Por 2021/2027, su cui si è avviata un’azione di interlocuzione con le amministrazioni locali per raccogliere osservazioni e proposte, insieme al Pnrr sono occasione unica di rilancio per la Calabria. Dobbiamo rendere concreti i progetti di sviluppo dei nostri territori. Sia per quanto riguarda i singoli comuni, sia per ciò che attiene gli ambiti territoriali interessati da specifiche progettazioni».
«Questo – ha evidenziato – richiede la costruzione di una rete di sindaci che, già nei fatti, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani coordina da tempo. Per questo è necessario che tutti aderiscano a un piano regionale di cui potrà giovare ogni singola municipalità.Dobbiamo cambiare la storia della nostra terra rovesciando quel destino che ci ha visto sinora subalterni. Noi sindaci, uniti, rappresentiamo realmente i nostri cittadini perché ogni giorno ne ascoltiamo le istanze. Conosciamo i territori in cui viviamo e sappiamo che, oltre a superare le contingenti emergenze, è necessario pianificare interventi a medio e lungo termine».
«Scriviamo un nuovo capitolo della nostra storia – ha proseguito – affrancandoci finalmente dal destino a cui ancora è relegata la Calabria. Con coraggio e determinazione riusciremo a realizzare una svolta epocale».
«Ci aspetta un periodo di intenso lavoro, ma, ne siamo certi, con il contributo di tutti voi potremo realmente raggiungere obiettivi importanti e ambiziosi», ha concluso il presidente Anci Calabria. (rrm)
Francesco Garofalo (Comitato Spontaneo di cittadini) scrive al presidente Anci Manna per mancanza di medici al 118
Il portavoce del Comitato spontaneo di cittadini in difesa al diritto alla salute di Cassano All’Ionio, Francesco Garofalo, in una lettera aperta al presidente dell’Anci Calabria, Marcello Manna, ha richiamato la sua attenzione in ordine ai gravi disservizi che si registrano quotidianamente presso le postazioni d’emergenza del 118, invitandolo a farsi carico del problema ed avviare un immediato confronto istituzionale con le parti interessate al fine di scongiurare ulteriori disservizi e ottenere misure adeguate alla risoluzione delle notevoli criticità operative che, ogni giorno, i cittadini registrano
«Come è a sua conoscenza – ha scritto Garofalo – da più tempo le ambulanze operano senza medico a bordo e lasciate sole nella mani degli infermieri e degli autisti, i quali sono costretti a sobbarcarsi a turni massacranti. È assurdo sapere che, in una fase così delicata di emergenza sanitaria, le ambulanze del 118 debbano operare in una situazione di estrema precarità, così come denunciato nei giorni scorsi, anche dal direttore della centrale operativa, Riccardo Borselli».
«Capita – ha evidenziato Garofalo –, che un cittadino con un ictus in atto, non ha potuto ricevere l’assistenza del medico in codice rosso. Ma questo è sola la punta dell’iceberg, di una situazione che si trascina da mesi e che mette in pericolo la salute pubblica. Cosa grave, è l’indifferenza di chi dovrebbe agire, nonostante le reiterate denunce dei comitati, dei sindacati, delle associazioni e da semplici cittadini».
«In tale contesto – ha sottolinrato –è urgente la totale riorganizzazione del servizio dei pronto soccorso e del 118, prendendo atto della carenza di medici, al fine di evitare che interi territori siano lasciati al caso e alla fortuna». (rcs)
Manna (Anci Calabria): Il Sud riparta dalla rivoluzione culturale dei sindaci
Il sindaco di Rende, e presidente di Anci Calabria, Marcello Manna, ha sottolineato come «il rilancio del Sud non può passare da scelte calate dall’alto, estromettendo chi, quotidianamente, si trova, spesso solo, a dover fronteggiare le rilevanti criticità che investono i nostri territori senza le risorse finanziarie necessarie».
«Con il Recovery Fund – ha spiegato – dobbiamo essere messi nelle condizioni di poter programmare interventi strutturati a medio e lungo periodo. Pensiamo al superamento dei deficit infrastrutturali e ad una mobilità sostenibile, vogliamo che si superi l’emergenza abitativa e si investa di nuovo nell’edilizia sociale, crediamo che investire risorse ed eccellenze sui servizi essenziali quali la sanità, l’istruzione, l’idrico, la gestione e lo smaltimento dei rifiuti significhi garantire alle nostre comunità un futuro non più governato dalle emergenze ed eliminare, in via definitiva, il divario storico dal resto del Paese, affrancandosi una volta per tutte dal novero delle aree più povere d’Europa».
«Ciò cui stiamo assistendo, soprattutto in questo determinato momento, è una vera e propria rivoluzione culturale, prima che politica: noi sindaci vogliamo cambiare la storia della nostra terra rovesciando quel destino che ci ha visto sinora subalterni e passivi dinanzi le appartenenze e le logiche partitiche» ha detto Manna, commentando gli impegni che lo hanno visto impegnato, nei giorni scorsi, nel fronteggiare l’emergenza idrica e quella relativa agli incendi che hanno devastato la Calabria: «abbiamo fatto fronte comune, stilato un documento condiviso, chiedendo interventi immediati per poter uscire dall’attuale impasse. Uniti, rappresentiamo realmente i nostri cittadini perché ogni giorno ne ascoltiamo le istanze. Conosciamo i territori in cui viviamo e sappiamo che, oltre a superare le contingenti emergenze, è necessario pianificare».
«Ripartire dall’iniziativa promossa da Anci Calabria, lo scorso martedì con il ministro Stefano Patuanelli, significa mettere al centro del discorso politico la voce di noi sindaci. Il responsabile del dicastero dell’agricoltura ha dato risposte immediate, conscio che il tema incendi vada di pari passo con quello del dissesto idrogeologico».
Per la prima volta non solo i sindaci calabresi, ma anche siciliani e sardi: «si sono uniti lanciando il grido d’allarme al governo Draghi. Bisogna proseguire su questa strada affinché si possa essere protagonisti del nostro futuro». (rcs)
Emergenza idrica, i sindaci dei Comuni capoluogo diffidano la Sorical
Sergio Abramo, Maria Limardo, Vincenzo Voce e Giuseppe Falcomatà, rispettivamente sindaci di Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone e Reggio Calabria, hanno redatto un documento di diffida a Sorical e un appello ai candidati alla presidenza della Regione Calabria per l’emergenza idrica nella regione.
Ciò è avvenuto al termine di una riunione svoltasi a Lamezia Terme, alla presenza di Marcello Manna, presidente di Anci Calabria, che ha sottolineato come «la richiesta più importante è quella di eliminare i ritardi, non sono più tollerabili. Entro giugno 2022 dovremo avere un gestore unico del settore idrico. Proviamo a far diventare normale questa regione».
Nel documento si legge, tra l’altro, che i sindaci intendono sottoscrivere l’impegno per una mobilitazione unitaria volta a denunciare, nei confronti di Sorical e della Regione Calabria, le gravi e annose criticità in cui versa l’intero ciclo idrico regionale.
La situazione di emergenza, aggiungono i sindaci e i rappresentati di Anci e Upi, che riguarda l’approvvigionamento idrico in tutta la Calabria è degenerata nel corso della stagione estiva, in numerose comunità, nei piccoli e grandi comuni, private di un bene primario anche per intere giornate, senza che siano state messe a disposizione le autobotti per il rifornimento di acqua a richiesta locale, venendo meno gli essenziali doveri di Protezione Civile.
«È evidente – si legge nel documento – che bisogna riscrivere una Carta dei Servizi che permetta ai calabresi di godere pienamente di un bene primario. Con riguardo alla società che gestisce le risorse idriche calabresi manca, allo stato, una progettualità, puntuale e dettagliata, che consenta di porre le basi dal punto di vista tecnico, per la costruzione di un nuovo sistema di acquedotti, che sia, finalmente, efficace ed efficiente».
«Una lacuna, questa – si legge ancora – dovuta anche alla fragilità finanziaria in cui versa Sorical, dovuta ai mancati investimenti da parte della Regione, oltre che dalla impossibilità dei comuni a garantire, con regolarità i pagamenti delle quote loro spettanti. Il dato storico, risalente a decenni addietro è l’assenza del servizio idrico nell’agenda politica della Regione Calabria, Argomento che sarebbe dovuto essere di primario interesse per chi ha governato il nostro territorio».
«Dal punto di vista organizzativo — si legge ancora – è fondamentale superare l’impasse tra Regione e Sorical riguardo l’individuazione del gestore unico, da parte dell’Autorità Idrica Integrata, a cui affidare la gestione del servizio idrico integrato.
Nonostante le diverse sollecitazioni pervenute dai sindaci, persistono gravi ritardi che impediscono di poter far partire un programma di investimenti necessario all’ottimizzazione dei servizi.»
«I problemi della depurazione – hanno proseguito i sottoscrittori – dimostrano che ormai è giunto al collasso l’intero ciclo integrato. Le complesse problematiche che continuano ad attagliare il sistema della depurazione si ripercuotono, con riflessi drammatici, sulla qualità dell’ambiente e dei nostri mari, e provocano ingenti danni per le potenzialità turistiche e l’immagine complessiva del territorio regionale».
«È quasi superfluo – hanno proseguito – denunciare gli elementi di criticità che riguardano la governance di un comparto al centro di interesse della Regione Calabria da diversi decenni. I disagi che quasi tutti i comuni devono affrontare sono dovuti ad una constatata insufficienza strutturale in ragione della quale alcuni comuni presentano gravi deficit fognari – depurativi conclamati con impianti di trattamento».
«Analizzando nel dettaglio – hanno aggiunto i sottoscrittori – le criticità riscontrate nel servizio idrico in Calabria è evidente, la vetustà delle condotte idriche di gestione Sorical che alimentano gran parte dei serbatoi comunali. Durante tutto l’anno si registrano guasti continui al servizio che vengono fronteggiati solo attraverso continui interventi estemporanei, assolutamente insufficienti a garantire un approvvigionamento idrico adeguato ai bisogni di tutto il territorio regionale. L’assenza totale di programmazione ha come conseguenza l’impossibilità di poter contare su uno specifico piano di manutenzione che consenta di affrontare l’ordinaria e straordinaria manutenzione».
«Sulla base di tali considerazioni i sindaci, l’Anci e l’Upi Calabria – si legge ancora – in rappresentanza di tutti gli ambiti territoriali, si impegnano a diffidare Sorical affinché predisponga, nel più breve tempo possibile, un Piano di gestione del servizio idrico che garantisca un approvvigionamento costante e capillare in tutti i comuni calabresi».
Gli stessi sottoscrittori si appellano ai candidati alla presidenza della Regione al fine di assumere, in via formale, il primo ed improrogabile impegno della futura Giunta a definire un progetto di riqualificazione e riorganizzazione dell’intero ciclo idrico integrato regionale attraverso un investimento adeguato a superare l’emergenza acqua oltre alle attività che devono riguardare tutti gli altri servizi essenziali.
I problemi sul ciclo idrico integrato, concludono i sottoscrittori, e sul sistema dei rifiuti riguardano allo stesso modo tutte le comunità e richiedono un impegno ed un coinvolgimento collegiale dei sindaci. La nostra proposta al futuro governatore è quella di istituire una commissione permanente di cui facciano parte i sindaci dei comuni capoluogo e gli amministratori dei centri più popolosi della Calabria.
«Insieme ai colleghi sindaci – ha dichiarato Falcomatà – abbiamo voluto affrontare i problemi e le questioni più importanti in maniera collegiale ed attraverso una piattaforma unitaria, al di là di tutte le appartenenze geografiche o partitiche, che non devono rappresentare un limite al dialogo e soprattutto alla rappresentanza delle istanze territoriali».
«Siamo qui da sindaci – ha spiegato ancora – da amministratori abituati ad affrontare i problemi personalmente e direttamente, con un approccio pragmatico funzionale alla risoluzione delle questioni. E, in questo senso, trovo che la discussione avviata insieme ai colleghi dei più grandi Comuni calabresi abbia un valore straordinario. Un confronto molto proficuo e concreto, all’insegna dell’unità, che ci ha consentito di stilare un documento che pone all’attenzione di tutti i candidati alla carica di Governatore le problematiche più importanti cui vanno incontro i Comuni e quindi i cittadini calabresi. Questioni che affondano le loro radici molto indietro nel tempo e che sono frutto di una scarsa o addirittura nulla capacità di programmazione da parte della politica regionale».
«In questo senso – ha concluso Falcomatà – chiediamo un’attenzione particolare alle priorità individuate, sulle quali è necessario agire con urgenza per un’attività di riforma, in termini organizzativi e di risorse, soprattutto nella fase della programmazione regionale che ha ovviamente ricadute decisive sui territori».
«Un’estate drammatica, anche Crotone è stata sommersa dai rifiuti. Senza dimenticare la crisi idrica e l’emergenza incendi che fortunatamente ha riguardato solo parzialmente l’area del crotonese. L’incontro di oggi servirà a sensibilizzare il prossimo governatore» ha detto il sindaco Voce.
Per il sindaco di Vibo, Maria Limardo, «i sindaci non possono essere lasciati solo a fronteggiare emergenze che aspettano da anni soluzioni a livello regionale. Si tratta di problemi che devono essere affrontati e risolti passando necessariamente da un tavolo regionale. Accanto alle risorse del Pnrr, abbiamo l’impellente necessità di superare i problemi atavici e insopportabili che affliggono la Calabria». (rcz)
Manna (Anci Calabria): Avviate azioni per ruolo dei sindaci per rilanciare la regione
Il presidente di Anci Calabria, Marcello Manna, ha reso noto di aver avviato, «da subito, una serie di azioni che permetteranno a noi sindaci di avere quel ruolo determinante nel rilanciare la nostra regione».
Marcello Manna è il nuovo presidente di Anci Calabria
Prestigiosa affermazione per Marcello Manna, sindaco di Rende, che è stato eletto presidente di Anci Calabria – Associazione Nazionale Comuni Italiani, nel corso dell’Assemblea riunitasi a Rende.
«Sono convinto – ha concluso – che da un confronto aperto e costruttivo tra istituzioni e parti sociali possono nascere molti buoni frutti. Un grande in bocca al lupo». (rcs)
LA VERGOGNA DEI TIROCINANTI CALABRIA
BISOGNA SANARE SUBITO IL PRECARIATO
di PIETRO AMENDOLA – La situazione relativa ai tirocinanti in Calabria torna a far rumore. Oltre 7 mila lavoratori precari, “anomali”, continuano a non avere tutele previdenziali e retributive, in una condizione di incertezza che si protrae da parecchi anni. Negli ultimi giorni il tema è tornato di grande attualità, soprattutto in seguito ad alcune manifestazioni popolari di piazza.
La sede calabrese dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha pubblicato il 18 Giugno un comunicato ufficiale, nel quale viene evidenziata la preoccupazione per l’urgente questione relativa ai tirocinanti. Per approfondire meglio l’argomento, abbiamo parlato con il presidente dell’Anci Calabria, Franco Candia, che ha tracciato il quadro attuale della situazione nella Regione.
«Ci sono oltre 7000 tirocinanti che non hanno tutele e lavorano traendo reddito in forma parziale. Più di 5 mila sono impegnati nei Tirocini di Inclusione Sociale nei Comuni. In questo momento, evidenziamo nel nostro comunicato una carenza di personale. Noi, ancora, non abbiamo ultimato l’operazione di stabilizzazione dei lavoratori Lsu (Lavori Socialmente Utili ndr). Questa stabilizzazione porterà ad un abbassamento delle ore lavorative anche per questi ultimi, che venivano da un contratto a tempo determinato da 26 ore settimanali. Per inserire tutti i lavoratori nel percorso di stabilizzazione, si è scesi a 18 ore. Di conseguenza, ci sarà anche un abbassamento dei redditi per questi dipendenti e i Comuni registreranno una diminuzione della forza-lavoro. La nostra richiesta di poter studiare una contrattualizzazione per i tirocinanti va dunque incontro anche alla carenza di personale negli enti pubblici».
– Dopo la riammissione di alcuni emendamenti per il decreto “Sostegni bis”, la problematica dei tirocinanti dovrà essere necessariamente affrontata con un confronto a livello nazionale. Il consigliere regionale Antonio De Caprio ha parlato di una discussione anche con il Governo, e ha evidenziato l’ottimo lavoro degli onorevoli Francesco Cannizzaro e Roberto Occhiuto, che hanno permesso la riammissione degli emendamenti e la riapertura del dialogo sul problema tirocinanti.
«Noi ci rivolgiamo alle forze parlamentari e al Governo per iniziative che possano risolvere determinate situazioni. Un confronto può essere utile per individuare nuove soluzioni e per chiarire i ruoli. All’inizio gli emendamenti del decreto “Sostegni bis” erano stati bloccati per un problema di pertinenza con il tema del provvedimento. Noi abbiamo richiesto anche una proroga di alcuni tirocini, per evitare una paralisi delle occupazioni dei lavoratori e delle attività negli enti pubblici. Con queste continue proroghe c’è il rischio di rendere questi tirocini eterni? È chiaro che questa situazione incancrenita sia presente. È importante avere un occhio per chi ha meno possibilità lavorative, come giovani e donne. Il concorso pubblico è essenziale per le occupazioni nelle pubbliche amministrazioni, ma negli ultimi anni c’è stato un blocco del turnover generazionale nei posti di lavoro. Inoltre, i servizi principali negli enti erano garantiti dai bacini dei dipendenti anomali, coloro che non sono stati tutelati per molti anni».
– La nota dell’Anci Calabria evidenzia anche le richieste e le possibili soluzioni per arginare questi problemi. In particolare lei, Presidente Candia, parla dell’importanza della distribuzione delle risorse.
«Auspichiamo una distribuzione più equa delle risorse a livello nazionale, che al momento sfavorisce la regione Calabria. Questa avveniva in proporzione alla spesa storica recente. È, invece, necessario basarsi sul fabbisogno effettivo di servizi sul territorio per comprendere meglio come attuare una distribuzione più equa. È anche una questione di buon senso e solidarismo. Per un periodo potrebbe esserci un trattamento diverso tra le regioni, ma sicuramente cruciale per compensare le evidenti problematiche in alcune zone del nostro paese. Si tratta di una soluzione, sostenuta dall’Anci, che avrebbe sviluppi positivi per tutta l’Italia. Fare dei tagli alle risorse o utilizzare il commissariamento sono due manovre che non potranno mai portare all’abbassamento del debito storico o alla risoluzione delle crisi occupazionali».
– Il Comune di Rende, guidato dal sindaco Marcello Manna, ha mandato una lettera al Premier Mario Draghi, ricevuta anche dall’Anci, per segnalare nuovamente la situazione complessa per i 7000 tirocinanti.
«Anche noi dell’Anci abbiamo ricevuto la lettera di Manna, che è membro del direttivo. Abbiamo avuto una serie di deliberazione dai comuni, chiamate dai sindaci e richieste da parte dei lavoratori. Noi non ci siamo concentrati nel comunicato sui singoli casi, perché la situazione è simile un po’ ovunque. Le testimonianze delle difficoltà sono numerose».
• Come commenta, infine, i segnali degli ultimi giorni, nei quali si sta tornando a parlare dei lavoratori anomali anche sul piano nazionale?
«Noi guardiamo, con fiducia, l’impegno dei parlamentari calabresi, che si spendono per fare luce sulle questioni concernenti la Regione. Se si mobilitassero tutti, ci sarebbe un’incidenza maggiore sulle azioni del governo. In questi giorni si è mosso qualcosa, anche in seguito alla segnalazione di Anci Calabria. Si sono registrate prese di posizione molto determinate da parte di lavoratori e gruppi sindacali, che hanno portato ad agitazioni in piazza. Se i tirocini restano fine a se stessi e non offrono effettivi sbocchi occupazionali, con gli attuali tirocinanti che non vengono contrattualizzati, prevarrà un senso di sconforto con danni sociali. Invece occorre offrire una prospettiva utile ai lavoratori e agli enti ospitanti, quindi alle comunità che beneficiano dei loro servizi». (pa)
Anci Calabria: Bisogna tutelare i sindaci a livello normativo
I sindaci vanno tutelati a livello normativo con un ampio e risolutivo intervento dello Stato. È quanto ha ribadito il vicepresidente Vicario di Anci Calabria, Francesco Cardia, sottolineando come «il dibattito nazionale che si è aperto sui “rischi” che coinvolgono i sindaci, e sulle contestuali difficoltà di trovare anche solo candidati credibili alla carica di primo cittadino, ha finalmente fatto emergere in tutta evidenza un problema annoso».
«Non è una sorpresa, purtroppo – ha detto Cardia – il caso della sindaca di Crema che ha ricevuto un avviso di garanzia per un incidente – per fortuna senza conseguenze – avvenuto in un asilo qualche mese fa. Siamo perfettamente consapevoli che l’avviso di garanzia è, appunto, una garanzia per l’indagato. Ma bisogna ribadire che un avviso di garanzia rappresenta anche una vera e propria mannaia dal punto di vista politico, considerando tutto quello che comporta sul piano dell’immagine, mediatico e anche, naturalmente, dell’impegno giudiziario. Non è possibile che il capo di un’amministrazione comunale “paghi” con un avviso di garanzia qualsiasi cosa succeda all’interno del territorio del suo Municipio».
«Questo – ha aggiunto – non vuol dire togliere ai sindaci ogni responsabilità: qualora ci siano profili di responsabilità, amministrativa e penale, è giusto che anche i sindaci vengano giudicati. Però va ribadito una volta per tutte che c’è anche un larghissimo spettro di possibilità in cui i sindaci, che delegano e non potrebbero fare altrimenti, su tante materie non hanno e non possono avere responsabilità dirette. Ci si potrebbe riferire, per fare un esempio, al sistema “allerta meteo”, che non lascia alcun margine ai primi cittadini. Ma anche il capitolo indennità, sempre esigue, certe volte pure ridicole, merita un approfondimento: un sindaco di un capoluogo – figuriamoci quelli dei piccoli centri – prende un quinto di un consigliere regionale o di un parlamentare, meno di un dirigente del suo stesso Comune, a fronte di un lavoro che dura 24 ore su 24».
«C’è un assoluto bisogno – ha concluso – che lo Stato risolva questi problemi e aumenti le tutele per quello che è giusto definire il lavoro più bello del mondo. I sindaci sono sempre in prima linea, sono il primo contatto per i cittadini, sono quelli che si assumono maggiori responsabilità, ma non hanno lo straccio di una legge che li tuteli sul serio. Sono servitori dello Stato, ma di fatto non hanno protezione». (rrm)
I sindaci di Anci Calabria contro la lenta agonia del S. Anna Hospital
I sindaci di Anci Calabria hanno predisposto un documento per stigmatizzare la gravissima situazione che si sta creando intorno al caso del Sant’Anna Hospital di Catanzaro che, continuando così, è destinato a una lenta agonia con evidenti disagi per i cittadini e il personale sanitario.
«La lettera – si legge nel documento – che il presidente facente funzione della Regione Calabria, Nino Spirlì, ha inviato nei giorni scorsi ai ministri Speranza e Lamorgese, chiedendo l’avvio di un’attività ispettiva al fine di fare chiarezza sul caso Sant’Anna Hospital di Catanzaro, ha rappresentato un’iniziativa necessaria per richiamare l’attenzione del Governo nazionale su una vicenda, dai risvolti complessi, che deve trovare una soluzione per il bene di tutti i calabresi.
Il presidente Spirlì, nella missiva, ha puntato il dito contro le responsabilità dell’Asp di Catanzaro che avrebbe espresso la volontà di non sottoscrivere con il management della struttura sanitaria il contratto 2020 sino alla risoluzione del contenzioso in essere. Il rischio concreto, dunque, è quello di impantanarsi in un groviglio burocratico che finirebbe per nuocere ai medici e ai professionisti che operano da anni, con risultati eccelsi, all’interno del S. Anna Hospital e, di conseguenza, ai tanti pazienti che possono godere di un’assistenza di alto profilo, in campo cardiochirurgico, restando nella nostra terra. Non si può, infatti, non considerare il pericolo che la sospensione prolungata dell’attività del presidio del Capoluogo potrebbe arrecare ai cittadini calabresi nel caso in cui si trovassero costretti ad andare fuori regione per curarsi.
La lenta agonia che il Sant’Anna sta subendo, inoltre, rappresenterebbe una ferita incolmabile dal punto di vista economico ed occupazionale, considerando l’importante indotto che la struttura assicura al territorio anche in termini di posti di lavoro.
I Sindaci, che sono i primi tutori della salute e del lavoro nelle nostre comunità, non possono, dunque, che condividere nello specifico la richiesta di Spirlì e associarsi nell’appello rivolto ai ministri affinché il Governo, dall’alto, prenda in mano la situazione superando l’impasse e assumendo le determinazioni indispensabili a tutela dei diritti dei calabresi. Tanto è emerso quest’oggi durante lo svolgimento del Consiglio Regionale di ANCI Calabria, nella cui occasione diversi Sindaci ed Amministratori hanno evidenziato la portata della vicenda che investe non solo il territorio catanzarese ma si riversa anche sugli ambiti delle altre provincie e sulle relative popolazioni». (rrm)