POLISTENA (RC) – Alla Fondazione Tripodi presentato il libro di Zecchi su Pier Paolo Pasolini

“L’inchiesta spezzata di Pier Paolo Pasolini. Stragi, Vaticano, Dc: quel che il poeta sapeva e perché fu ucciso”, è il titolo del libro di Simona Zecchi, presentato nella sala della Comunità Luigi Monti, grazie all’impegno della Fondazione Girolamo Tripodi fra il grande interesse di chi ha partecipato all’incontro.

La presentazione è stata aperta dal giornalista Rai Michele Carlino, moderatore dell’incontro, che ha ricordato l’importanza di Pier Paolo Pasolini, la sua capacità poliedrica di intellettuale a tutto tondo sempre vicino al mondo del sottoproletariato e degli ultimi. Pasolini negli anni ’70 ha rappresentato, forse, l’elemento culturalmente più avanzato, capace di mettere in crisi con il suo lavoro un sistema di potere che lui contrastava a viso aperto e che lo ha eliminato perché lo ha considerato pericoloso per la sua stabilità.

Subito dopo ha portato i saluti Michelangelo Tripodi, presidente della Fondazione Girolamo Tripodi, che ha ringraziato i relatori e i numerosi partecipanti per aver accolto l’invito della Fondazione.

Tripodi ha ricordato i vari momenti della rassegna culturale “Senza Memoria non c’è Futuro” che la Fondazione sta portando avanti (tra i quali l’incontro con Claudia Pinelli, figlia di Pino, e la proiezione del Docufilm “Pino, Vita accidentale di un anarchico” che si è svolto a Polistena il 14.01.2023; la proiezione del docufilm “Non è un caso, Moro” avvenuta il 25 marzo 2023 con la partecipazione del regista Tommaso Minniti; la presentazione del libro “Ustica & Bologna. Attacco all’Italia” di Paolo Cucchiarelli avvenuta il 23 settembre 2023 e il libro “L’estate del golpe – 1973, l’attentato a Mariano Rumor, Gladio, i fascisti. Tra Piazza Fontana e il compromesso storico” (Chiarelettere) di Stefania Limiti presentato il 28 ottobre 2023) che danno il senso di un progetto organico di approfondimento e riflessione su un tragico periodo che ha contrassegnato e, talvolta condizionato pesantemente e negativamente, la libertà e la democrazia nel nostro paese.

La tragedia dell’omicidio crudele e tribale di Pier Paolo Pasolini si inserisce pienamente nel quadro di quegli eventi, a partire dalla strage di Piazza Fontana. Simona Zecchi con il suo libro ha il grande pregio di fare definitivamente piazza pulita, con documenti e fatti inoppugnabili, del tentativo durato oltre quarant’anni di rappresentare l’omicidio di Pasolini come un omicidio a sfondo omosessuale per restituirci il reale movente, che è legato al ruolo di Pasolini e alla sua inchiesta su Piazza Fontana e sulle altre stragi che avevano insanguinato l’Italia dal 1969 al 1974: Pasolini era un personaggio scomodo che sapeva e, proprio per questo, doveva essere fatto tacere.

È poi intervenuto Giuseppe Auddino (Insegnante – già senatore della Repubblica) che ha sottolineato come sia necessario «che un libro del genere venga presentato nelle scuole per far conoscere ai ragazzi la vicenda di Pasolini perché sono ancora troppi quelli che non sanno e non conoscono. In Italia abbiamo una democrazia incompiuta proprio perché le verità sono state negate e solo grazie al lavoro meritorio di giornalisti e scrittori come Simona Zecchi noi cittadini siamo in grado di raggiungere sprazzi di conoscenza che altrimenti ci vengono negati e che sono invece fondamentali per lo sviluppo della vita democratica».

Ha preso poi la parola Simona Zecchi che ha ringraziato per l’accoglienza. «Nel mio viaggio lungo oltre 10 anni di questa inchiesta, nella quale ho pubblicato prima “Pasolini, Massacro di un poeta”, sono finita anche in Calabria dove negli anni ’70 si era svolto il processo per la strage di Piazza Fontana con diversi imputati di varia provenienza: tra questi c’era anche il capo del controspionaggio del Sid Maletti che ho intervistato e mi ha confermato la pericolosità, secondo un certo Stato, che rappresentava Pasolini per le denunce che faceva. Affrontare il caso Pasolini, che è un caso ancora aperto e, infatti, è stato indagato anche dalla Commissione Antimafia nella scorsa legislatura, rappresenta un modo per immergersi nello spaccato dei segreti italiani. Pasolini è il caso più aperto per antonomasia perché, oltre il processo, e le quattro indagini aperte e chiuse tra il 1985 e il 2015, nonostante ci sia stato un solo procedimento terminato nel 1979 con la condanna di Giuseppe Pelosi, ancora oggi rimane il cono d’ombra che nasconde gli autori dell’omicidio. L’inchiesta è aperta anche perché il concorso con ignoti del responsabile “ufficiale” dell’omicidio, che ha avuto l’avvocato pagato dalla Dc, è rimasto una falla aperta che non è stata mai chiusa. Per me questa inchiesta, lo scoprire il chi, il come e il perché è un po’ come togliere un mattone fradicio da una costruzione, come se togliendo questo mattone riguardante Pasolini venisse giù tutto, perché Pasolini aveva capito che si doveva indagare in una certa direzione e stimolava i giornalisti ad approfondire determinati ambiti».

Simona Zecchi ha poi parlato della corrispondenza, ritrovata e pubblicata nel libro, tra Giovanni Ventura e Pier Paolo Pasolini, della vicenda del furto delle bobine delle scene finali dell’ultimo film di Pasolini “Salò o le 120 giornate di Sodoma” avvenuto nell’agosto 1975 che lo scrittore voleva ritrovare e che sono state l’esca per il suo assassinio, ha evidenziato le analogie e i collegamenti esistenti tra il caso Pasolini e il caso Moro, fatti tragici avvenuti a distanza di due anni e mezzo l’uno dall’altro e rimasti entrambi avvolti nel segreto. Inoltre, la scrittrice ha fatto proiettare alcune foto del corpo martoriato di Pasolini e della scena del delitto all’idroscalo di Ostia che dimostrano in maniera inequivocabile come sul posto quella notte si trovassero più persone e più mezzi mobili (autovetture e motociclette), ricostruendo le varie fasi dell’assassinio ed anche evidenziando le armi che sono state utilizzate e che sono leggibili sul corpo di Pasolini, ma non sono mai state ritrovate. Simona Zecchi ha espresso un grande rammarico per il fatto che a suo parere la magistratura aveva tutti gli elementi per proseguire nelle indagini, ma, evidentemente per ragioni politiche, non ha voluto andare avanti per fare luce sull’omicidio, perché ciò avrebbe significato chiamare in causa le espressioni del potere costituito.

La Fondazione ringrazia i relatori e i numerosissimi cittadini che hanno partecipato a questo bellissimo momento di confronto e di approfondimento sulla vicenda tragica e drammatica di Pier Paolo Pasolini che ha segnato profondamente la vita del nostro paese e ha cambiato, chiaramente in negativo, il destino dell’Italia.
La Rassegna “Senza Memoria non c’è Futuro” proseguirà nel prossimo futuro con altri momenti importanti di incontro e di iniziativa. (rrc)

POLISTENA (RC) – In scena “Spartacu Strit Viù”

In scena questa sera, a Polistena, alle 21, all’Auditorium, lo spettacolo Spartacu Strit viù, viaggio sulla SS 106 ispirato alla lotta di Franco Nisticò, regia Luca Maria Michienzi con Francesco Gallelli e prodotto dal Teatro del Carro.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna Teatro chiama Terra di Dracma – Centro Sperimentale d’Arti Sceniche.

Conosciamo la strada che percorriamo tutti i giorni? E la strada di oggi è uguale a quella di ieri? È possibile che un mito della storia antica, come Spartacus, abbia in comune con uomini e donne del nostro tempo luoghi, aneddoti, oggetti, amicizie, morti? È impensabile affermare che la parabola umana e di lotta di Spartacus sia simile a quella di tanti nostri contemporanei, se non di noi stessi? Il carattere di queste domande potrebbe proseguire all’infinito, aprendo tentativi di risposta inimmaginabili.

E allora, scendiamo sulla strada. Non una strada qualunque, ma “La Strada”: la strada della morte, la SS 106 Jonica, che collega Reggio Calabria a Taranto. Una strada che diventa il pretesto per parlare di schiavitù, di sogni, di incontri umani, di paesaggi, di incidenti, di Beautiful, di mar Jonio, di lotta e di politica.

La strada che il nostro Spartacu, contemporanea incarnazione dell’antico lottatore/schiavo trace Spartacus, si trova a percorrere ogni giorno per andare a guadagnare quei pochi denari che gli occorrono per sperare di costruirsi un futuro e una famiglia. Sa che il suo destino è legato a questo viaggio quotidiano, che costantemente compie, sin da quando è piccolo, perché lui su questa strada ci è nato e per questa strada si batterà tutta la vita. Ed ecco così che la storia dell’eroe di epoca romana, che la leggenda vuole abbia compiuto imprese mirabili proprio in Calabria, si intreccia con quella dell’uomo d’oggi.

Una storia che si intreccia alla vera vita e alla lotta di Franco Nisticò, politico calabrese, originario di un piccolo paese della provincia catanzarese, Badolato, che, dopo essersi battuto con ogni mezzo per il miglioramento e l’ammodernamento della 106, per difendere i diritti di chi questa strada è costretto a farla ogni giorno, perde la vita al termine di un ultimo comizio tenutosi a Villa San Giovanni nel dicembre del 2009.

Un racconto drammaturgico questo di Spartacu Strit Viù, dove non esistono personaggi, ma solo storie universali, storie che accomunano i giovani e gli anziani, i classici e i moderni, il passato e il futuro. La vita e la morte. Sulla strada. Una scrittura scenica elaborata ed interpretata dal giovane artista calabrese Francesco Gallelli, che realizza questo secondo studio sul testo, passando dalla pagina scritta alla messa in scena, potendo avvalersi della collaborazione e del tutoraggio artistico di Luca Michienzi ed Anna Maria De Luca. (rrc)

POLISTENA (RC) – Sabato si presenta il libro “L’inchiesta spezzata di Pier Paolo Pasolini”

Sabato 3 febbraio, a Polistena, alle 18.15, nella Sala della Comunità “Luigi Monti”, sarà presentato il libro L’inchiesta spezzata di Pier Paolo Pasolini. Stragi, Vaticano, DC: Quel che il poeta sapeva e perché fu ucciso di Simona Zecchi ed edito da Ponte delle Grazie.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna culturale Senza memoria non c’è futuro, promossa dalla Fondazione Girolamo Tripodi.

Si parte con i saluti di Michelangelo Tripodi, presidente della Fondazione Tripodi. Interviene Giuseppe Auddino, insegnante e già senatore. Nel corso dell’evento, saranno proiettati slide e video a cura dell’autrice, presente all’incontro. Modera il giornalista Rai Michele Carlino.

A 45 anni dall’omicidio, con un pregevole lavoro di inchiesta, Simona Zecchi ha contribuito a riaprire di fatto il dibattito sul movente che condusse Pier Paolo Pasolini alla violenta morte in quel 2 novembre del 1975 e svela ciò che sin qui era rimasto celato.

Il libro L’inchiesta spezzata di Pier Paolo Pasolini porta, a sostegno della tesi che sostiene, una vasta serie di documenti, testimonianze, carteggi, storie ed analisi nuove che indicano come l’espediente utilizzato per condurlo al massacro (le bobine di Salò sottratte nell’agosto del 1975 e da lui tenacemente ricercate) avesse il preciso intento di spegnere definitivamente la sua voce e ancor di più la ricerca della verità sulle stragi, su tutte la strage di Piazza Fontana (1969). L’autrice, dopo aver mostrato nel libro Pasolini, massacro di un Poeta, edito nel 2015 dallo stesso editore, come e da chi è stato ucciso l’intellettuale, cancellando per sempre la pista a sfondo sessuale riconosciuta dall’unico processo, ha qui ricucito le parti spezzate di una indagine che si scopre Pasolini stava svolgendo.

L’inchiesta spezzata…, dunque, ci accompagna fuori dal campetto di Ostia e dal «complotto» fine a sé stesso. È una indagine complessa e doppia, perché affronta sì il movente dell’omicidio ma ne sviluppa anche i contenuti, inoltrandosi nel territorio della strategia della tensione in modo inedito e inserendo al suo interno la figura del poeta-giornalista, per fare luce su ciò che ancora non si conosce dei motivi dell’omicidio del più lucido e profetico tra gli intellettuali italiani.

Infatti, emerge chiaramente che negli ultimi mesi della sua vita Pasolini indossa i panni dell’investigatore preferendoli a quelli dello scrittore per «ragioni pratiche», come scrisse già dal 1971, e arriva dritto al cuore politico e finanziario delle stragi: dove DC, Vaticano e Cia si incontrano.

La tesi di Zecchi è che Pasolini fu ucciso per ciò che sapeva, vittima di una vera congiura: l’autrice sottolinea come l’intellettuale avesse negli ultimi tempi abbandonato il linguaggio della poesia in favore di uno “giornalistico”, più pratico per indagare sulla strage di Piazza Fontana e sui responsabili di quel “piano di destabilizzazione atto a stabilizzare il Paese (verso una posizione centrista o autoritaria a seconda delle cordate che avrebbero prevalso)”.

Nel libro Zecchi cita anche il celebre “Cos’è questo golpe”, l’articolo uscito nel novembre del 1974 sul Corriere della Sera noto come “Io so”, nel quale Pasolini afferma di conoscere i responsabili delle stragi che colpirono l’Italia di quegli anni, a partire da Piazza Fontana, la “madre” di tutte le stragi.

In questo lavoro di inchiesta, Zecchi riparte dalle lettere (pubblicate per intero per la prima volta) scambiate, negli ultimi mesi della sua vita, da Pasolini con Giovanni Ventura, neofascista ed editore accusato insieme ad altri della strage di Piazza Fontana, che voleva inviargli dei documenti con rivelazioni “scottanti”. Da lì, l’autrice ricostruisce un puzzle dalle tinte fosche e sulla base di incontri, ricerche, studi e riflessioni, svela collegamenti, fa nomi e cognomi: dall’accerchiamento del poeta da parte delle frange estremiste di destra alla rivelazione del nome del politico di cui Pasolini avrebbe potuto scrivere se non fosse stato ucciso (Mariano Rumor, presidente del consiglio in carica quando ci fu la strage di Piazza Fontana), dai “lavori sporchi” dell’Anello (“un super-servizio segreto occulto dipendente direttamente dalla Presidenza del Consiglio”, scrive) retto da Giulio Andreotti alle connessioni tra strategia della tensione e mondo culturale, dalle origini dei finanziamenti delle stragi al ruolo del Vaticano, della Cia e delle mafie a sostegno dell’eversione nera. (rrc)

POLISTENA (RC) – Danza, il Discobolo stravince a Rende e vola in Spagna

La danza di Polistena si fa valere a Rende e vola in Spagna. Una pioggia di premi e di borse di studio per gli allievi del Centro Danza il Discobolo di Polistena diretto da Rossella D’Agostino. La Scuola si è presentata al Resilienza Cosenza edition organizzato da Opes Danza con sei coreografie tutte finite sul podio, portando a casa ben 5 primi premi e un terzo posto, oltre a numerose borse di studio per Roma Cinecittà e una borsa di studio al 100 percento per il Barcelona dance competition.

Grande soddisfazione per tutti gli allievi e per le coreografe Rossella D’Agostino e Jlenia Furfaro che, in questa rassegna, hanno raggiunto traguardi oltre ogni aspettativa.

Una giornata veramente speciale per i tanti ballerini giunti ieri da molte parti d’Italia, un’occasione unica per immergersi nel mondo della danza sul palcoscenico del Teatro Garden di Rende, luogo scelto dall’organizzazione del circuito internazionale Opes Danza.

La responsabile del Centro Danza, nonché direttore Artistico nel complimentarsi con i ballerini, esprime tutto il suo compiacimento per le emozioni che ognuno di loro ha saputo dare su un palco così importante.

Grande soddisfazione, dimostrata con l’entusiasmo espresso al momento della premiazione per Sara Iannizzi, Sofia Iannizzi, Nicole Mammola, Martina Romeo, Serena Ieraci e Francesca Mileto che si sono esibite con la coreografia “City Dance” ottenendo un brillante terzo posto e la borsa di studio per l’Internazional Dance competition che si terrà a Cinecittà World il prossimo 11 maggio.

Primi classificati Karol Gambettola, Martina Ascone, Mariapia Marcucci, Elisia Albanese, Michela Greco, e Chiara Colaciuri con “La Canzone di Marinella” così come Viola Boreale, Annarita Condoluci, Giorgia Vecchié, Giulia Tigani, Alessandra Pepe, Giorgia Iannello e Alice Barbara Ciardullo con “Sogni Appesi” e come Viola Boreale, Chiara Colaciuri, Bernadette Condoluci, Rita D’Agostino, Michela Greco, Raissa Giovinazzo, Beatrice Petrollini, Giorgia Iannello, Giulia Romeo, Giulia Tigani e Daniel Zito con la coreografia “One Boy and ten girls”. Nella Categoria “Assolo” ottima prestazione di Raffaele Gargano che con la sua coreografia “Euforia (ingresso nel vortice)” ha ottenuto il primo posto. Tutti i vincitori hanno ottenuto il passaggio all’International Competition di Roma.

Particolare soddisfazione per la coreografia “Don Raffaè” che con Elisa Morano, Aisha Napoli, Francesca Ammendolia, Jlenia Furfaro, Giorgia Leoni, Alessia Curatolo, Alessia Nasso e Alessandra Condoluci che ha vinto la categoria con un meritatissimo primo posto eha ottenuto la borsa di studio al 100 percento per il Barcelona Dance Experience che si svolgerà dal cinque all’otto settembre 2024 a Lloret de Mar in Spagna. (rrc)

POLISTENA (RC) – In scena all’auditorium comunale “Abattoir Blues”

Uno spettacolo dove si uniscono più arti. Questo si vedrà nel prossimo appuntamento di “Teatro chiama Terra”, la nuova stagione di Dracma – Centro sperimentale d’arti sceniche all’auditorium comunale di Polistena.

In programma il 19 gennaio alle ore 21.00, “Abattoir Blues”: regia di Adrian Schvarzstein, di e con Luigi Ciotta che porta nuovamente all’attenzione dello spettatore un tema caldo dei nostri tempi: il maltrattamento degli animali negli allevamenti intensivi e il rapporto ambivalente con la carne, ai giorni nostri caratterizzato da sempre nuovi tabù. Uno spettacolo in cui non si vuole puntare il dito contro qualcuno. Il tema è l’uomo con le sue contraddizioni e debolezze nell’affrontare i sentimenti più oscuri della sua anima, della sua parte più bestiale, rappresentata appunto dal suo rapporto con gli animali in scena.

Il protagonista è un semplice lavoratore di un macello che subirà profondi cambiamenti nel corso dello spettacolo. Una persona dai tratti borderline, sola, che trascorre la vita in mezzo ad animali, vivi e morti. Il suo è un lavoro alienante, ripetitivo, che si presta alla coreografia del movimento e alla giocoleria per esprimere la sua tensione relazionale con la vita, sospesa tra la gravità e la morte. Gli animali, vivi e morti, sono gli unici compagni di questo suo fare, ed è con loro che si rapporta in ogni momento, in un gioco di proiezioni in cui vittima e carnefice vedono i propri ruoli invertirsi progressivamente.

In “Abattoir Blues” non c’è un giudizio sul personaggio e le sue azioni: il suo è puro istinto di sopravvivenza, una danza continua tra le azioni da compiere per realizzare il suo mestiere di artigiano.

Tutto questo in chiave comica, grottesca e surreale, secondo le regole del buffone e del clown. Lo spettacolo unisce teatro di figura, circo, teatro fisico e comicità in una dimensione in cui le parole cedono il passo a suoni, versi e rumori, sia registrati che dal vivo.

La componente visiva di “Abattoir Blues” è di forte impatto e influenza la drammaturgia e la scenografia. Lo spettacolo ruota intorno ad un caotico carro trasporto bestiame (con in vista numerosi animali da fattoria di plastica, lattice e peluches) che si aprirà per svelare al suo interno un secondo ambiente freddo e asettico: un mattatoio simile a una cella frigorifera in cui regnano luci al neon, acciaio, teli di plastica cerata e piastrelle bianchissime.

La stagione teatrale di Polistena 2023/2024 è sostenuta da Ministero della Cultura, Regione Calabria e Comune di Polistena. (rrc)

POLISTENA (RC) – Domani lo spettacolo “Che ci faccio qui – in scena”

Domani sera, a Polistena, alle 21, all’Auditorium Comunale, in scena il giornalista Domenico Inannacone con Che ci faccio qui – in scena.

L’evento rientra nell’ambito degli appuntamenti della stagione di Dracma – Centro Sperimentale d’Arti Sceniche. Iannacoce porterà sul palcoscenico le sue storie, il suo viaggio tra gli invisibili e le sue inchieste morali.

Il racconto televisivo neorealistico di Domenico Iannacone si cala nel teatro di narrazione e trasforma le sue inchieste giornalistiche in uno spazio intimo di riflessione e denuncia. Il palcoscenico diventa luogo fisico ideale per portare alla luce quello che la televisione non può comunicare. Le storie così riprendono forma, si animano di presenza viva e voce e tornano a rivendicare il diritto di essere narrate. Iannacone rompe le distanze, prende per mano lo spettatore e lo accompagna nei luoghi che ha attraversato, lo spinge a condividere le emozioni, i ricordi, la bellezza degli incontri e la rabbia per quello che viene negato. Il teatro di narrazione diventa in questo modo anche teatro civile in grado di ricucire la mappa dei bisogni collettivi, dei diritti disattesi, delle ingiustizie e delle verità nascoste. Mentre le immagini aprono squarci visivi, facendoci scorgere volti, case, periferie urbane ed esistenziali, le parole dilatano la nostra percezione emotiva e ci permettono di entrare, come una voce sotterranea, nelle viscere del Paese.

Dalla televisione al teatro, la produzione firmata Teatro del Loto – Teatri Molisani, che ha fatto registrare nelle scorse settimane il sold out in tutta Italia, porterà il giornalista molisano a cimentarsi in questo apprezzato format teatrale, trasformando il racconto giornalistico in un percorso intimo, interiore, creando al contempo una dimensione comune di confronto e riflessione con il pubblico. La scena racchiude così un più puro distillato dell’esperienza televisiva, portando l’immagine a farsi voce, mentre la suggestione diviene coscienza civile e collettiva. (rrc)

POLISTENA (RC) – Il concerto del Pastor Ron Gospel

Domani sera, a Polistena, alle 21, alla Chiesa di Maria SS. Immacolata, si terrà il concerto de l Pastor Ron Gospel.

L’evento rientra nell’ambito della stagione musicale di Ama Calabria organizzata in collaborazione con l’Associazione culturale Marafioti.  Protagonista dell’evento musicale il Pastor Ron Gospel Show realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura direzione Generale dello Spettacolo e dall’Assessorato Regionale alla Cultura.

Il Pastor Ron Gospel Show è molto più di un classico concerto di Natale, perché sarà arricchito dal grande divertimento assicurato con l’esilarante personalità del pastore Ronald Hubbard. Lo show del Pastor Ron può essere definito la perfetta “gospel experience”. Un concerto dove il pubblico viene coinvolto sin dalle prime note, viaggiando con disinvoltura dal gospel più tradizionale a quello contemporaneo. Un modo per conoscere sino in fondo le origini di questo genere, passando dai brani più spirituali sino alle versioni più moderne e scatenate capaci di intrattenere chiunque li ascolti.

Il “Pastor Ron Gospel Show” ha tutte le carte in regola per essere lo spettacolo perfetto che anticipa l’arrivo del nuovo anno. Sul palcoscenico, infatti, non mancheranno i tipici canti natalizi come “Oh Holy Night” e “Silent Night”, o i brani dei grandi artisti della black music come Ray Charles (“Jesus on My Mind”) e Bill Withers (“Lean On Me”). Sarà impossibile non cantare col coro gospel canzoni che sono entrate nel nostro quotidiano, come “Imagine” di John Lennon, “When the saints go marching in” e “Happy Day”.

Pastor Ron Hubbard porterà sul palcoscenico anche alcuni brani composti da lui. A completare il quadro frizzante dello spettacolo, ci saranno anche altri 6 artisti, fra cantanti e band: James Edward Penn Jr., Lacretia Tierra Bolden, Latoya Tinese Thomas, Myisha Raeshayle Godfrey, Willie Charles Mc Millon III e Derek Lamont Wideman.

Il Pastore Ronald Hubbard, grazie alla sua personalità vivace e carismatica, è divenuto una delle figure più conosciute nel panorama gospel internazionale. È conosciuto come “Triple Man” non solo perché sa cantare, ballare e recitare, ma anche perché è ispirato dalla Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. Va in giro per l’Italia con il suo show sin dal 2010 esibendosi su prestigiosi palcoscenici come l’Auditorium Parco della Musica di Roma, la Piazza Santissima Annunziata di Firenze, il Palasport di Mestre e il Toscana Gospel Festival. È sempre più richiesto nelle città italiane anche per la sua grande capacità di coinvolgere ogni genere di pubblico. Nella sua carriera vi è anche il teatro, agli inizi è stato il primo artista afroamericano ad interpretare “Peter Pan”, oltre ad avere ruoli importanti in “Fences”, “Charlotte’s Web” e “Il Barbiere di Siviglia”. (rrc)

POLISTENA (RC) – Venerdì si presenta il libro di Antonio Floccari

Venerdì 29 dicembre, a Polistena, alle 18, al Centro di Aggregazione Sociale, sarà presentato il libro Girolamo Tripodi e Polistena — Una vita per l’emancipazione di un popolo di Antonio Floccari.

L’evento è promosso dalla Fondazione Girolamo Tripodi. All’iniziativa interverranno: Mara D’Agostino Floccari (curatrice del libro), Antonino Romeo (storico) e Michelangelo Tripodi (Presidente della Fondazione).

Nel corso della serata sarà proiettato il video “Girolamo Tripodi, storia di un ideale” realizzato da Tania Filippone, Cinzia Messina, Tina Tripodi e Pasquale Zumbo.

Il libro, che rappresenta l’ultimo lavoro del compianto prof. Antonio Floccari, deceduto poco più di tre anni fa, è stato pubblicato grazie all’impegno congiunto della Fondazione Girolamo Tripodi e della Città del Sole Edizioni.

Questo lavoro mette in luce, fin dal titolo, il profondo rapporto tra Girolamo Tripodi e Polistena, mantenuto sempre saldo nel percorso di tutta la sua vita e divenuto nel tempo, specie nei suoi oltre 31 anni di Sindaco della città, strumento fecondo di crescita sociale e di progresso civile e culturale per l’intera comunità. (rrc)

 

POLISTENA (RC) – Milito: «La questione della Fondazione Its Pegasus ha dell’incredibile»

«Ho sempre agito, gratuitamente, nell’interesse della Fondazione e lo farò anche nella difesa della vera legalità, che oggi appare molto opaca».

Franco Mileto, all’indomani del Consiglio Comunale di Polistena che si è occupato dell’annullamento della nomina del Presidente dell’Its Pegasus dopo essersene completamente dimenticato per un decennio, ritiene necessario fare chiarezza, «sugli incomprensibili accadimenti che hanno determinato tutta questa vicenda».

«Naturalmente, ognuno si dovrà assumere le proprie responsabilità, – dichiara Mileto – anche personali, nel caso di perdita delle somme riconosciute alla Fondazione che ad oggi ammontano a € 3.918.523,14 per progetti già avviati».

«Nella ricostruzione dei fatti posso affermare – dice Franco Mileto – che la questione della Fondazione ITS Pegasus ha qualcosa di veramente incredibile! Dopo una regolare elezione del Presidente nella data del 22.10.2022 (verbale n. 34) il Sindaco di Polistena ed altri due soci fondatori proponevano un esposto alla Prefettura, che, però, non riteneva di intervenire. La segnalazione eccepiva che lo statuto non prevede la figura del Presidente facente funzioni, e che quindi tutte le attività da me svolte, ovviamente a titolo gratuito come dichiarato all’atto della nomina, erano da considerarsi illegittime pur essendo stato nominato dalla Giunta prima e poi dall’Assemblea. Va da sé che le complesse fasi successive alla vacatio del 7 maggio 2022 non sono state da me affrontate con leggerezza, ma sono state supervisionate da fior di docenti di Diritto Amministrativo proprio a tutela della legalità e dell’onorabilità di chi, per spirito di servizio e senza alcun interesse personale, si è speso per dare un futuro all’ Istituto Tecnico Superiore Pegasus di Polistena in tempi di vacche magre e ben prima che le sirene dei fondi Pnrr apparissero all’orizzonte».

«A distanza di oltre un anno, – continua Mileto – in data 30.10.2023, la Prefettura, nella persona del viceprefetto vicario dott.ssa Maria Stefania Caracciolo, chissà per quale non comprensibile ragione, instaurava procedimento amministrativo per l’annullamento della mia nomina. Venivano presentate osservazioni come per legge sulla illegittimità del provvedimento suddetto, ma queste sembra non siano state neppure esaminate, non emergendo nel successivo atto del 30.11.2023, con il quale il nuovo Prefetto, dott.ssa Clara Vaccaro, disponeva l’annullamento del verbale n. 34/2022 e, quindi, della regolare elezione del Presidente. In data 05.12.2023, il Prefetto nominava come Commissario ad acta la dott.ssa Maria Stefania Caracciolo, che aveva già manifestato pubblicamente il proprio orientamento! Questa fissava l’assemblea per la nuova elezione del presidente per la data del 18.12.2023, senza, però, invitare i soci riconosciuti e nominati con il verbale n. 35 del 30.11.2022, facendo intendere che tutti gli atti successivi alla delibera n. 34 del 22.10.22 erano da ritenersi nulli».

«La conseguenza disastrosa – conclude Mileto – è che si verrebbero a perdere i finanziamenti ottenuti dalla Fondazione di complessivi € 3.918.523,14 per diversi progetti presentati nel frattempo. L’articolo 25 c.c. applicato parla di atti contrari all’interesse dell’ente ed ancora non appare comprensibile quali possano essere, se il tutto è stato regolarmente deliberato, sempre all’unanimità, da una affollata, sovrana assemblea di Soci qualificati, liberi, equilibrati e disinteressati (Capisco che questa felice contingenza possa stupire i non avvezzi, ma tant’è) e regolarmente trasmesso alla Prefettura subito dopo il 22.10.2022! Mi chiedo se perdere progetti per € 3.918.523,14 sia un interesse dell’ente oppure se dietro questa nebulosa vicenda vi sia altro». (rrc)

POLISTENA (RC) – Il concerto di solidale “Musica a corte”

Sabato 16 dicembre, a Polistena, alle 18.30, a Palazzo Grillo, si terrà il concerto solidale Musica a corte, organizzato da Le Corti – dimora storica, in collaborazione con l’Istituto Giuseppe Rechichi di Polistena e l’ASP di Reggio Calabria e il cui ricavato sarà devoluto interamente al reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Maria degli Ungheresi per l’acquisto di strumenti clinici di precisione.

Le musiche saranno eseguite dal Professor Bruno Gallo e dalla Professoressa Irene Tripodi insieme agli allievi: Venusia Valensisi, Luca Napoli, Chiara Timpani, del Liceo Rechichi di Polistena.

Un evento che mette insieme la scuola, l’impresa privata e il sociale della città di Polistena e che apre al pubblico la corte interna di Palazzo Grillo – dimora storica, ristrutturata dalla famiglia Romeo la cui inaugurazione è avvenuta lo scorso luglio.

«Già in occasione dell’apertura di Palazzo Grillo – dice Antonello Romeo – avevamo manifestato la volontà di creare eventi di valore che favorissero occasioni di incontro sociale e culturale per la nostra Polistena. Vivere insieme un gesto d’amore in musica è un modo per avvicinarci al Santo Natale con senso di comunità e attenzione verso le persone più fragili – dice ancora l’imprenditore –. La collaborazione virtuosa tra il Liceo Rechichi, grazie alla Dirigente dr.ssa Francesca Maria Morabito, il buon dialogo instaurato con il reparto di Pediatria dell’Ospedale di Polistena, diretto dalla dott.ssa Maria Rosa Calafiore e con i vertici dellA PS il Direttore Generale dott.ssa Lucia Di Furia e il direttore sanitario Aziendale dott.ssa Anna Maria Renda e la nostra realtà d’impresa vuole essere l’occasione per generare una carezza collettiva e simbolica con la quale augurare a tutti e tutte Buone Feste».

«Da parte nostra – dice la referente della Direzione Sanitaria Aziendale, dott.ssa Francesca Liotta – vanno i ringraziamenti per la generosità del gesto che accresce le potenzialità dell’ospedale». (rrc)

Per partecipare al concerto e contribuire alla raccolta fondi è necessario prenotare tramite il ticket ad offerta volontaria reperibile alla reception di Palazzo Grillo, all’Istituto Rechichi e al reparto di Pediatria dell’ Ospedale di Polistena.