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A dicembre esce la rivista “Lamezia Storica”, ideata da Vincenzo Villella

Lamezia Storica rivista

Si intitola Lamezia Storica la rivista quadrimestrale a colori ideata e diretta dal giornalista, storico, scrittore e ex docente Vincenzo Villella, che uscirà dal mese di dicembre e edita da Grafichéditore di Antonio Perri.

80 pagine di colori, che raccontano non solo la cultura regionale, ma che vogliono, anche, invogliare al turismo e alla conoscenza del territorio prima di tutto noi calabresi e, ovviamente, tutti coloro che (specialmente se veri intenditori) possano e vogliano immergersi (provenienti dal resto d’Italia e dall’estero) proprio nella terra dove è nato il nome Italia.

«Il titolo Lamezia Storica – ha scritto Villella – non è restrittivo e limitato alla sola città nata dai tre ex comuni di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia, ma intende riguardare tutto il comprensorio e la millenaria storia comune. Lamezia con tutti i comuni del comprensorio ha condiviso e condivide la cultura, le tradizioni, la storia. La rivista vuole evidenziare proprio questa identità storico-culturale ultrasecolare di un territorio dove non sono distinguibili confini fisico-geografici fra i comuni, ma, al contrario, esiste una polarità urbana che ha superato da tempo anche i confini amministrativi».

«Per troppi anni – ha aggiunto – il nostro territorio, come tutta la Calabria, ha obliato o addirittura cancellato le proprie origini nella convinzione che, così facendo, fosse possibile conquistare la modernità e mettersi al passo con gli altri. Ora non è più così perché si è presa coscienza che la forza e la risorsa di un popolo stanno nella capacità di saper rendere disponibili nel presente i valori del passato. La storia che vogliamo raccontare è quella richiamata dalla nuova filosofia dello Slow Tourism, del turismo lento, sostenibile».

«Ci mettiamo nei panni di un turista – ha proseguito – che viene a visitare i nostri luoghi e che vuole conoscerne la vera essenza, godersi appieno il luogo visitato, conoscerne la storia, le tradizioni, gli usi, i costumi, in modo che gli rimanga un ricordo indelebile dei luoghi visitati, arricchendo la sua esperienza di emozioni e sensazioni indimenticabili. Non si tratta di ritrovare paradisi perduti di fronte alla modernità deviante».

«La riscoperta del passato e delle sue tradizioni – ha detto ancora – non la intendiamo come nostalgica opera di museificazione di una ricchezza intangibile da ammirare con rimpianto, ma deve offrire alle comunità lo stimolo per ricercare un’identità rinnovata».

«L’approccio corretto alla identità locale – ha aggiunto — è quello che la assume e la fa propria attraverso gli strumenti della ricerca storica. Il registro di una corretta lettura dell’identità locale non è quello del tradizionalismo, bensì un approccio critico per recuperare la cultura del territorio per il presente in vista del futuro. Non si tratta, cioè, solo di rivendicare una identità, ma di costruirvi dei progetti. Occorre ricercare nuove connessioni tra la memoria storica delle comunità e le nuove vocazioni che possono scaturire nel territorio dai cambiamenti economici e sociali».

«Bisogna, cioè – ha concluso – valorizzare le tracce del passato in una prospettiva dinamica e di attualità. C’è tutta una cultura nei nostri paesi che deve essere riportata alla luce e riutilizzata affinché possa vivificare le comunità, dando loro la vita come nel passato».

«Abbiamo accolto con convinzione ed entusiasmo – ha spiegato l’editore Perri – l’idea di Vincenzo Villella di dar vita ad una rivista quadrimestrale di storia, che, partendo dal territorio lametino, riguardasse tutta la regione. Non una storia di reminiscenze e aneddoti localistici, ma una narrazione tesa ad evidenziare la identità dei luoghi, le loro vocazioni anche in una prospettiva di valorizzazione turistica».

«Far emergere il ricco patrimonio storico, artistico ed ambientale – ha aggiunto – a beneficio sia degli abitanti dei luoghi, che, consapevoli o inconsapevoli, ne ignorano il valore e le potenzialità, sia del sempre più crescente turismo che ogni anno porta nella nostra regione migliaia di visitatori».

«La nostra giovane casa editrice, fortemente convinta del valore della storia del nostro territorio – ha proseguito – ha aperto ben tre collane di storia e di memoria. Questo perché sappiamo bene che una cultura che non valorizza e non trasmette la propria memoria è destinata alla cancellazione storica. Bisogna dare voce, immagine e identità al passato del nostro territorio. Una rivista, diretta non agli specialisti, ma a tutti, intende dimostrare il valore formativo della storia locale».

«Si propone, anche – ha evidenziato – di lanciare un messaggio agli insegnanti: l’insegnamento della storia locale contribuisce alla formazione civica dei futuri cittadini. La conoscenza della storia locale risulta utile e necessaria per superare il progressivo spaesamento che sembra caratterizzare sempre più soprattutto le nuove generazioni».

«Se il passato interessa poco – ha concluso –  nascono generazioni senza radici, facilmente plasmabili. Questa nostra rivista, fatta di articoli stimolanti e di fotografie attraenti, certamente può far amare la nostra storia e la può far conoscere a chi viene a visitare i nostri splendidi luoghi». (rcz)

 

 

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