Grande distribuzione Calabria, Maiora prevede 100 assunzioni nel Centro Sud

Maiora Despar Centro-Sud ha consolidato il proprio percorso di crescita nel 2022 con un bilancio di esercizio che ha registrato un giro di affari alle casse pari a 987 milioni e una crescita dei ricavi che si attesta sul +7,2% rispetto all’anno precedente.

Il Gruppo pugliese, con sede a Corato (Ba), attivo nella Gdo in Puglia, Basilicata, Molise, Calabria, Campania, Abruzzo e Lazio con oltre 500 punti vendita (diretti e indiretti) e 7 Cash & Carry, ha confermato il trend in ascesa nonostante l’aumento esponenziale dei costi energetici che hanno gravato pesantemente per tutto il 2022 sulla gestione economica.
L’estrema incertezza sul fronte interno e internazionale, unita all’aumento considerevole dell’inflazione che ha determinato un rialzo dei prezzi sui beni alimentari, non hanno scalfito i piani di Maiora e la credibilità nei confronti dei consumatori. Massimo è stato, infatti, l’impegno per difendere il potere d’acquisto delle famiglie mediante una politica di contenimento dei prezzi e di rinuncia ad una più alta marginalità.

Il 2022 è stato caratterizzato da un importante impulso alla ristrutturazione della rete e alle nuove aperture, consolidando il piano di restyling dei punti vendita. Nell’anno precedente sono stati investiti circa 20 milioni, aumentando la somma programmata. Con questo trend di spesa, sarà superato considerevolmente lo stanziamento di 70 milioni previsti dal piano quinquennale 2021/2025 di Maiora, finalizzato allo sviluppo della rete Despar al Centro-Sud.
Nel 2023 è programmata l’apertura di 40 nuovi punti vendita (tra gestione diretta e indiretta) e la ristrutturazione di 32 store (diretti e indiretti). Il piano di crescita riguarderà anche il canale Cash & Carry che, nel mese di giugno, vedrà salire a 8 i punti vendita Altasfera nel Mezzogiorno con l’apertura a Reggio Calabria (a cui si aggiungono i negozi di Corato, Molfetta, Manfredonia, Laterza, Crotone, Monopoli e Lecce), potenziando così il presidio in Calabria.
Il piano di sviluppo 2023 prevederà anche la nascita di un nuovo Centro di Distribuzione in Campania che sarà attivo nel secondo semestre dell’anno.

Maiora ha inoltre ufficializzato l’ingresso nel canale Discount grazie alla joint venture con Ergon, partita nello scorso gennaio da cui è nata ARDita, una società che ha come obiettivo la realizzazione di punti vendita Ard Discount sia diretti che affiliati in Puglia e nelle altre regioni presidiate già da Maiora.
Obiettivi prestigiosi per la nuova realtà, tra cui l’apertura nel 2023 di circa 10 nuovi punti vendita, oltre ai 3 già attivi.

Le risorse umane sono una delle voci più importanti del piano di sviluppo di Maiora che conta, ad oggi, oltre 2.500 dipendenti (di cui il 50% donne). Nel 2023 l’azienda prevede l’inserimento di oltre 100 assunzioni, da impiegare nella gestione delle nuove aperture.

Maiora è stata la prima azienda della Grande Distribuzione italiana ad aver ottenuto nel 2022 la certificazione “Equal Salary”, con cui si certifica l’assenza di gap retributivo tra i collaboratori, donne e uomini, che a parità di qualifica, svolgono uguali mansioni. La strada tracciata nel rispetto delle sue politiche di equità salariale rappresenterà anche nel 2023 l’incentivo ad una gestione aziendale naturalmente paritaria, fondata su equità e meritocrazia.

«L’anno che ci siamo lasciati alle spalle – spiega Pippo Cannillo, Presidente e Amministratore Delegato di Maiora – non è stato particolarmente clemente ma siamo andati avanti seguendo i nostri piani, senza alcun tentennamento. Noi imprenditori abbiamo l’obbligo di continuare ad investire e pensare al futuro. Maiora ha un ruolo importante nel territorio e oltre agli investimenti in sostenibilità, ha portato avanti una politica di contenimento dei prezzi in tutta la rete per difendere il potere d’acquisto della nostra comunità. La nostra attenzione è rivolta tanto ai clienti quanto alla nostra popolazione aziendale, come attestato anche dall’ottenimento della certificazione Equal Salary e dai diversi progetti in cantiere». (rcz)

Fistel Calabria, Bifano è il nuovo segretario generale

Il consiglio generale della Fistel Cisl Calabria, alla presenza del Segretario Nazionale Fistel Alessandro Faraoni e del Segretario Regionale Cisl Tonino Russo, ha eletto Gianluca Bifano quale nuovo Segretario Generale della Fistel Cisl Calabria. Bifano succede a Francesco Canino che, dopo 11 anni alla guida della Federazione Regionale, andrà a ricoprire il ruolo di Coordinatore Nazionale Fistel dei Crm/Bpo (Call Center). Confermati gli altri componenti di Segreteria: Cristina Spadafora, Marco Loreto e Maurizio Nobile.

«Assumo questo incarico consapevole della grande responsabilità che comporta – ha detto Bifano -. Questo è un momento molto difficile per l’intero settore e la Calabria è attanagliata da tante crisi aziendali che mettono a rischio la tenuta occupazionale. In questo contesto come Fistel Calabria dovremo continuare ad essere il punto di riferimento per tutti i lavoratori che rappresentiamo e per questo sarà necessario che tutto il gruppo dirigente esprima al massimo le proprie potenzialità. So di raccogliere una eredità pesante perché in tutti questi anni Francesco Canino ha guidato con autorevolezza questa organizzazione, proiettandola ad essere un punto di riferimento nel panorama sindacale calabrese».
Francesco Canino ha rimarcato l’importanza di dare continuità al lavoro fin qui svolto: «Bifano è un sindacalista capace che conosce perfettamente l’organizzazione ed ha maturato in questi anni una grande esperienza sul campo. Tutta la segreteria dovrà affrontare sfide difficili nel prossimo futuro ma ha capacità e competenze tali per poterle superare senza difficoltà. Per quanto mi riguarda, nel nuovo ruolo di coordinatore nazionale dei Crm/Bpo potrò essere maggiormente di aiuto e supporto nella risoluzione delle vertenze oggi aperte in Calabria».

Per il Segretario Generale della Cisl Calabria Tonino Russo essendo la Calabria una terra dove si sono insediate le più importanti aziende di call center è importante il lavoro che Canino svolgerà a livello nazionale.

Ha concluso i lavori il Segretario Generale Fistel Alessandro Faraoni che dopo gli auguri a Bifano per l’incarico ha spiegato che la scelta di nominare Francesco Canino quale coordinatore nazionale nasce dalla sua esperienza diretta sul campo che sicuramente si renderà preziosa nel lavoro di crescita degli operatori impegnati nel settore call center. (rcz)

Antonella Mancuso eletta presidente del Comitato per l’imprenditorialità femminile della Camera di Commercio Cz, Kr, Vv

Antonella Mancuso è stata eletta presidente del comitato per l’imprenditorialità femminile della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. L’organismo è stato insediato questa mattina e nella sua prima seduta ha proceduto all’elezione della presidente, Antonella Mancuso, e della vicepresidente, Giovannella Famularo.

La designazione è avvenuta per acclamazione da parte delle dieci componenti del comitato: Simona Drosi, Giovannella Famularo, Giuliana Furrer, Antonella Mancuso, Emanuela Milone, Angela Mungo, Stefania Oliverio, Jessika Penna, Lucia Talotta e Nancy Valente.

Il comitato annovera tra le proprie finalità quella di sostenere l’imprenditoria femminile nelle tre province di competenza dell’ente camerale. Un obiettivo che è stato dichiaratamente abbracciato dalla presidente e da tutto il comitato già all’atto dell’insediamento. «Questa mattina abbiamo avuto la fortuna e l’opportunità di confrontarci, scoprire i talenti di cui ciascuna di noi è dotata e comprendere in quale direzione indirizzare con incisività le azioni del comitato» ha dichiarato Antonella Mancuso. «Abbiamo voglia di lavorare talmente bene da rendere in futuro superflua la previsione di simili organismi declinati al femminile».

Tra le prime attività che il comitato per l’imprenditorialità femminile intende svolgere vi sono incontri da organizzare sui tre territori: «Abbiamo voglia di conoscere tutte le imprenditrici che operano nelle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia per poter creare una piattaforma programmatica su cui lavorare in maniera sinergica». Ascolto sarà la parola d’ordine dell’organismo: «Vogliamo ascoltare il vissuto e le difficoltà di altre donne e imprenditrici ma soprattutto ascoltare le loro idee per poter formulare dal basso un piano strategico che guidi le azioni delle istituzioni. In tal senso, è necessario far comprendere che la Camera di Commercio è aperta a tutti» ha concluso la presidente Antonella Mancuso.

«Sentiamo spesso parlare di comitati per l’imprenditorialità femminile o per le pari opportunità ma spesso si tratta di organismi che tendono alla rivendicazione» ha dichiarato il segretario generale della Camera di Commercio, Bruno Calvetta. «Io penso, al contrario, che l’obiettivo verso cui dovrebbero tendere le imprenditrici non sia la difesa della categoria ma l’affermazione dei valori della donna in quanto persona».

Grande soddisfazione è stata espressa dal presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia che ha formulato gli auguri di buon lavoro alla presidente, alla vicepresidente e a tutte le componenti del comitato. «La Camera di Commercio conta la presenza di circa 70mila imprese, è un ente di media dimensione ma la sua competenza si articola su tre vaste aree provinciali» ha dichiarato il presidente Pietro Falbo. «L’area centrale della Calabria necessita dell’apporto del proprio sistema associativo per favorirne lo sviluppo». Il presidente ha poi accolto con entusiasmo la proposta di organizzare incontri territoriali che si inseriscono nel solco dell’attività già tracciata dalla giunta e dal consiglio camerale: «La Camera di Commercio si candida a divenire quel luogo fisico del confronto permanente sull’economia e dell’integrazione dei territori». (rcz)

Domani a Montecitorio arrivano i comuni calabresi “Plastic free”

Le amministrazioni dei “Comuni Plastic Free” portano in Parlamento le loro esperienze virtuose con l’obiettivo di avere presto norme e decisioni politiche che possano concretamente sostenere un futuro dove limitare i rifiuti dispersi nell’ambiente. Tra loro anche Diamante, Scalea e Tortora (Cosenza), Melissa (Crotone) e Montepaone (Catanzaro). È questo l’obiettivo della giornata di approfondimento che si terrà presso la Sala della Regina, domani martedì 30 maggio, a Montecitorio tra Amministrazioni locali e Istituzionali nazionali promossa da Plastic Free Onlus, l’organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica, con il sostegno del vice presidente della Camera dei Deputati, on. Sergio Costa.

Gli oltre 90 tra Sindaci e Assessori presenti si confronteranno con i parlamentari in due panel incentrati sugli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu: la “vita sott’acqua” e la “vita sulla terra”. Tra le proposte “Plastic Free”: la tutela e la salvaguardia dei fiumi, il contrasto all’abbandono degli pneumatici, al volo dei palloncini, all’abbandono dei mozziconi di sigaretta e il protocollo nazionale eco-eventi.

Interverranno, inoltre, Don Bruno Bignami, Direttore dell’Ufficio nazionale per l’Apostolato del Mare – Cei Conferenza Episcopale Italiana, sull’ecologia integrale come cura del mare e del territorio – Enciclica “Laudato Sì” di Papa Francesco; il delegato Anci per l’energia e i rifiuti, Carlo Salvemini e il sottosegretario Luigi D’Eramo, che porterà i saluti del Governo Meloni. (rrm)

Versace (Metrocity RC): Cambio climatico obbliga a gestione strategica delle risorse idriche

Per il sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, «la trasformazione veloce cui ci obbliga il cambio climatico nella gestione istituzionale della risorsa idrica in ogni sua forma, sia per la potabilità e gli usi domestici che per l’agricoltura ed il territorio in genere».

Intervenendo al convegno dal titolo Acqua per la Vita organizzato dal Club Lions Reggio Calabria tenutosi nei giorni scorsi al Dipartimento Diceam dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il sindaco facente funzioni della Città Metropolitana Carmelo Versace, rimarcando «il valore e la preziosità dell’acqua come bene comune ed universale».

«Sono stati accumulati ritardi notevoli, negli ultimi decenni, da parte di tutte le istituzioni rispetto a questa tematica – ha spiegato il rappresentante di Palazzo Alvaro – le alluvioni che hanno colpito il nostro Paese e gli eventi estremi, in genere, ci dicono a chiare lettere che il cambio climatico è più veloce di noi e che i nostri territori sono ancora assolutamente impreparati».
«Serve ogni sforzo necessario, collaborando proprio con le università ed ogni soggetto preposto, per una gestione oculata, strategica ed intelligente delle acque. Parlarne nella nostra città, che atavicamente vanta purtroppo una precarietà rispetto a questo settore, a fronte però di una serie di interventi effettuati e programmati in questi ultimi anni, ha un valore ancora più grande – ha concluso Versace – abbiamo il dovere di recuperare il tempo perso per bilanciare con interventi seri questa grande trasformazione del nostro clima, soprattutto dal punto di vista della sicurezza». (rrc)

A L’A Gourmet di Reggio si è discusso del rapporto tra l’arte e la malattia psichiatrica

Si è analizzato il rapporto tra l’arte e la malattia psichiatrica, nel corso del convegno svoltosi lo scorso 25 maggio a L’A Gourmet L’Accademia – Art Gallery di Reggio Calabria, nel corso del convegno Dal Tormento all’Estasi – L’Arte e la Recovery: sguardi e linguaggi della mente, organizzato dalla Società E – Com – Educazione continua in medicina e patrocinato da vari enti e associazioni.

L’ arte e la cultura sono determinanti per il benessere psicofisico. I musei alleviano ansia e stress e fanno bene alla salute. 

A Milano lo studio scientifico che analizza il potere dell’arte e gli effetti sulle persone. Il progetto sperimentale ha visto dallo scorso settembre protagonisti due Musei Civici di Milano, il Museo di Storia Naturale e la Galleria d’Arte Moderna, dal titolo ASBA (Anxiety, Stress, Brain-friendly museum, Approach – ansia, stress, approccio del museo amico del cervello), progettato e coordinato dal Centro Studi sulla Storia del Pensiero Biomedico (CESPEB) dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

A relazionare lo psichiatra, psicoterapeuta Vincenzo Maria Romeo, la giornalista e curatrice Elisabetta Marcianò e la professoressa AnnaGrazia Calabrò

I relatori hanno illustrato ampiamente tutti gli aspetti più interessanti relativi all’argomento trattando risvolti estetici, filosofici, scientifici senza dimenticare l’apporto pratico ed esperenziale. Gli interventi hanno appassionato gli iscritti al convegno tanto da aprire un dibattito di confronto animato e costruttivo. Lo psichiatra ha aperto una finestra sul nuovo modo di “sentire”  legato all’intelligenza artificiale e ai compromessi etici e filosofici, la giornalista Marcianò ha trattato tre figure del mondo dell’arte coinvolgendo il pubblico grazie al racconto umano ed emotivo. Infine la professoressa Calabrò ha chiuso con l’apporto di una esperienza innovativa svoltasi all’interno della scuola  

Arte, Cibo, Cultura, sempre interessante a L’Accademia Art Gallery il coinvolgimento della proposta ristorativa dello chef Filippo Cogliandro, un vero e proprio spazio gourmet per far vivere agli ospiti un’esperienza più intima e coinvolgente, la gioia dei 5 sensi. La sua  “arte” è quella di far emozionare gli ospiti attraverso il cibo che propone, avvicinarli al concetto del piacere.

La formazione cosmopolita dello chef si declina in un nuovo menu che pone l’accento sulla freschezza e sul costante dialogo con il territorio. Fantasia e  creatività per un viaggio di gusto tra terra e mare in un continuo scambio. Contenuti e sapori, colori e  profumi della sua terra natia si intrecciano con le opere d’arte esposte, creando elementi onirici del piacere, dove si individuano il mare, l’entroterra, i piccoli produttori locali, la pasta, l’olio, il vino, il prezioso bacino a cui lo chef attinge per portare in tavola suggestioni e interpretare prodotti semplici di prima qualità. (rrc)

 

Anci Calabria a confronto sulle norme per la fusione dei Comuni

Nei giorni scorsi si è riunito, su convocazione del vicepresidente vicario Carmelo Panetta, il consiglio regionale di Anci Calabria, per discutere il punto all’ordine del giorno: “esame della problematica, proposte iniziative e determinazioni in merito”, particolarmente riguardo alle “variazioni della legislazione regionale inerenti la fusione di Comuni”.

Sì è preso atto che la Commissione, prima, e il Consiglio Regionale della Calabria a maggioranza, dopo, non hanno inteso accogliere e fare proprie le richieste da parte di Anci Calabria di stralcio con rinvio della trattazione a momento successivo della specifica norma modificatrice della procedura relativa alla fusione di comuni, onde consentire approfondimenti e possibili confronti interistituzionali.
Anci aveva infatti avanzato la richiesta evitando in prima battuta di ricorrere a iniziative più roboanti che pure erano state prese in considerazione.

L’organo rappresentativo di Anci ha registrato che le modifiche normative approvate escludono i comuni e, in particolare i consigli comunali, già preposti ad assumere apposite “deliberazioni”, da una procedura (le fusioni) che ha senso soltanto assicurando la massima partecipazione democratica, il coinvolgimento e la condivisione di tutti i soggetti interessati. Elemento, questo, venuto oggi meno.
Ciò ha dunque indotto a ribadire il grido d’allarme dell’Associazione degli enti locali calabresi, palesando la decisione condivisa di andare avanti con le più opportune ed efficaci iniziative per contrastare l’eventuale operatività delle nuove disposizioni e pretenderne la revisione.
Anci inviterà nei prossimi giorni i sindaci e le amministrazioni comunali ad assumere ed approvare una apposita deliberazione di protesta e rivendicazione, preferibilmente consiliare, quale segnale forte di protesta da parte degli enti locali.

Anci Calabria ha così registrato e raccolto le molteplici disponibilità segnalate da tanti sindaci di ricorrere anche alle vie giudiziarie.
É, inoltre, in corso una verifica tecnica degli aspetti giuridici circa la costituzionalità delle determinazioni del legislatore regionale e l’avvio dell’organizzazione di un evento, esteso alla partecipazione di tutti i sindaci calabresi, con il coinvolgimento dei vertici nazionali di ANCI.
Certamente sull’argomento Anci Calabria non intende fermarsi, tantomeno rallentare la propria azione a difesa dei principi di democrazia e di tutela della dignità istituzionale dei comuni. (rcz)

L’OPINIONE / Daniela Palaia: L’Università di Catanzaro non è riuscita a farsi protagonista

di DANIELA PALAIA – Fa sicuramente piacere leggere che nella realizzazione del più grande telescopio solare d’Europa sono coinvolte anche tre università italiane, tra cui l’Unical di Cosenza. Fa piacere, come lo fanno le tante notizie, nei più svariati campi, che contribuiscono a sfatare lo stereotipo di una Calabria marginale, tutta arretratezza e malaffare.

Fa sicuramente piacere, ma purtroppo lascia in bocca un retrogusto amaro ai catanzaresi che leggono notizie di tutt’altro segno, a proposito dell’Università Magna Graecia che ha sede nel capoluogo di regione e che proprio quest’anno festeggia i venticinque anni dalla sua nascita. Notizie che impongono una riflessione seria, scevra da ipocrisie di facciata e, se necessario, impietosa.

L’ultima in ordine di tempo è quella relativa alla querelle tra UniCz e Cnr, sulla quale peraltro abbiamo registrato gli interventi incisivi del consigliere regionale e collega consigliere comunale, Antonello Talerico. Una vicenda preoccupante perché rischia di tramutarsi, se non lo è già, in un’occasione persa. L’ennesima. Lì dove sappiamo quanto sia fondamentale la ricerca per lo sviluppo del territorio e invece ci vediamo costretti ad assistere a una rissa che della dignità della ricerca sembra avere ben poco.

Come dimenticare, poi, la nascita di una seconda facoltà di Medicina, all’Unical, fuori da ogni pianificazione dell’offerta formativa in Calabria. Con l’università cosentina che si è comunque dimostrata apprezzabilmente capace di consumare tutti i passaggi necessari a giungere pronta all’appuntamento, a fronte di una università catanzarese il cui atteggiamento è apparso fiacco, debole e per molti versi contraddittorio.

Di recente, il collega consigliere Vincenzo Capellupo è tornato giustamente a chiedere conto di che fine abbia fatto il corso interateneo di Lingue Straniere ma anche qui, dall’UniCz, nessuna risposta, come se il tema fosse di second’ordine in un mondo globalizzato nel quale la conoscenze delle lingue è conditio sine qua non per reggere la concorrenza tra i mercati ma anche per alimentare lo scambio di conoscenze e la crescita più in generale.

E ancora: L’Università del Mare che nasce a Cosenza. Nessuna meraviglia, intendiamoci, il dinamismo brillante dell’Unical è cosa nota e, ribadisco, ci fa piacere come calabresi. Ma è appena il caso di ricordare che l’UniCz sorge a pochi chilometri da due mari, uno dei quali addirittura raggiungibile agevolmente in bicicletta se non addirittura a piedi. E questo, a pensarci bene, oltre a non fare piacere, lascia letteralmente sbigottiti nel dover prendere atto che la risorsa mare sembra non riguardare l’università del Capoluogo.

Andando indietro nel tempo, infine, troveremmo altre perle, come ad esempio le polemiche tra il rettore della Magna Graecia e i vertici medici e di governo dell’Ao Pugliese Ciaccio. Altra storia che ha dell’incredibile, ma fermiamoci qui perché l’esito di questa breve disamina appare ampiamente scontato: l’università di Catanzaro non è riuscita a farsi protagonista, insieme con gli altri attori sul territorio, di alcun beneficio per la crescita e lo sviluppo, al di là dell’ordinaria attività didattica.

Una università incapace di dialogare, chiusa all’interno delle sue mura, lontana, avulsa dal sistema-città che pure anche del suo ateneo avrebbe bisogno per ridarsi quel peso e quell’autorevolezza che tutti vorremmo ritrovare e per i quali tutti cerchiamo di dare un contributo. Quello dell’UniCz non riusciamo a vederlo; dispiace, addolora, ma nessuno può rimproverarci di non averlo sempre cercato. (dp)

[Daniela Palaia è consigliera comunale di Catanzaro]

 

San Costantino di Briatico ricorda Luigi Maria Lombardi Satriani

di PINO NANOIl 30 maggio 2022, esattamente un anno fa, moriva Luigi Maria Lombardi Satriani. Aveva 85 anni, e oggi martedì 30 maggio l’illustre studioso calabrese sarà finalmente ricordato nel suo paese natale, San Costantino di Briatico, il paese dove c’è ancora la sua casa, che per tutta la vita lui non aveva mai lasciato, e la sua immensa biblioteca storica, e dove lui aveva scritto i suoi capolavori più intensi.

Sarà un’occasione imperdibile per parlare di lui e dei suoi scritti, della grande opera letteraria che lo legava alla Calabria, ma soprattutto dello charme che questo grande antropologo emanava ogni qualvolta appariva in pubblico. 

Per me rimarrà in eterno l’uomo del Ponte di San Giacomo, un libro che ho letto e riletto diverse volte nella mia vita, perché spesso e volentieri, nei momenti di maggiore solitudine, mi serviva qualcuno che mi guidasse e mi aiutasse a trovare le risposte che cercavo e che, come cronista, mi apparivano lontane e velate.

Affascinante, quasi superbo, austero, saccente, bastava guardarlo negli occhi che ti incuteva soggezione, “occhi di bragia”, lui sapeva di appartenere ad una razza superiore, forse si sforzava anche di non fartelo pesare, ma Luigi Maria Lombardi Satriani da che mondo e mondo era il “vate” per antonomasia, il cantore della terra, il filosofo dei poveri, una sorta di moderno Caronte dantesco, l’uomo che sapeva leggere e interpretare i gesti degli uomini, e che della loro vita conosceva le pieghe più intime, saggio, altezzoso, a tratti dolcissimo e avvolgente, altre volte arrogante e scostante, ma a lui gli si perdonava ogni eccesso, perché tutta la sua vita era un eccesso di dettagli, emozioni, analisi, colori e impressioni. 

«La sua saggezza e la conoscenza che aveva del mondo – dice di lui la scrittrice Maria Folino Murmura, Presidente della Fondazione Antonino Murmura e che per l’occasione questa sera terrà un concerto di pianoforte in suo onore – era pari alla sua ironia e alla sua capacità di stare in mezzo agli altri, un uomo e un intellettuale che aveva il garbo di prenderti per la mano e portarti dove lui pensava dovesse condurti, un testimone  indimenticabile del nostro tempo e a cui la Calabria deve molto se non altro per le ricerche e il lustro che il suo lavoro accademico ha riversato sulla storia più intima di questa regione».

Antropologo, etnologo, figura di assoluto rilievo nel panorama culturale delle scienze antropologiche, studioso del folklore e delle culture delle classi subalterne, professore emerito di etnologia all’Università ‘La Sapienza’ di Roma, era già stato in passato preside e docente della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Calabria dopo avere insegnato presso gli atenei di Messina e Napoli in Italia, ma anche all’estero, ad Austin in Texas, e a San Paolo in Brasile. 

A un certo punto, lo chiama la politica e lui naturalmente non si tira indietro. Vive la sua prima stagione lontano dalle aule universitarie a Palazzo Madama – eletto nel 1996 Senatore della Repubblica nel gruppo Sinistra Democratica-L’Ulivo – come ha sempre vissuto ogni sua nuova esperienza professionale e culturale, con energia ed entusiasmo. Ogni volta ripartiva daccapo, e ogni occasione era per lui una nuova sfida a se stesso, alla sua intelligenza, al suo acume, alla sua saggezza contadina.

A Palazzo Madama entra a far parte della Commissione Cultura e della Commissione Bicamerale contro l’organizzazione mafiosa e altre realtà criminali, e questo fa di lui uno dei punti di riferimento internazionali per i tanti antropologi e sociologi stranieri che cercano di capire meglio il mondo organizzato del crimine. Era nato in Calabria, a San Costantino di Briatico, tra Vibo Valentia e Tropea, il 10 dicembre 1936, in una casa che col passare degli anni era diventata meta di studiosi di tutto il mondo, una sorta di cenacolo dove il “barone rosso” riceveva tutti, forte della tradizione culturale contadina dell’accoglienza con cui la sua famiglia aveva convissuto per tutta la vita. 

Intellettuale di ispirazione gramsciana, il grande antropologo ha condotto studi importanti oltre che sul folklore, sulla religiosità popolare e sulla cultura contadina. Era presidente onorario dell’Associazione Italiana per le Scienze Etno-antropologiche e dirigeva “Voci. Semestrale di Scienze Umane“.

Autore di una vasta bibliografia, tra le opere principali di Lombardi Satriani, molte della quali tradotte in diverse lingue straniere, ricordiamo: “Folklore e profitto” (Guaraldi, 1973); “Antropologia culturale e analisi della cultura subalterna” (Rizzoli, 1974); “Menzogna e verità nella cultura contadina del Sud” (Guida Editori 1974); “Il silenzio, la memoria, lo sguardo” (Sellerio 1979); “Lo sguardo dell’angelo. Linee di una riflessione antropologica sulla società calabrese” (Centro Editoriale e Librario, 1995); “La stanza degli specchi” (Meltemi, 1994); “Nel labirinto. Itinerari metropolitani” (Meltemi, 1996); “De sanguine” (Meltemi, 2000). 

Insomma, tutto e il contrario di tutto, di quella che il mondo conosce come la scienza delle emozioni e della tradizioni e di cui Luigi Maria Lombardi Satriani era insuperabile interprete e comunicatore. L’unico rammarico che mi porto dentro è di non averlo cercato quando ho saputo che stava male, per farmi raccontare meglio da lui il “mondo dei morti” che nessun altro al mondo, meglio di lui, ha saputo raccontare. È stato davvero bello conoscerti Luigi. (pn)

Sanità, il consigliere di CZ Capellupo: Ineludibile la creazione del secondo PS

Il consigliere comunale di Catanzaro, Vincenzo Capellupo ha evidenziato come «nella complessa vicenda della neonata azienda Dulbecco, il rispetto del timing è condizione irrinunciabile affinché, dopo il lungo e travagliato percorso che ha portato alla sua istituzione, quest’ultima produca effetti concreti e le conseguenti ricadute in termini di reale servizio ai cittadini».

«In questo senso, bene ha fatto il sindaco Nicola Fiorita – ha aggiunto – a ricordare che il management della nuova Azienda ha l’obbligo di avviare tutte le procedure entro 90 giorni, per come stabilito dal protocollo d’intesa Regione-UMG. E altrettanto bene ha fatto a evidenziare che si potrà dire di essere partiti con il piede giusto solo quando verrà attivato il secondo pronto soccorso presso il policlinico. Due punti sui quali si potrà riscontare davvero la portata storica della fusione per incorporazione tra Mater Domini e Pugliese-Ciaccio».

«La risposta rapida, efficace ed efficiente al cittadino – ha proseguito – al di là del codice con cui egli viene inquadrato, è la misura di un sistema rispettoso del diritto alla salute sancito in Costituzione. In caso contrario, non solo quel diritto deve considerarsi negato ma si deve prendere atto che siamo lontani dalla civiltà della salute».

«Fino ad ora, purtroppo – ha detto ancora – è stato così e l’unico pronto soccorso attivo in città si è rivelato essere esso stesso un paziente su cui agire in regime di emergenza urgenza. Può sembrare un paradosso, ma è la realtà con cui tutt’ora devono fare i conti quotidianamente i cittadini; una realtà della quale, d’altra parte, ha dovuto prendere atto lo stesso commissario della Dulbecco, Vincenzo La Regina, che apprezzabilmente ha dimostrato di possedere il giusto approccio al problema».

«Il commissario, tuttavia, non è il solo attore con un ruolo in questa vicenda. Perché attivare il secondo pronto soccorso non significa certo limitarsi ad affiggere un’insegna luminosa. Nessuno lo pensa, per fortuna, ma allora si tenga ben presente che pronto soccorso significa poi avere reparti in grado di accogliere chi vi arriva – ha concluso –. In altre parole, la presa in carico del paziente non può che essere globale. Lo tengano presente il commissario ma anche il resto delle figure che su questa delicata materia hanno voce in capitolo, a cominciare dal presidente Occhiuto che è ben consapevole, credo, che sulla normalizzazione del servizio sanitario regionale, si gioca la sua partita forse più importante».