Elaborata la terna dei finalisti del Premio Troccoli

Il Comitato organizzatore del Premio Troccoli, giunto alla 38esima edizione, ha elaborato la terna dei finalisti per i candidati provenienti dalle province di Reggio Calabria, Cosenza, Catanzaro, Bari, Roma, Ancona, Taranto, e dalla Germania, dopo aver esaminato le opere e i relativi curricula. 

Dopo una ulteriore, scrupolosa cernita, il Comitato procederà, nei prossimi giorni, alla selezione dei vincitori delle singole sezioni ai quali saranno assegnati i riconoscimenti nel corso della cerimonia di consegna premi che si terrà sabato 18 maggio, alle 18, nel Teatro comunale di Cassano all’Ionio, alla presenza di autorità civili, militari, religiose e alla presenza del sindaco della Città di Cassano che ospita l’evento, nonché autorità regionali, provinciali e nazionali.

«Questa edizione 2024 – hanno osservato gli organizzatori – ha fatto registrare un notevole afflusso di richieste di partecipazione giunte da varie parti d’Italia: alcuni protagonisti del mondo culturale italiano hanno presentato la propria candidatura personalmente o attraverso i rispettivi editori. È questo un motivo di orgoglio e di compiacimento per la formula adottata dal Premio e per l’alto valore professionale dei vincitori proclamati nelle scorse edizioni».

Intanto, si è intensificato, anche, il lavoro del Comitato promotore e della segreteria organizzativa del Premio, per l’esame degli elaborati dei giovani studenti pervenuti dagli Istituti scolastici inferiori e dagli Istituti superiori della Calabria.Per la sezione Scuola, riservata ai giovani  frequentanti le terze classi degli Istituti d’Istruzione Secondaria inferiore e le classi quinte degli Istituti d’Istruzione Secondaria Superiore della Calabria, gli studenti, attraverso gli elaborati presentati, hanno dimostrato di saper esporre il tema proposto dalla Commissione Europea che ha proclamato il 2024 Anno della competenze, con adeguata conoscenza dell’argomento e con una preparazione ampia e approfondita, di possedere valide e sicure capacità logiche e di saper esporre con chiarezza e un linguaggio appropriato, evidenziando un livello di maturazione eccellente; tra i partecipanti risultati “vincitori” saranno scelti i primi tre più meritevoli ai quali sarà assegnato un premio speciale. 

Le varie sezioni saranno arricchite da quella: Onorare le Eccellenze, i cui nominativi di illustri personalità dell’ambiente sanitario, universitario e dei beni culturali, sono ancora tenuti sotto stretto riserbo.

L’apertura dei lavori, dopo i consueti saluti istituzionali, sarà riservata al focus su Francesco Grisi. A 25 anni dalla scomparsa, relatore Pierfranco Bruni, Presidente della Giuria Capitale Italiana del Libro 2024 e Presidente del Comitato Scientifico del Premio.

Gli organizzatori del Premio hanno annunciato che la cerimonia di consegna dei riconoscimenti sarà preceduta dalla Rassegna Kalados per la promozione delle Persone e dei Territori, che si articolerà nelle date di lunedì 13 maggio 2024, a Cassano centro, nella sala convegni dei Licei Classico e Scientifico; martedì 14 maggio 2024, a Lauropoli nell’aula magna dell’Istituto “Erodoto di Thurii”; mercoledì 15 maggio 2024, a Doria nella sala convegni dell’Istituto comprensivo “Giuseppe Troccoli”; mentre a Sibari, giovedì 16 maggio 2024, si concluderà la rassegna nella sala convegni dell’Istituto comprensivo “Zanotti Bianco”, dove i giornalisti intervisteranno alcuni protagonisti della vita culturale dell’area Pollino, Alto Jonio, Sibaritide come nei precedenti incontri. (rcs)

Mercoledì a Cosenza si celebrano i 25 anni da vescovo di mons. Salvatore Nunnari

di PINO NANOMercoledì in Duomo la città di Cosenza rende onore al suo vecchio Vescovo, don Salvatore Nunnari. Mons. Giovanni Checchinato, attuale Arcivescovo della diocesi ha organizzato in suo onore una “Festa di popolo e di Lode” per i suoi primi 25 anni da vescovo. Un gesto di grande amore per lui e di grande amicizia.

Era il 19 gennaio del 1999. Salvatore allora era Vicario della Pastorale a Reggio, il vescovo lo convoca, una volta entrato nella sua stanza lo invita a raggiungerlo dietro la sua scrivania, prima lo abbraccia, poi gli dice “Da questo momento sei Vescovo di Santa Romana Chiesa”. Salvatore non capisce, nessuno gli aveva mai parlato di una ipotesi di questo tipo, la notizia gli cade sulla testa come un fulmine a ciel sereno.

Prova a ritrarsi dalla stretta di Mons. Mondello, ma il suo Vescovo intuendo quale sarebbe stata la sua reazione gli sottolinea che è stato il Papa in persona a volerlo e a indicarlo come nuovo pastore della diocesi d’Irpinia. «Salvatore, fattene una ragione. Giovanni Paolo Secondo vuole così e tu devi obbedire». 

Il giorno successivo in città c’è la festa dei vigili urbani, la celebra lo stesso don Salvatore, il sindaco Italo Falcomatà è come sempre in prima fila, ed è il primo a rendersi conto che quel giorno Salvatore non sta bene. Falcomatà gli si avvicina, i due sono vecchi amici, lo afferra per la mano e gli chiede il perché di quello sguardo così assente quel giorno.

«Ti vedo male, Salvatore. Cosa ti è capitato di così grave?». 

È Salvatore che questa volta si confessa, e per farlo sceglie proprio lui, il sindaco comunista della città, l’uomo che prima di morire devastato dal cancro chiederà alla moglie e ai suoi figli di essere accompagnato sull’altare solo da Salvatore, il suo vecchio e indimenticabile amico d’infanzia. Poi capisci perché con chiunque lui parli della sua vita non faccia altro che raccontare della sua Reggio e del legame ombelicale con la città dello Stretto.

Solo l’idea di dover lasciare Reggio lo manda in crisi, «come farò a vivere lontano da Gebbione? Cosa dirò ai miei parrocchiani? Che dopo 35 anni di vita in comune ho scelto di fare carriera? Ma perché proprio me?». 

Passeranno tre interminabili giorni e tre lunghissime notti, prima di accettare ufficialmente il suo nuovo incarico episcopale. Da allora sono passati 25 anni di vita.

Non è cosa facile raccontare la storia di un sacerdote come Salvatore Nunnari. Più in generale, è sempre molto difficile poter ricostruire nei minimi dettagli la vita di un prete, per giunta di un prete in Calabria, per giunta di un prete diventato Vescovo, per giunta di un Vescovo che chiude la sua missione pastorale come Presidente della Conferenza Episcopale Calabra, il che significa come Capo di tutti le diocesi della regione.

Nel caso di don Salvatore Nunnari immagino però che l’operazione-racconto-della sua vita- sia ancora più complessa, se non altro perché – come scrive bene Attilio Sabato nel bellissimo saggio che alcuni anni fa ha scritto su di lui – siamo in presenza di un sacerdote che da giovane con il suo impegno pastorale ha profondamente segnato la storia di una grande città come Reggio Calabria e poi, avanti negli anni, di un vescovo che ha amministrato controllato influenzato e guidato, e sempre con grande carisma, la storia stessa della Chiesa meridionale tra la fine del 19 secolo e l’inizio del ventesimo. 

Non c’è momento della vita di Reggio, difficile o turbolento, o anche più semplicemente normale e ordinario, che non abbia avuto Salvatore Nunnari come diretto protagonista. Basterebbe un esempio per tutti, o meglio basterebbe andare a cercare negli archivi fotografici Alinari, o dello stesso Istituto Luce, e cliccare la voce Salvatore Nunnari. Ne restereste incantati, e soprattutto scioccati, perché sono tante le foto di questo giovane sacerdote calabrese ripreso tra i quartieri di Reggio Calabria nei giorni della rivolta, quando il Paese guardava alla città dello stretto col fiato sospeso per tutto quello che quella rivolta di popolo avrebbe potuto riflettere sulla storia politica nazionale. 

Di quei giorni, insieme alle immagini forti delle barricate per le strade, o dei cingolati arrivati da Roma per sedare la rivolta, insieme alle figure più carismatiche di quei giorni, penso a Ciccio Franco, o allo stesso sindaco del tempo Piero Battaglia, accanto a loro c’era sempre lui, Salvatore Nunnari. Nel suo libro Attilio Sabato lo subissa di domande e dalle risposte chiare e nette che ne riceve viene fuori la verità storica di quelle ore e di quei mesi.

Viene fuori il ruolo autentico che il vice parroco di Gebbione svolse al servizio della sua gente. Proverò una mediazione, ma l’immagine più aderente alla realtà mi è sembrata questa: nei mesi della rivolta dei “Boia chi molla” Salvatore Nunnari altro non era che un uomo di collegamento tra i rivoltosi e il mondo istituzionale, insomma una sorta di strumento di mediazione e di dialogo tra gli uni e gli altri, in clima a volte tragico. 

Da un lato c’era il sacerdote, prete a tutti i costi, che scendeva in piazza e viveva per le strade, giorno e notte, con la sua veste nera, eternamente sporca di calcinacci, lunga fino ai piedi, capace di dire messa e parlare di riconciliazione anche nei momenti più difficili della città. 

Dall’altro c’era l’uomo-comune, figlio della strada, il ragazzo di sempre, erede di una famiglia poverissima, educato al sacrificio e a mille rinunce, lui con il suo carattere forte, sprezzante, istintivo, battagliero, lui con la sua verve proverbiale, la sua carica umana, la sua folle passione per la gente comune, lui con dentro il cuore questo amore viscerale per la città di Reggio. 

Era difficile stabilire dove incominciasse, e dove finisse, la linea di confine tra l’uomo di fede e il rivoluzionario, e quale fosse la sua vera anima, se quella del prete o quella del rivoltoso. Dalle fotografie dell’epoca si coglie con estrema nitidezza la figura di un sacerdote che aveva però grande dimestichezza tanto con le barricate quanto con le cappelle e le chiese. 

Attilio Sabato riporta una frase di lui che dà il senso più autentico del personaggio.

«Sono infettato dalla mia città». 

Vice parroco a Gebbione per quasi 20 anni, uno dei quartieri storici e più popolari della città, Salvatore evita di far sapere in giro che il vescovo del tempo, Mons. Aurelio Sorrentino, lo aveva appena nominato parroco, al posto del vecchio don Bruno Pontari, per evitare che don Bruno “ci restasse male”, e prosegue la sua missione pastorale tra la gente del quartiere, come aveva sempre fatto nei vent’anni precedenti, andando in giro ogni giorno, casa per casa, visitando famiglia dopo famiglia, a portare la comunione ai più vecchi e ai più soli, a informarsi della loro salute, a chiedere notizie dei figli a scuola, a portare le medicine a chi non aveva i soldi per comprarle, a raccattare i ragazzi più discoli per strada e riportarli a scuola. 

Una vita interamente vissuta per gli altri e con gli altri, e quando provi a chiedergli se gli è mai mancata l’idea di una famiglia tutta sua risponde sorridendo «ma la mia vita è piena di famiglia, perché tutta la mia vita è trascorsa in famiglia». 

Era Gebbione, e la gente del quartiere, la sua vera famiglia. Era una famiglia allargata, fatta di 1700 nuclei familiari, di cui conosceva anime e cose, passioni e segreti, bisogni e speranze, li conosceva tutti uno per uno, li chiamava tutti per nome, di ognuno di loro si ricordava il giorno dell’onomastico o del compleanno. 

È la storia fantastica di un legame solido come l’acciaio, che solo il Signore – ripete sorridendo – potrà recidere per sempre. Nessun altro. Commovente il passaggio in cui il direttore di Teleuropa Network Attilio Sabato racconta il suo legame con la città di Reggio. Salvatore gli confessa di essere “contaminato” da Reggio, di considerare Reggio la “sua anima”, la parte più pulita del suo corpo, la parte più bella della sua vita, l’emozione più gratificante della sua esperienza di prete di campagna. 

Che meraviglia! Un prete che al mattino si sveglia e sogna di stare i ragazzi di strada del suo quartiere. Un Vescovo che, spedito in Irpinia a gestire il dopo-terremoto, torna a Roma corre in Vaticano, e la prima cosa che fa è quella di raccontare al Cardinale Re, suo vecchio amico di sempre, dei “suoi ragazzi” che a Reggio, nel frattempo, hanno fatto carriera politica, cresciuti a pane e catechismo nella sua parrocchia, Giuliano Quattrone un nome per tutti, e che oggi sono grandi abbastanza per costruire il futuro delle generazioni che verranno dopo di loro. 

L’ultima sua volta a Cosenza è stata appena qualche settimana fa, quando don Salvatore torna sull’altare della Chiesa di San Carlo Borromeo a Rende per celebrare i funerali di Rosa Maria Principe, la figlia più piccola di Sandro Principe, una tragedia familiare che non si è fermata un solo istante, e a cui don Salvatore dedica e regala una delle sue omelie più toccanti della sua esperienza di vescovo.

Seduto in carrozzella, Salvatore piange insieme a Sandro, piange insieme alla chiesa che li avvolge, piange anche per chi è lontano da lì, e con le lacrime agli occhi invita il suo popolo ad avere fede. Non è facile accettare, ma è anche questo forse il compito di un pastore illuminato come lui. (pn)

Il PD Calabria e opposizione presentano mozione contro l’autonomia

Il Partito Democratico della Calabria, assieme ai capigruppo dell’opposizione, Davide TaverniseAntonio Lo Schiavo, hanno presentato una mozione contro l’autonomia differenziata e che sarà presentata alla prossima Conferenza dei capigruppo.

«La Calabria deve difendere il proprio futuro e i diritti dei calabresi senza ambiguità e senza distinguo», ha evidenziato il capogruppo del Pd, Mimmo Bevacqua, aggiungendo come «si tratta di una proposta aperta ai contributi e alle modifiche da parte di tutti in maniera che in Consiglio si possa avere una condivisione unanime su un argomento di fondamentale importanza per il futuro della nostra Regione e del Mezzogiorno».

La mozione fotografa la situazione attuale e rileva come tutti gli indicatori economici e sociali, nonché i dati afferenti ai livelli essenziali delle prestazioni, segnalino l’aggravarsi delle differenze tra le Regioni del Nord e quelle del Mezzogiorno in termini di benessere della collettività e di servizi pubblici offerti ai cittadini. E che, pertanto, l’attribuzione di particolari condizioni di autonomia per le Regioni richiedenti si tradurrebbe nell’utilizzo regionale di una parte assai consistente del gettito fiscale, con un pesante squilibrio nella ripartizione delle risorse nazionali. Inadeguati a correggere queste anomalie sono il fondo di perequazione e gli stessi Lep.

Davanti a questo scenario, e anche in considerazioni delle espressioni offensive nei confronti dei cittadini del Sud usate dal ministro Calderoli in occasione delle ultime audizioni sul testo di legge, la mozione impegna il presidente della giunta “a manifestare in maniera formale e inequivocabile, nella sua qualità di rappresentante istituzionale di tutti i cittadini calabresi, biasimo e disapprovazione netti per le inaccettabili dichiarazioni del ministro Calderoli che ledono l’onorabilità di tutti i meridionali, ad attivare i passaggi necessari per dare impulso ad una iniziativa legislativa da presentare direttamente alle Camere, sulla base del disposto dell’articolo 121, secondo comma della Costituzione, finalizzata alla revisione Titolo V Parte II della Carta in direzione di un regionalismo solidale; a diffidare il Governo nazionale dal proseguire nell’impulso alla prosecuzione dell’iter di approvazione del Ddl Calderoli”. (rrc)

Presentato lo studio di fattibilità per riqualificare il borgo del Pentedattilo

Sono due milioni di euro la somma destinata per riqualificare il borgo di Pentedattilo. Un risultato raggiunto grazie all’emendamento presentato dal deputato di FI, Francesco Cannizzaro, inserito nella Legge di Bilancio 2023.

«Due milioni di euro che possono segnare la svolta per l’incoming non soltanto di questo incantevole angolo di storia, bensì di tutta l’area Grecanica», ha sottolineato Cannizzaro, nel corso della presentazione del progetto di fattibilità per la riqualificazione del borgo a Melito Porto Salvo. Un progetto presentato dall’amministrazione comunale di Melito e reso possibile fattivamente dall’emendamento che porta il nome Cannizzaro, che andrà ad impreziosire un pacchetto turistico per la cui promozione si è deciso sinergicamente al governo regionale di procedere alla realizzazione di una vera e propria rete turistica.

E Pentadattilo, ha spiegato il deputato, «non poteva di certo rimanere fuori da questa rete».

A presentare il progetto, il parlamentare e Valentina Marciano, senior advisor in politiche di coesione territoriale, alla presenza di una folta platea rappresentata da sindaci, dal consigliere regionale Salvatore Cirillo, dal Presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, Antonino Tramontana, da rappresentanti del mondo imprenditoriale e da semplici cittadini.

Ad introdurre i lavori il sindaco Salvatore Orlando che, nel ringraziare il deputato azzurro per l’attenzione riservata a Pentedattilo, ha sottolineato come «non sia per nulla utopistico immaginare il borgo come luogo dove è possibile sperimentare un modello di vita differente, rendendolo attrattivo e fruibile tutto l’anno e non solo in concomitanza ad eventi di svariata natura».

«Pentedattilo – ha spiegato il sindaco – è un borgo sempre vivo e pulsante grazie anche al mondo dell’Associazionismo e oggi lo sarà ancora di più nell’ottica di una abitabilità diffusa, grazie alla permanenza di studiosi e turisti provenienti da tutto il mondo».

L’idea, come spiegato dal sindaco Orlando, sarà quella di creare un unico corpus urbano, legando in modo omogeneo il borgo antico al paese nuovo. A fornire dettagli tecnici Valentina Marciano, la quale ha spiegato come si tratterà di un progetto di riqualificazione socio – urbana mediante lavori infrastrutturali, ma anche installazioni fisiche come edifici nuovi da adibire a “shop” e a punti per la valorizzazione delle tradizioni culturali ed enogastronomiche.

Una forte partecipazione, quella a Melito Porto Salvo, che «ha restituito forte la sensazione di quanto ancora oggi ci sia voglia di interessarsi dei nostri territori e ci sia la capacità di comprendere quando ci si trova ad assistere a grandi occasioni di rilancio di un Borgo che, per le potenzialità, per il fascino, per la qualità del progetto presentato, non è una risorsa solo dell’Area Grecanica ma dell’intera Area Metropolitana e  della Regione Calabria», ha evidenziato Domenico Romeo, consigliere metropolitano di FI.

«Pentedattilo potrà beneficiare, infatti – ha proseguito – nel prossimo futuro, dei flussi del nuovo “incoming turistico”  che arriverà nell’area grazie ai nuovi voli Ryanair ed attraverso questo progetto, che non è solo di infrastrutturazione del borgo, ma, di rivitalizzazione e animazione territoriale divenire, ancor più di quanto oggi non sia, una Perla dell’intera Calabria».

«Un grande plauso, quindi, al deputato Cannizzaro – ha detto – che continua con una lungimirante ed impegnata attività Parlamentare, con i piedi ben radicati sul territorio e con la mente sempre pronta a tradurre in azioni e risultati concreti le istanze di Amministratori e Cittadini,  il fondamentale rilancio di tutti i territori della città metropolitana, attraverso un complesso di investimenti, misure normative ed interventi mirati ed incisivi».

«Erano infatti, solo per restare in tema – ha detto ancora – senza ritornare sui fondamentali emendamenti per l’Aereoporto e il Porto di Reggio Calabria che rientrano nel medesimo filone di crescita turistica della Città, 4 gli interventi previsti all’interno dell’emendamento alla legge di bilancio dello Stato 2023 del deputato reggino: oltre alla riqualificazione di Pentedattilo, il Lido Comunale di Reggio Calabria, il potenziamento e l’efficientamento dello stabilimento termale di Antonimina-Locri e il ripristino delle circoscrizioni nel Comune di Reggio Calabria».  

«Risultati – ha concluso – che sono la conferma delle idee e delle ambizioni di forte sinergia tra il deputato, gli Amministratori e la dirigenza del partito di Forza Italia che, non a caso, è in continua crescita. La dimostrazione che, quando esiste una squadra con obiettivi comuni  di  programmazione ai fini della crescita del proprio territorio, si possono davvero raggiungere grandi risultati».

Patrizia Crea, coordinatrice provinciale di Azzurro Donna e i forzisti dell’Area Grecanica, hanno espresso il loro ringraziamento a Cannizzaro, in quanto grazie il suo emendamento «consente il recupero e la riqualificazione di una realtà dal grande valore storico e dall’incredibile potenziale turistico per tutta l’Area Grecanica: l’antico borgo di Pentidattilo, ricadente nel comune di Melito Porto Salvo».

«Dopo la presentazione del progetto di fattibilità – hanno aggiunto – la riflessione è d’obbligo. La politica, quella del fare, quella che guarda ai territori, che discute con i dirigenti territoriali, supportando esigenze e necessità, quella che si pone al servizio delle aree più deficitarie e con più esigenze di sviluppo ed opportunità, non può che renderci fieri ed orgogliosi. Un continuo dialogo, proficuo e vero, con l’on. Cannizzaro, ci consente di costruire tasselli, come questo del borgo di Pentedattilo, che danno speranza e dignità ai nostri territori».

«Continueremo a perorare le cause dell’ Area grecanica – hanno evidenziato – con la caparbietà e la fierezza che contraddistingue l’intero gruppo dei forzisti. Certi di voler continuare a dare un contributo concreto alla crescita e allo sviluppo del nostro territorio, cogliamo l’occasione di ringraziare il nostro riferimento di partito, on. Cannizzaro, auspicando, per questo e per gli altri progetti che abbiamo in cantiere, che le amministrazioni dei nostri comuni diano, in tempi brevi, seguito all’utilizzo delle risorse economiche messe a disposizione grazie al lavoro di squadra di Forza Italia: una squadra coesa, qualificata e competente che parte dai territori, passa dalla città metropolitana, dalla regione,  e mette a segno colpi da maestro, che guardano alla città di Reggio e alla provincia tutta,  persino in seno al Governo centrale». (rrc)

Il presidente Mancuso su Vertenza Tim/Abramo: Coniugare logiche industriali con interessi collettivi

Per il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha ribadito la necessità, da parte di Tim, di «coniugare le logiche industriali con gli interessi collettivi», in quanto tra i suoi azionisti ci sono lo Stato e la Cassa di Depositi e Prestiti, nonostante abbia «modificato la sua  identità imprenditoriale puntando esclusivamente sul profitto».

«Non è in linea con l’impegno del Governo finalizzato a creare sviluppo nel Mezzogiorno la decisione, da parte di Tim, di ridurre i volumi di traffico gestiti da Abramo Customer Care – ha ribadito Mancuso –. Le conseguenze, in mancanza di soluzione ragionevoli e non più precarie e dilatorie,  sarebbero socialmente disastrose».

«E non è in linea, quanto Tim sta prospettando – ha aggiunto – con l’impegno incessante della Regione volto a ridurre, in una congiuntura già di per sé complessa, il bacino dell’inoccupazione che penalizza la Calabria; tant’è che il presidente Occhiuto e la Giunta regionale stanno seguendo, con estrema attenzione, le tappe di una vertenza che coinvolge centinaia di famiglie e circa 500 lavoratori calabresi». (rrc)

Bruni (PD): Riorganizzazione rete ospedaliera penalizzerà presidio di Lamezia

La consigliera regionale del Pd, Amalia Bruni, ha evidenziato come il nuovo dca che recepisce le osservazioni dei ministeri «non si tratta, per come recita lo stesso decreto, della nuova rete ospedaliera, bensì di un aggiornamento, necessitato dalle norme richiamate».

L’aggiornamento, infatti, è avvenuta prima con il Cda 194/2023 e con il supporto richiesto e ottenuto al Ministero della salute, siamo in presenza di un nuovo Dca che revoca il precedente.

«La stessa relazione al decreto conferma quanto da noi denunciato in questi anni: siamo alla sanità degli adempimenti non dei servizi – ha detto Bruni –. da una parte abbiamo gli atti, i decreti, dall’altra la realtà dei fatti. Si annunciano roboanti iniziative ma, non si riescono a garantire i servizi già programmati. La rete ospedaliera in vigore è attuata a poco più dell’80% con uno scostamento sensibile tra quella pubblica e quella accreditata. Si annunciano nuovi posti letto ma non si dice con quale personale saranno attivati».

«Si tagliano decine di Unità organizzative complesse in ospedali hub e spoke per destinarli ad “Azienda Zero”, senza che quest’ultima, sia entrata nel vivo della funzionalità. Il depauperamento del presidio di Lamezia è inaccettabile, quanto decretato è molto grave: si assumono decreti così delicati senza alcuna informativa, nessun confronto di merito. Si mortificano tutte le rappresentanze a partire dal consiglio regionale, le organizzazioni sindacali, gli operatori sanitari, i territori».

«Sullo specifico dell’area centrale, per come già evidenziato più volte, bisogna affrontare il tema del ruolo tra Azienda Dulbecco e il resto dei presidi, a partire dall’ospedale di Lamezia – ha concluso la dem –. Non possiamo farci passare questo atto sulla testa: a farne le spese sarebbero solo i calabresi». (rcz)

L’OPINIONE / Gianmichele Bosco: Situazione dei lavoratori Abramo CC emergenza che non può essere trascurata

di GIANMICHELE BOSCO – La situazione attuale dei lavoratori della Abramo Customer Care è un’emergenza che non può essere trascurata. La crisi che colpisce oltre mille lavoratori e le loro famiglie in termini di incertezza economica e preoccupazione per il futuro richiede una risposta immediata che preoccupa seriamente.

Esprimo la mia solidarietà a tutte le lavoratrici e i lavori coinvolti nella vicenda, riconoscendo il loro diritto a un lavoro dignitoso e sicuro. Per questo motivo, mi unisco alla battaglia dei dipendenti che domani mattina saranno in piazza dalle ore 10:30 davanti alla Prefettura di Catanzaro.

Questa manifestazione di solidarietà è cruciale per evidenziare l’importanza della questione e per spingere verso soluzioni rapide ed efficaci che rispettino i diritti dei lavoratori: la dignità del lavoro e il diritto a condizioni eque sono imprescindibili. La situazione attuale, con stipendi che faticano ad arrivare e la cassa integrazione in ritardo, mette a dura prova la resistenza di chi, ogni giorno, lotta non solo per mantenere il proprio posto di lavoro, ma per garantire un futuro ai propri cari. (gb)

[Gianmichele Bosco è presidente del Consiglio comunale di Catanzaro]

L’OPINIONE / Enzo Musolino: Progetto sul Ponte è lacunoso

di ENZO MUSOLINO – Dopo gli ultimi avvenimenti non ci sono più scuse.  I documenti e i pareri raccolti dalla stessa Società Stretto di Messina lo confermano: il progetto è lacunoso, mancano gli studi aggiornati, l’incertezza regna sovrana.

Non serve più interloquire e ascoltare la narrazione farlocca  dei “padroni del vapore”, è necessario reagire al sostanziale commissariamento dello Stretto.  Non è giusto organizzare nuove occasioni di propaganda per chi promette “ricchi premi e cotillon” a chi accetterà senza protestare ciò che e’ stato già deciso a Milano, dal Capitano Salvini.
Il Partito Democratico, Circolo di Villa SG si rivolge oggi ai consiglieri comunali della Città, a tutti i consiglieri, anche a quelli di minoranza chiamati ad un sussulto di orgoglio per tutelare la Comunità. Presentino una mozione specifica in consiglio comunale, impegnino l’Ente – con il voto – a rispettare il sacro principio di precauzione, a bloccare una procedura viziata, erronea.
La stessa cosa, in questi giorni, è stata realizzata a Reggio dal consigliere de “La Strada”, Saverio Pazzano. Il voto in Consiglio Comunale, stimolato dai consiglieri davvero al servizio di Villa, dovrà impegnare il sindaco e Giunta a intervenire in tutte le sedi di competenza, anche attraverso l’Anci, per sospendere, in attesa dell’accoglimento delle raccomandazioni da ultimo formulate  e dell’assolvimento delle prescrizioni tecniche e ambientali da tempo  emerse (ben oltre 68!), ogni attività e iniziativa complementare o propedeutica all’apertura dei primi cantieri del Ponte.
Inoltre, sindaco e Giunta, attraverso questa “mozione di buon senso”, saranno impegnati a chiedere al Governo la costituzione di un tavolo di consultazione ove si possano rappresentare gli interessi delle comunità locali e si indichino le necessità reali dei territori dello Stretto, per un impiego davvero strategico delle risorse economiche. L’approvazione di questa “mozione per Villa”, ancora,
 impegnerà il sindaco e il Presidente del Consiglio ad inviare il documento votato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, alle Istituzioni regionali, a tutti i gruppi parlamentari, in modo da chiedere agli attori politici di intervenire responsabilmente su questo tema.
Questa mozione, il voto in Consiglio, misurerà il valore politico dei nostri amministratori, formalizzerà le diverse posizioni finora nascoste e simulate da molti. Il giudizio storico sui tristi eventi  dell’accelerazione salviniana sul Ponte discriminerà tra coraggiosi, pavidi e simulatori.
A ciascuno il suo. (em)
[Enzo Musolino è segretario del Partito Democratico Villa San Giovanni]

Tavernise (M5S): Col caro trasporti penalizzata la Calabria anche a Pasqua

Il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise, ha denunciato come «nel periodo di Pasqua, così come è avvenuto anche a Natale, il prezzo di un biglietto aereo da Milano a Lamezia arrivi a sfiorare 500 euro, quasi quanto un volo intercontinentale. Mentre un Frecciarossa Milano Centrale-Paola sia quotato oltre 300 euro».

«A quanto pare – ha aggiunto – il governo nazionale è inerme e non riesce a mettere un freno al fenomeno del caro-trasporti, strategia spregiudicata delle compagnie che si ripresenta puntualmente nei periodi di festa o delle vacanze. Ma anche il governo regionale sembra non considerare proprio la questione che invece ha ricadute negative anche sul turismo calabrese».

«Il problema da affrontare immediatamente – ha sottolineato – risiede sempre nei famosi algoritmi che fanno salire le tariffe alle stelle e non vi è al momento alcuna possibilità per il consumatore di difendersi da tali pratiche scorrette utili a massimizzare i guadagni delle società. Con queste tariffe viaggiare in aereo o in treno sta diventando sempre più un lusso per soli ricchi e arrivare o tornare in Calabria diventa una vera stangata per lavoratori, studenti e turisti. Una situazione che lede il concetto di continuità territoriale e danneggia non solo i consumatori, costretti e rinunciare alle partenze o a tagliare i giorni di villeggiatura, ma anche le imprese locali, disincentivando il turismo».

«Restiamo in attesa di una presa di posizione forte da parte del governatore Occhiuto – ha concluso – che, con i suoi annunci di nuovi voli per la Calabria, è diventato un ottimo testimonial delle compagnie aeree ma un pessimo difensore del diritto alla mobilità dei calabresi. Dovrebbe invece da subito iniziare a concordare azioni congiunte con il governo nazionale al fine di addivenire a soluzioni che potrebbero essere considerate, tra cui la regolamentazione dei prezzi dei voli durante i periodi di festa, l’aumento della concorrenza tra le compagnie e l’investimento in infrastrutture». (rrc)

All’Unical col prof. Domenico Talia si è parlato degli “Algoritmi che stanno colonizzando il mondo”

di FRANCO BARTUCCI – «Gli algoritmi stanno colonizzando il mondo». Ne ha parlato all’Università della Calabria il prof. Domenico Talia, Ordinario di sistemi di elaborazione delle informazioni presso la stessa Università, relazionando sul tema “Algoritmi, Dati e Democrazia”, nell’ambito del Master in Intelligence, in corso di svolgimento presso l’Università della Calabria, diretto dal prof. Mario Caligiuri.

Talia ha iniziato partendo dagli aspetti legati all’organizzazione e al funzionamento della società contemporanea, analizzando come essi siano influenzati da Dati, Algoritmi, Intelligenza Artificiale.

Tutte queste tecnologie informatiche ai nostri tempi stanno avendo uno sviluppo molto veloce e, nel contempo, condizionano un po’ la vita di tutti noi. Si discute sulla diversità delle varie forme di intelligenza presenti nel mondo, quali l’intelligenza umana, animale, vegetale e l’intelligenza artificiale, la quale rappresenta una nuova forma di intelligenza che può superare le altre. Il relatore ha evidenziato la necessità di imparare a collaborare con le macchine per affrontare la sfida della convivenza con l’Intelligenza Artificiale.

In riferimento a tale ambito, il docente ha introdotto il concetto di algoritmo, come sequenza di passaggi operativi utilizzati per risolvere un problema, o per calcolare un risultato. Gli algoritmi sono stati utilizzati dall’umanità millenni fa, ma sono diventati famosi con l’avvento dei primi calcolatori elettronici; essi consistono in una procedura ben definita che trasforma i dati di input in output, cioè i dati in ingresso in risultati, entro un tempo finito.

Alla domanda: “la forza del calcolatore qual è”? Si può rispondere che essa consista nella capacità della macchina di eseguire gli algoritmi molto più velocemente di noi umani, e di farlo continuamente, cioè migliaia di volte, senza mai stancarsi (velocità e ripetitività).

Il Professore ha fatto un breve excursus sull’evoluzione dei computer che ha portato alla nascita di Internet nel 1969 (negli Stati Uniti) e del Web nel 1991 (al Cern di Ginevra). L’iPhone del 2007 ha introdotto il touch screen e il concetto di smartphone, mentre il GPT3 del 2020 è un grande passo nell’Intelligenza Artificiale, in quanto è il prodotto di un’Intelligenza Artificiale Generativa che è capace di dialogare con noi nel nostro stesso linguaggio: in altre parole, si può affermare che il computer dialoghi con noi.

In relazione all’importanza dei dati e alla compravendita di informazioni sensibili, il relatore si è soffermato, in modo particolare, sul ruolo cruciale degli algoritmi nel filtrare e manipolare le informazioni che riceviamo attraverso i dispositivi digitali, con esempi come Facebook, Instagram, Youtube e le altre piattaforme social. La problematica dell’accesso ai dati viene citata, con riferimento a un embargo imposto dagli Stati Uniti nei confronti della Cina per limitare la vendita illegale di dati, che ne ha ben evidenziato il ruolo strategico nella geopolitica mondiale.

Il docente ha quindi messo in luce come le decisioni di pochi programmatori possano influenzare la vita di miliardi di persone, concetto significativamente descritto dalle parole di Luigi Zingales: “20 programmatori di Google influenzano la vita di due miliardi di persone ogni giorno”. Di estremo interesse il confronto su come i sistemi di Intelligenza Artificiale e Generativa, tra i quali OpenAI e ChatGPT, stiano dominando le nostre vite, facendo cose impossibili solo da immaginare ed in tempi davvero sbalorditivi, oltre che permettendoci di raggiungere risultati, fino a pochi anni fa, impensabili.

Talia ha proseguito facendo la distinzione tra Intelligenza Artificiale Forte o Generale, che mira a replicare l’intelligenza umana, e Intelligenza Artificiale Debole o Specifica, che si concentra su specifici compiti intellettuali. Attualmente, siamo principalmente nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale Debole, con sistemi in grado di svolgere compiti specifici come il riconoscimento di immagini o la diagnosi di malattie.

La storia dell’Intelligenza Artificiale inizia durante la seconda guerra mondiale, nel 1943, con gli studi di Turing e altri scienziati americani come John Von Neumann, McCulloch e Pitts. Il termine “Intelligenza Artificiale” nasce nel 1956 durante un convegno negli Stati Uniti. Ci sono stati alti e bassi nella ricerca di questo settore, ma negli ultimi anni si sono ottenuti grandi successi con l’utilizzo del Machine Learning (apprendimento automatico) e del Deep Learning (apprendimento profondo). Gli algoritmi di Machine Learning imparano da grandi quantità di dati, simili al modo in cui i bambini apprendono dall’esperienza.

Nel settore del Deep Learning, gli algoritmi cercano di simulare il funzionamento del cervello umano per risolvere problemi che richiedono intelligenza. L’Intelligenza Artificiale attualmente si basa principalmente su questi due ambiti, con sistemi come ChatGPT che utilizzano algoritmi di Deep Learning per dialogare con gli esseri umani. Gli algoritmi di Machine Learning apprendono dalle esperienze e, una volta addestrati con grandi quantità di dati, sono in grado di riconoscere e identificare diverse immagini, come ad esempio distinguere una persona da un animale o un’automobile. Tra gli algoritmi di Deep Learning, basati su reti neurali artificiali, vi sono ad esempio quelli utilizzati per il riconoscimento di immagini.

Un altro settore molto importante è quello della Sentiment Analysis, che di fatto non vuol dire l’analisi del sentimento ma, l’analisi delle preferenze commerciali delle persone. Il docente ha ribadito che questi algoritmi si configurano in base ai dati forniti, possono prendere decisioni basate sull’esperienza acquisita e trovano applicazioni in diversi settori, come quello commerciale e militare.

Il relatore ha descritto il problema di non intelligibilità, di non trasparenza e della difficoltà di controllo degli algoritmi di Machine Learning, in particolare nel Deep Learning, che sono utilizzati in vari settori critici come il traffico, la medicina e il militare. Questi algoritmi spesso funzionano bene, ma non si sa perché e quando sbagliano non si sa neanche il motivo dell’errore. Questa mancanza di trasparenza è un problema, tanto che l’Unione Europea ha approvato leggi che ne limita l’uso. Alcuni algoritmi di Machine Learning forniscono una spiegazione delle decisioni prese, ma quelli di Deep Learning non possono essere usati in processi decisionali critici, a meno che non si riesca a renderli leggibili.

Due esempi sono stati citati dal Professore per descrivere il problema dei possibili errori che possono commettere gli algoritmi di Deep Learning. Uno è il caso di Robert Williams, arrestato erroneamente per rapina a Detroit nel 2019 a causa di un algoritmo di riconoscimento facciale, che tendeva a identificare più facilmente volti di afroamericani e asiatici. Il secondo caso, relativamente meno grave, ha riguardato il caso di un algoritmo che confondeva lupi e cani a causa della presenza di neve nelle immagini di entrambi gli animali. I due eventi descritti mettono in luce l’importanza di fornire dati bilanciati e corretti agli algoritmi per evitare errori. L’intelligenza Artificiale Generativa è diventata popolare negli ultimi anni grazie al Deep Learning; è basata su grandi modelli linguistici (LLM) capaci di generare contenuti come testo, voce, immagini e video. Questi sistemi utilizzano algoritmi di apprendimento per comprendere e generare risposte in linguaggio naturale, ma possono anche commettere errori se basati su informazioni non corrette.

Talia ha spiegato che un Transformer è una rete neurale artificiale in grado di trasformare una sequenza di input in una sequenza di output, mantenendo le relazioni tra le parole. Queste reti neurali, proposte nel 2017, hanno rivoluzionato il settore dell’elaborazione del linguaggio naturale, portando ad avanzamenti significativi come ChatGPT, che è un’enorme rete neurale (Chat vuol dire, dialogo, chiacchierata, GPT sta per Generative Pretrained Transformer). Tuttavia, sorgono problemi legati alla distinzione tra contenuti generati da macchine e umani, come nel caso dei Deepfake che costruisce video falsi con personaggi veri. La regolamentazione di queste tecnologie rappresenta una grande e soprattutto difficile sfida in un mondo in rapida evoluzione.

Un altro concetto fondamentale è quello di Software Power, ovvero potere del software, il potere degli algoritmi. Si evidenzia come le grandi aziende tecnologiche americane, tra cui Facebook e Amazon, contribuiscano in modo significativo al Pil degli Stati Uniti, assumendo un ruolo politico.

Il relatore analizza il ruolo dei dati e della tecnologia digitale nella competizione tra le potenze mondiali, sottolineando il grande potere di persuasione del regime cinese nel raccogliere informazioni sui propri cittadini, tramite il social credit cinese, cioè un sistema di classificazione dei cittadini. Sebbene gli Stati Uniti siano in vantaggio nella corsa alle nuove tecnologie, la Cina sta facendo forti investimenti per conquistare una posizione di primo piano. L’Europa, pur essendo avanti nella regolamentazione delle tecnologie, è in ritardo nello sviluppo di tecnologie competitive. La corsa alla tecnologia porta anche a discussioni sulla sicurezza, come nel caso del 5G cinese.

Gli algoritmi autonomici sono algoritmi che una volta addestrati possono lavorare autonomamente, senza bisogno dell’intervento umano. Questo ha portato all’automazione di molte attività, come nel caso dei magazzini di Amazon gestiti da robot. Tuttavia, questa autonomia delle macchine può portare a problemi etici, come nel caso delle armi autonome che possono prendere decisioni letali senza il controllo umano. Pedro Domingos ha teorizzato sull’esistenza di un “algoritmo definitivo” che permetterebbe alle macchine di apprendere da sole, spostando il potere decisionale dagli umani alle macchine. Questo solleva delle preoccupazioni sul futuro della tecnologia e sulla sua dominanza nella società. (fb)