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A Genova un bilancio lusinghiero per il Premio mondiale di Poesia Nosside

A Genova un bilancio lusinghiero per il Premio mondiale di Poesia Nosside

di PASQUALE AMATO – Per la prima volta del Nosside a Genova ci eravamo posti realisticamente alcuni obiettivi concreti. Li abbiamo raggiunti ampiamente.

In primo luogo dovevamo far passare il messaggio che il Nosside non è un semplice concorso ma un progetto culturale di ampio respiro con una strategia planetaria: l’apertura alla poesia in tutte le lingue del mondo e in ogni forma di comunicazione (scritta, in video, in musica).Un progetto animato da un sogno che si sta avverando, avendo raggiunto in 38 edizioni 106 Stati di tutti i continenti con composizioni in 158 lingue e idiomi.

Un progetto che è partito da Reggio Calabria nel cuore del Mediterraneo e intende navigare verso i luoghi, le culture e i popoli dell’intero pianeta senza essere mai soddisfatto di scoperte e conoscenze, senza mai fermarsi per gloriarsi, senza mai un traguardo ma sempre nuove tappe. In questa città portuale che ha navigato in tutti i mari del mondo scrivendo pagine indelebili nella grande storia con la sua Repubblica Marinara (assieme ad Amalfi, Pisa e Venezia) il Nosside ha portato la sua nave antica con la stiva colma di tesori donati all’umanità.

Il messaggio è stato ampiamente recepito, raccogliendo gli unanimi apprezzamenti del Coordinatore della Stanza della Poesia Claudio Pozzani, fondatore e animatore instancabile da 30 anni del Festival Internazionale della Poesia di Genova, della sua più stretta collaboratrice Barbara Garassino e del consigliere comunale, Vincenzo Falcone (che ha orgogliosamente ricordato di essere nato e cresciuto a Melia di Scilla).

Il suggello concreto dell’impatto positivo con la città della Lanterna sarà un evento del Nosside nell’ambito del 31° Festival Internazionale di Poesia di genova nel giugno del 2025, sempre nel Palazzo Ducale. Altrettanto positivo è stato il varo del nuovo format che evidenzia il ruolo promozionale degli Ambasciatori del Nosside.  La loro nomina degli Ambasciatori è strettamente riservata all’ambito dei Vincitori Assoluti del Premio, che per regolamento non possono più partecipare a vita.

Il format ideato per Genova ha superato brillantemente la prova e sarà inserito tra le varianti per Incontri futuri, volta per volta con protagonisti gli Ambasciatori che vivono in un’area limitrofa alla sede dell’evento, essendo la loro partecipazione assolutamente volontaria e autofinanziata. Gli Ambasciatori protagonisti di questa prima riuscitissima prova sono stati: con poesie in italiano Alessandro Inghilterra di Genova, vincitore assoluto ex-aequo del Nosside 2022, il cui apporto è stato altresì prezioso per l’organizzazione dell’evento; con poesie in idioma reggino jonico Alfredo Panetta di Locri, residente nella MetroCity di Milano, vincitore assoluto del Nosside 2021; con canzoni in idioma ostigliese Ornella Fiorini di Ostiglia (Mantova), vincitrice assoluta ex-aequo del Nosside 2023.

Come si può arguire, una presenza significativa chiusa in musica e in assoluta sintonia son il progetto plurilinguistico e multimediale del Progetto nato sulla riva reggina dello Stretto di Scilla e Cariddi.

Il terzo obiettivo, anch’esso felicemente raggiunto, è stato l’impatto di conoscenza con Genova con i suoi luoghi-simbolo, la sua storia, le sue tradizioni. Ha rappresentato il modo migliore di festeggiare il mio onomastico (17 maggio, San Pasquale) percorrendo le vie e i carruggi della città portuale, anima più genuina della città di Colombo, accompagnato da un Caronte colto e innamorato della sua Genova: Alessandro Inghilterra. Tre aspetti su tutti hanno toccato le mie corde più intime: l’onnipresenza del “Pesto genovese”, un’eccellenza mondiale rispettata ed esaltata da tutti i liguri senza invidie o gelosie; la visita minuziosa della casa-Museo di Giuseppe Mazzini, unico lucido e coerente sostenitore dell’unità degli Italiana (purtroppo non realizzata da lui ma da chi ci credeva meno – Cavour – e la impostò male) e precursore dell’idea di Unione Europea.

Dulcis in fundo abbiamo imboccato Via del Campo, resa famosa dall’immensa arte di Fabrizio De André. E dopo aver sostato nella piazzetta antistante, con l’immagine di Fabrizio e i due versi “Dai diamanti non nasce niente// dal letame nascono i fior”, siamo entrati nel piccolo Museo dedicato alla scuola dei cantautori genovesi, su cui sovrasta tutti colui che più di tutti ne incarna lo spirito, tanto vicino allo spirito del Nosside. Non poteva esserci conclusione migliore della due giorni genovese che il colloquio denso di ricordi, sentimenti ed emozioni con la vulcanica Laura Manfredini, direttrice, amica e fan del cantore degli ultimi, degli emarginati, degli oppressi.

Sull’onda palpitante di questa ultima tappa mi sono avviato con Alessandro verso l’Aeroporto conscio di aver arricchito il cammino del Nosside e quello mio personale con nuove conoscenze, testimonianze e riflessioni. E sono tornato, come sempre, nella “mia Itaca”. Grazie Genova. (pa)

 

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