I Walk the Line, il progetto di inclusione sociale, promosso dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria, ha fatto tappa a Taurianova. Un paese che, come afferma Massimo Grimaldi, assessore alla legalità del Comune della Piana di Gioia Tauro, «nel passato è stato martoriato dall’illegalità».
Quello di Taurianova è stata la seconda tappa dell’articolato programma finale del progetto, ideato e organizzato dalla Svi.Pro.Re., e che ha visto protagonisti gli studenti dell’istituto ‘Gemelli-Careri’.
«Ringrazio il team di ‘I Walk The Line’ che da un paio di anni lavora al progetto sotto la guida di Sergio Rugolino. Il percorso di inclusione sociale si è avvalso di tantissime professionalità e continua a servirsi del lavoro e della competenza di validi professionisti del nostro territorio», ha dichiarato Michele Rizzo, amministratore unico della Società in house della Metrocity.
Ad aprire i lavori la referente del progetto legalità, l’avv. Angela Faraone: «Siamo nella prima fase del percorso finale dedicata alla legalità. Attraverso le storie e le esperienze dei relatori vorremmo insegnarvi a ‘rigare dritto’. E’ necessario tutelarsi dai rischi e dai pericoli che si celano dietro i nostri cellulari. I Walk The Line è un percorso articolato che intende promuovere la legalità e l’uso consapevole degli smartphone».
Il progetto, attivato l’anno scorso dalla Città Metropolitana, intende contribuire ad incentivare l’inclusione sociale e lavorativa di particolari categorie di soggetti a rischio devianza. Il tema di fondo di ogni azione si basa sui principi di solidarietà, legalità e responsabilità. Gli obiettivi sono mirati a contrastare il disagio adolescenziale, promuovere la cultura della legalità e il lavoro come riscatto sociale e territoriale.
I destinatari del progetto sono i giovani con età compresa fra i 14 e i 25 anni, residenti nel territorio della Città metropolitana di Reggio Calabria.
«É un progetto virtuoso e bello perché invita i giovani a vivere secondo legalità. Voi appartenete alla generazione Z – ha spiegato ai tanti studenti dell’istituto ‘Gemelli-Careri’ il dott. Luciano Gerardis – e siete quindi nativi digitali. Il mondo del web è dunque il vostro mondo quotidiano. Da boomer quale sono spesso mi meraviglio perché non vi guardate negli occhi. Vivete con maggiore attenzione la realtà che vi circonda, rispettate le norme, anche quelle del web, altrimenti si perdono di vista i valori fondamentali della vita».
Il dott. Gerardis ha spiegato poi il concetto della legalitá usando la regola anglosassone delle ‘cinque W’.
«Legalitá è rispetto della legge e se non si rispettano le regole vivrete sempre in una condizione di ansia e inquietudine – ha continuato il dott. Gerardis – L’illegalità rovina la vostra qualità della vita. Vivere nella legalità consente dunque di condurre una vita serena e virtuosa».
Muoversi sul web avendo la consapevolezza che ogni azione online ha ripercussioni nella vita reale. Natascia Sarra, avvocato penalista esorta gli studenti ad un utilizzo responsabile dei social ed ad un utilizzo consapevole del proprio cellulare.
«Anche noi avvocati abbiamo una funzione sociale ovvero quella di diffondere i valori della giustizia – ha spiegato l’avv. Sarra –. I pericoli della rete sono molteplici ed il rischio è quello della manipolazione mentale. Spesso le challenge ad esempio incitano gli adolescenti a sfide pericolosissime come la knockout challenge. Alcune sfide poi portano proprio alla morte come la Blue whale challenge o altri giochi dell’orrore social. Occhio ragazzi alle sfide di coraggio».
Ospite d’eccezione a Taurianova Pegah Moshir Pour, nota consulente e attivista per i diritti umani. Nata in Iran, a 9 anni si trasferisce con la sua famiglia in Italia.
«Ho vissuto e continuo a vivere i pregiudizi sin dal mio arrivo in Italia – ha detto – ma sono sempre andata avanti. Non mi sono mai piaciuti i pregiudizi e così ho iniziato a parlare. Sapete che in Iran è legale avvelenare le studentesse all’interno delle scuole? Sapete che è legale, nel mio paese di origine, picchiare le donne? Non possiamo andare a manifestazioni pubbliche, non possiamo cantare o ballare. Ora sono in un paese protetto ma non è così scontato che io possa dire ciò che voglio».
«Come tutte le dittature anche l’Iran se la prende in primis con le donne. Non pensiate che il problema è lontano da noi – ha spiegato commossa l’attivista italo iraniana –. Al contrario attivatevi come me se lo ritenete giusto perché tutti noi siamo responsabili di quello che accade intorno. Ricordatevi che solo una società aperta funziona, per questo motivo dovete esaltare la bellezza delle diversità».
Il dott. Stefano Callipo e l’avv. Antonino Polimeni hanno poi animato entrambi la parte conclusiva dell’incontro, prima con un gioco psicologico che ha coinvolto l’intera platea, poi con un test fatto proprio sui cellulari degli studenti.
«Utilizziamo i mezzi tecnologici in modo molto veloce, spesso distratto e ottimistico. Ognuno di voi conosce almeno una persona vittima di una truffa online – ha spiegato l’avv. Antonino Polimeni –. Cercate dunque di utilizzare lo smartphone in modo consapevole. Abbiate sempre uno sguardo ed uno spirito critico e attento. I pericoli del web sono enormi».
Infine a chiudere i lavori la dott.ssa Maria Silvia Tigani psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale ha spiegato ai ragazzi l’importanza dell’ascolto e del dialogo tra i giovani. (rrc)