Fino al 5 marzo, è possibile visitare, all’Arté Galleria di Milano, la mostra antologica Viaggio nell’anima di Mimmo Morogallo, curata dal critico d’arte Guido Folco, editore-direttore di Italia Arte, e organizzata da Italia Arte.
L’esposizione ripercorre le tappe salienti di una carriera settantennale, caratterizzata da una ricerca incessante, dalla sperimentazione di varie tecniche e materiali, dal desiderio di oltrepassare ogni limite, sulle tracce di nuovi luoghi da esplorare e da immaginare. Arte come conquista interiore di sensibilità; “saper vedere” e “saper fare” in grado di dare senso ad un’intera vita.
In una intervista di Caterina Lucia, di SOund36 Magazine di Cultura Musicale, Arti eSpettacolo, il Maestro Morogallo «è considerato uno degli artisti italiani più conosciuti e apprezzati all’estero. La sua storia è racchiusa tra i colori degli innumerevoli dipinti che ha portato in giro per il mondo».
«Personalità poliedrica, impressionista – si legge – nel 1960 inizia a dividere sua vita con il mare: insegna pittura e grafica ai passeggeri durante le traversate atlantiche sui transatlantici, disegna e dipinge gli scenari per il teatro, trucca i passeggeri per le feste in maschera, espone nei grandi saloni le proprie tele».
«Per Morogallo – scrive Lucia – il mare traduce perfettamente quel romantico desiderio di libertà dai vincoli sociali e comunitari, quel sentimento di fuga che artisti e letterati provano e che è ben spiegato da Lord Byron in Childe Harold “L’uomo segna la terra di rovine – sulla riva finisce il suo controllo”. Celebri, infatti, sono gli scorci incantati della Calabria carpiti dal Maestro Morogallo che fotografano perfettamente le mareggiate; un fascino con una forza attrattiva senza pari. Si rimane incantanti di fronte alle sfumature dei colori che sapientemente utilizza e si respira salsedine e assenza di limiti».
«Sempre alla ricerca di innovazione, nel 1964 modella un bassorilievo con una tecnica sperimentale, servendosi di materiali poveri come segatura e sabbia. Si trasferisce in Venezuela – si legge ancora – colpito dalla selvaggia maestosità di una natura dai colori infiniti, decide di accamparsi sulle rive dell’Orinoco e del Rio Caroni, per scoprire il fascino della pittura en plein air. Soggiorna poi a Tahiti, Honolulu, nelle Isole Fiji, in Australia, nelle Piccole Antille, in molte isole dei Caraibi e viaggia negli Stati Uniti, in Canada, Brasile, Argentina».
«Ma l’assoluta libertà ha in sé il seme della solitudine – si legge – dell’alienazione, del disperato bisogno di Patria e compagnia. Negli anni 70/80 Morogallo dipinge le bellezze della sua Calabria, evidenziando il profondo legame affettivo che unisce i nostri emigrati con la terra d’origine. Dal 1994 è promotore del Premio Calabria–America, un importante riconoscimento ai personaggi calabresi che maggiormente hanno avuto fortuna all’estero. Le sue opere si trovano in molti Musei del mondo: Canada, USA, Australia, America Latina, Europa». (rrm)