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Autorità Distrettuale Bacino Appennino Meridionale: A Reggio e Crotone severità idrica elevata

Autorità Distrettuale Bacino Appennino Meridionale: A Reggio e Crotone severità idrica elevata

 C’è severità idrica «elevata» per le province di Reggio e Crotone, oltre che per alcuni schemi del cosentino funzionalmente collegati al crotonese, mentre la severità idrica risulta «media» per il restante territorio regionale. È quanto ha rilevato nel corso della seduta dell’Osservatorio sugli Utilizzi delle Risorse Idriche dell’Autorità Distrettuale di Bacino dell’Appennino Meridionale, confermando lo stato di severità idrica per il territorio di competenza, sia per il comparto potabile che per quello irriguo, seppur con diverse condizioni di criticità per alcuni settori territori.

«I dati disponibili e le analisi condotte per i principali schemi idrici distrettuali hanno consentito di rilevare la presenza di situazioni di significativa criticità», ha spiegato il segretario generale, la dott.ssa Vera Corbelli.

In sintesi, il livello di severità idrica risulta, per il comparto potabile: «elevato» per le province di Crotone, Reggio Calabria, per lo schema Basento-Camastra-Agri; «medio con tendenza ad alto» per la Puglia, il Lazio, il Molise, le province di Avellino, Benevento e Chieti; «medio» per la Basilicata (ad eccezione dello schema Basento-Camastra-Agri), la Calabria (ad eccezione delle province di Reggio Calabria e Crotone), per la Campania (ad eccezione delle province di Avellino e Benevento); «basso con tendenza a medio» per il “sub-ambito marsicano” (Abruzzo). 

Ad oggi, lo scenario di severità idrica per il comparto irriguo – consultabile anche nella cartografia allegata è: «alto» per la Basilicata, la Calabria, il Lazio e la Puglia, «medio» per il restante territorio distrettuale.

Successivamente all’illustrazione della situazione emersa della severità idrica a livello distrettuale – schema per schema – e relativo territorio regionale interessato, il Segretario Generale Vera Corbelli ha fatto presente che le azioni poste in essere sono articolate a breve termine per fronteggiare i livelli di severità idrica media ed elevata ed a breve e lungo temine per le valutazioni specifiche sul bilancio idrologico, idrogeologico ed idrico e per rendere resilienti i sistemi idrici nella loro interezza. 

«In particolare le azioni a breve termine sono finalizzate a rispondere a situazioni che richiedono – ha affermato la dottoressa Corbelli – l’adozione di un monitoraggio di condizione di disponibilità e loro evoluzione; la definizione ed attuazione un programma di erogazioni ridotto in ragione delle disponibilità idriche (preservando innanzitutto l’uso potabile); l’aggiornamento costante, da parte dei Gestori di acqua potabile, degli scenari d’impatto derivante dalle ridotte disponibilità, (anche con proiezione nel breve e medio termine); la programmazione ed attuazione per il comparto agricolo di irrigazione di soccorso con priorità per le aree con impianti a ciclo pluriennale; l’adozione di misure di contenimento dei consumi ed azioni e realizzazione di interventi di immediata attuazione che consentono il recupero di risorsa o attuazione della stessa, nonché di supporto all’azione nelle fase emergenziale». 

In merito alle azioni a breve e lungo termine il Segretario Generale ha descritto gli interventi strutturali ad oggi posti in essere da parte dell’Autorità di Bacino Distrettuale e delle Regioni, mirati tutti a rendere più resiliente il sistema (di adduzione, accumulo e trasferimento). Al riguardo, ha richiamato gli interventi già rappresentati nella seduta precedente dell’Osservatorio relativi agli schemi Ofanto, Basento-Bradano, Ionico-Sinni a cura del Commissario di Governo art. 1 comma 154, L. 145/2018

Tra le azioni non strutturali ha richiamato le attività di condivisione e confronto, predisposte con i Consorzi di Bonifica e con gli Enti Gestori, elaborazioni che hanno bisogno dell’integrazione di dati ed informazione da parte di tutti gli Enti interessati. Inoltre ha fatto presente che l’Autorità di Bacino Distrettuale, al fine di sostenere sotto il profilo “tecnico-scientifico-gestionale” il potenziale trasferimento delle acque dal, Molise alla Puglia (dall’invaso invaso del Liscione a quello di Occhito), ha posto in essere la realizzazione di un programma di studio (studi, analisi, rilievi, elaborazioni ecc).

«Nell’ultimo incontro avuto con il Commissario Straordinario per la crisi idrica dottor Nicola Dell’Acqua – ha annunciato Corbelli – è stato elaborato apposito documento contenente: gli interventi realizzati, in corso di attuazione, e relativo completamento nonché le relative ricadute in termini di ottimizzazione dei sistemi idrici; a queste sono altresì connesse le schede relative alle ulteriori necessità emerse dalle valutazioni ad oggi condotte».

Infine il Segretario Generale ha comunicato a tutti i presenti che è iniziato il 28 maggio il percorso di informazione, articolato in Forum e Focus, per l’aggiornamento del Piano di Gestione Acque e del Piano di Gestione Alluvioni.

«Dopo confronti, valutazioni ed integrazioni sullo stato attuale di criticità – ha concluso – è emersa da parte di tutti la necessità di uno scambio di tutti i programmi (interventi strutturali e non strutturali) posti in essere  ed in fase di avvio da parte dei vari Enti, Autorità, Regione, Consorzi di Bonifica ed Enti Gestori al fine di ottimizzare il lavoro costante e continuo dell’Osservatorio ed avere una voce unica sullo stato di severità idrica e delle ulteriori azioni strutturali e non strutturali da porre in essere». (rrm)

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