Il grido di riscossa del Mezzogiorno parte da Reggio, dagli industriali della regione riuniti nella Città Metropolitana all’insegna di un motto che appare insieme ottimistico e ambizioso: Crescita: dalla visione al progetto”.
Il convegno degli industriali, cui ha partecipato anche il presidente della Confindustria Vincenzo Boccia, esprime un comune sentire dalla “parte buona” di chi crede ancora nelle possibilità di crescita e sviluppo del Mezzogiorno e rigetta, senza esitazioni, le promesse di sussidio, esigendo invece piani di investimento che creino lavoro e occupazione.
Boccia: servono cantieri, non sussidi
Il messaggio è chiaro. Lo ha detto Boccia nel suo seguitissimo e applauditissimo intervento: «Più lavoro, più crescita e meno debito: è questa la rotta che abbiamo indicato alla politica prima delle elezioni. Ma il Governo non risolverà la questione meridionale con il reddito di cittadinanza: occorrerebbe una bagno di grande realtà, di grande attenzione ai divari con un piano di inclusione giovani e lavoro».
Il nodo da risolvere è chiaro: «Il Sud – ha ribadito Boccia – ha bisogno di infrastrutture, necessità di riaprire i cantieri e attivare un tavolo sull’emergenza lavoro». E non ha mancato di sottolineare l’importanza del Porto di Gioia Tauro: «È una punta avanzata nel Mediterraneo e non solo. Ricordiamoci che dopo il Mediterraneo c’è l’Africa. L’Italia deve diventare non la periferia d’Europa ma svolgere un ruolo centrale nel Mediterraneo. Per questo Gioia Tauro può giocare una grande partita.
All’incontro presso la sede della Confindustria reggina erano presenti, tra gli altri, il coordinatore dell’iniziativa Rosario Branda, direttore di Unindustria Calabria, il presidente di Unindustria Calabria Natale Mazzuca, quello reggino Giuseppe Nucera, il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà e l’arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini.
L’intervento del sindaco Falcomatà
La necessità di sostenere la crescita con un apparato istituzionale più dinamico è stata sostenuta da Falcomatà. «Il trend – ha detto – economico positivo avviato in Calabria va sostenuto ed alimentato con la messa a punto di un sistema di governance istituzionale più forte e dinamico, in grado di ascoltare il tessuto imprenditoriale confezionando soluzioni puntuali e strutturate ai problemi atavici della nostra terra.
«La Città Metropolitana di Reggio Calabria può giocare un ruolo essenziale in questo quadro – ha spiegato il sindaco – ma questo può accadere solo se la legge di istituzione delle Città Metropolitane verrà applicata fino in fondo, con l’assegnazione delle deleghe che spettano ai nuovi Enti, il turismo ad esempio, da parte delle Regioni. Solo così saremo in grado di dispiegare tutto il potenziale propulsivo che caratterizza il nostro territorio, oggi finalmente in grado di sviluppare le sue peculiarità produttive, inserendole in un contesto economico nazionale ed internazionale che guarda a noi con rinnovato interesse.
«Il nostro territorio – ha detto Falcomatà – ha avviato negli ultimi anni un percorso di crescita che dobbiamo saper sostenere. L’istituzione della nuova Zes, che dal porto di Gioia Tauro si dispiega sul litorale tirrenico verso l’area dello Stretto, è certamente una grande occasione, un’opportunità per rilanciare la prospettiva degli investimenti, anche da parte dei grandi players internazionali, su un territorio che ora ha la possibilità di realizzare pienamente tutte le sue potenzialità produttive. In questo senso continuiamo a sostenere la necessità di realizzare di un’unica Autorità portuale dello Stretto, con sede a Gioia Tauro, che ricalchi i piani di sviluppo pensati con la Zes, superando l’assurda spaccatura proposta dal Governo nazionale che, negandosi perfino al confronto istituzionale, ha inspiegabilmente diviso il territorio Metropolitano in due diverse Authority.
«A fianco a questo è necessario proseguire con assoluta determinazione nella battaglia quotidiana per la legalità nel contrasto alla criminalità organizzata, vera e propria zavorra che per decenni ha pesato sulla vocazione di crescita del nostro territorio, producendo un ritardo rispetto alle altre aree del Paese e del contesto comunitario.
“La nostra Città – ha concluso il sindaco – oggi è pronta ad accettare queste sfide, proiettando nel panorama economico nazionale ed internazionale una nuova immagine di sé, positiva e dinamica, capace di amplificare le tante eccellenze che arricchiscono il nostro bagaglio produttivo, in una prospettiva baricentrica che ci consegna un nuovo protagonismo nel contesto euromediterraneo».
Nucera: serve una nuova reputazione
Il presidente Nucera ha ribadito la necessità di intervenire sulla reputazione della Calabria, compromessa da un’immagine negativa certamente non veritiera: «In questa provincia – ha detto – esistono realtà del tessuto produttivo in grado di sostenere la crescita economica e l’occupazione. Lavoriamo per far conoscere fuori dai confini regionali le opportunità che il nostro territorio offre. In questa direzione abbiamo avviato un dialogo con le rappresentanze territoriali del Nord di COnfindustria per far conoscere agli imprenditori gli strumenti agevolativi che favoriscono gli investimenti nel Sud e in particolare in Calabria.
«La nostra regione paga ancora un prezzo altissimo in termini di appeal a causa di un’immagine negativa che ancora l’accompagna. Serve in tal senso anche una diversa narrazione del territorio anche in sinergia con le istituzioni regionali che metta in luce gli sforzi compiuti sul fronte della lotta alla ‘ndrangheta’».
L’arcivescovo: puntare su agricoltura e turismo
L’arcivescovo di Reggio, nel suo intervento, ha cercato di individuare le ragioni del mancato sviluppo del territorio. «Troppe opere sbagliate nel nostro Sud. – ha detto – Troppe opere incompiute, troppe realizzate in tempi impossibili, troppo denaro non utilizzato per incapacità progettuale o ritardi operativi.
«In Calabria abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale. È molto diffusa ancora la mentalità che il lavoro nobile e gratificante è solo quello che si può svolgere in giacca e cravatta. Gli spazi certi e naturali di sviluppo per la nostra regione sono quelli dell’agricoltura e del turismo. Ma sappiamo che non alletta i calabresi che preferiscono emigrare all’estero». (rrc)