di CARLO PARISI – Caro Segretario, care Colleghe, cari Colleghi, è un privilegio e un onore per la Figec, la Federazione Italiana Giornalismo Editoria Comunicazione aggiungere la 49,ma bandiera alla Cisal che, grazie alla generosa disponibilità di Franco Cavallaro, ci ha accolti nella Confederazione raccogliendo le richieste di tanti giornalisti che si sono sentiti orfani, stranieri, soli, in quello che era – e dal 28 luglio scorso non è più – il sindacato unico dei giornalisti italiani.
Il sindacato di quanti lavorano nel mondo dell’informazione, dei media, della comunicazione, della cultura e che di fatto non hanno mai avuto una propria rappresentanza sindacale a tutela dei loro interessi. Un sindacato nato nel nome di una libertà, che non può e non deve rimanere solo sulla carta, e del rispetto per ciascun lavoratore non solo dei settori tradizionali dell’informazione, della comunicazione, della cultura, dell’arte, ma anche e soprattutto delle nuove figure professionali legate al mondo del web.
Un sindacato “per” e non “contro” nel quale la diversità rappresenta un’occasione di riflessione e di crescita, non un problema da eliminare annientando chi non si adegua al pensiero unico. Caratteristiche che risiedono nel Dna della Cisal e, per questo, l’inevitabile “colpo di fulmine” ha dato vita ad una felice unione che, dopo 9 mesi, può già vantare un contratto collettivo nazionale per i giornalisti e gli operatori dell’informazione e della comunicazione, il Figec Cisal – Uspi, già leader nelle principali testate dell’informazione online – il 70° contratto della Cisal – e la costante crescita di iscritti già presenti non solo in tutte le regioni e nella maggioranza delle province italiane, ma anche all’estero.
Nonostante ciò, ci presentiamo a questo Congresso in punta di piedi, con il rispetto che si deve ad un sindacato con 66 anni di storia e di cui parlano i numeri: 49 federazioni, 1milione 400mila iscritti, 70 contratti collettivi nazionali di lavoro, la rappresentatività sia nel pubblico che nel privato, Patronati e Caf che rappresentano un fiore all’occhiello per la Confederazione. Per qualità dei servizi e, soprattutto, professionalità, efficienza, gentilezza e disponibilità della dirigenza e del personale.
Noi della Figec Cisal siamo gli ultimi arrivati e non abbiamo ricette miracolose. Di analisi, bilanci, criticità, scenari, obiettivi e programmi ha dettagliatamente parlato il Segretario Generale nella sua relazione, che condividiamo e approviamo sostenendo, con sempre più convinzione, la conferma di Franco Cavallaro alla guida del più grande e importante sindacato autonomo – e soprattutto libero – del nostro Paese.
È un orizzonte chiaro, quello illustrato dal nostro Segretario Generale. E concreti sono gli obiettivi valoriali: dalla pressione fiscale all’evasione che solo il Governo può ridurre e combattere. Un Governo, quello di Giorgia Meloni, che – lo ha ricordato il Segretario – ha subito dimostrato grande rispetto e attenzione alla nostra Confederazione imprimendo una decisa accelerazione al confronto e alla condivisione delle proposte finalizzate all’inclusione sociale, alla coesione territoriale, all’equità fiscale, alla dignità retributiva.
Compito nostro è fare sempre bene e meglio in materia di contrattazione, tema per il quale la Cisal è all’avanguardia in termini di diritti e tutele, garantendo sostenibilità alle aziende e dignità ai lavoratori. E soprattutto welfare, ovvero organizzazione intesa a fare rete per essere protagonisti delle politiche di tutela delle fasce più deboli migliorandone la qualità di vita e di benessere. Massima attenzione per la grande opportunità offerta dal PNRR e soprattutto formazione.
Tanta formazione, partendo magari dalla scuola quadri, che ci porti a parlare la stessa lingua dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, ma soprattutto ci metta tutti nelle condizioni di portare avanti la linea della Cisal in tutte le articolazioni territoriali del Paese. E poi, tanta organizzazione e comunicazione.
Sul tema la Figec Cisal, che ha il privilegio di annoverare le migliori professionalità del Paese, è pronto a fare rete con tutte le federazioni affinchè la Cisal sia, sempre più, emblema della difesa e della tutela del lavoro e dei servizi, che la nostra Confederazione può offrire a tutti i livelli e in tutte le province italiane.
Il sindacato non è un hospice, ma un pronto soccorso e, in quanto tale, ha bisogno di dirigenti preparati alle emergenze. Quando un lavoratore ti chiede aiuto, non c’è un solo minuto da perdere perché, in alcuni casi, il minimo ritardo può essere fatale.
“Dignità umana e del lavoro”. Caro Segretario, non avresti potuto scegliere tema migliore per questo Congresso. Ma, per soddisfare i bisogni della gente, occorre stare tra la gente, parlare alla gente e, soprattutto, ascoltarla. La crisi del sindacato italiano, come quella della politica, deriva dalla mancanza di ascolto.
Dobbiamo ascoltare chi è disperato perché ha perso il lavoro, lo sta perdendo, o non riesce a trovarlo. Il nostro compito è quello di dare fiducia e speranza a chi non ha o viene privato della libertà più preziosa: il lavoro. E bisogna rispondere subito, perché chi non ha i soldi per pagare il canone d’affitto, le bollette, la spesa e non riesce a mettere assieme il pranzo e la cena non può essere rinviato, dev’essere ascoltato.
Il sindacato deve prestare ascolto e garantire assistenza e servizi soprattutto nei momenti bui dell’esistenza di ognuno di noi. E quello attuale è uno dei più drammatici della storia non solo del nostro Paese.
La prima caratteristica di un sindacato deve essere proprio l’umanità. Un sindacato dal volto umano è un sindacato vicino ai lavoratori e alle loro famiglie. Saldamente ancorato alla realtà e al territorio, al passo con i tempi, propositivo, controparte e non nemico delle aziende. Un sindacato vicino anche all’ultimo dei lavoratori, non un circolo esclusivo – vale la pena ribadirlo – impegnato a difendere i privilegi di pochi.
Un sindacato moderno. Che include, non esclude. In una parola, un sindacato nuovo. Che si batte per tutelare e difendere i diritti di chi lavora, per dare valore al merito, per dare a tutti un’opportunità, soprattutto a quanti il lavoro non ce l’hanno, ma lo reclamano disperatamente perché l’hanno perso o non l’hanno mai avuto. Perché non c’è libertà senza lavoro, ma, attenzione, non può essere definito lavoro tutto ciò che viene fatto non solo sotto ricatto e sfruttamento, ma anche senza un’adeguata retribuzione.
Il lavoro, pilastro della comunità. Lo ha ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio inviato al Congresso Cisal e al nostro segretario generale Franco Cavallaro.
Il lavoro per tutti: è questo il primo impegno che chiediamo al Governo guidato da Giorgia Meloni. Il lavoro: è questo il miglior augurio che rivolgiamo a quanti l’hanno perso, lo stanno perdendo o non ce l’hanno e non vogliono e non devono rassegnarsi all’idea di non trovarlo. Noi ci siamo e saremo sempre al loro fianco. Al fianco di tutti i lavoratori. (cp)