Questo pomeriggio, a Cosenza, alle 18, alla Libreria Ubik, sarà presentato il libro Olocausta dell’avvocato e scrittore Giuseppe Mastrangelo.
Intervisterà l’autore la giornalista AGI MIrella Molinaro e leggerà in occasione della presentazione alcuni brani del libro l’attore Gianni Colaci.
Il romanzo è ambientato a Fiume nel 1920, quando per la prima e finora unica volta nella storia, un poeta, Gabriele D’Annunzio, ha guidato una rivoluzione.
«Ho deciso di scrivere questo romanzo – risponde l’autore – perché in Italia si è verificata la prima rivoluzione della modernità in cui i giovani sono stati protagonisti di una completa rivisitazione dei modi di essere e dei costumi. Si è anche sperimentata per la prima volta nella storia una vera e propria rivoluzione sessuale, con la presenza in quella città di personaggi quali D’Annunzio e Keller che facevano del corpo il tempio non solo dell’azione ma anche del piacere».
«Ho scelto di ambientare la storia a Fiume – ha spiegato – perché anche da questo punto di vista quella città è stata protagonista della prima stesura di una carta costituzionale moderna ed innovativa, che è stata presa ad esempio di tutte le costituzioni conseguenti alla seconda guerra mondiale: la Carta del Carnaro».
«Ho deciso di trattare questi temi – ha aggiunto – perché in quel periodo storico i giovani sono stati i protagonisti, guidati da D’Annunzio, di una visione diversa della società in cui la tolleranza, la libertà, la parità dei sessi veniva per la prima volta posta come elemento fondante di un nuovo vivere sociale. Tutto questo è stato riportato nella carta del Carnaro che è il frutto di esperienze politiche svariate: dai fascisti ai comunisti, dei socialisti agli anarchici, dai massoni ai liberali. Tutti hanno partecipato alla favolosa esperienza fiumana».
«Il messaggio principale – ha concluso – è che si può prendere in mano la propria vita, così come fa la giovanissima protagonista della storia, ed inserirla nel flusso di tutte le novità che ogni società di ogni tempo comportano. Essere consapevoli che il proprio corpo e la propria mente possono essere utilizzati sempre per fare una rivoluzione. Ho voluto raccontare che nel 1920 a Fiume, in Italia, è stata fatta una rivoluzione che poi divenne famosa nel mondo solo nel 1968 con la Beat Generation. In Italia in realtà avevamo fatto tutto cinquant’anni prima». (rcs)