Si chiama R&S R-Wine il progetto realizzato in partenariato da Smart Res spa, dall’Università della Calabria, dalla Cantina Caparra & Siciliani e dal Parco Scientifico e Tecnologico “Magna Graecia” di Crotone che punta a realizzare un sistema tecnologico innovativo in grado di contrastare e arginare il fenomeno sempre più invasivo della contraffazione del vino Made in Italy.
Il progetto, che è stato presentato a Cirò Marina, vuole contrastare un fenomeno diffuso: sul sito del progetto, infatti, si legge che «secondo il rapporto Ocse 2018, il valore complessivo del commercio globale di merci contraffatte è di 430 miliardi annui che, in percentuale, si traduce nel 2,5% delle importazioni. Il settore vinicolo italiano non è esente dal subire danni dovuti alla contraffazione».
«Dalla ricerca condotta dall’Ufficio europeo per la proprietà intellettuale (Euipo) – si legge sul sito del progetto – emerge che il settore ha una perdita di 2,7 miliardi di euro dovuta alla vendita parallela di prodotti contraffatti. Una cifra che equivale al 7% del totale delle vendite».
L’obiettivo, dunque, è lo «sviluppo e prototipazione di un tag Rfid passivo applicabile su delle bottiglie con funzionalità che possono garantire: il tracking del prodotto lungo l’intera filiera produttiva e distributiva, la garanzia dell’originalità, la constatazione di manomissioni e veicolare le informazioni critiche verso l’utilizzatore finale» e il «monitoraggio dei tentativi di contraffazione dei prodotti, controllando l’intera filiera di distribuzione, garantendo al consumatore finale un prodotto integro».
Per contrastare queste problematiche, all’interno del progetto è stata individuata la soluzione attraverso la combinazione di due tipologie di tag: la prima, con tecnologia Nfc, con funzione anti-tampering funzionale a rilevare manomissioni e aperture di una bottiglia, da utilizzare anche come bridge di interazione verso l’esterno; la seconda con un tag con tecnologia Uhf funzionale alla gestione della logistica di cantina.
Il tag, infatti, viene apposto al di sopra del tappo in sughero di una bottiglia di vino, coperto da una capsula termo-restringente.
«Il tag Nfc – si legge sul sito del progetto – è disegnato con una “coda” all’interno della quale è presente un loop (circuito elettronico), realizzato in filo di rame isolato e posizionato in modo da subire una rottura in caso di incisione, taglio e manomissione della capsula. L’informazione della rottura del loop viene registrata dai chip in una parte di memoria dedicata. La “coda” è stata ideata con una lunghezza sufficiente, partendo dal collo, ad avvolgere completamente il tappo e terminare in posizione diametralmente opposta sul collo della bottiglia».
«Il tag Nfc – si legge ancora – è leggibile sia attraverso lettore/antenna esterni che attraverso dispositivi mobili quali smartphone e tablet in possesso della funzione di lettura Nfc. Il chip del tag Nfc è pensato per contenere le informazioni utili a generare un’interazione con l’utente. Il tag aderisce perfettamente sul collo della bottiglia, grazie all’utilizzo di opportuni collanti che ne impediranno la rimozione. Su specifiche sezioni del tag viene operata una sorta di puntellatura, ovvero l’applicazione di leggere incisioni tali da indebolire la coda al punto da renderla facilmente frangibile in caso di manomissione o di apertura della bottiglia.
La lettura del tag Uhf richiede un lettore aggiuntivo che, installato sulla linea di imbottigliamento, consente l’acquisizione delle informazioni contenute nei tag e l’organizzazione, archiviazione e trasmissione dei dati acquisiti su una apposita piattaforma cloud-based».
Infine, una soluzione complementare è stata individuata da un’architettura software in grado di ricevere e gestire dati, fornire all’azienda di beverage statistiche dettagliate ed informazioni sui propri clienti per migliorare il proprio sistema di Crm ed a supporto della definizione di strategie di comunicazione e marketing.
La piattaforma, dal titolo WineFid, è una web application che ha funzioni di Content Management System e Data Analysis dedicata agli utenti business e realizzata in modalità multi-utente, mentre RWine, una mobile app con sistema operativo Android, ha la duplice funzione di verifica anti-contraffazione e bridge di interazione B2C dedicata ad utenti consumer. (rrm)