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È arrivato un bastimento carico di… prospettive
Dal porto di Gioia parte il futuro della Calabria

La mega nave Sixsin della Msc

di SANTO STRATI. – Il gigante del mare è arrivato al Porto di Gioia Tauro: una delle più grandi navi portacontainer del mondo lunga 400 metri e larga 62, era lì nelle banchine calabresi col suo affascinante e misterioso carico. Una cosa strabiliante, da lasciare a bocca aperta. È approdata qui, nelle acque calabresi, la Sixin Mcs, questa nave gigantesca che bisognerà abituarsi a considerarla parte integrante del paesaggio, in grado di trasportare l’equivalente di 23.600 container (misurati in teu – twenty-foot equivalent unit, il corrispondente di 38 metri cubi d’ingombro), che ha trovato le profondità giuste per il pescaggio e, soprattutto, una squadra eccezionale tra operai, tecnici, dirigenti, in grado di gestire al meglio un traffico di container fino a ieri inimmaginabile. Non sono molti i porti in grado di accogliere queste mega-navi che in breve tempo monopolizzeranno il mercato: Gioia Tauro è uno di questi ed è al centro del Mediterraneo e permette agli armatori un grande risparmio di denaro e di tempo.

Un grande giorno, dunque, per il Porto, ma soprattutto per la Calabria: è il segnale che si può e si deve pensare al futuro di questa terra, partendo proprio da qui. Da questa Piana, un tempo conosciuta soltanto per i suoi agrumi e il sangue della ‘ndrangheta e per un Centro siderurgico, promesso dopo la rivolta di Reggio, e mai più realizzato, per ovvie ragioni di mercato. Il futuro della regione ricomincia da qui, dall’impegno e dalla convinzione dell’armatore Gianluigi Aponte, che ha scommesso sulle potenzialità del Porto e ha investito risorse e idee, per salvaguardare il capitale umano, gli operai, gli addetti, i lavoratori dell’indotto che non meritavano di vedere arrugginire le gru e crescere l’erbaccia intorno alla grande area riservata ai container. L’armatore di Sorrento ha preso in mano un Porto in via di abbandono, nonostante la posizione di privilegio sul Mediterraneo, nonostante gli sforzi dedicati (e molto spreco di denaro buttato) dalle politiche regionali di sviluppo, nonostante la nascita annunciata della Zes, la Zona economica Speciale, che dovrebbe attrarre investimenti di grande portata. L’arrivo di un gigante del mare non è il bastimento delle filastrocche per bambini carico carico di… È il grande sogno della rinascita possibile e di un futuro che, finalmente, non sembra poi così lontano o difficile da immaginare per la nostra Calabria.

Un giorno di festa, da segnare tra quelli che i nostri figli distrattamente ricorderanno quando diventeranno loro stessi genitori, e bisognerà spiegare loro cosa significa questa grande nave alla banchina di levante del Porto di Gioia Tauro. Perché questo gigante del mare rappresenta al meglio il senso della sfida cui tutti siamo chiamati se vogliamo dare un futuro ai nostri giovani. La sfida degli industriali che ci credono (e in Calabria ce ne sono più di quanti si riesca a pensare), dei lavoratori del Porto che sentono più sicuro il proprio lavoro, dei visionari che immaginano una svolta non più rinviabile. Certo, ci sono ancora criticità sulla Zes e sulle procedure di attuazione perché diventi davvero un irresistibile attrattore di imprese, ci sono problemi logistici da superare, c’è da colmare quei quattro maledetti chilometri tra porto e ferrovia che fino ad oggi hanno impedito la cosiddetta intermodalità, ma le premesse sono buone. Permetteci un po’ di ottimismo che nel post-emergenza ci aiuta molto.

Ottimismo, peraltro, condiviso da tutti gli attori di questa straordinaria piéce che non ha niente di teatrale, ma semmai è la cronaca in diretta di un successo annunciato. L’arrivo della Sixsin Msc – ha dichiarato la presidente della Regione Calabria, Jole Santelli – rappresenta al meglio le grandi e altrettanto imponenti ambizioni del più importante scalo della Calabria e del Mediterraneo. Quella di oggi sarà ricordata come la giornata dell’orgoglio per un Porto, quello di Gioia Tauro, che per troppi anni è stato una scommessa mancata, se non addirittura perduta. L’approdo della mega portacontainer, una vera regina del mare, dimostra invece quanto siano estese le potenzialità di uno scalo dalla cui crescita dipende lo sviluppo stesso della Calabria e del Mezzogiorno. Non possiamo perdere questa sfida. Vogliamo – ha spiegato la Santelli – realizzare tutte le infrastrutture necessarie per l’espansione del porto e del retroporto, ma anche una scuola di alta e media formazione per le maestranze che dovranno operare nello scalo. Il mio augurio è di poter continuare a lavorare con l’attuale commissario, Andrea Agostinelli, il cui operato e le cui competenze sono apprezzate in modo bipartisan, segno che in tutti questi anni l’ammiraglio ha lavorato bene e con determinazione. Spero che anche il governo ne prenda atto e che voglia confermarlo nell’incarico».

Soddisfazione anche da parte del sindaco metropolitano di Reggio, Giuseppe Falcomatà, che ha dichiarato che «è uno dei momenti migliori per il Porto di Gioia Tauro. L’aumento dei traffici e la presenza di una nave cosi importante e prestigiosa, che solcherà esclusivamente i porti di Gioia Tauro in Italia e Rotterdam in Olanda, impreziosisce il ruolo strategico di questa infrastruttura nell’economia territoriale, sempre più baricentrica nel contesto dell’area del Mediterraneo. Un obiettivo che è il frutto di una strategia avviata qualche anno fa e che oggi, grazie al lavoro sinergico messo in campo, sta dando portando importanti risultati. In questi mesi  si sono concretizzate situazioni importanti, realizzate non certo per un caso fortuito, ma basate su un lavoro serio, costante e capillare, promosso attraverso una solida sinergia istituzionale e capitalizzato dalla guida lungimirante del commissario Andrea Agostinelli con il quale desidero complimentarmi per il proficuo lavoro svolto.

«Due anni fa – ha continuato Falcomatà – il porto era sull’orlo del fallimento, centinaia di persone rischiavano di essere licenziate, ma il lavoro di squadra istituzionale promosso con il Governo e l’autorità portuale è stato il punto di svolta e l’avvio di una nuova fase di rilancio che a qualcuno appariva semplicemente un’utopia ma che per noi è stata una sfida da portare avanti con serietà ed impegno. Oggi, due anni dopo possiamo affermare con orgoglio che questa sfida la stiamo vincendo e che il porto di Gioia Tauro naviga in un contesto di sviluppo, competendo con i principali porti del mondo. Bisogna quindi continuare su questa strada, dando sostanza alla Zona Economica Speciale, che deve ancora dispiegare tutte le sue potenzialità per lo sviluppo di un’area strategica non solo per la Città Metropolitana di Reggio Calabria ma per l’intero Paese nel contesto dello scacchiere euromediterraneo».

L’ammiraglio Agostinelli, per il quale si attende la riconferma alla guida dell’Authority portuale di Gioia, non ha nascosto la scontata soddisfazione: «È una giornata che ci ricorderemo – ha detto –.  Le navi più grandi del mondo ormai fanno scalo fisso a Gioia Tauro, per noi oggi è il giorno del rilancio. Sono stati 4 anni difficili, forse il 2019 ha toccato il picco di questa difficoltà, il cambio del terminalista ha determinato la svolta, che oggi vediamo e tocchiamo ad occhio nudo. Ora ci saranno altre sfide, la ferrovia, lo snodo ferroviario, l’intermodalità, e noi speriamo di vincere anche queste sfide».

A cominciare dal commissariamento, aggiungiamo noi: l’incarico di Presidente dell’Authority non è solo il cambio di una denominazione, ma sottolinea il mutamento di un ruolo, fondamentale, libero da quelle irrisolvibili situazioni che avevano richiesto la nomina di un commissario. Il futuro è il Mediterraneo, questo dev’esser chiaro e la nuova “questione meridionale” su cui dovranno misurarsi le scelte future di governanti e politici dovrà avere un respiro molto più ampio, quello appunto mediterraneo. (s)

 

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