È nata la Fondazione La Varia di Palmi. Lo ha reso noto il direttivo Varia di Palmi, presieduto da Daniele Laface, sottolineando come la sua istituzione «suggella la volontà di cominciare a fare sul serio».
L’approvazione della Fondazione è stata fatta dal consiglio comunale di Palmi, presieduto dal sindaco Giuseppe Ranuccio.
«Come ha prudentemente avvertito lo stesso sindaco Giuseppe Ranuccio – si legge in una nota – oggi si è potuto udire solo il primo vagito di una creatura appena affacciatasi al mondo. Tuttavia, come persino la storia evolutiva dell’umanità insegna, nulla nasce perfetto ma ogni cosa è perfettibile. Sarà l’intera Città di Palmi, in tutte le sue forme di partecipazione democratica (che l’Amministrazione comunale e la Fondazione dovranno valorizzare) a tessere d’ora innanzi una tela dalle maglie sempre più strette, capace di impedire nel tempo la formazione delle più piccole smagliature che, allargandosi, potrebbero rivelarsi molto deleterie».
«La Fondazione appena nata – viene spiegato – non solo potrà nel corso della sua vita futura procurarsi i migliori nutrienti per prosperare assieme alla sua stessa ragion d’essere, la Varia, ma potrà persino fortificare la sua stessa ossatura, lo Statuto, attraverso opportuni aggiornamenti ed emendamenti».
«Sarebbe stato ingenuamente dannoso – viene evidenziato – cucire addosso a questo nuovo organismo un abito troppo stretto e attillato, che già domani gli avrebbe potuto impedire ogni vitale libertà di movimento. Pertanto, dopo i festeggiamenti di quest’anno, con una riunione che dovrà raccogliere i più costruttivi fermenti che questa stessa edizione della Varia 2023 aggiungerà a quelli del più glorioso passato, si metterà mano, presumibilmente attorno al mese di ottobre o novembre come ha annunciato oggi durante il Consiglio comunale il sindaco Giuseppe Ranuccio, alla neonata istituzione culturale e allo stesso Statuto della Fondazione laddove si ravviserà la necessità o l’opportunità».
«Ciò sarà fatto nella maturata consapevolezza – si legge ancora – che la posta in gioco è la tutela, nonché il rilancio, delle più autentiche tradizioni legate a questa meravigliosa celebrazione storico-religiosa che, per essere meglio conservata e corroborata, necessita in via prioritaria di certezza e sistematicità nel tempo».
«La democrazia, quando è ben esercitata e conduce a soluzioni meglio studiate e maggiormente condivise – conclude la nota – anche quando richieda un primo atto di coraggio che rompa ogni indugio, è il migliore strumento che una comunità possa desiderare di poter utilizzare». (rrc)