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Fermare le importazioni di agrumi: in crisi la filiera calabrese

Agrumi di Calabria

C’è un allarme che riguarda i coltivatori calabresi che non va ignorato: occorre fermare le importazioni di agrumi in Europa, le cui dimensioni stanno provocando effetti devastanti su tutto il settore agrumicolo europeo. I numeri sono preoccupanti: si segnala un incremento del 40% negli ultimi sei anni (fonte Ministero Agricoltura spagnolo) con acquisti aumentati dall’Egitto +88,8%, dal Marocco +112,8% e dal Sud Africa del 26%.

Secondo la dott.ssa Innocenza Giannuzzi, presidente Consorzi Agricoop Italia e Blu Calabria, «Gli accordi commerciali sono stati firmati in evidente svantaggio competitivo per le produzioni europee ed inoltre senza i criteri minimi di reciprocità richiesti. La pressione commerciale esercitata da mandarini ed arance all’inizio della campagna agrumicola sta avendo effetti devastanti che si consolideranno nei prossimi anni se non si interverrà! Anche perché in Sud Africa sono stati piantati 10.000 nuovi ettari di mandarini che produrranno 600 mila tonnellate nei prossimi anni ed avranno come destinazione principale l’Europa sovrapponendosi alle nostre produzioni, ma con prezzi stracciati e avendo la possibilità di adoperare ben 19 materiali attivi per i trattamenti fitosanitari da noi vietati!»

Innocenza Giannuzzi
La dott.ssa Giannuzzi mette in evidenza che la Spagna e le sue associazioni di categoria stanno con fermezza difendendo le loro produzioni e si chiede: «In Italia cosa si sta facendo? Cosa stanno facendo i nostri Europarlamentari Calabresi? Cosa fanno per difendere le nostre produzioni di qualità? Non hanno contezza delle difficoltà che sta vivendo il comparto e tutto ciò che questo comporta?»
«Perdita di quote di mercato – dice la Giannuzzi – significa inevitabilmente chiudere le attività, calo dell’occupazione, incremento dell’emigrazione giovanile e in alcuni casi, come spesso riportato dalle cronache, attuazione di pratiche illegali che possano abbassare i costi del prodotto per competere con quelli importati, quale ad esempio lo sfruttamento del più debole spesso immigrato irregolare e sottopagato. Ed allora, quale futuro per le imprese agricole calabresi e le loro produzioni? Forse l’obiettivo dei nostri Europarlamentari è trasformare le nostre terre da realtà produttive in giardini con panchine contemplative?
«Mentre altri Paesi per fronteggiare la crisi avviano “Maxi-Piani agrumicoli” che garantiscono un supporto per la trasformazione, l’impianto di nuove varietà, programmi operativi e tant’altro, noi qui in Calabria attendiamo che qualcuno si accorga che almeno esistiamo, che esistono numerose imprese agrumicole, che non solo non ricevono gli aiuti ma neanche i risarcimenti per gli eventi calamitosi subiti, quali ad esempio le recenti alluvioni».
Le conclusioni della Giannuzzi sono amare: «Facile è brindare al Vinitaly con in mano un Cirò Rosso, difficile è risolvere i problemi reali! Non permetteremo che i nostri agrumeti diventino dei giardini contemplativi, ci batteremo sempre per il nostro lavoro, per i posti di lavoro creati, per le imprese calabresi!» (pa)
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