C’è anche una poesia del maestro Giuseppe Aletti – poeta calabrese, originario di Rocca Imperiale, noto all’estero, soprattutto in Georgia e nei Paesi arabi come Marocco, Egitto, Iran, dove le sue opere sono disponibili nelle rispettive lingue – nell’antologia poetica a cielo aperto inaugurata durante la quindicesima edizione del festival “Il Federiciano”, che si è tenuto per la prima volta ad Augusta.
I versi sono quelli della poesia “1 Gennaio”, una lirica sui nuovi inizi e sulla necessità di lasciarsi il passato alle spalle per intraprendere nuovi percorsi, e che ben si prestano per il cambio di rotta del festival poetico “Il Federiciano” che, dopo ben quattordici edizioni, ha lasciato la terra di Calabria per approdare in Sicilia.
La stele è stata inaugurata di fronte ad un pubblico di circa 1500 persone, che hanno partecipato ad un’edizione da record. Molte provenienti da diverse regioni d’Italia, anche dall’estero, di cui 500 erano poeti.
Oltre 4.800 gli iscritti, più di 9.000 composizioni, e il pieno delle strutture ricettive anche nella città di Augusta, che già di per sé conta oltre 34.000 abitanti.
Con la poesia del fondatore del premio Giuseppe Aletti, per la prima volta su una stele, insieme a quella di Salvatore Quasimodo “Alla nuova luna”, poesia religiosa che celebra l’intelligenza del genere umano, e “A Dio” di Hafez Haidar, sull’importanza di scorgere l’Assoluto nella realtà, si è voluto dare un forte segno di riconoscimento alla nascita del Paese della Poesia nella nuova città federiciana, fondata nel 1232 proprio da Federico II, emblematica figura a cui è dedicato il concorso.
Unico neo, di un’edizione entusiasmante delle nuove “prime volte” che ha rinvigorito lo spirito festivaliero del festival, nato nel lontano 2009, è stata l’assenza di Aletti, costretto da un grave infortunio a seguire il festival a distanza, senza tuttavia far venire meno il suo apporto.
«Oggi non potrò essere con voi» sono state le prime parole della nota diffusa su Facebook dal maestro per informare il pubblico della sua presenza da lontano. «Per la prima volta dopo 15 anni non potrò inaugurare le nuove stele poetiche nella suggestiva città di Augusta. Il grave incidente subìto mi ha costretto a un delicato intervento chirurgico».
Il maestro, che ora ha lasciato la clinica, ritornerà quanto prima ad Augusta, per apprezzare dal vivo i risultati materiali del festival, concretizzati nelle pregiate stele che arredano il centro storico, realizzate dal maestro Orazio Costanzo.
«Il Federiciano continua ad essere la manifestazione più innovativa in ambito poetico in Italia, capace di dare un nuovo slancio al territorio che lo ospita. Certamente non basta un’unica edizione per caratterizzare il luogo e renderlo riconoscibile agli occhi del viaggiatore. Tuttavia il seme è stato depositato», ha poi commentato soddisfatto alla chiusura del festival.
L’ottimo risultato della rassegna è stato enfatizzato con orgoglio anche dall’amministrazione comunale, dal sindaco Giuseppe Di Mare e dall’assessore Giuseppe Carrabino, che, oltre ad aver patrocinato il premio, hanno voluto ricordare la straordinarietà dell’evento dedicandogli la via che lo ha ospitato. Con apposita delibera di pochi giorni fa, la Giunta comunale ha così attribuito la denominazione “Largo dei Poeti Federiciani” all’area adiacente la chiesa di Maria Santissima Annunziata, che custodisce le sei stele poetiche, dove sono presenti anche le poesie dei vincitori del concorso “Il Federiciano”: ovvero, di Cosimo Marulli, Laura Cecchetto, Francesco Schettini, Monica Calabrese, Angela Potenza e Luca Birettoni. (rcs)