di FRANCO BARTUCCI – Il 2 ottobre di 50 anni fa moriva Antonio Guarasci, primo presidente della Giunta regionale della Calabria, in un drammatico incidente a Polla (Salerno) sull’autostrada Salerno Reggio Calabria. E, prima ancora, non può essere omessa la sua funzione di Presidente della Provincia di Cosenza, a partire dal 1962 fino al 1970, che per primo in Italia la governò, attraverso un accordo politico tra i partiti del cosiddetto Centrosinistra.
Su iniziativa dell’Amministrazione comunale di Rogliano e del Movimento Cattolici Democratici, è stata promossa una manifestazione commemorativa che inizierà alle 9 con la celebrazione di una Santa Messa che avrà luogo nella chiesa San Domenico di Rogliano; con subito dopo, alle ore 10,00, nell’aula consiliare dello stesso comune, prenderà corpo un incontro dibattito sul tema: “Il regionalismo del futuro”.
I lavori si apriranno con i saluti del sindaco di Rogliano, Giovanni Altomare, e una introduzione di Franco Alimena, che fu un diretto collaboratore del Presidente Guarasci. Seguiranno sei interventi ad opera: Nella Matta Rocca, AirParC Cosenza; Franco Ambrogio, già consigliere regionale Calabria; Piero Rende, già consigliere regionale Calabria e parlamentare; Agazio Loiero, già Presidente Regione Calabria; Mario Oliverio, già Presidente Regione Calabria; Roberto Occhiuto, attuale presidente della Regione Calabria.
Fin qui l’iniziativa lodevole promossa dal Sindaco di Rogliano, Giovanni Altomare, e di Franco Alimena, per conto del Movimento Cattolici Democratici, che entrerà nel merito della figura politica di Antonio Guarasci, con contributi delle personalità inserite nel programma sopra riportate, che entreranno nel merito di un tema molto delicato e strategico per il futuro del Paese Italia, come “Il regionalismo del futuro”.
Il tema del regionalismo era molto caro ad Antonio Guarasci, che in virtù delle sue funzioni di Presidente della Regione Calabria, avviò da subito un rapporto intenso di collaborazione con il Presidente della Regione Lombardia, Piero Bassetti, per intensificare un rapporto costruttivo e collaborativo tra Nord e Sud avviando un disegno di legge mirato a costruire un “regionalismo solidale ed equo”, che può essere considerato un’antitesi alla legge sull’Autonomia differenziata, da poco approvata dal Governo Meloni e del Ministro Calderoli. Abbiamo parlato di “antitesi” perché il Regionalismo solidale di Guarasci e Bassetti aveva una sua motivazione profonda, legata alla solidarietà e soprattutto al rispetto dell’identità umana delle persone. Stiamo parlando di due persone intelligenti, in possesso di una cultura ricca e profonda, testimoniata con amore e passione politica nel renderla un servizio attivo per la società.
Al contrario l’autonomia differenziata non è altro che una corsa, senza anima e spirito, avente come obiettivi la ricerca e l’affermazione di interessi economici a vantaggio dei più bravi nel saperla gestire. In tutto questo manca l’anima morale ed etica, come lo spirito e l’affermazione di quei valori umani necessari a dare dignità al “Valore umano” della vita delle persone, che hanno reso grandi i nostri Bassetti e Guarasci.
Sono questi valori che mi portano a ricordare la figura del prof. Antonio Guarasci, dal punto di vista umano nel rapporto con la moglie, Geltrude Guarasci; come docente di filosofia e storia nel rapporto con i giovani e gli studenti negli Istituti scolastici cosentini (Telesio e Nitti); per finire come politico, che in virtù delle sue funzioni di Presidente della Provincia di Cosenza, avviò il progetto nel realizzare a Via Popilia il villaggio scolastico (Liceo Scientifico, l’Istituto industriale e la Ragioneria); mentre per l’Università nel 1963, ed in particolare nelle giornate del 6 e 7 dicembre, come presidente della Provincia, diede il via ad una Conferenza regionale su “Scuola e Università in Calabria”, svoltasi nel Palazzo dei Bruzi, con figure note del mondo della cultura e dell’università del nostro Paese, che buttarono le basi per la nascita in Calabria della sua prima università, che doveva essere a numero programmato, residenziale ed innovativo rispetto alla programmazione didattica e gestionale. In fondo con quella conferenza si buttarono le basi per la nascente Università della Calabria, che venne alla luce con la legge istitutiva 12 marzo 1968, n° 442, grazie all’impegno del Presidente del Consiglio Aldo Moro (legato da un profondo rapporto di stima ed amicizia con Antonio Guarasci), firmatario della legge insieme ad alcuni Ministri e tra di questi l’on. Giacomo Mancini.
Antonio Guarasci, Giacomo Mancini e Riccardo Misasi, che nel 1971, in qualità di Ministro della Pubblica Istruzione, diede nel mese di maggio il via alla nascita vera e propria dell’Università della Calabria, che trovò sede a Nord di Cosenza, sui territori di Rende e Montalto Uffugo, con la nomina costitutiva e l’insediamento dei vari organi amministrativi (Cta) e accademici (Comitati Ordinatori delle 4 Facoltà) e, quindi, alla nomina del Rettore, nella figura del prof. Beniamino Andreatta, che portò alla stesura ed approvazione del primo Statuto dell’Università ( Dpr 1°dicembre 1971 n° 1329), sono da considerarsi oggi a tutti gli effetti le tre figure storiche sulle quali si poggiano le basi costitutive dell’Università calabrese di Arcavacata (la prima università statale istituita dalla cosiddetta Prima Repubblica italiana). Li si potrebbe definire in gergo popolare i “tre moschettieri” difensori di questa Università, alla quale unirei, come quarto moschettiere di appoggio, la figura di Beniamino Andreatta.
Come non ricordare il compiacimento del Rettore Beniamino Andreatta quando il 28 ottobre 1971 consegnò nelle mani del primo presidente della Giunta regionale della Calabria, Antonio Guarasci, di fresca elezione, copia del primo Statuto approvato dal Senato Accademico dell’Università, in attesa dell’approvazione degli appositi organi ministeriali di competenza, che arrivò subito dopo. Il rapporto di collaborazione ed amicizia tra il Rettore Andreatta e il Presidente Guarasci fu continuo e intenso, anche nella riservatezza al di fuori dei posti istituzionali, sempre finalizzati al governo della nascente università, per come ci ha raccontato più volte la signora Geltrude Guarasci Buffone, attenta e stimolante compagna di vita del primo presidente della Giunta regionale della Calabria.
Nel rapporto istituzionale Guarasci Università troviamo un pensiero espresso nel mese di dicembre 1972 e pubblicato dal quotidiano Il Giornale di Calabria, nel quale affermava: «La classe politica più attenta e democratica del mezzogiorno ha considerato la nascita della università calabrese un grande fatto politico e culturale da mettere al servizio dello sviluppo generale della Calabria, del Mezzogiorno e del Paese. Una università dunque che contribuisce concretamente a dare inizio alla trasformazione sociale ed economica del sud assumendo come area di riferimento la Calabria. Non una platea per esercitazioni pseudo rivoluzionarie, né una centrale di conservatorismo culturale, bensì uno strumento attivo per lo sviluppo».
Si lamentava che la legge istitutiva non aveva previsto nel Consiglio di amministrazione dell’Università la presenza di un rappresentante della Regione Calabria e per questo si impegnò nel predisporre un progetto di legge che prevedeva appunto la integrazione del rappresentante della regione ed alcune modifiche migliorative della stessa legge, compreso l’aspetto più significativo legato al finanziamento per la gestione e realizzazione dell’opera strutturale, approvata dal Consiglio regionale il 15 maggio 1974.
Intanto il Senato Accademico, nella seduta del 20 giugno 1974, su proposta del Comitato Ordinatore della Facoltà di Lettere e Filosofia, con presidente il prof. Gianvito Resta, approvava la pratica di conferimento dell’incarico di insegnamento di “Storia contemporanea”, con il trasferimento dall’Università di Lecce, a partire dall’anno accademico 1974/1975.
Ma la morte sopraggiunta il 2 ottobre 1974 in quel drammatico incidente di Polla sull’autostrada Salerno Reggio Calabria, che vide coinvolti anche il suo segretario, prof. Francesco Menichini, e la stessa moglie, signora Geltrude Guarasci Buffone, ne bloccò il percorso accademico all’interno dell’Università della Calabria, nel rimpianto totale della comunità universitaria e del Rettore Beniamino Andreatta, che aveva in Guarasci una valida spalla collaborativa nella realizzazione dell’Ateneo.
Oggi celebriamo il 50° anniversario della sua scomparsa e guarda caso cade anche nel 50° anniversario, che sta per terminare tra un mese, del primo anno d’inizio dei corsi di laurea della Facoltà di Lettere e Filosofia, nonché di chimica, matematica e scienze naturali, che la dirigenza dell’Università, tranne il dipartimento di matematica ed informatica, con il prof. Gianluigi Greco, ha completamente trascurato di celebrare. Con Antonio Guarasci, ancora tra di noi, dato il suo carattere, la sua cultura e la sua sensibilità non sarebbe accaduto, come lo stesso progetto dell’Università avrebbe trovato la sua giusta dimensione estesa sui territori di Rende e Montalto Uffugo.
A tenere viva l’opera, il lavoro, il pensiero culturale, sociale e politico, oltre che di ottimo scrittore e docente per tantissimi giovani, ci ha pensato la sua vedova signora Geltrude Guarasci Buffone che nel 1983 ha istituito la Fondazione Antonio Guarasci e che fino alla vigilia della sua morte, avvenuta a Cosenza il 26 dicembre 2022, è rimasta aperta e funzionante. Per 39 anni la Fondazione è stata punto di riferimento e centro culturale della città di Cosenza, per effetto dei tantissimi convegni promossi su varie tematiche con personalità note sia a livello locale che nazionale, le borse di studio conferite agli studenti degli Istituti scolastici di Rogliano, le numerose cattedre “Antonio Guarasci”, istituite in collaborazione con le Facoltà di Lettere e Filosofia, Economia e Scienze politiche dell’Università della Calabria, che hanno coinvolto in tutti questi anni oltre cinquemila giovani, il tutto raccontato attraverso il “Mensile Fondazione Antonio Guarasci”, rappresenta un valore inestimabile che deve trovare nell’Istituto regionale grande attenzione, a cominciare dalla riapertura della stessa Fondazione, che si trova oggi chiusa per effetti giudiziari con un commissario.
Certo una nota di apprezzamento va ai promotori dell’incontro, promosso per il 2 ottobre a Rogliano, di cui alla presentazione fatta in apertura del presente servizio; ma tocca alla stessa Regione Calabria, trattandosi del primo Presidente della Giunta Regionale, e alla stessa Università della Calabria, considerato a tutti gli effetti uno dei suoi padri fondatori, come anche docente in pectore della Facoltà di Lettere e Filosofia, celebrarne in modo istituzionale la figura di Antonio Guarasci, nel cinquantesimo della sua morte e nel cinquantesimo di apertura dei corsi di laurea della Facoltà di Lettere e Filosofia, nonché della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali. (fb)