di ANNA MARIA VENTURA – L’estate è appena finita, portandosi via sole, vacanze, allegre risate in riva al mare, escursioni in montagna, viaggi in località vicine o lontane. Ci ha lasciato, come sempre, immagini intrise di malinconia di tramonti rosati, profumi di bosco, la sensazione carezzevole di un mare che avvolge.
Intensa anche di cultura questa estate calabrese 2023, tra poesia, teatro, cinema, musica, che hanno animato i tanti festival ed eventi che si sono svolti da una parte all’altra della regione.
Ricco di suggestioni l’Hyle Book Festival, che si è svolto dal 16 al 18 agosto a Taverna, tra Villaggio Mancuso e la Sila catanzarese. Un luogo di straordinaria bellezza, immerso in una natura incontaminata, dove gli eventi del festival si sono materializzati, regalando agli spettatori spettacoli che coniugavano bellezza della natura e fascinazione dell’arte. Questo evento si è rivelato un momento straordinario di crescita culturale e di sensibilizzazione verso la bellezza del territorio e la sostenibilità ambientale.
Moltissimi gli artisti che hanno animato i vari momenti. Fra questi Ernesto Orrico, attore, autore e regista teatrale cosentino che ha presentato il 17 Agosto in un teatro di legno il suo ultimo libro di poesie dal titolo “Il canzoniere storto” Edizioni Underground? 2022.
Ernesto Orrico ha pubblicato, fra le altre opere, i testi teatrali “A Calabria è morta” (Round Robin, 2008) ; “Memoria di Joe Zangara” (Erranti); le raccolte di poesie “Appunti per spettacoli che non si faranno (Coessenza, 2012); The Cult of Fluxus (Erranti, 2014); “Poesie imperfette e lacerti di canzone” (Edizioni Underground?, 2018). Animatore di progetti di contaminazione tra musica e teatro quale “The Cult of Fluxus, Speaking and Looping”, è autore dei testi e voce nell’album “Talknoise” con le musiche di Massimo Garritano (Manitù Records, 2018). Ha lavorato con “Teatro delle Albe”, “Scena Verticale”, “Teatro Rossosimona”, “Centro RAT, “Teatro della Ginestra, “SpazioTeatro”, “Compagnia Ragli”.
Artista poliedrico e versatile, regista e attore, ha portato durante l’estate l’’ultimo suo libro “Canzoniere storto” in giro per la Calabria e non solo. Marano Marchesato, Cosenza, Torino, Ostia, San Lorenzo Bellizzi, Palmi, Taverna, sono state le tappe del suo tour poetico. L’ultima presentazione è avvenuta a Casali del Manco, nel Giardino della Biblioteca Gullo, il 19 Settembre, nell’ambito del progetto “In Biblioteca…non solo per leggere”, realizzato dalla Direttrice Carolina Cesario, col patrocinio del Comune di Casali del Manco. A relazionare sul libro sono state Carolina Cesario e Anna Maria Lindia, che hanno ben colto lo spirito del libro, esprimendolo con eloquio chiaro e raffinato. Con competenza e maestria hanno evidenziato il mondo visto dall’autore nei suoi aspetti reali e problematici, senza filtri o tentativi di giustificazione del male, del dolore e della difficoltà o incapacità degli esseri umani di comunicare fra di loro.
Ne viene fuori una realtà “distorta”, nel senso di piegata, dolente, come un albero col fusto distorto, piegato intento ad ascoltare l’abisso, come “storto” l’autore definisce il “canzoniere” che racchiude le poesie, brevi, lapidarie, fatte di parole immediate e schiette. Il lirismo bisogna scorgerlo nelle pieghe dei ricordi e delle nostalgie dell’anima.
Forte, emozionante, ricca di pathos la voce del poeta – attore nel declamare i suoi versi, che diventavano materia viva e pulsante, mente e anima di una creatura che attraverso l’arte ha sublimato la sua vita. Le ombre della sera sono scese nel Giardino della Biblioteca, diventato ancora una volta teatro di poesia e di vita. Gli spettatori, ammaliati dalla voce poetante e dalle potenza dei sentimenti che da essa si sprigionavano, hanno subito l’incantesimo, che solo la vera arte riesce a creare e, nel contempo, l’arte li ha contaminati e arricchiti.
Il poeta Orrico è di nuovo in cammino a regalare emozioni e a condividere col suo pubblico e con i suoi lettori riflessioni sull’esistere dolci o amare, ma sempre autentiche e vere.
Dice bene Angela Albanese nell’introduzione al libro.
«Al lettore è restituita una scrittura seducente e vigorosa il cui intento non è solo quello di dare una forma a un contenuto, ma di far sì che la forma si faccia anch’essa sostanza dell’opera. E la sostanza, lo abbiamo visto, è scomoda, difficile da maneggiare. Si richiedono cura e attenzione, ci vuole quell’amore ostinato che Orrico, da “osservatore e testimone attento”, riserva ai propri luoghi e al proprio tempo». (amv)