«La Calabria deve essere al centro di questa battaglia politica, ma serve una mobilitazione dal basso, che coinvolga il terzo settore, le forze sindacali, i comitati popolari». È quanto ha dichiarato il senatore del Partito Democratico e responsabile nazionale dell’Economia Antonio Misiani, nel corso dell’iniziativa svoltasi a Cosenza dal titolo Debito prefresso, risorse mai spese. Le questioni irrisolte della sanità calabrese promossa dai dem cosentini.
Per Misiani, infatti, «il commissariamento della sanità in Calabria è stato un eclatante fallimento e lo Stato deve assumersi le sue responsabilità visto che questo strumento, decreto dopo decreto, ha fallito e non ha raggiunto, dal 2009 ad oggi, gli obiettivi prefissati. Lo Stato è in debito con questa regione. Lo ha ribadito più volte Carlo Guccione e lo dimostrano i dati i riportati nel suo libro “Amara Verità”, un atto d’accusa e di denuncia implacabile che suscita rabbia e amarezza per una situazione che si trascina da anni e che è addirittura peggiorata rispetto al 2009».
«Come Partito Democratico dobbiamo portare avanti questa battaglia in difesa della sanità pubblica», ha detto ancora Misiani, annunciando che «presenteremo una risoluzione parlamentare, lo Stato deve assumersi le sue responsabilità e farsi carico della gestione del pregresso. Bisogna attuare una politica di discontinuità rispetto a quanto accaduto in questi 14 anni di commissariamento e restituire alla Calabria la gestione del sistema sanitario regionale».
«Il Piano di Rientro della Regione è fallito – ha detto l’ex consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione – i risultati di questi 14 anni di commissariamento sono sotto gli occhi di tutti. La strada intrapresa fino ad ora non ha portato ai risultati sperati. Non possono esserci altre scorciatoie o campagne comunicative che tentano di mistificare la realtà. Anche in questo caso si tenta di risolvere i problemi ricorrendo alla finanza creativa visto che non si comprende come sia possibile consentire l’elaborazione di un bilancio successivo senza avere conoscenza dei dati riguardanti gli esercizi precedenti».
«L’Asp di Cosenza – ha spiegato – non approva Bilanci consuntivi dal 2018, l’Asp di Reggio dal 2013, ma oggi attraverso norme che destano non poche perplessità sul piano della costituzionalità si autorizza l’approvazione dei Bilanci consuntivi 2022 senza adempiere all’approvazione dei Bilanci pregressi. Il commissario Occhiuto, in questo modo, ha solo spostato il problema della ricognizione del debito. Ecco perché il Partito Democratico deve farsi promotore di questa battaglia per la sanità pubblica e fare in modo che il Governo inverti la rotta e faccia uscire la Calabria da questo fallimentare commissariamento».
«Lavoreremo insieme per questa risoluzione parlamentare – ha concluso – e per colmare le diseguaglianze che si stanno accentuando tra le regioni. Da qui anche l’idea di far nascere e promuovere dei Comitati popolari in difesa della sanità pubblica».
Il senatore Nicola Irto – in collegamento via Skype perché impegnato in un’altra iniziativa del Partito a Lamezia Terme con Nicola Frantoianni – ha ricordato il lavoro iniziato in questi mesi e le iniziative da portare avanti in vista della risoluzione parlamentare per fare in modo che la battaglia della sanità in Calabria diventi nazionale e che il Governo attui una politica di radicale discontinuità con il passato.
Una gestione di ben 14 anni che «ha finito per peggiorare i Livelli essenziali di assistenza, oggi scesi a 125, e aumentare la migrazione sanitaria. L’11 per cento della popolazione – ha ricordato il segretario provinciale del Pd, Vittorio Pecoraro – rinuncia alle cure e ogni anno 70mila calabresi si recano fuori regione per ricevere prestazioni sanitarie/ospedaliere».
La Federconsumatori ha avviato, da qualche settimana, la campagna “stop liste di attesa” e, nel corso del convegno, la presidente regionale Mimma Iannello ha ricordato i tempi infiniti della sanità calabrese: «Era il 2007 quando venne stipulato l’accordo di programma per la costruzione dei nuovi ospedali. Ne sono passati anni, le risorse erano disponibili, ma nessun ospedale ad oggi è stato realizzato. A chi conviene che la sanità resti in questo perenne caos? E nel frattempo la Regione non riesce a realizzare una programmazione».
Parlando di nuovi ospedali non poteva mancare la discussione sul nosocomio di Cosenza e gli attacchi all’attuale commissario e presidente della Regione, Roberto Occhiuto.
«I calabresi sono spettatori di una politica di continui annunci e non destinatari di fatti concreti. Il Consiglio comunale di Cosenza – ha spiegato il sindaco di Cosenza, Franz Caruso – si era espresso in modo chiaro decretando la localizzazione del nuovo ospedale a Vaglio Lise. Ora un decreto dirigenziale illegittimo mette tutto in discussione, annullando anche lo studio di fattibilità realizzato precedentemente dalla Regione e costato 700mila euro».
«È evidente che è una battaglia politica e Occhiuto si è rimangiato la parola data – ha ribadito –. A pagarne le spese come sempre sono i cittadini: Lo Stato centrale deve risarcire i calabresi e consentire che in questa regione si possano avere i livelli minimi degli standard di sicurezza e i livelli essenziali di prestazione. È un diritto sacrosanto, quello dei calabresi, che non va rivendicato ma garantito dallo Stato, per come previsto nella Carta Costituzionale».
A parlare di mobilitazione dal basso in difesa del diritto alla salute è anche il vicesindaco di Cosenza, Maria Pia Funaro: «Lo scenario del commissariamento certifica il fallimento dello Stato che si è ostinato a non intervenire anche con soluzioni e poteri differenti”. Per quanto riguarda in vece la questione del nuovo ospedale di Cosenza “la volontà della Cittadella si palesa nel capitolato. C’è una scelta politica chiara che si cela dietro un provvedimento amministrativo». (rcs)