«Con gli accordi sulla Coesione, il governo ha detto che ci darà dei soldi che già ci spettano perché costituzionalmente previsti. A differenza del passato, questi soldi, verranno inseriti all’interno di quella che è stata definita “strategia della nazione”». È quanto ha dichiarato il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, nel corso del Consiglio comunale.
«Cioè se quell’elenco di settori – ha proseguito – non è coerente con le strategie della nazione sarà bocciato e, rispetto al passato, si fa finta che la legge 56/2014, istitutiva delle Città metropolitane non esista. Viene reintrodotto, come ha dichiarato il presidente del Consiglio, il filtro della Regione Calabria rispetto alla presentazione dei progetti che devono essere coerenti con la strategia della nazione. Il filtro successivo è che se progetti hanno un minimo ritardo, il governo nazionale può commissariarli, e le risorse vengono usate per altri progetti, più coerenti con le strategie della nazione, come ad esempio il ponte sullo Stretto. Una parte cospicua delle risorse per la coesione sono state già destinate al ponte».
Al Consiglio comunale, svoltosi nella sala consiliare “Pietro Battaglia” di Palazzo San Giorgio, hanno partecipato una delegazione delle classi VB e V Sia dell’Istituto Piria. I ragazzi, accompagnati dalle docenti Luciana Siviglia e Monia Cristarella, hanno visitato le aule dello storico palazzo dell’Amministrazione cittadina e hanno assistito alla seduta del civico consesso.
Il consiglio si è aperto con la richiesta di un minuto di silenzio per le vittime del naufragio di Cutro, proposta dal consigliere Giuseppe Giordano «per ricordare una delle tragedie più pesanti che ha colpito un anno fa il nostro Paese con la morte di 94 migranti. Una ferita che sanguina e che ha evidenziato per l’ennesima volta che c’è una Calabria che sa reagire e che ha fronteggiato quel dramma, stringendosi attorno ai superstiti».
Sempre nel corso dei lavori premilitari, il capogruppo del Pd, Giuseppe Sera, dopo aver sottolineato l’importanza della presenza dei giovani studenti, ha precisato «Il mio pensiero va al dissidente sovieto Aleksej Naval’nyj che voleva portare in Russia la dimostrazione di poter essere uno Stato diverso. Non serve silenzio, ma tanto clamore rispetto alle ingiustizie avvenute in quella parte del mondo. La sua idea era tanto pericolosa che era stato confinato in Siberia. Volevo esprimere, di contro, un plauso al coraggio di 200 studenti che a Pisa incarnavano l’idea di don Milani, “Io ci sono, voglio esserci”. I ragazzi che esprimono il loro pensiero – ha aggiunto il capogruppo – non vanno toccati nemmeno con un fiore. Vi chiedo un applauso perché va incoraggiata la partecipazione del libero pensiero più forte delle catene e delle manganellate».
«La presenza dei ragazzi delle scuole reggine in aula – ha affermato all’inizio del suo intervento il sindaco Giuseppe Falcomatà – è un buon esperimento di democrazia da portare avanti nei prossimi consigli con una rappresentanza più nutrita di giovani cittadini».
«Soprattutto siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo”– ha poi affermato poi il primo cittadino, riprendendo una citazione di Ernesto Guevara e rispondendo ai consiglieri di minoranza – fa parte dei nostri doveri di rappresentanti istituzionali della nostra Repubblica, portare all’interno della massima assise cittadina dibattiti su ciò che avviene intorno a noi, soprattutto quando richiama riflessioni».
«Un anno fa la strage di Cutro – ha concluso – importante ricordarla con un minuto di silenzio, ma questa assise dovrebbe chiedersi cosa è successo rispetto a un anno fa. Tre diverse inchieste che dovevano inchiodare ciascuno alle proprie responsabilità, una sola condanna ad oggi, in una situazione che raggruppa diverse responsabilità di diversi settori del Paese. Quali sono stati gli effetti del decreto Cutro, è migliorato il sistema di accoglienza, funziona oggi alla luce del nuovo decreto? È legittimo che si debba pagare per non essere trattenuti nei centri alla frontiera. Rispetto a questi interrogativi basta leggere la relazione della Caritas nazionale che si esprime con totale condanna rispetto agli effetti del decreto».
Il sindaco Falcomatà, poi, parlato «di pista ciclabile e di bike lane significa parlare di due cose diverse. Nessuno in questa assise ha detto che si tratta di due progetti diversi, con due Rup diversi, due finanziamenti diversi. Non si possono confondere progetti diversi che hanno obiettivi diversi e che vengono realizzati in modo diverso. La pista ciclabile risponde a determinate normative, le bike lane, introdotte a differenza di come ha detto qualcuno, col decreto Crescita, sono la previsione di un utilizzo promiscuo della sede stradale. Significa utilizzo condiviso, ossia che quella corsia non è esclusiva e dedicata, ma che all’interno è possibile l’utilizzo con gli altri strumenti di mobilità consueti (auto e bus) anche delle biciclette».
«Il piano politico esiste – ha aggiunto Falcomatà – ma non solo per il sindaco e per la giunta. Esiste una responsabilità dell’esecutivo comunale, ma anche di tutti i consiglieri comunali che hanno il dovere di vigilare, non solo con la commissione di vigilanza. Non sono necessarie commissioni d’inchiesta. Il dovere di vigilanza è sugli atti che sono pubblici e vengono prima di ogni altra commissione. C’è un errore al quale si sta ponendo rimedio, verificando le responsabilità che ci sono: contabili, amministrative e penali. La nostra Avvocatura civica valuterà, a proposito di alcune uscite sui social, eventuali responsabilità di danno all’immagine della città». (rrc)