di ANTONIETTA MARIA STRATI – C’è il Sud e il suo sviluppo infrastrutturale, nella rinnovata strategia del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che è stata presentata dal ministro Enrico Giovannini a Parigi, al Consiglio dell’OCSE, durante la sessione dedicata al tema The People Centred Green Transition.
In questo nuovo Piano, che porta il claim Dieci anni per trasformare l’Italia, ci sono l’ampliamento degli interventi dell’Alta Velocità/Alta Capacità della Salerno-Reggio Calabria, per cui sono stati stanziati 11,2 mld sui 25 mld in totale, il potenziamento delle reti regionali ed elettrificazione con attenzione al Sud, per cui sono stati stanziati 5,45 mld dove sono previsti interventi per la Sibari – Catanzaro Lido – Reggio Calabria.
Inoltre, nel nuovo piano, sono stati stanziati al Sud 0,7 mld per la riqualificazione e il miglioramento dell’accessibilità delle stazioni al Sud. A beneficiarne, Villa San Giovanni, Lamezia Terme, Cosenza e Reggio Calabria Lido.
Fa storcere il naso, invece, la somma stanziata per lo sviluppo dei porti, della logistica e dei trasporti marittimi. Il ministero, infatti, ha stanziato 0,1 mld per l’efficientamento energetico e ambientale nei porti dello Stretto di Messina, senza però fare nessun riferimento agli altri porti calabresi, che sembrano non essere così importanti da poter ricevere dei finanziamenti.
Insomma, questo nuovo programma è sicuramente un passo avanti, ma di sicuro il ministro Giovannini poteva fare di più, soprattutto se, nel corso della presentazione a Parigi, ha spiegato che si tratta di una « strategia che mira a creare migliori connessioni ferroviarie e stradali tra i territori riducendo il gap infrastrutturale tra il Nord e il Sud del Paese e con le aree interne, riqualificare l’edilizia pubblica, rinnovare i sistemi di mobilità urbana in senso ecologico con l’acquisto di mezzi non inquinanti, migliorare le connessioni ferroviarie con porti e aeroporti, accelerare e incentivare la decarbonizzazione dei trasporti».
«La grande disponibilità di risorse di cui disporremo nei prossimi dieci anni, che per il Mims ammontano a circa 104 miliardi di euro – ha spiegato il Ministro – ci impongono di programmare gli investimenti seguendo una logica sinergica e integrata, valutando con attenzione l’impatto degli interventi sulle persone e sui territori. La transizione verde è un’opportunità per ripensare il modo di realizzare le infrastrutture e di progettare sistemi di mobilità sostenibili», ha aggiunto Ministro Giovannini riferendosi alle novità introdotte con la revisione dei processi per la progettazione e costruzione delle opere pubbliche in modo sostenibile, ascoltando le necessità delle comunità, coinvolgendo nelle scelte la società civile e offrendo al settore privato nuove opportunità di business.
Eppure, nonostante la volontà di ridurre il gap tra il Nord e il Sud e migliorare le connessioni stradali, nel piano, sono previsti solo interventi di messa in sicurezza e monitoraggio tecnologico per la A24 e A 25, per 1,0 mld. Nessun riferimento alla Strada Statale 106 nè, per quanto riguarda lo sviluppo per le aree interne, viene specificato a quali e quante strade riceveranno il finanziamento di 0.3 mld.
Da questo, emerge come se da una parte, c’è stata attenzione per le ferrovie, dall’altra c’è stata superficialità per quanto riguarda le strade e i porti calabresi che non sia quello di Gioia Tauro.
Proprio nei giorni scorsi, la sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci, ribadiva la necessità di sbloccare quanto prima le risorse per il porto di Vibo Valentia, «che rappresenta un asset estremamente importante non solo sul piano diportistico ma anche industriale e deve assolutamente diventare un hub dello sviluppo in tutta la Regione».
Per la sottosegretaria, «lo scalo vibonese ha necessità di ricevere quanto prima i 18 milioni di euro destinati alla ristrutturazione delle quattro banchine dello scalo». Tema, che è stato oggetto di interrogazione dei 5 Stelle Davide Tavernise e Riccardo Tucci, rivolta al presidente della Regione, Roberto Occhiuto.
E proprio Occhiuto, in tema di infrastrutture, nella sua lettera indirizzata a Draghi inviata nei mesi scorsi, evidenziava come «la Calabria non può aspettare che nel suo territorio siano genericamente assegnati e bloccati fondi per opere per le quali la prima fattura lavori da pagare sarà probabilmente nel 2031».
Esulta, invece, la deputata del Movimento 5 Stelle, Elisabetta Barbuto che, a margine di un incontro con il Capo della Struttura Tecnica di Missione del Ministero dei Trasporti e della Mobilità sostenibile, Prof. Giuseppe Catalano, ha evidenziato come c’è una nuova prospettiva per il III Megalotto della Strada Statale 106, per cui «si punta di nuovo ad una strada di categoria B per tutto il percorso».
La deputata, infatti, ha ricordato che «nel contratto di programma ANAS, la SS 106, al netto del Megalotto 3, era destinata esclusivamente ad una revisione del tracciato esistente, quindi una messa in sicurezza con la sola previsione di varianti a livello dei centri abitati che, tuttora, la strada attraversa dall’epoca della sua costruzione con tutti i rischi che ciò comporta per la sicurezza stradale».
«Se, come auspichiamo – ha concluso – gli studi di fattibilità procederanno speditamente e sarà chiaro l’impegno economico, sarà il momento di agire compatti per ottenere non solo i tre miliardi preventivati per le opere fin qui oggetto di progettazione e cantierabili, ma tutti i finanziamenti per l’integrale realizzazione della nuova SS 106, magari già nella prossima legge di bilancio». (ams)