di ASRISTDE BAVA – Le ultime notizie sulla paventata chiusura della strada a scorrimento veloce Ionio – Tirreno portano a credere che “nei piani alti” ci si è reso conto della drammaticità che una chiusura del genere avrebbe portato. Anche perché, forse è bene precisarlo, la chiusura ( addirittura per circa due anni) era stata annunciata senza alcuna ipotesi alternativa all’attuale transito. Se è vero, dunque, che la Ionio – Tirreno, almeno per il momento non chiuderà salvo momenti notturni o contingenti di breve durata sarebbe anche bene, però, pensare sin da ora a possibili soluzioni alternative.
Anche perché, è bene precisarlo, il pericolo di una chiusura non è completamente scongiurato. e visto che i lavori per bypassare la galleria sono necessari sarebbe bene fronteggiare per tempo la situazione.. La stessa sindaca di Siderno in una nota diffusa ieri ha tenuto a precisare, tra l’altro, che il positivo risultato ottenuto data la promessa del Presidente Occhiuto non è che un primo passo in considerazione del fatto che «la proposta dovrà essere approvata da Ministero e Anas e serviranno progetti e assicurazioni certe», aggiungendo che i sindaci non smetteremo di vigilare e di lottare e ricordando che «non avremmo permesso a nessuno di isolare la Locride».
Maria Teresa Fragomeni, però, aggiunge che adesso ci si aspetta che «dalle parole si passi ai fatti», evidenziando fiducia e ringraziamento al presidente Occhiuto «per aver capito il dramma che si stava consumando a danno di migliaia di calabresi onesti».
L’invito della sindaca di Siderno è anche quello – nella sua nota – a far aprire una nuova fase, «quella della consapevolezza. Se tutti — dice – marceremo uniti nella stessa direzione, senza divisioni ma solo pensando al bene dei nostri territori, la Locride potrà vivere un nuovo rinascimento».
Quest’ultima considerazione non è peregrina perché, in questa occasione, si è registrata una forte coesione, politica e non, e un grande interesse della cittadinanza pronta anche alla mobilitazione per evitare i grossi guai di natura sociale e di natura economica che la paventata chiusura avrebbe portato sul territorio ionico e su quello tirrenico.
Adesso, però, indipendentemente da come si deciderà di sviluppare l’immediato futuro relativamente alle necessità che in ogni caso la strada si porta appresso per la sua vetustà e per la necessità di una manutenzione che è sempre stata molto carente, bisogna seriamente guardare e prevedere per tempo soluzioni alternative che prima o poi serviranno.
Le due importanti zone della provincia reggina non possono correre il rischio di ritrovarsi a breve o medio termine nella precaria situazione che si stava profilando. Ed è anche su questo che gli organismi competenti dovrebbero avviare una attenta riflessione. (ab)