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La Calabria al fianco di Mons. Attilio Nostro: Ferma condanna alle intimidazioni

La Calabria si stringe attorno a Mons. Attilio Nostro, vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, vittima di un atto intimidatorio. Al presule, infatti, sono stati recapitati dei proiettili. Un grave avvertimento che si aggiunge alle intimidazioni subìte dai parroci di Cessaniti, don Felice Palamara e don Francesco Pontoriero, dei giorni scorsi.

La Calabria, indignata, «condanna con fermezza questo vile attacco alla comunità ecclesiale calabrese, nella convinzione che la magistratura e le forze inquirenti sapranno assicurare alla giustizia gli autori di tali gesti criminali, che tendono a colpire e mortificare anche la società civile calabrese», ha detto il presidente della Regione, Roberto Occhiuto.

Il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha espresso «vicinanza e la solidarietà del Consiglio regionale al Vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea e alla Chiesa calabrese».

«Le recenti intimidazioni ai parroci di Cessaniti e della frazione di Pannaconi, don Felice Palamara e don Francesco Pontoriero – ha spiegato – e le minacce rivolte a mons. Attilio Nostro, segretario della Cec, sono gesti intollerabili, da condannare e da cui prendere le distanze con assoluta fermezza».

«Intimidazioni e minacce – ha concluso – che preoccupano tutta la Calabria che si oppone ad ogni forma di prepotenza, incluse quelle messa in atto da chi, agendo nell’ombra, s’illude di poter condizionare l’azione riformatrice della Chiesa calabrese e il desiderio delle nostre comunità di liberarsi dall’oppressione criminale».

Pietro Molinaro, presidente della Commissione Consiliare antindrangheta, ha condannato «il deplorevole atto intimidatorio che questa volta, dopo le minacce ai parroci di Cessaniti nel vibonese,  ha colpito il pastore della chiesa della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea mons. Attilio Nostro».

«Si è alzato ulteriormente, quindi – ha aggiunto – il livello di minacce e intimidazioni segno che l’azione pastorale e le iniziative che la comunità ecclesiale vibonese sta portando avanti, danno fastidio. Mi riferisco ad esempio all’incessante azione di presidio da parte delle forze dell’ordine dello svolgimento di manifestazioni religiose per evitare intromissioni della criminalità organizzata che ha bisogno, in queste occasioni, di farsi notare per dimostrare di essere  in grado di continuare ad esercitare il controllo  anche della comunità religiosa».

«Così come i diversi percorsi di legalità in tutta la diocesi che vedono impegnate le parrocchie – ha concluso – Mons. Nostro ha dalla sua la comunità che saprà reagire e continuerà a  lavorare con il consueto apprezzato impegno al servizio di tutta la comunità del vibonese».

Il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo ha ritenuto «estremamente preoccupante, e da non sottovalutare per nessuna ragione, quanto sta avvenendo nella provincia di Vibo Valentia».

«Non passa giorno – ha ricordato – che non arrivi notizia della recrudescenza di fenomeni intimidatori, aggressioni e minacce ai danni di chi è più esposto sul fronte professionale, sociale e perfino religioso. Medici, infermieri, operatori culturali, uomini di Chiesa, sembrano essere divenuti ormai il facile bersaglio di chi tenta biecamente di sovvertire le regole della democrazia e della partecipazione alla vita pubblica».

«Ultima in ordine di tempo – ha concluso – la vile intimidazione all’indirizzo del vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro, cui è stato recapitato un proiettile. Tale ignobile gesto è da rigettare con sdegno e tutta la società civile vibonese è chiamata ora a fare fronte comune per respingere ogni tentativo di sopraffazione e minaccia. A monsignor Nostro e a tutti i sacerdoti destinatari di atti intimidatori giunga la mia più aperta e solidale vicinanza».

Il consigliere regionale Francesco De Nisi, ha definito l’intimidazione ai danni di mons. Attilio Nostro come «un imbarbarimento del vivere civile da condannare, che testimonia una deriva sociale e civile sulla quale riflettere in  maniera seria e approfondita».

Esprimendo la sua solidarietà al vescovo, De Nisi ha parlato di «ungesto inquietante, che segue alle intimidazioni ai danni dei parroci di Cessaniti, don Felice Palamara e don Francesco Pontoriero, che sicuramente non inciderà sulla missione evangelizzatrice della Chiesa in territori difficili e di frontiera, nei quali operare non è mai facile».

De Nisi, nel ribadire la sua vicinanza ai pastori della Chiesa Vibonese, ha concluso facendo «affidamento sull’operato delle forze dell’ordine per risalire ai colpevoli» e invita «i cittadini onesti e tutte le istituzioni a promuovere azioni di sostegno per arginare fenomeni di devianza che, nonostante tutto, in Calabria non vinceranno».

Il consigliere regionale Raffaele Mammoliti ha evidenziato come «l’atto intimidatorio perpetrato nei confronti del Vescovo monsignor Attilio Nostro, dopo quello subito da alcuni sacerdoti di Cessaniti unitamente ad altri fenomeni di criminalità e violenza registratesi nel territorio Vibonese, dimostrano chiaramente che non bisogna affatto abbassare la guardia».

«Occorre, anzi – ha evidenziato – reagire e sollecitare a tutti i livelli azioni coerenti per garantire incolumità e sicurezza. Dopo anni di politiche di abbandono che hanno portato allo smantellamento dei servizi essenziali spesso, purtroppo, prevale il linguaggio della paura da parte della collettività ormai sfiduciata. In tale direzione trovo emblematiche e preoccupanti le affermazioni del Procuratore, dott Camillo Falvo, il quale riferisce in merito alle numerose commissioni d’accesso, comuni sciolti e interdittive antimafia, come Vibo per troppo tempo sia stata trascurata dall’azione dello Stato, delle Forze dell’ordine e della Magistratura».

«Un monito che deve far riflettere l’intera comunità vibonese – ha concluso – e che dimostra come l’encomiabile lavoro delle sole Forze dell’ordine e della Magistratura non sia sufficiente per invertire la rotta. Bisogna garantire sempre di più da parte dello Stato il presidio del territorio come elemento imprescindibile e fondamentale per rafforzare la fiducia dei cittadini verso le istituzioni». 

Il deputato Giuseppe Mangialavori, esprimendo solidarietà a mons. Nostro e ai sacerdoti, ha sottolineato quanto sia «intollerabile quanto sta accadendo in provincia di Vibo Valentia, dove sono numerosi ormai gli episodi criminali in danno di uomini di fede».

«Bisogna accogliere l’invito del procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo, a stare vicini ai nostri sacerdoti – ha concluso – e denunciare episodi simili. Sono certo che le forze dell’ordine e la magistratura riusciranno presto ad individuare i responsabili ed assicurarli alla giustizia».

Per Enzo Scalese, segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, quei proiettili recapitati a mons. Attilio Nostro «puntano dritti al cuore di una comunità che, con la guida degli uomini di fede, voglio reagire alla prepotenza criminale che costringe il territorio alla sottomissione sociale ed economica».

«Manifestiamo la nostra solidarietà a Mons. Nostro, e ci uniamo al coro delle voci che condannano questo gesto spregevole – ha detto Scalese – specialmente perché rivolta ad una figura pubblica impegnata nel promuovere valori di pace, solidarietà e giustizia sociale. La solidarietà è il fondamento su cui costruire un mondo migliore, e in questo momento di difficoltà, ci stringiamo intorno a Mons. Attilio Nostro e alla sua comunità, offrendo il nostro sostegno: affermiamo con forza i valori di pace, rispetto e fratellanza, rifiutando ogni forma di violenza».

Cna Calabria ha espresso la propria vicinanza al mons. Nostro, sottolineando come si sia trattato di «un gesto vigliacco che si affianca a quelli nei confronti di altri parroci del vibonese delineando una chiara strategia di intimidazione nei confronti di uomini di Chiesa che si pongono come umili guide della comunità, punti di riferimento e di conforto in territori spesso poveri o isolati».

«Anche alla comunità vibonese – si legge in una nota – la Cna Calabria esprime solidarietà in questo momento di smarrimento che sta attraversando. La criminalità agisce con tracotanza e senza rispetto per uomini, donne, bambini e tanto meno abiti talari. Non è questo il momento di abbattersi, di cedere alla paura o, peggio, alla rassegnazione, ma quello di affidarsi alla giustizia, che certamente farà il suo corso, esprimendo nettamente il rifiuto di questo tipo di logiche e facendo emergere il volto sano delle comunità».

Il sindaco di Tropea, Giovanni Macrì, ha espresso «sdegno» per la «sequela di fatti che stanno vedendo il territorio amaramente protagonista di una brutta pagina di degrado e prepotenza. Non riusciamo a capire né a giustificare perché sia stata presa di mira con modalità così crude, la comunità ecclesiastica».

«Riponiamo la massima fiducia – ha concluso – nelle forze dell’ordine e nella Procura che stanno portando avanti le dovute indagini per restituire serenità ai fedeli e alla Chiesa e senso di sicurezza e giustizia a tutta la società civile territoriale». (rvv)

 

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