C’è anche la Calabria alla 21esima Giornata Europea della Cultura Ebraica, promossa dall’Unione Comunità Ebraiche Italiane in programma il 6 settembre.
Insieme a Catanzaro, ci sono Crotone, Rende, Tarsia, Cosenza, Santa Maria del Cedro, Belvedere Marittimo, Vibo Valentia, Zambrone, Nicotera, Caulonia, Gerace, Cittanova, Palmi, Reggio Calabria, Motta San Giovanni e Bova Marina.
La vicesindaco di Catanzaro, Gabriella Celestino, ha partecipato al contributo video che verrà proiettato in tutto il mondo in occasione delle celebrazioni.
«La nostra città è stata, fin dai primi anni del 1200 – ha dichiarato la vicesindaco Celestino – un riferimento importante per il mondo ebraico del sud Italia. La sede del Comune, in via Jannoni, è nata dove un tempo sorgeva la Giudecca, Palazzo Fazzari è stato costruito sui resti dell’antica sinagoga, e più in generale la storia culturale del capoluogo, la sua riconosciuta maestria nell’arte serica si è intrecciata, nel corso dei secoli, con lo sviluppo della comunità ebraica. L’armonia fra cattolici ed ebrei non è mai venuta meno e adesso può essere rafforzata grazie alla riscoperta di tradizioni antiche».
Invitando le famiglie ebraiche a visitare Catanzaro, la vicesindaco ha ringraziato, a nome dell’intera amministrazione comunale, Roque Pugliese, delegato per la giornata europea della cultura ebraica e referente della Comunità ebraica di Napoli per la Calabria.
A Pugliese è stato donato un catalogo della mostra, L’arte dell’abbandono, che ripercorre la carriera del Maestro Saverio Rotundo, “U Ciaciu”, uno dei più grandi artisti del Novecento catanzarese.
La Giornata Europea della Cultura Ebraica vedrà coinvolte oltre 80 località in Italia, «in una manifestazione all’insegna della conoscenza e dell’approfondimento dell’ebraismo, e dell’incontro tra culture» ha scritto Noemi Di Segni, presidente dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane, sottolineando come questa, di edizione sarà inedita, «puntando molto sulle nuove tecnologie, come anche indicato dall’Aepj, l’associazione europea che fa da “ombrello” a questa grande manifestazione alla quale partecipano oltre trenta Paesi, e che ha raccomandato di prediligere una organizzazione digitale, sul web».
«Senz’altro una forte limitazione – ha aggiunto – per un appuntamento che è fatto di visite alle Sinagoghe e di passeggiate archeologiche, di spettacoli teatrali e di degustazioni kasher, di “assembramenti” di bambini e di affollate mostre ai musei ebraici; ma anche, crediamo, una sfida, che ci proietta in un modo diverso di fare e fruire cultura, spingendoci ad affinare e implementare nuove risorse e nuove possibilità. Se questa terribile crisi fosse capitata anche solo quindici, venti anni fa, nessuno di noi avrebbe potuto fare le “videochiamate”, l’assenza dei social network ci avrebbe costretti in un isolamento ancora peggiore, fare la spesa online sarebbe stata una opzione non praticabile».
«Ma abbiamo avuto la fortuna, pur nella grande difficoltà – ha proseguito la presidente Di Segni – di vivere in un’epoca iperconnessa. E dunque la Giornata Europea della Cultura Ebraica tiene il passo con i tempi, per un grande esperimento virtuale (che in alcuni casi potrà comunque essere declinato, ove consentito, nel massimo del rigore e del rispetto per le norme, anche nel reale), e che ci auguriamo potrà destare anche quest’anno l’interesse di un ampio pubblico».
«Il tema – ha proseguito – che quest’anno farà da minimo comun denominatore di tutti gli eventi è Percorsi ebraici. L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, insieme a tutte le realtà locali, ha raccolto la sfida di raccontare al meglio gli itinerari dell’ebraismo italiano, che sono interessantissimi, talvolta sorprendenti, diffusi sul tutto il territorio nazionale. A partire da Roma, che quest’anno, per la prima volta, è stata prescelta quale Città Capofila: sarà proprio dalla Comunità ebraica più antica della Diaspora, la più popolosa d’Italia, che domenica 6 settembre si darà il via alle centinaia di eventi sparsi per la penisola, che tra reale e virtuale daranno la possibilità di immergersi, per un giorno, nella vita, nella storia e nelle tradizioni di una minoranza presente nel Paese da oltre duemila anni».
«Una grande manifestazione di ebraismo vivo e vivace – ha concluso la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – che ha voglia di raccontarsi e di dare il proprio contributo alla società, e che ci auguriamo possa rappresentare un momento di gioia e una luce di speranza per tutto il Paese, in questo momento così difficile, che l’Italia sta dimostrando di saper affrontare con grandissima forza, dignità e senso di comunità». (rrm)