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La Calabria? Piace moltissimo agli stranieri Seconda nel mondo tra le mete da preferire

Scilla

di SANTO STRATI – Se non provenisse da una autorevole fonte di Bruxelles, la notizia susciterebbe qualche perplessità: nell’indagine sulla reputazione turistica delle regioni italiane (dati al 2015) la Calabria è seconda dopo la Toscana come meta ambita dagli stranieri per le vacanze. Una cosa straordinaria, meravigliosa, che dovrebbe indurre chi ci governa a investire cento volte di più nella promozione turistica. Ma non è tutto oro quello che luccica: i dati odierni vedono scalzata la regione di alcune posizioni rispetto al 2015 e la spiegazione la fornisce il prof. Mauro Alvisi, presidente European Department of Reputation Studies della UCEE (Union of European Experts Chambers) di Bruxelles che ha presentato oggi in Senato i risultati di un’ampia ricerca sulla reputazione turistica della Calabria. Piace moltissimo agli stranieri e, cosa ancora più straordinaria, che viene in Calabria ci torna volentieri, per l’accoglienza ricevuta, per la qualità del cibo, per l’eccezionalità dei luoghi, per il patrimonio culturale, ecc. Sono i calabresi stessi e gli italiani i peggiori detrattori che guastano una così bella reputazione conquistata senza neanche tanti sforzi presso i turisti del mondo. E, badiamo bene, che nel 2015 ancora non c’era stata l’indicazione della Calabria del New York Times come luogo incantevole con una cucina raffinata e non erano state sviluppate molte strategie di comunicazione per valorizzare il brand Calabria.

Come si può ascoltare dall’intervista che il prof. Alvisi ha rilasciato a Calabria Live, questa regione può diventare la California d’Italia – d’Europa, aggiungiamo noi – se solo si mettono in atto piani di comunicazione efficaci e brillanti.

Ai tempi del governatore Scopelliti fece clamore (provocando giustificati sghignazzi un po’ dovunque) il filmato dei bronzi tristemente animati che avrebbero dovuto invitare a venire in Calabria. Non facciamoci più del male: i Bronzi – sempre secondo le statistiche di reputazione – sono l’attrattiva più forte di tutto il Mezzogiorno, ma persino dell’Italia intera, essendo diventati un simbolo di italianità al pari del Colosseo, del David di Michelangelo, del Cenacolo leonardiano. Quindi serve una politica culturale e turistica degna di questo nome. Niente improvvisazioni e spazio ai professionisti se si vuole mantenere alta la reputazione (e la vocazione) turistica della Calabria,

A proposito di reputazione,  intervenendo, per un saluto, il sen. Marco Siclari ha raccontato un gustoso aneddoto a lui capitato nell’ospitare (a proprie spese) investitori arabi in Calabria: «Avevano paura di atterrare a Reggio. – ha detto. – Dobbiamo lavorare tutti per cambiare quest’immagine negativa che i calabresi stessi mandano in giro. E ci riusciremo». (il video dell’intervento di Siclari)

Da questo incontro romano, promosso da Giuseppe Nucera, presidente dimissionario degli industriali reggini, con la Fondazione Mediterranea e l’Università Mediterranea, la Civita Holding Cultura e il Consiglio regionale della Calabria, emergono, dunque, dati formidabili che giustificano il proposito che fa da claim all’iniziativa La Calabria che vogliamo. Una piattaforma programmatica che vede insieme enti, istituzioni, associazioni di categoria, parti sociali e professionisti nel quadro di un dibattito finalizzato a promuovere un approfondito confronto sulle prospettive di sviluppo del territorio calabrese.

E come ha sostenuto il vicepresidente di Civita, Giorgio Sotira, occorre altresì convogliare sulla Calabria l’interesse dei millennials, con iniziative di cultura che creino attenzione e partecipazione. Non bastano gli 800 km di costa, un mare bellissimo e tante montagne meravigliose, serve puntare sulla cultura per creare richiamo e attrazione. Il turismo è il petrolio della nostra terra, non inquina, non sporca, permette di condividere accoglienza e amicizia.

Il futuro governatore non faccia l’errore di tenere per sé la delega del turismo (come ha fatto Oliverio): servirà un manager attento e capace, presente e propositivo. Ma questo è un altro discorso che ai forestieri, innamorati della Calabria, interessa poco o niente: loro chiedono di poter utilizzare le meravigliose risorse di questo territorio, ma è necessario offrire loro oltre a una buona reputazione, anche strutture e infrastrutture, che, ahimé, mancano proprio. (s)

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