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La città della porta di Domenico Raso (2004)

La città della porta

Esiste una Stonehenge in Calabria, ma pochi lo sanno. I megaliti di Nardodipace (Vibo) sono di una straordinaria bellezza e raccontano di una Calabria preistorica che dovrebbe risalire a 7mila anni fa. Il prof. Raso a questo affascinante mistero legato al popolo dei pelasgi (il cosiddetto popolo del mare) ha dedicato anni e anni di studi, decodificando le tavolette incise in una lingua sconosciuta. Tavolette che raccontano le storie di cui parla Raso in questo meraviglioso libro che proietta il lettore nella preistoria della montagna mediana calabrese.
Sono fatti accaduti nelle Serre joniche vibonesi e catanzaresi, in tempi lontanissimi e, per questo, misteriosamente più vicine di quanto si possa immaginare. Raso racconta come è arrivato alle tavolette rinvenute da un avvocato di Girifalco, Mario Tolone, e di come sia rimasto affascinato da quanto, con moltissimo lavoro, è riuscito ha raccogliere: una storia probabilmente sconosciuta ai primi coloni magno-greci che dal IX secolo a.C cominciarono a percorrere il Mediterraneo. Una storia incisa in tavolette di creta per raccontare di una civiltà sconosciuta e affascinante che aveva conoscenze astronomiche e astrologiche che sembrano incredibili se posizionate in epoca preistorica.
È un viaggio affascinante che ci accompagna a scoperte che lasciano senza fiato, rivelate con un tratteggio di scrittura apprezzabilissimo che spiega cosa c’era e c’è stato nelle terre di Calabria, in una preistoria che non finirà mai di regalarci piccole ma significative tracce utili a capire chi siamo e da dove veniamo.
Difficile catalogare quest’opera come saggio, anche se del saggio ha tutte le caratteristiche, ma la leggerezza del racconto l’avvicina più a un grande racconto di una Calabria sconosciuta (anche se non si chiamava ancora Calabria) con protagonisti regali e umili servitori, donne e madri, pronte a festeggiare l’arrivo della primavera per un intero mese, e vittime di un esodo estivo di mariti e compagni che andavano per mare. Si legge tutto d’un fiato e l’impressione è di esser compartecipi di riti e miti che fanno impallidire i racconti omerici: la sensazione finale – bellissima – è che di quei popoli siamo in fondo eredi. (s)

LA SCHEDA
La Città della Porta
di Domenico Raso
160 pagg. 18,00 euro
Kaleidon Editrice
ISBN 9788888867007
www.kaleidoneditrice.it

L’ AUTORE
Domenico Raso
È stato uno scrittore appassionato di storie calabresi e dell’Aspromonte.
Ha pubblicato diversi volumi dedicati alla montagna e ad antiche tradizioni calabresi. Da ricordare “L’ippocampo. Memoria dei Pelasgi delle serre calabresi” (Laruffa, 2007), “La crealicoltura nella Calabria pelasgica. La lamina di Botricello (Kaleidon) e “San Luca e Polsi. Storie e paesaggi d’Aspromonte” (con Alfonso Picone Chiodo). (Città del Sole Edizioni, 2008).

Le prime venti righe

A questa incredibile storia ci siamo arrivati per gradi. L’evento culturale dei megaliti di Sambuco e di Ladi è stato soltanto lo spunto propizio che ci ha consentito di avere certezza piena di quanto eravamo venuti appurando da sei anni almeno dai ritrovamenti di antichità delle Serre da parte dell’avv. Mario Tolone di Girifalco (CZ) nostro carissimo amico.
Questi reperti, ordinatamente custoditi nella sua bella casa, riguardavano per la verità, tutte le Serre Joniche, ma una quarantina almeno toccavano espressamente il territorio montano, collinare e marino tra Nardodipace e Focà, dandogli un riscontro tanto mirato da lasciarci a tutta prima perplessi. Essi raccontavano una antichissima storia sepolta, ignota persino ai padri magnogreci che dal IX sec. a.C. cominciarono a sciamare in modo deciso dal Mediterraneo orientale verso i lidi occidentali, intesi a fondare nuove colonie.
Eravamo incappati in quei reperti una decina di anni orsono e fu proprio la loro indecifrabilità a stimolarci alla ricerca…

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