Site icon Calabria.Live

LA FORESTAZIONE SETTORE NEVRALGICO
IN CALABRIA MANCANO FONDI E PERSONALE

I Giganti della Sila

di ANTONIETTA MARIA STRATI – «Gli oltre 70 milioni di euro che mancano all’appello per la forestazione calabrese sono uno degli esempi più rappresentativi della mancanza di visione verso un comparto che in altri Paesi sta creando ricchezza attraverso le filiere del legno, dell’energia, della bioeconomia, dell’industria manifatturiera, del turismo, mentre in Italia anche il Pnrr, che prevede 880 milioni per il sistema irriguo e la gestione forestale, rischia di diventare l’ennesima occasione persa per rilanciare in chiave produttiva il comparto». È quanto ha dichiarato la segretaria generale nazionale di Fai Cisl, Raffaella Buonaguro, intervenuta alla mobilitazione regionale unitaria dei forestali in Piazza a Catanzaro.

«Siamo qui per rivendicare il sacrosanto diritto – ha rilanciato – a vedere applicato un contratto regionale aggiornato e di valore, ma è chiaro che siamo qui, a nome di tutto il popolo forestale, per rivendicare molto altro, ossia il diritto di questa categoria a esistere, perché sembra che la politica pretenda di tenere in piedi questo settore come un ammortizzatore sociale, e noi non lo permetteremo».

«Oggi la politica discute di rimboschimento, dissesto idrogeologico, patrimonio paesaggistico – ha incalzato la sindacalista, parlando dal palco ai centinaia di lavoratori e lavoratrici riuniti davanti al palazzo della Regione Calabria – ma la verità è che nessuno è cosciente di quanto sia fondamentale il protagonismo delle nostre tute verdi in queste sfide per la transizione ecologica e la messa in sicurezza del territorio. Comuni, regioni, governo nazionale, devono agire subito con l’applicazione dei contratti, il finanziamento dei cantieri forestali, la realizzazione di nuovi strumenti normativi per governare meglio, anche da Roma, il comparto in tutti i territori».

«Nel settore – ha denunciato Buonaguro – calano gli addetti e manca il ricambio generazionale, inoltre continuiamo a importare legno dall’estero e a spopolare le aree interne, specialmente al Sud. Bisogna piantare alberi per contenere i cambiamenti climatici, però, mentre Macron in Francia ha promesso un miliardo di nuovi alberi, qui da noi nessuno se ne sta occupando. Nessuno sa dire: chi pianterà nuovi alberi, quando, con quale contratto, con quali tutele per la propria salute e sicurezza, con quali competenze, con quali mezzi a disposizione».

Il Segretario Generale Fai Cisl Calabria, Michele Sapia, ha ribadito l’importanza di essere in Cittadella regionale «per accendere i riflettori su un settore strategico per il territorio e le comunità calabresi. Insieme per ribadire le nostre proposte contenute nella piattaforma».

«Occorre un impegno serio, fissare un vero e proprio cronoprogramma regionale, dare avvio al ricambio generazionale. Servono più investimenti nel presidio umano, per la montagna ed il bosco, più prevenzione, pianificazione e programmazione. Il 20 maggio per sostenere le ragioni della mobilitazione di Cgil-Cisl-Uil nazionali e chiedere al Governo risorse statali certe e strutturali per il settore forestale calabrese».

Presenti alla mobilitazione anche Tonino Russo, segretario generale Cisl Calabria, Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria e Santo Biondo, segretario generale Uil Calabria.

«Dal palco di piazza San Francesco da Paola, davanti alla Cittadella – ha detto Biondo – abbiamo ricordato alla politica che il settore della forestazione deve essere sostenuto e non abbandonato. Servono nuove assunzioni per trasformare la montagna da posto trascurato in luogo di sviluppo economico e sociale».

La piattaforma sindacale regionale

Indica i punti ritenuti da Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil prioritari e strategici, e su cui la politica regionale dovrebbe concentrarsi.

  1. Piano Straordinario di Prevenzione e rimboschimento

Il rilancio della forestazione calabrese, la cura e manutenzione dell’ambiente e del territorio regionale, unito alle necessità di esaltare vocazioni e opportunità del bosco e della montagna e valorizzare la risorsa idrica, in una prospettiva produttiva, preventiva e protettiva rendono necessari l’apertura di un confronto su un grande progetto di riforestazione, gestione dei popolamenti e attività di vivaistica. In Calabria servirà un vero e proprio Piano Straordinario di Prevenzione, di Manutenzione del Territorio e di Difesa dell’equilibrio idrogeologico.

La mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, l’inquinamento atmosferico, le numerose opportunità finanziarie europee e nazionali, la certificazione dei crediti di carbonio (carbon credits) e la crescente richiesta e la maggiore necessità di reperire piantine da coltivare nelle aree montane, urbane e periurbane impongono nuove strategie regionali anche nella gestione della vivaistica finalizzata sia ad accrescere la ricchezza del patrimonio forestale calabrese sia per cogliere nuove opportunità economiche e occupazionali. Occorre predisporre una programmazione regionale di lungo periodo per una nuova azione di rimboschimento e gestione dei ripopolamenti per prevenire frane e incendi, rafforzare il Servizio Antincendio Boschivo (AIB), recuperare e valorizzare le opere idraulico-forestali e le infrastrutture ambientali strategiche.

2) Ricambio generazionale

Il settore forestale calabrese conta ormai poco più di 4.000 addetti con un’età media che si aggira attorno ai 60 anni. Non è possibile con l’attuale forza lavoro gestire un patrimonio forestale di oltre 650 mila ettari in un territorio fragilissimo dal punto di vista idrogeologico. Occorre superare le legge nazionale n. 442 del 1984 che, per la sola Calabria, impedisce nuove assunzioni nel settore forestale, ormai obsoleta e non coerente con le politiche europee sulla green economy.

Pertanto, sarà necessario avviare un immediato ricambio generazionale per garantire il futuro del sistema ambientale-forestale calabrese con il giusto equilibrio tra innovazione tecnologica, presidio umano e cura dell’ambiente. Nell’era della transizione ecologica ed ambientale occorre una nuova e specializzata manodopera forestale, ben formata e qualificata anche rispetto ai nuovi profili professionali necessari sia per una forestazione moderna e innovativa sia per sostenere il valore e le funzioni del bosco.

3) Investimenti e risorse economiche

Il settore forestale calabrese conta ormai poco più di 4.000 addetti con un’età media che si aggira attorno ai 60 anni. Non è possibile con l’attuale forza lavoro gestire un patrimonio forestale di oltre 650 mila ettari in un territorio fragilissimo dal punto di vista idrogeologico. Occorre superare le legge nazionale n. 442 del 1984 che, per la sola Calabria, impedisce nuove assunzioni nel settore forestale, ormai obsoleta e non coerente con le politiche europee sulla green economy.

Pertanto, sarà necessario avviare un immediato ricambio generazionale per garantire il futuro del sistema ambientale-forestale calabrese con il giusto equilibrio tra innovazione tecnologica, presidio umano e cura dell’ambiente. Nell’era della transizione ecologica ed ambientale occorre una nuova e specializzata manodopera forestale, ben formata e qualificata anche rispetto ai nuovi profili professionali necessari sia per una forestazione moderna e innovativa sia per sostenere il valore e le funzioni del bosco.

Pertanto, viste le caratteristiche morfologiche, l’importante patrimonio boschivo e paesaggistico della Calabria e le numerose tragedie verificatesi sul territorio regionale a causa di vari fenomeni di dissesto idrogeologico, sarà necessario che il Governo centrale impegni e definisca risorse finanziarie statali certe e strutturali a sostegno del settore forestale calabrese.

4) Contrattazione e riqualificazione

Dal 2012 l’intero settore forestale calabrese è stato privato del diritto a un nuovo contratto regionale. Difatti, il Contratto integrativo regionale siglato nel 2019 e mai recepito dai vari Governi regionali succedutesi, ha posto rilevanti limiti di carattere normativo ed economico penalizzando innanzitutto i lavoratori forestali e limitando vari aspetti organizzativi.

L’entrata in vigore dell’articolo 7 bis della legge 155/21 e la sigla del Ceni 2021/2024 di settore hanno chiarito definitivamente alcuni aspetti, compresa l’interpretazione sull’applicazione contrattuale pubblico-privato, che sino ad oggi hanno anche rallentato il rinnovo del Contratto integrativo regionale.

Dunque, considerata l’attuale situazione e norme vigenti in materia, sarà necessario applicare interamente le norme contrattuali nazionali e avviare un immediato percorso regionale per sbloccare questa triste anomalia sul contratto integrativo forestale calabrese.

5) Servizio Sorveglianza idraulica

In Calabria il dissesto idrogeologico interessa l’intero territorio e rappresenta una delle problematiche più urgenti da affrontare. La conformazione geologica e geomorfologica della regione, unita all’abbandono delle aree interne e ad una precaria manutenzione dei versanti e dei corsi d’acqua aggravano il dissesto e l’esposizione del territorio calabrese a fenomeni franosi e alluvionali.

La sorveglianza idraulica è pertanto in Calabria un settore altamente strategico per contrastare il rischio idrogeologico, ma è indispensabile superare i vuoti normativi e le criticità organizzative che impediscono al comparto di svolgere in modo ottimale le diverse attività, necessarie alla sicurezza del territorio regionale.
Pertanto, rifuggendo da tentazioni normative che rischierebbero di non procurare vantaggi concreti alla Calabria e ai lavoratori, è necessario awiare un confronto regionale tra le parti interessate per socializzare e affrontare definitivamente i vari aspetti normativi e contrattuali che interessano centinaia di lavoratori e lavoratrici, rilanciare e valorizzare ulteriormente il servizio della sorveglianza idraulica all’interno dell’azienda regionale Calabria Verde e definire un percorso di prospettiva per rafforzare questo importante servizio che è complementare al comparto della forestazione calabrese. (ams)

Exit mobile version