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L’allarme di Asi Calabria: Le strutture sportive hanno perso il 26% dei frequentatori

Sport

«Si stima che le strutture sportive abbiano perso il 26% dei frequentatori. Il 10% delle strutture ha chiuso, un altro 27% è a rischio chiusura da qui a fine anno e sono a rischio 200 mila posti di lavoro». È quanto è emerso nel corso del webinar, sulla piattaforma dell’Adnkronos, organizzato dall’Asi – Associazioni Sportive Italiane, dedicato all’analisi della situazione dello sport dopo lo stop forzato a causa della pandemia.

La prima delle tavole rotonde di Asi, capofila la Calabria, ha offerto una nuova chiave di lettura e ha affrontato problemi di natura nazionale con focus particolare sulla Calabria, con ospiti ed interventi di grande autorevolezza. L’incontro ha registrato un alto grado di partecipazione. 

«Ora, senza tentennamenti – si legge in una nota – è il momento da parte del Governo di supportare l’impegno di chi eroga sport (associazioni e strutture) e riavvicinare chi, in questo periodo di pandemia, si è allontanato dalla pratica sportiva. Insomma, la partita vera si gioca adesso. Ai dati di autunno dovremo arrivare preparati. Gli operatori sportivi sono allo stremo e non possono affrontare una seconda crisi come quella già passata».

Hanno partecipato alla tavola rotonda: Bruno Campanile, vicepresidente Vicario di Asi; Giuseppe Melissi, presidente di Asi Calabria; Andrea Pambianchi, Presidente di Ciwas; Giorgio Lico, vicepresidente del Coni Calabria; Tilde Minasi, in rappresentanza della Regione Calabria. Gradita presenza, quella dei calciatori Sergio Floccari e Nicolas Viola. A moderare, Valentina Fasolato, Responsabile Marketing e Comunicazione di Asi Sport e Fisco. 

«Un momento di confronto, come quello odierno – ha detto Campanile – è importante per comprendere lo stato dell’arte legato alle singole realtà regionali e capire in quale direzione andare. Ogni scelta di carattere nazionale dovrebbe tenere conto delle singole problematiche locali».

Gli fa eco Giuseppe Melissi: «A livello governativo, sono stati stanziati fondi un po’ alla cieca, senza andare ad analizzare di fatto le esigenze del territorio. Ritengo ottimo che siano stati agevolati i collaboratori sportivi ma avrei auspicato che altrettanto fosse fatto per le società e le associazioni sportive. Le esigenze di queste ultime categorie andrebbero valutate con altrettanta attenzione. Ecco che salta all’occhio la necessità di un maggiore ascolto del territorio e l’iniziativa di ASI va in questa direzione».

«Su richiesta del Coni – ha proseguito – era stato stanziato un fondo di 3 milioni di euro per il mondo sportivo calabrese, finanziando le società sportive che ne hanno fatto richiesta. Lo stesso non è, poi, stato speso tutto. Da pochi giorni la Regione ha pubblicato un preavviso per un bando che rimette a disposizione la somma residua. È, dunque, d’obbligo da parte mia un plauso alla Regione Calabria che offre così nuovo ossigeno al comparto sportivo altamente penalizzato».

«I centri sportivi – ha detto Pambianchi – sono stati i primi a essere chiusi e sempre gli ultimi a poter riaprire, anche se i controlli dei Nas sono sempre andati bene contrariamente a quelli avvenuti nei supermercati e sui mezzi pubblici».

Il vicepresidente Coni Calabria, Lico, ha lanciato l’allarme sull’allontanamento dei giovani dallo sport: «Avremo purtroppo una perdita di talenti futuri. Abbiamo un senso di ripartenza che è al momento apparente: mi auguro non avvenga come lo scorso anno in cui ci hanno fatto riaprire brevemente e poi richiudere».

Sulla stessa linea, Tilde Minasi, consigliere di maggioranza della Regione Calabria: «C’è ancora tanta paura nell’avvicinarsi ai centri sportivi. Di questo siamo consapevoli. Io credo che lo sport meriti attenzione perché luogo di valori, condivisione, educazione, impegno oltre che un grande indotto economico e anche attrattore turistico, riflesso utile sul servizio sanitario». 

Due gli interventi di chi ha fatto dello sport la propria ragione di vita, Sergio Floccari e Nicolas Viola.

«Dobbiamo incentivare i ragazzi – ha detto Floccari – a tornare a praticare lo sport per il benessere sia fisico che psicologico; il nostro compito è quello di riuscire ad aiutare le generazioni più colpite dal Covid, quelle degli adolescenti, quelli che hanno perso interesse o pensano di non poter riprendere come prima».

Nicolas Viola ha invece posto l’accento sulla tempra degli italiani: «Come professionista ho il dovere morale di aiutare giovani, insegnare loro quello che hanno insegnato a me e contribuire alla loro crescita. Confronti come questi sono il motore per accendere questo meccanismo». (rrm)

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