L’Associazione politico-culturale Giù le mani dai sindaci ha ribadito come il caso del Comune di Bari, che rischia lo scioglimento per presunte infiltrazioni mafiose, «mette in evidenza la necessità urgente di rivedere l’Articolo 143 del Testo Unico degli Enti Locali (Tuel).
«Questa disposizione, così com’è formulata attualmente – viene spiegato dall’Associazione – crea un clima di sfiducia e incertezza che coinvolge anche la parte sana della politica, quella che dovrebbe impegnarsi per il bene comune. La possibilità di sciogliere un comune basandosi su sospetti, denunce o persino pressioni politiche da parte delle forze di opposizione, senza garantire un adeguato processo di difesa, mette in discussione i fondamenti stessi della democrazia».
«È urgente trovare un equilibrio tra la protezione dei diritti individuali, la certezza del diritto e la promozione di valori come trasparenza – viene ribadito – equità e rispetto dei diritti fondamentali, soprattutto nelle realtà complesse del Sud Italia. Non possiamo più tollerare l’abuso arbitrario di una normativa che consente lo scioglimento di un comune su basi così fragili e inconsistenti, se non addirittura inesistenti. Questo non solo mina la democrazia, ma danneggia significativamente l’intero Mezzogiorno».
«Tale disposizione potrebbe scoraggiare chiunque voglia candidarsi per un incarico amministrativo – continua la nota – creando un clima di timore costante legato alla possibilità di essere coinvolto in indagini senza fondamento, mettendo a rischio il proprio lavoro e la propria reputazione agli occhi dei cittadini. Il legislatore deve intervenire immediatamente per correggere una legge e una prassi che sembrano appartenere a epoche passate. Solo attraverso un approccio basato sull’equità, la giustizia e il rispetto dei principi fondamentali del diritto possiamo sperare di riscattare l’immagine del Sud Italia e contribuire a ristabilire un senso di unità nazionale più inclusivo e prospero». (rrm)