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Lettera a Russell Crowe per il suo pensiero sulla bellezza

Lettera a Russel Crowe per il suo pensiero sulla bellezza

di FRANCO CIMINO – Gentile signor Russell Crowe, riceva, pur se in ritardo, anche da me, un semplice calabrese di Catanzaro, il più affettuoso saluto nel benvenuto in Calabria, nel capoluogo in particolare, dove stasera si esibirà nella veste insolita, per noi che la stimiamo enormemente come attore, di cantante.

Sarà un concerto straordinario, ne sono certo anch’io. Gli artisti veri sono grandi in tutto. E lei lo sarebbe anche se giocasse a pallavolo sulle nostre spiagge estive. Purtroppo, non potrò vederla dal vivo. Ho scelto di non venire per una molteplicità di motivi, che non sto qui ad elencarle. Le dico solo il primo, del tutto personale. Nel mentre gioisco della festa odierna per i vent’anni del Magna Graecia Film Festival, mi intristisco all’idea che non siano stati adeguatamente celebrati i vent’anni del bellissimo Teatro nel quale si esibirà questa sera. Sul quale, pur avendo lei conosciuto quelli più grandi e importanti nel mondo, dirà della sua meraviglia dinanzi a questo piccolo capolavoro d’architettura contemporanea. Sono sicuro anche di questo, come lo sarei stato, anticipandola, dello stupore che i suoi occhi hanno registrato sulla vista meravigliosa della Calabria. A proposito della quale le scrivo.

Nella conferenza stampa tenutasi ieri nello scenario affascinante del nostro San Giovanni, lei, raccontano le cronache, avrebbe testualmente detto: «Venendo in macchina guardavo il panorama e ho visto le pale eoliche in mezzo alle montagne. La Calabria è molto bella. Ma non capisco perché la gente non trova belle queste enormi turbine, soprattutto perché sono un importantissimo tentativo di produrre energia pulita».

Accanto a lei c’era il sindaco con il quale condividiamo lo stesso pensiero e alcune battaglie intorno alla sua domanda. Comprenderà che per l’eleganza della sua persona e per la cultura calabrese dell’ospitalità, oltre che per la particolarità di quel pomeriggio, il nostro Sindaco non le ha potuto rispondere. Mi permetto di farlo io, pur con la modestia del mio ruolo e della mia persona, e non al suo posto, ma in quello mio di calabrese che ama la sua terra e tenta affannosamente di difenderla dai continui scippi e rapine, sfregi e offese, che la stanno da decenni distruggendo. «La Calabria è bellissima», lei ha affermato. Vero, tutti lo dicono, tranne i calabresi. Ed è ricca, tutti lo immaginano, tranne i calabresi. Sa perché questa duplicità, quella del dire e del sapere, avviene? Perché la ricchezza della nostra regione è la sua bellezza. La sua bellezza principale sta nel territorio, mare e fiumi e boschi compresi. La sua ricchezza consiste nel valore incommensurabile del suo paesaggio, mare e fiumi e boschi, compresi.

Vi aggiunga anche gli altri due beni impagabili, il cielo quasi sempre limpido e luminoso. Specialmente nelle sue notti stellate o quelle con la luna. Qui, sig Russell, non mancano mai, né le stelle, né la luna. Aggiunga ancora la risorsa aria. Dal nostro cielo, carezzato, come il mare, da mille venti diversi, ne scende sempre una pulita, anch’essa chiara e fresca. Di certo salubre. Anche nei paesi sul mare d’estate vi arriva l’aria sana e fresca. Sa perché? Glielo dico anche se i suoi occhi intelligenti l’avranno già osservato. La Calabria è un fazzoletto di seta lungo e stretto. Una meraviglia! Vista dall’alto del suo aereo privato, pure commuove. Una caratteristica della sua bellezza-ricchezza, che garantisce tutto quel ben di Dio, è data dalla stretta vicinanza di monti piccoli e flessuosi ai tre( sì sono tre) mari che la bagnano. Se ci fosse una buona viabilità e delle moderne infrastrutture viarie, mari e monti, distanti solo la misura di un abbraccio, si raggiungerebbero vicendevolmente in soli venti minuti, forse, in alcuni punti, pure meno. In questo contesto, anche paesaggistico, le pale eoliche, i mostruosi enormi alberi d’acciaio, come li chiamo io (che non sono piantati solo in mezzo alle montagne, ma anche sulle distese marine, e più avanti lo saranno nello stesso mare, secondo gli ultimi progetti quasi approvati) rovinano il paesaggio (l’unico che abbiamo) e danneggiano, come già hanno fatto, la nostra Bellezza (l’unica che abbiamo) e rubano (come già é avvenuto) la nostra ricchezza (l’unica che abbiamo).

Aggiungo ancora che la Calabria, terra benedetta dal Signore per l’abbondanza delle acque, non solo del vento, produce energia non inquinante largamente sufficiente, per cui quella delle “industrie eoliche”, sempre più diffuse, dovrebbero produrla per altri territorio ben riparati da questa enorme devastazione. Per tali osservazioni, a lei, cultore della giustizia e delle uguaglianze, non sfuggirà, che, ancora una volta, la nostra terra, sempre dominata e sfruttata, dovrà nuovamente subire i torti più gravi dallo stesso stupido potere. Quello antico e vecchio, che la vorrebbe ancora farla soggiacere agli egoismi di gente arida e senza cuore. Individui senza coscienza, che non amano la Bellezza sol perché non hanno gli occhi per vederla e l’intelligenza di cercarla. La sensibilità politica di difenderla. Mi permetta di deluderla su una sua impressione fallace. Qui, da noi, tutto questa bruttura si è potuta imporre per assenza di attenzione del mondo della cultura, sempre debole di suo, per mancanza di onestà della politica, sempre incolta di suo.

E, di più, per responsabilità dei maggiorenti della stessa politica e dei numerosi “ praticanti”, che hanno rubato il consenso popolare per poter garantire ai predatori di rubare la bellezza del territorio. Lei mi dirà, dall’alto della sua sensibilità e intelligenza, che tutto ciò non sarebbe potuto accadere se ci fosse stata la vigilanza del popolo. Ecco, il popolo, la gente, le persone, i calabresi! Purtroppo, per ragioni, pure queste molteplici, che non sto a dirle, il popolo è mancato perché ancora non si costituito in quanto tale. Ci sono i calabresi, che, stancati dalle numerose delusioni, piegati dalle tante umiliazioni e bugie ricevute, indeboliti dai continui sempre più gravi bisogni cui li costringe quello stesso piccolo potere che li ha determinati, scaricano ancora le loro infuocate energie nelle guerre di campanile e nella “focosità”del tifo per la propria squadra di calcio, quella del proprio campanile.

Ho finito sig. Russel. L’ho fatta pure lunga. Ma chi mi conosce le dirà che parlare e scrivere lungo sarebbe, oggi, tempo dei twitter, un mio difetto. Al quale non mi sottraggo soprattuto oggi, in cui il mio bisogno di risponderle si aggiunge a quello più grande che lei si possa ravvedere del giudizio espresso. E darci, invece, una mano per difendere ciò che della Bellezza di questa Terra meravigliosa ancora resta. Nel ringraziarla per l’ascolto le faccio, dono, tra i tanti materiali che ha già da noi ricevuto, di un mio antico pensiero. Quello che, dalla mia cattedra di insegnante, ho sempre rivolto ai ragazzi e alle ragazze che mi sono stati affidati. È questo: «la Bellezza è negli occhi chi chi la cerca. Ed essa non ammette che tra gli occhi e il bello ci sia nulla che li divida».

Buon concerto, mister Crowe e buona Calabria. Mantenga la promessa a sé stesso di tornarci per riposare e rallegrare il suo spirito di soldato. E il suo cuore d’artista. (fc)

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