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L’OPINIONE / Francesco Rogolino: Le pretese del Consorzio di Bonifica Basso Jonico Reggino

Consorzi

di FRANCESCO ROGOLINOPremesso che la materia dei Consorzi in Calabria è diventata materia incandescente, il dato normativo in generale prevede che  il pagamento delle bollette ai consorzi di bonifica è dovuto dai proprietari dei beni situati entro il perimetro del comprensorio e sono obbligati a contribuire nella spesa necessaria per l’esecuzione, la manutenzione e l’esercizio delle opere del beneficio che traggono dalla bonifica.

In sintesi, le finalità dei Consorzi sono: La difesa dalle esondazioni per la sicurezza della campagna e della città; l’irrigazione e la razionale utilizzazione del bene acqua ad usi plurimi; la difesa del suolo nei territori di collina e montagna; la vigilanza del territorio; la partecipazione all’azione di pianificazione territoriale.

I contribuenti possessori di terreni non godono di nessun beneficio diretto, neppure potenziale, derivante dall’attività di bonifica svolta da questo Consorzio, in quanto non risultano eseguite nell’ interesse delle stesse né opere idrauliche o di irrigazione né di controllo dell’azione erosiva esercitata dalle acque meteoriche o erosione, né di manutenzione del territorio, né di qualunque altro genere.

In conclusione, l’attività di bonifica svolta dal Consorzio non reca nessun miglioramento o beneficio ai beni immobili anzidetti e non legittima, pertanto, l’imposizione di contributi consortili a carico degli stessi. 

In assenza del presupposto di un qualsivoglia beneficio tratto grazie alle opere di bonifica, si chiede al consorzio di  astenersi dal formulare ulteriori future richieste di pagamento per contributi di bonifica in relazione alle particelle di terreno che non godono di alcun beneficio.

Rammento che, la Corte Costituzionale con sentenza n. 188/2018 ha ritenuto la questione di legittimità costituzionale ammissibile e fondata e ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 23, comma 1 lettera 1, della Legge della Regione Calabria 23 luglio 2003 n. 11, nella parte in cui prevede che il contributo consortile di bonifica, quanto alle spese afferenti il conseguimento dei fini istituzionale dei Consorzi, è dovuto «indipendentemente dal beneficio fondiario», invece che in presenza del beneficio.

A questa sentenza i Consorzi quasi mai si sono appellati al primo grado a loro sfavorevoli, quasi riconoscessero di imporre l’ingiusto.

Nell’anno 2017 la Regione Calabria con il suo presidente illo tempore invece di pensare al futuro del Consorzio che necessitava di una grande riforma, con la Legge Regionale del 09/Maggio/2017, N. 13, apportava alcune modifiche alla Legge Regionale del 23 luglio 2003 n. 11,  (Art. 23 comma 1 – Art. comma 2 e 5 – Art.  24 comma 2 Art.  28 comma 1) – (pubblicato sul BURC n. 44 del 09 maggio 2017).

Questa parziale modifica della Legge ha determinato solo che,  le  sentenze delle Commissioni tributarie sono  a favore del Consorzio non più a favore dei cittadini, in sostanza   per mantenere un Ente sottraggono risorse ai cittadini e agli agricoltori senza che quest’ultimi traggono alcun beneficio, metodo che talvolta può essere considerato estorsivo.

Infatti da quella modifica apportata dalla Regione Calabria, il ricorso in commissione tributaria deve essere accompagnato da una relazione tecnica asseverata da un tecnico abilitato competente che certifichi che nell’area interessata non è stato effettuato nessun intervento di bonifica, in caso contrario il ricorso viene respinto.

Ciò ha determinato un aumento esponenziale dei costi per ricorrere e parecchi cittadini stanno rinunciando a tutelarsi verso queste forme più volte riconosciute illegittime ed anticostituzionali in quanto il contributo richiesto è molto più basso rispetto alle spese necessarie per ricorrere.

Rimango dell’avviso che il contribuente non deve dimostrare che non ricevere alcun beneficio dall’attività del Consorzio, nel caso in cui voglia promuovere ricorso; invece è quest’ultimo che è tenuto a dimostrare la sussistenza dei presupposti della propria pretesa contributiva.  

I Consorzi di Bonifica nati un tempo, per il lo sviluppo in una logica di piani di investimenti e di infrastrutturazione, di efficientamento e risparmio delle risorse idriche, di piani per la fito-depurazione, di processi di rinaturalizzazione, oggi gli stessi Consorzi di Bonifica calabresi si occupano di altro, di interventi clientelari a favore di pochi da realizzare con la contribuzione di tutti i consorziati, vessati da cartelle inique.

Per questo motivo si chiede di porre fine a questo Bancomat di parte, asservito dalle politiche più bieche e dai politicanti di mestiere, che per preservare tali situazioni si  inventano la qualunque  ricordando così insopportabili regimi dittatoriali  senza intravedere spiragli per la risoluzione definitiva della questione  anche  per la  salvaguardia del Consorzio divenuto quasi un ufficio di collocamento a disposizione di pochi. 

Si restituisca il diritto a pagare il giusto, in proporzione del beneficio ricevuto, non si costringano gli stessi a ricorrere presso le commissioni tributarie per l’annullamento delle cartelle inique. 

La presente viene inviata a tutti i Sindaci dell’area Metropolitana al Presidente della Giunta Regione Calabria, ai Consiglieri Regionali, ai quotidiani locali e nazionali;  invito inoltre tutti i  cittadini e gli agricoltori,  ad unirsi alla protesta verso una situazione, quella dei consorzi, vergognosa, rappresentativa di un mostro burocratico inefficiente, asservito a logiche clientelari riprovevoli. 

Per questo abbiamo bisogno del sostegno dei sindaci che non possono non avere a cuore le sorti dei territori che rappresentano, dei loro cittadini comuni che talvolta con i propri risparmi   bonificano le aree dove ricadono i propri terreni e gli agricoltori pagano un prezzo troppo alto per l’inefficienza dei consorzi.

Abbiamo bisogno della voce di tutti, della loro forza, dei sindacati dei lavoratori dipendenti, della politica sana, di tutte la parti interessate alla vicenda dei consorzi, senza strumentalizzazione alcuna. 

Immaginate quale esercizio della democrazia può essere realizzato con tale sistema e su questo punto specifico, si invita chi di dovere ad attivarsi in autotutela sull’uso degli strumenti in essere per tutelare il nostro territorio e liberare i calabresi da questa situazione perversa, ingiusta ed intollerabile. (fr)

 

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