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L’OPINIONE / Franco Cimino: La Polizia municipale nel giorno della sua festa e nella sua nuova prospettiva

L'OPINIONE / Franco Cimino: La Polizia municipale nel giorno della sua festa e nella sua nuova prospettiva

di FRANCO CIMINO – Catanzaro ha il nuovo Comandante dei Vigili Urbani. I Vigili Urbani hanno il nuovo Comandante. È Ruocco Vincenzo, originario di Torre del Greco. Proveniente dalla polizia di Bardolino provincia di Verona, un paese di poche anime, ha 48 anni e origini calabresi. Della provincia di Reggio Calabria, più precisamente. Avevo cercato di informarmi in queste settimane dall’esito del concorso che l’ha visto vincitore.

L’ho visto per la prima volta ieri, alla festa regionale della Polizia Locale, celebratasi nell’originale ampio salone della bella sede del Corpo della nostra Città. Ci sono andato per lui. Anche se, devo dirlo, non avrei mancato questa giornata, per rispondere, come faccio sempre avendone la possibilità, alle iniziare pubbliche che vengono promosse a Catanzaro. Specialmente, quando provengono dall’Amministrazione Comunale, per il principio, al quale mi sono sempre informato, che quando la Città chiama, bisogna rispondere“ presente”. Trovo poco gentile, per questo motivo, le assenze di coloro i quali avrebbero il dovere di esserci in quei luoghi e invece si assentano. Per ragioni, tutte, per me me non comprensibili. Specialmente, quelle legate ai probabili sentimenti verso (un) il sindaco o alla posizione politica nei confronti delle cosiddette maggioranze di governo cittadino.

Qualcuno dirà, a ragione, che le assenze più gravi sono quelle di chi ha ruoli elettivi. Capisco la modernità dei tempi, atteso che questo sia un atteggiamento diffuso in tutto il Paese, ma io continuo a pensare e ad agire così. Lo facevo ai tempi, ormai lontani, della mia breve esperienza di consigliere comunale, carica alla quale giunsi dopo la mancata elezione a sindaco per una manciata di voti. Lo faccio ancora oggi anche attraverso il gesto più semplice, come quello di alzarmi quando in sala arriva il Sindaco e dalle mie parti passa per un saluto pur generale. Sarò romantico, ma a me piacerebbe davvero molto che nelle occasioni pubbliche, anche quelle religiose più significative, tutti i possessori di cariche elettive si trovassero nello stesso posto, ciascuno sapendo distinguere ciò che è del giogo politico da ciò che è della Città. Detto questo, del cui ragionare mi scuso, torniamo alla festa di sabato.

Il nuovo comandante si è presentato con un breve e apprezzato discorso. Parole semplici, concetti chiari. Ben vestito della nostra bella divisa e dall’assunzione del ruolo, il generale Ruocco è apparso più giovane ancora, colpendo, in particolare, la sua difficoltà a coprire la forte emozione che l’aveva preso. Sembrava, a un certo punto, muovendo a tenerezza, quel bambino delle scuole elementari appena eletto dai compagni capoclasse. Devo dire che a me ha fatto molto simpatia. Anche in quell’educato porre all’Amministrazione, rivolgendosi direttamente al Sindaco che gli sedeva a fianco, le urgenti necessarie condizioni per il rafforzamento del lavoro della Polizia Locale in una Città, la nostra, dalla realtà urbana non certo semplice. Ed ha ragione. I molti vigili che in questi ultimi anni hanno fatto un lavoro enorme e rischioso, erano di un numero sempre più basso in rapporto alle necessità dell’intero territorio. Le recenti assunzioni, che intervengono anche a rinvigorire fisicamente il Corpo delle guardie municipali, non bastano a coprire i vuoti lasciati dal personale nel frattempo andato in pensione. Circa sessanta unità operative a fronte dei centotrenta previsti in organico è un numero davvero imbarazzante.

Occorre al più presto allargarlo, altrimenti qualsiasi progetto di rilancio della Città rischia di non partire affatto. I vigili urbani o guardie comunali o agenti della Polizia Locale, o come ancora dir si voglia, rappresentano una parte del cuore della Città. Insieme, e forse più di altre forze di Polizia dello Stato, essi rappresentano non solo i tutori della legge e dei regolamenti e la forza necessaria per farli applicare e rispettare da tutti i cittadini. Rappresentano molto di più, la figura cioè più vicina al cittadino. Quella che ciascuno di noi vuol vedere come amica, comprensiva e protettiva. Non il gendarme severo pronto solo sanzionare e a redarguire quando non umiliare il cittadino che sbaglia molte volte per distrazione, stanchezza, e perché no? anche per ignoranza. Mi piacerebbe si ritornasse all’antica figura del vigile, quella che paradossalmente la farebbe moderna e più adeguata alle necessità della nuova Città.

Un vigile davvero vicino ai cittadini, presente quotidianamente sul territorio. Specialmente nei quartieri, che nella nostra particolare conformazione territoriale, ancora, e qui utilmente e gradevolmente, rappresentano piccole città nella Città unica che li unisce armoniosamente. Ecco, penserei a quella figura, non soltanto romantica, del vigile di quartiere, che ogni giorno esce a lavorare dalle sedi decentrate come quelle che c’erano una volta. Ai tempi della mia giovinezza, per esempio, quando quelle luoghi rappresentavano un presidio di sicurezza. Un punto di riferimento stabile e sicuro. Rendere più sicuri i singoli quartieri, significa rendere più sicura l’intera Città.

Magari di concerto permanente con altrettante figure delle altre Forze di Polizia. Inventare, anzi reinventare e applicare da noi, una squadra mista che operi insieme tutti i giorni e per tutto il giorno, sulle singole realtà urbane, in stretto collegamento con una centrale operativa unica per gli eventuali interventi di emergenza, sarebbe un’impresa tra le più importanti. Occorrono, di certo, mezzi e uomini e non poche risorse per realizzare questa idea. Ma non è impossibile ottenerle, non essendo neppure lontanamente sufficienti quelle comunali. Al governo, nell’incarico più importante, siede la catanzarese Wanda Ferro, apprezzata Sottosegretario all’Interno, che già si è impegnata per il potenziamento dell’organico della Polizia di Stato.

Alla regione, hanno due ruoli importanti, Filippo Pietropaolo, assessore con deleghe anche alle polizie locali, e Filippo Mancuso, il “marinoto”alla presidenza del Consiglio Regionale, che ha più volte offerto notevoli risorse per importanti opere strutturali. Ci sono pure sullo sfondo i non trascurabili debiti, “morali” e non, che la Regione ha cumulato nei confronti del Capoluogo, che da decenni reclama una legge ad hoc. Una legge, o l’insieme organico di provvedimenti amministrativi, che non arrivano per le vecchie logiche campanilistiche, dietro le quali si nascondono da sempre incultura di governo e l’incapacità di comprendere che senza la forza del suo capoluogo la Calabria non crescerà mai sotto alcun profilo. Il Comune qui, in questa battaglia, più che in altre, deve dimostrare capacità politica straordinaria, in cui impiegare intelligenza, progettualità chiara, visione alta della Città.

E, soprattuto, quell’unità politica che la renda credibile e rispettabile ovunque.
Tutto questo è emerso dalla festa di ieri. Non coglierlo unitariamente, sarebbe l’errore più grande. Imperdonabile per i danni che continuerebbe a causare. Auguri, quindi al nuovo Comandante dei vigili e buon lavoro a chi lo affiancherà. In particolare, me lo si lasci dire, al nobiluomo, autentico servitore della Città, ufficiale attento e preparato, lavoratore speciale indefesso, generoso, persona gentile educata e bella, che molti avrebbero ben visto nel ruolo di generale del Corpo. Come avrebbe sicuramente meritato, specialmente per averlo assolto, questo ruolo, nei lunghi difficili anni in cui di fatto l’ha esercitato e in condizioni assai precarie. Sono certo che il Sindaco e il dottor Ruocco, sapranno, in una procurata specifica occasione, dirgli il grazie riconoscente di Catanzaro.

Intanto, da qui, umilmente gli rivolgo il mio. Grazie “Comandante” Amedeo Cardamone. Grazie di cuore. (fc)

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