di TONINO PERNA E PINO IPPOLITO – Ha ben ragione Mimmo Nunnari nel denunciare su Calabria Live del 1° agosto il disastro ambientale che incombe su un’ampia zona della fascia tirrenica reggina.
La discarica che Metrocity ha aperto alla coltivazione – come si dice con termine che vorrebbe forse far dimenticare l’inquinamento del suolo e dell’aria che questa modalità di trattamento dei rifiuti comporta – distruggerà ettari e ettari di pregiate e autentiche coltivazioni agricole e soprattutto rischia di compromettere la potabilità dell’acqua oggi fornita a circa ventimila abitanti delle città di Palmi, Seminara e Melicuccà.
Come ha scritto il geologo dott. Aurelio Circosta, nella sua relazione del 30 novembre 2020, «l’area interessata sorge a monte e all’interno del bacino di alimentazione della sorgente Vina, tra le principali di cui dispone oggi l’intera provincia, con il fondato rischio di comprometterne irrimediabilmente la qualità delle acque».
Ancor prima il Piano di caratterizzazione ambientale disposto nel 2018 dalla Regione Calabria indicava come non accettabile il rischio per la risorsa idrica. Chiarissimo anche il parere espresso dal Cnr, per incarico della stessa Città Metropolitana, nella sua relazione finale dell’ottobre 2021 che conclude sottolineando la possibile interferenza delle acque sotterranee provenienti dall’area della discarica con quelle che alimentano la Vina.
Quest’ultima approfondita relazione del Cnr, che è in mano a chi governa la città metropolitana di Reggio Calabria, dovrebbe indurre gli amministratori a non procedere alla riapertura della discarica. Di fronte a dati tecnici inconfutabili, non ci vuole “la Zingara” (come è chiamata la località dove è ubicata la discarica) per capire che non sa da fare!
Inoltre, la crisi climatica, con l’innalzamento delle temperature del pianeta e il venir meno di molte risorse idriche, ha reso evidente a tutti noto il valore di una sorgente d’acqua potabile, incommensurabilmente superiore a quello di una discarica destinata a esaurire la sua funzione nell’arco di pochi anni. Quali sono allora le ragioni di tanta ostinazione da parte della politica della città metropolitana?
Nell’esposto alla Procura della Repubblica di Palmi dell’aprile 2021 i ricorrenti, associazioni del territorio e consiglieri comunali di Palmi, Seminara e Melicuccà, hanno chiesto di verificare eventuali responsabilità di dirigenti, funzionari e amministratori pubblici in relazione ai reati di inquinamento e di disastro ambientale. Nell’attesa che la Magistratura intervenga per fare chiarezza, ci sembra opportuna una netta presa di posizione del governo regionale che ne ha la legittimità e l’autorità per bloccare questo potenziale attacco alla salute pubblica. (tp e pi)