6 dicembre 2018 – È durata appena 18 giorni la candidatura di Marco Minniti alle primarie per la Segreteria del Pd. Rinuncia a correre per le primarie e si ritira. Non ci sono le condizioni – ha detto – c’è il rischio di portare ulteriore divisione all’interno del partito. L’ex ministro dell’Interno, originario di Reggio, aveva indicato chiaramente qual era l’obiettivo da raggiungere: se nessuno dei candidati porta a casa almeno il 51% al congresso il partito si presenterà ancora una volta diviso e sfiancato dalla logica delle correnti. Minniti aveva delineato con precisione l’obiettivo che si poneva con la candidatura: ricostruire il partito (superando le correnti) e preparare un’alternativa al governo. L’eventualità che Renzi possa costituire un “gruppo” esterno al PD è l’elemento determinante di questa scelta: significa ulteriore lacerazione e sbando assicurato in un partito sempre più alla deriva. Minniti – sarebbe stato un ottimo segretario – per amore della sinistra e verso il partito ha detto no. (s)