L’ADDIO / Nunzio Lacquaniti, un fine intellettuale e un galantuomo

di BRUNELLA GIACOBBE – Da più parti politiche si sono espressi in ricordo di Nunzio Lacquaniti, i cui funerali si terranno oggi lunedì 27 gennaio alle 15 presso la chiesa di San Giovanni a Catanzaro.

Originario di Palmi, ha fatto del suo amore per Catanzaro un motivo di orgoglio per i cittadini tutti.
Si è spento a causa di una lunga malattia che è degenerata negli anni, ma non è mai stato lasciato solo dal figlio Luigi Lacquaniti, che da sempre ha vissuto con lui e che di lui si è sempre occupato come fosse lui “un padre”. Quindi oltre al professionista e all’intellettuale, è la dimensione più umana che ci preme sottolineare, una dimensione talmente grande e coinvolgente che lo ha fatto amare e accudire per anni dall’immenso amore del figlio, non senza rinunce e sacrifici, consentendo al grande uomo di lasciare questa vita terrena con serenità e circondato dall’affetto del suo “bambino” ormai grande.
Oltre al sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita: «É stato anche un fine intellettuale, che si è speso nel mondo dell’associazionismo lasciando tracce tangibili nel capoluogo e non solo. Insomma, un cittadino a tutto tondo, di cui oggi onoriamo la memoria e piangiamo la scomparsa», e all’onorevole Wanda Ferro: «Un galantuomo nel senso più pieno del termine, brillante e ironico, capace di arricchire chiunque avesse il privilegio di incontrarlo. Ha amato Catanzaro con una passione viscerale, diventando per scelta e sentimento più catanzarese di tanti altri, senza mai dimenticare il legame profondo con la sua amata Palmi».
Molti altri personaggi pubblici e non si sono uniti al cordoglio, diversi tra loro per orientamento politico e pensiero, ma uniti nella constatazione che un grande uomo resterà sempre universalmente riconosciuto come un grande uomo. (bg)

L’ADDIO / Vincenzo Carbone, lo scienziato che predicava la fede

di PINO NANOSi celebrano questa mattina nella Chiesa di San Paolo Apostolo  – la parrocchia dei Padri Dehoniani di Rende – i funerali del prof. Vincenzo Carbone, Professore Ordinario di Fisica del sistema terra e del mezzo circumterrestre, uno dei punti di riferimento assoluti della ricerca all’Università della Calabria nel campo della geofisica. Ma già il giorno della sua laurea – naturalmente in fisica e naturalmente con 110 e lode, era il 15 aprile 1982 – il professore che gli fece da relatore gli aveva anticipato che la sua vita sarebbe rimasta legata per sempre alle colline di Arcavacata. Così poi è stato.

Di Vincenzo Falcone ho un ricordo tenerissimo e del tutto personale, lo incontravo la domenica in Chiesa a Rende e lui tutto sembrava tranne che lo scienziato che in realtà era. Un uomo di una modestia senza pari, di una semplicità quasi disarmante, sembrava fosse rimasto studente-forever, e soprattutto un testimone del nostro tempo attentissimo e scrupoloso verso tutto e verso tutti, con questa sua capacità e disponibilità all’ascolto e alla preghiera che facevano di lui uno degli intellettuali cattolici più seguiti e più rispettati del campus. Forse anche tra i più amati dagli studenti. 

I suoi figli e sua moglie ne vadano fieri, perché il ricordo che lui lascia nelle varie generazioni di studenti che hanno attraversato il campus è il ricordo di una persona perbene, pulita, trasparente, e soprattutto libera da tutto e da tutti. Mai asservito a nessuno, mai schiavo del sistema, lontano anni luce dal potere delle lobby, mai in ginocchio. Lui era parte integrante del Campus, pur non volendolo essere, e non a caso nel 2015 diventa Membro del Senato Accademico, Direttore del Dipartimento di Fisica, e Delegato del Rettore a Coordinatore del Presidio di Qualità di Ateneo. Un’autorità accademica in tutti i sensi, e di primissimo ordine. 

Di lui rimangono oggi oltre 200 lavori pubblicati e in corso di stampa su libri e riviste internazionali, almeno 35 lavori pubblicati su atti di congresso con Referenze internazionali, ed oltre 100 Comunicazioni a Congressi Nazionali e Internazionali. È il 2011 quando viene chiamato a guidare come Responsabile scientifico il progetto Marie Curie dal titolo Cascade rates of magnetohydrodynamic turbulence in the solar wind, e dal 2009 al 2014 diventa Valutatore esterno dei Programmi della NASA: Heliophysics Guest Investigators (2009), Heliophysics Theory (2010), Heliophysics Supporting Research (2013), Heliophysics Living with a Star (2014).

Tutto questo suo lavoro tra il Campus e il resto del mondo non gli impediva però di seguire direttamente i suoi studenti, relatore di 17 tesi di laurea in Fisica per il vecchio ordinamento, di 24 tesi per il corso di laurea triennale in fisica, di 11 tesi per il corso di laurea specialistico in fisica e di ben 13 tesi di Dottorato di Ricerca in Fisica. La sua perdita -sottolinea una nota ufficiale del Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria “rappresenta un dolore immenso per tutta la comunità accademica, non solo per il suo inestimabile contributo scientifico ma soprattutto per il suo ruolo centrale come guida e ispirazione per generazioni di studenti e colleghi. La comunità accademica perde oggi non solo uno scienziato eccezionale, ma anche un uomo di grande umanità e integrità. Il suo ricordo resterà indelebile nei cuori di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e lavorare al suo fianco”.

Il prof. Vincenzo Carbone-precisa invece la nota ufficiale dell’Unical- “è stato una figura di spicco nel campo della fisica dei plasmi e dei sistemi complessi, riconosciuto a livello internazionale per i suoi studi pionieristici sul vento solare, lo space weather, la turbolenza e i sistemi complessi. Nel corso della sua illustre carriera, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui la Medaglia Lewis Fry Richardson, un prestigiosissimo premio assegnato dall’European Geosciences Union (EGU) “a studiosi di fama internazionale per i contributi eccezionali nel campo della geofisica non lineare”.

L’EGU aveva sottolineato proprio in questi giorni “l’apporto innovativo del professore Carbone nella fisica dei plasmi spaziali, nello Space Weather, nei cambiamenti climatici e nella fisica dei sistemi complessi. I suoi studi pionieristici hanno tracciato nuove direzioni di ricerca, con importanti ricadute nella comprensione di fenomeni complessi che caratterizzano sia l’ambiente terrestre che quello spaziale”. 

Il conferimento ufficiale della ‘medaglia allo scienziato paolano sarebbe dovuto avvenire durante la prossima Assemblea Generale dell’EGU, in programma a Vienna dal 27 aprile al 2 maggio 2025. Spero davvero che ora ci vada la moglie, Maria Carmela Diana, insieme ai suoi figli, Francesco e Lucia, a ritirare il Premio, perché è anche questo il modo per tenere viva la fiamma del ricordo di chi come lui ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca e alla comprensione dei mille segreti del pianeta.

Ma c’è ancora di più. Oltre al suo straordinario impegno scientifico, il Professor Carbone si è distinto per il suo spirito collaborativo, la sua dedizione alla formazione, e il suo profondo senso di umanità.

«Come docente e ricercatore – raccontano i suoi colleghi di Dipartimento – ha sempre creduto nel valore della conoscenza condivisa e ha ispirato innumerevoli studenti a intraprendere percorsi di studio e ricerca con passione e curiosità».

Vincenzo Carbone – lo ricorda così invece Giampiero Brunetti – «esempio perseguibile per le nuove generazioni, ha dimostrato, con impegno certosino, che si può fare tanto, anche da qui. Basta volerlo. La sua storia è una traccia per tutti. Ecco perché la Calabria perde un figlio illustre: un uomo che ha dimostrato, con determinazione e passione, come si può essere a servizio del bene comune da ogni ambito e luogo ciascuno operi. La sua storia, tra ricerca e conoscenza, resta un dono prezioso di Dio per le future generazioni come lo è l’uno per l’altro quotidianamente. È quanto – per altro – ha dedicato per comprendere cosa sostanzia lo spazio e cosa suscita l’apprendimento della geofisica utilizzando quella curiosità effervescente che lo connotava e lo faceva essere particolare».

«La sua eredità scientifica e umana resta, così, come dono prezioso, misterioso e affascinante per i tanti e per gli amici che lo hanno avuto a fianco – anche per un attimo – in quella semplicità, discrezione ed umiltà giocose, impastate con un pizzico di rigore da studioso che lo rendevano unico come ciascuno lo è, tra carattere e temperamento, per i talenti ricevuti». La cosa che più ci deve in qualche modo confortare invece è che da oggi Vincenzo sarà molto più vicino al mondo dello spazio che, prima di sentirsi male  –un malore improvviso di notte nella sua casa- studiava e osservava dai laboratori del suo Dipartimento. Che amava più di ogni altra cosa al mondo. Buon Viaggio professore. (pn)

L’ADDIO / Lorenzo Infantino, filosofo ed economista internazionale

di DOMENICO INFANTINO – Il 18 gennaio si è spento nella sua abitazione romana Lorenzo Infantino, filosofo ed economista di fama internazionale. Nato a Gioia Tauro (08.01.1948), figlio di Luigi e di Pierina Bongiovanni, dopo avere frequentato il locale istituto F. Severi si è laureato nel 1972 in Economia nell’Università di Siena, ha conseguito nel 1975, con il massimo dei voti e la lode, il diploma presso la Scuola di Specializzazione in Sociologia presso la Luiss.

Ha avuto il suo primo contratto di insegnamento nel 1983 nella Facoltà di Scienze Politiche della Luiss. Nel periodo 1987-1981, ha insegnato anche presso la Facoltà di Economia. Nella stessa Facoltà di Economia, è stato chiamato come professore di prima fascia nel 2001, dopo avere conseguito l’abilitazione in “Logica e Filosofia della Scienza” con il massimo dei voti.

Alla fine del suo periodo di ordinariato, è stato prima professore straordinario presso il Dipartimento di Scienze Politiche e, nel luglio del 2024, è stato nominato professore onorario del Dipartimento.

Ha collaborato con Dario Antiseri alla costituzione presso la Luiss del Centro di Metodologia delle Scienze Sociali. Su invito di Raymond Boudon, è stato membro di Commissione del dottorato in scienze sociali presso la Sorbona di Parigi. Faceva parte del Comitato scientifico di “Procesos de Mercado”, rivista in lingua spagnola e inglese, fondata da Jesús Huerta de Soto.

Ha promosso e fondato presso la nota casa editrice calabrese Rubbettino la prestigiosa collana editoriale “Biblioteca Austriaca”, che raccoglie l’edizione italiana delle maggiori opere della Scuola nata nella Grande Vienna (Mises, Hayek, Menger, Popper).

Nel primi anni ottanta, assieme a Luciano Pellicano, ha contribuito alla diffusione della conoscenza del filosofo della storia spagnolo Josè Ortega Y Gasset.

Ha condotto la parte principale della propria ricerca nell’Università di Oxford, dove dal 1983 è Senior member del Linacre College, dove ha conosciuto John Hicks, premio Nobel per l’Economia. È stato per due volte presidente dell’Italian Linacre Society, a cui aderiscono tutti gli italiani che hanno studiato presso il Linacre. Ha costituito la Fondazione Friedrich A. von Hayek – Italia. E’ stato inoltre presidente onorario della Fondazione Luigi Einaudi di Roma. 

La sua passione per la ricerca, il suo impegno instancabile e la sua umanità lo hanno reso una guida per generazioni di studenti e colleghi.

È stato relatore all’Austrian Colloquium della New York University. Ha tenuto nel 2008 la Hayek Memorial Lecture presso il Ludwig von Mises Institute di Auburn (USA). È stato nella Commissione di Dottorato alla Sorbona di Parigi e Visiting Professor all’Università Juan Carlos di Madrid.  

I suoi principali lavori, caratterizzati da una prosa nitida e dotata di forza espressiva, sono stati tradotti in inglese e spagnolo e vengono considerati dei classici della storia delle idee. La traduzione inglese de L’ordine senza piano (1995) è stata recensita sulla prima pagina del supplemento letterario del Times di Londra da Kenneth Minogue, Professore Emerito della London School of Economics and Political Science. Tra le sue opere si ricordano inoltre: Ignoranza e libertà (1999), Individualismo, mercato e storia delle idee (2008), Potere. La dimensione politica dell’azione umana (2013), Cercatori di libertà (2019), Alle origini delle scienze sociali (2022), Conoscenza, governo degli uomini e governo della legge (2024). Ha inoltre curato l’edizione italiana di oltre quaranta volumi di classici delle scienze sociali.

Nell’ambito della sua attività ha avuto il merito non solo di approfondire e diffondere la conoscenza di giganti del pensiero in maniera originale, ma è riuscito ad intrecciare la tradizione di ricerca della scuola illuministica anglossassone-scozzese (Hume, Smith, Mandeville) con quella austriaca (Mises, Hayek).

Da autentico sostenitore del pensiero liberale evoluzionistico ha posto l’accento sulle condizioni primarie per garantire la libertà degli uomini nel processo sociale, muovendo dalla condizione di ignoranza e fallibilità dell’uomo, dalla dispersione della conoscenza (contribuendo alla demolizione del mito del Governatore e del Legislatore onnisciente), dalla scoperta della cooperazione spontanea tra gli uomini regolata dalla legge.

Chi ha avuto il privilegio di conoscerlo ne ricorda i tratti sobri e signorili, unitamente ad una grande umanità. Molto legato alla sua famiglia (ai suoi fratelli Giuseppe e Maria Rosaria, ai suoi nipoti, ai suoi cugini). Estremamente forte, infatti, era il legame con le sue origini. Emblematiche le parole pronunciate in occasione della consegna del premio speciale rotariano “Città del Sole”, edizione 2023 celebratasi presso l’auditorium del F. Severi di Gioia Tauro: «dedico questo riconoscimento ai miei genitori, alle persone care che non ci sono più, che con i loro insegnamenti e sacrifici ci hanno permesso di essere ciò che siamo». (di)

L’ADDIO / Vittorio Daniele, economista e meridionalista

Cordoglio, nel mondo accademico, per la scomparsa di Vittorio Daniele, economista e meridionalista tra i più conosciuti e stimati della regione e non solo.

Professore ordinario di Politica Economica presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro, è stato tra le figure maggiormente illuminate dell’ateneo catanzarese. Originario di Roccella Jonica, noto per il suo impegno verso la giustizia sociale e lo sviluppo del Mezzogiorno, la sua attività di ricerca ha riguardato, principalmente, i divari regionali in Italia in prospettiva storica e il ruolo dei fattori culturali nello sviluppo economico.

Oltre a numerosi articoli ha pubblicato i volumi: “La crescita delle nazioni. Fatti e teorie”, Rubbettino, 2008; “Il divario Nord-Sud in Italia 1861-2011” (con Paolo Malanima), Rubbettino, 2011; “Il Paese diviso. Nord e Sud nella storia d’Italia”, Rubbettino, 2019 (il volume ha ricevuto il Premio Sele d’Oro Mezzogiorno 2020).

«Opencalabria si unisce al dolore della famiglia per la scomparsa del prof. Vittorio Daniele», si legge in una nota.
«La comunità scientifica perde uno studioso brillante​ e appassionato, dal pensiero libero. A noi mancherà, soprattutto, il caro amico Vittorio, che continuerà a vivere nel nostro lavoro, al quale ha sempre contribuito con ​entusiasmo e dedizione​: la stessa che ha dedicato alle sue attività di docente e ricercatore».

Il presidente di Unindustria Calabria Aldo Ferrara e il direttore Dario Lamanna, unitamente a tutti gli organi confindustriali e gli imprenditori calabresi, «esprimono il più sentito cordoglio alla famiglia, agli affetti più cari e al mondo accademico locale per la prematura e improvvisa scomparsa del prof. Vittorio Daniele».

«Stimato docente, economista serio che ha sempre legato la sua analisi e il suo giudizio al rigore scientifico e alla profonda capacità di osservazione dei fenomeni sociali ed economici – si legge – il professore Daniele lascia un profondo solco nella comunità locale e in quella accademica. La sua prematura scomparsa lascia un grande vuoto umano e professionale».

«Vittorio Daniele è stato un collega di grande spessore professionale e umano, uno studioso molto attento, un economista di rara profondità di analisi», ha ricordato l’europarlamentare del M5S, Pasquale Tridico.

«Vittorio – ha sottolineato Tridico – ha sempre avuto una visione lucida della storia economica del Sud e dello sviluppo dei nostri territori».

«Con i suoi studi, il professore Daniele – ha proseguito il parlamentare Ue – ha dato un contributo significativo alla comprensione dei problemi del Mezzogiorno e ha formato con scienza e coscienza diverse generazioni di studenti. Per questo e per la sua signorilità e disponibilità, gli siamo tanto grati e siamo certi che non sarà dimenticato». «Sono vicino ai familiari, cui va – conclude Tridico – il mio primo pensiero per il loro lutto e dolore».

«Sono profondamente addolorato per questa bruttissima notizia», ha detto il Rettore dell’Umg, Giovanni Cuda.

«Il professor Vittorio Daniele lascia un grande vuoto. Nella sua vita e nella sua carriera accademica – continua Gianni Cuda –  Vittorio ha portato avanti le sue due grandi passioni, la formazione degli studenti e la ricerca, con estremo coraggio e in maniera innovativa. Una vita intera spesa per l’università e nell’università che lo hanno reso un professore di grande esempio per tutti i suoi studenti e un apprezzato intellettuale».

«La sua attività è stata sempre contraddistinta da intelligenza, pacatezza e garbo. Ricorderemo sempre tutto ciò che ha saputo realizzare per la nostra Università, sviluppando anche importanti collaborazioni a livello territoriale, con un impegno encomiabile e con la voglia di raggiungere sempre nuovi traguardi. Di questo e di tanto altro saremo sempre grati al Professor Vittorio Daniele. Tutta l’Università di Catanzaro ricorda con profondo affetto, stima e gratitudine il professore Daniele – chiude la nota del Magnifico Rettore – per il suo impegno professionale e per le sue qualità umane e si unisce, esprimendo il suo cordoglio e la sua vicinanza, alla famiglia». (rcz)

L’ADDIO / Domenico Zavettieri, Ex sindaco di Bova Marina ed esempio di serietà

Cordoglio, a Bova Marina, per la scomparsa di Domenico Zavettieri, ex sindaco di Bova Marino, dirigente scolastico ed amministratore di lungo.

«La nostra città perde una figura di grande valore umano e civile, che ha dedicato la sua vita al servizio della comunità», ha detto il sindaco di Bova Marina, Andrea Zirilli, proclamando il il lutto cittadino.

«Oltre a ricoprire il ruolo di sindaco, il Prof. Zavettieri – ha ricordato – è stato per anni un punto di riferimento nel settore educativo, come Professore e Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo di Bova Marina, contribuendo significativamente alla crescita culturale della nostra comunità».

«In questo momento di grande dolore – ha concluso – esprimo a nome dell’Amministrazione e mio personale, le più sentite condoglianze alla sua famiglia, in particolare al figlio Dott. Pierapolo Zavettieri, Sindaco di Roghudi, al fratello On. Saverio Zavettieri, alla Capogruppo di minoranza, Dott.ssa Daniela Iiriti, e a tutta la nostra comunità».

Cordoglio è stato espresso anche dal sindaco Metropolitano Giuseppe Falcomatà, sottolineando come «al di là dell’impegno politico, Domenico Zavettieri ha rappresentato un punto di riferimento per il mondo scolastico, accompagnando intere generazioni in un percorso educativo e formativo largamente apprezzato da tutti. Dunque, è certamente un giorno triste per quanti hanno avuto il piacere di conoscere un galantuomo, un educatore ed un politico d’altri tempi».

«La sua lunga esperienza – ha rimarcato Falcomatà – si è distinta per correttezza e dedizione, sempre proiettata al bene collettivo e comune. Dal Municipio di Locorotondo, in Puglia, dove ha rivestito importanti incarichi pubblici nell’amministrazione comunale, fino alla sua Bova Marina, dove ha culminato il suo impegno politico da primo cittadino nel 2008, Domenico Zavettieri ha lasciato un’impronta indelebile destinata a rimanere per esempio impressa nel basso ionio reggino e non solo. Da insegnante di lettere e da uomo di indiscutibile cultura, ha saputo cogliere l’essenza di un popolo, raccontandola mirabilmente nei suoi scritti».

«Il suo ricordo resterà vivo nei cuori di ognuno di noi – ha concluso – perché ciò che ha fatto per il territorio va oltre il tempo e le circostanze». (rrc)

Annalisa Insardà, l’attrice con la Calabria nel cuore

di CATERINA RESTUCCIAMediterranea quanto la nostra terra, sorridente, simpatica, senza esitazione ha accettato l’invito di Radio Freccia Network a Rosarno e si è prestata generosamente per qualche ora negli studi radiofonici a conversare, raccontarsi e ridere dinanzi a telecamere e microfoni.

Annalisa Insardà è stata protagonista assoluta di un Podcast, in cui a farla da padrone sono state le parole e le battute divertenti, anche dissacranti, e anche e soprattutto importanti quando si è trattato di parlare di sociale e culturale.

Annalisa è attrice, sia su suolo teatrale che cinematografico, interprete, da tempo anche autrice e porta nei suoi spettacoli non solo i volti di chi le assegnano e si assegna, ma anche i messaggi di natura psicologica e sociale che hanno una missione fondamentale nella sua scelta professionale.

Vive a Roma e la sua terra d’origine, la Calabria, per intenderci bene, è sempre con sé, la porta in valigia, nella mente, nel suo muscolo cardiaco di entusiasmo dirompente.

E mentre i giovani tecnici operatori, Girolamo Falleti e Vincenzo Borgese, coglievano ogni angolazione sorridente di Annalisa, l’attrice – autrice non si è mai fermata nel rispondere agli interrogativi informali e incalzanti della giornalista conduttrice.

Ha ricordato la sua età giovanissima vissuta tra Bellantone, Laureana di Borrello e gli studi di recitazione a Palmi, per poi decollare verso le Accademie dell’alta Europa e fissare i suoi ruoli nell’Italia del grande teatro e del grande cinema.

«Mi hanno dato le parti da recitare, ma ho anche scelto le parti che ho sentito più mie», ci dice in una dichiarazione, per poi continuare: «Ho scelto spesso quelle parti in cui il personaggio ha un conflitto interiore forte, quelle in cui è determinante dirigere».

Affascinante come donna, sceglie e vira la rotta verso la lotta interna dell’essere umano, perché ci fa intendere, in qualche senso, che nulla è assoluto se non l’uomo e la donna nel loro più profondo interiore.

E si anticipa, presentando in questo viaggio del cuore del periodo di riposo natalizio, chiuso ormai da pochissimo, il suo nuovo spettacolo, quello che scrive lei stessa e che la ritrova interprete.

Al dramma moderno, che solo moderno non è, della differenza di genere, dei ruoli e delle definizioni tra maschile e femminile dedica un intero spettacolo già itinerante: Parole Femmine.

Annalisa, donna forte, segna gli accenti e li sfregia sul tema “femminile”, è decisa nel voler spiegare i perché del “femminile” nel suo testo Parole Femmine, accenna, rivela qualcosa, ma non svela del tutto, perché lo spettacolo è proprio questo, ossia curiosità e sorpresa. 

A Radio Freccia Network, dietro la direzione di Cecè Falleti, che la invita energicamente nel suo salotto rosarnese dalle frequenze libere e indipendenti, Annalisa si sente a casa e tra amici e a Rosarno tornerà per altre novità professionali e culturali lungo le tracce dei suoi spettacoli. (cr)

L’ADDIO /Giuseppe Chiaravalloti, ex presidente della Regione Calabria

Cordoglio, in Calabria, per la scomparsa di Giuseppe Chiaravalloti, ex presidente della Regione Calabria.

Nato a Satriano in provincia di Catanzaro nel 1934, Chiaravalloti aveva 90 anni ed era stato eletto alla guida di una giunta di centrodestra a trazione Fi alle elezioni regionali del 2000, governando la Calabria nella VII legislatura, fino al 2005.

Dal 2005 al 2012 è stato commissario e vicepresidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali. La Camera ardente sarà aperta alla casa funeraria Elysium. I funerali si svolgeranno domani alle 15 nella Basilica dell’Immacolata di Catanzaro.

«Con Giuseppe Chiaravalloti la Calabria perde un suo grande cittadino che per decenni ha dato lustro alla nostra Regione», ha detto il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, esprimendo cordoglio assieme alla Giunta regionale.

«Se ne va un uomo delle istituzioni – ha aggiunto – un servitore dello Stato, una personalità di straordinaria e acuta cultura. Da magistrato e da presidente della Regione ha sempre messo al primo posto gli interessi della collettività, con spirito di servizio e senso di responsabilità. Uomo di centrodestra, Chiaravalloti è stato in grado di rappresentare unanimemente tutta la Calabria, portando a livello nazionale le istanze dei nostri territori. Sono orgoglioso e grato di averlo conosciuto, di essergli stato amico, di aver condiviso con lui una parte importante del mio percorso politico».

«La scomparsa di Peppino Chiaravalloti mi addolora profondamente prima di tutto sul piano intimo e personale», ha detto il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita.
«La sua figura ha attraversato tutta la mia storia e quella della mia famiglia – ha aggiunto – per via dei legami di sincera e solida amicizia che ci hanno sempre uniti senza mai venire meno. Il mio cordoglio si associa a quello della Città che ho l’onore di guidare e che perde con lui una figura prestigiosa e autorevole, dalla quale il Capoluogo ha ricevuto lustro in tutti quegli ambiti in cui Peppino Chiaravalloti ha avuto modo di esprimere la sua poliedrica personalità».
«Uomo colto e raffinato – ha proseguito – di singolare intelligenza e acume, egli ha lasciato un segno importante nella magistratura, ricoprendone le cariche più alte e nella politica, quando nel 2000 i calabresi lo vollero presidente della Regione. Ma lo ricordiamo anche tra i protagonisti attivi della vita sociale, quella che amava “pensare” la nostra Città, conservandone storia e tradizioni, riconoscendo il valore prezioso del suo essere comunità.
Come dimenticare, infine, l’ironia dell’uomo Chiaravalloti, le sue doti di intrattenitore, la sua capacità di rendere leggeri i momenti di convivialità, di pronunciare la battuta giusta al momento opportuno senza però mai rinunciare all’intelligenza della conversazione».
«Lo porterò con me, porterò con me il suo sorriso e come me – ha concluso – credo, tutti coloro che lo hanno conosciuto e che oggi si apprestano a onorarne la memoria».
«A nome della Città metropolitana di Reggio Calabria, esprimiamo sentimenti di cordoglio e vicinanza alla famiglia per la scomparsa di Giuseppe Chiaravalloti, già presidente della Regione Calabria ed ex magistrato», ha detto il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà.
«Uomo di grande e raffinata cultura giuridica – ha proseguito – nella sua lunga carriera fu Procuratore generale della Corte d’Appello di Catanzaro e Reggio Calabria. Il suo impegno sociale di calabrese lo spinse fino all’elezione a presidente della Regione nel 2000, per poi concludere la sua carriera come commissario e vicepresidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali. Ci stringiamo al dolore della sua famiglia, della figlia Caterina, Presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria, di quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di tutti coloro che lo hanno incrociato nel corso della sua lunga esperienza di uomo delle istituzioni al servizio della comunità calabrese».
«Chiaravalloti per me non è stato soltanto un grande amico o il Presidente della Regione che mi ha voluto assessore per l’intera legislatura, né l’alto magistrato quale è stato, ma un uomo di alto spessore culturale e valore umano e morale, punto di riferimento per chi aveva a cuore le sorti della Calabria e lavorava in modo disinteressato per la sua affermazione ed il suo riscatto», ha ricordato Saverio Zavettieri, ex sindaco di Bova Marina.
«Ho conosciuto Chiaravalloti nel 1996 in occasione della presentazione di Nino Montera,  suo collega magistrato, quale capolista alla Camera del Partito Radicale e ne rimasi colpito se non folgorato per la chiarezza delle sue idee in materia di giustizia, la sua esposizione coraggiosa in un periodo di caccia alle streghe, e le sue analisi sui mali della giustizia e su come porvi rimedio. Lo rincontrai in occasione della sua candidatura a Presidente da indipendente alla Regione Calabria della Casa della Libertà e non ho avuto alcun dubbio nel sostenerlo convintamente in quell’impresa che per molti appariva destinata alla sconfitta», ha ricordato ancora, concludendo come Chiaravalloti «lascia un’impronta indelebile».

«Una figura di grandissimo rilievo per la Calabria, un uomo colto, di legge, che ha guidato la nostra regione per cinque anni», ha ricordato il deputato Giuseppe Mangialavori.

«Il presidente Chiaravalloti – ha proseguito – ha attraversato anni da protagonista della scena politica calabrese e non solo. Oggi ricordiamo il suo impegno nell’amministrazione della cosa pubblica, ma anche la sua dedizione alla causa della giustizia che ha amministrato da magistrato per lunghi anni. Alla famiglia  giungano le mie sentite condoglianze».

«La notizia della scomparsa dell’ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, caro amico con cui ho condiviso tanti momenti anche dal punto di vista politico, mi addolora e mi rattrista oltremodo», ha detto Vincenzo Speziali membro del Bureau Politique dell’Internazionale Democristiana.

«Con commozione, assieme alla nostra comune amica Marilna Intrieri – ha concluso – rivolgo un pensiero alla figlia e cara amica Katya (oggi Presidente della Corte d’appello di Reggio Calabria) e al genero Aristide, poiché il nostro Peppino vivrà sempre nei nostri cuori». (rrm)

Addio al pittore Stellario Baccellieri, un mix di estro e maestria

di ROSARIO SPROVIERI – Stellario Baccellieri era ormai uno degli ultimì veri grandi artisti calabresi in giro per il mondo.È morto probabilmente felice, perché è morto a casa, nella sua città natale, agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria.

Artista poliedrico, pittore di grande fascino e di grande caratura, amato e osannato da intere generazioni di critici e di artisti più giovani, che avevano trovato in lui un esempio da imitare e da emulare.

Giugno 2020, Simona Casalini scriveva di lui su Repubblica queste cose: “Lui, personaggi come Federico Fellini, Audrey Hepburn e Liz Taylor, emiri ricchissimi, donne facili e chic, e aristocratici e scrittori e flâneur e paparazzi li ha conosciuti tutti, in quello che era un accogliente ritrovo della più varia umanità, il Caffè Greco negli anni ’70 ma anche nei locali più in voga, trenta, quarant’anni fa, che accoglievano il bel mondo. Non perdeva occasione per essere presente a Reggio, al Renzelli di Cosenza, al mitico “Giubbe rosse” di Firenze e al Caffè Elena di piazza Vittorio Veneto a Torino. Gli antichi e storici caffè erano la sua dimora preferita per gli incontri e le conversazioni con amici vecchi o appena arrivati.

E sempre lui, il pittore Stellario Baccellieri, proprio del caffè Greco era uno dei simboli, l’artista dal pennello veloce e colorato che realizza i ritratti all’impronta, un po’ impressionisti, il Toulouse Lautrec de’ noantri, sì qualcuno lo ha ribattezzato anche così per via dei suoi pennelli e delle sue tele piazzate non nei bistrot ma dentro un caffè storico. Testimone degli ultimi scapestrati anni della Dolce Vita romana e da allora rimasto sempre se stesso anche se intorno ogni dettaglio, volto e sapore è vorticosamente cambiato”.

Negli ultimi anni aveva lasciato il Caffè Greco e si era “trasferito” al Babington Café di piazza di Spagna. La sua casa un piccolo scrigno d’arte, sempre affollata di ospiti illustri.

Una vita, insomma, segnata da incontri eccellenti, premi prestigiosi, riconoscimenti pubblici internazionali, tra Roma Reggio Calabria e le grandi capitali estere, i suoi dipinti erano una miscela esplosiva di colori e di macchie piene di vita e di energia. Un artista moderno, versatile, eccentrico, a suo modo una eccellenza tutta calabrese, perché dovunque gli capitasse di arrivare non faceva che raccontare la sua infanzia in Calabria e il periodo in cui, negli anni 80, gli era captato anche di insegnare nelle scuole medie di Caulonia.

Stellario Baccellieri trascorre la sua infanzia a Reggio Calabria, dove compie i primi studi d’arte e inizia a dipingere paesaggi e figure della sua terra. “Della Calabria – si legge in una delle sue tante biografie ufficiali – racconta i paesaggi pieni di luce, i cieli limpidi, i mari profondi, ma anche dei tanti personaggi che lottano con orgoglio e umiltà contro le avversità”.

Nel 1976 si trasferisce a Roma, dove nello storico Caffè Greco di via Condotti avviene il fatidico incontro con Giorgio De Chirico, attraverso un ritratto nato di getto che conquistò il maestro e da allora li legò con una profonda amicizia e sincera stima. Baccellieri diventa un assiduo frequentatore del Caffè Greco ed in breve tempo si guadagna le simpatie e l’ammirazione dei molti turisti e personaggi illustri protagonisti di quella “dolce vita” che anima i salotti dell’élite romana.

L’esperienza del Caffè Greco insegna all’artista che in questi luoghi magici è possibile collezionare un’infinità di emozioni e di stati d’animo da cogliere negli occhi dei frequentatori e sull’onda di questa intuizione parte per altre città. Intraprende un lungo viaggio che lo porterà a dipingere le emozioni e gli stati d’animo dei frequentatori del Caffè Florian a Venezia, del Caffè Pedrocchi a Padova, del Bar della Posta a Cortina, fino poi giungere a Capri dove, conquistato dal brulicare di visitatori e affascinato dalla luminosità del cielo, trovò un perfetto equilibrio tra le sue origini e i suoi trascorsi mondani. Amato e ricercato dai suoi tanti estimatori, nella sua invidiabile carriera ha ritratto Federico Fellini, Giulietta Masina, Valentina Cortese, Liz Taylor e Gina Lollobrigida, incontrando personalità del calibro di Sandro Pertini, i reali di Svezia, Carlo d’Inghilterra e Lady Diana. Storica la sua lunga e affettuosa amicizia con Silvana Pampanini.

Il saluto ufficiale della città di Reggio è del sindaco Giuseppe Falcomatà: «Con Stellario Baccellieri se ne va una delle parti più eclettiche e talentuose della città. È un giorno triste per Reggio Calabria; la nostra Reggio che, per sempre, rimarrà immortalata dal genio di uno dei suoi figli migliori. Oggi il cuore dei reggini piange, come tempera scivola sul bianco di una tela.

«Nelle sue opere – ricorda il sindaco – Baccellieri è riuscito a raccontare Reggio, l’area metropolitana, i suoi scorci più suggestivi, commoventi e incantevoli, gli usi, i costumi, le tradizioni che parlano dell’anima e dell’identità di un popolo. Mancherà a ognuno di noi che lo vedevamo sul Corso Garibaldi o sul Lungomare Falcomatà intento a narrare storie di una vita vissuta, respirandola a pieni polmoni. Le sue parole sapevano di Dolce vita, erano il tramite tra un futuro immaginifico ed un passato ricco di suggestioni, di giorni trascorsi fra i tavoli del Caffè Greco di Roma a disquisire d’arte, amore e poesia con Giorgio De Chirico, Renato Guttuso e gli artisti di un tempo ormai perduto».

Bellissimo ricordo, ma non poteva essere altrimenti. «La vita di Stellario – conclude Giuseppe Falcomatà – è stata un sonetto recitato a bassa voce, letteratura che incanta così come la bellezza e la gentilezza dei suoi quadri. L’amministrazione metropolitana, stringendosi a quanti hanno voluto bene ad un uomo che ha fatto grandi Reggio e la sua gente, saprà ben tributare chi, più d’ogni altro, è stato un grande maestro».

Ma in queste ore si rincorrono da ogni parte del mondo ricordi e giudizi entusiastici su un artista che non solo aveva insegnato la magia dei colori accesi delle sue tele, veri capolavori, ma aveva soprattutto insegnato a chi gli era capitato di conoscere il senso più autentico dell’amicizia e della famiglia meridionale, lui grande uomo del Sud. Non sarà facile per noi critici d’arte dimenticare il suo gusto per il bello, e il suo stile pittorico, che oggi diventa di fatto una grande “scuola”. Addio Maestro. (rsp)

IL RICORDO DELL’EURODEPUTATA GIUSI PRINCI
«Ccontinuerà a vivere attraverso la sua arte»

«Un pittore di grande talento, che ha saputo ben rappresentare la sua terra con la sua arte, conosciuta e apprezzata in Italia e nel mondo: con la scomparsa di Stellario Baccellieri, la Calabria perde una delle sue migliori espressioni, una vera eccellenza del territorio». Lo afferma in una nota Giusi Princi, europarlamentare FI-PPE, esprimendo profondo cordoglio per la morte del pittore calabrese Stellario Baccellieri.

«Ho appreso con grande tristezza – prosegue la Princi – della scomparsa di Stellario Baccellieri, un talentuoso pittore reggino che si è distinto in Italia e all’estero per la sua capacità di rappresentare emozioni e stati d’animo. Nella sua lunga carriera, da Reggio Calabria allo storico Caffè Greco di Roma, ha ritratto personaggi illustri e personalità internazionali ma non ha mai dimenticato la sua terra, sapientemente raccontata attraverso le sue opere in cui sono presenti scorci di Reggio. Sono vicina alla famiglia per la scomparsa di un grande artista di cui Reggio e la Calabria possono certamente essere orgogliose. Il maestro Stellario Baccellieri – conclude l’eurodeputata – continuerà a vivere attraverso la sua arte, raccontando alle presenti e future generazioni la storia, le tradizioni e le bellezze del territorio».

L’ADDIO / Guido Laganà, intellettuale e amministratore al servizio dei calabresi

Cordoglio, a Reggio e nel mondo della politica, per la scomparsa di Guido Laganà, ex consigliere ed assessore regionale.

Politico di lungo corso, democristiano, per oltre un ventennio consigliere regionale e più volte assessore, Laganà aveva 92 anni e lo scorso mese di marzo era stato colpito da un ictus.

Negli anni ’70 e ’80 Laganà è stato un esponente di primo piano della Democrazia cristiana. Eletto più volte consigliere regionale, è stato assessore all’Agricoltura ed al Turismo nelle Giunte guidate da Bruno Dominijanni, dal 1980 al 1985, e Rosario Olivo, dal 1987 al 1992.

È stato, anche, uno studioso di Diritto e di Filosofia, fondando numerose associazioni e centri studi. I funerali si svolgeranno domenica, alle 15.30, nella Cattedrale di Locri.

Laganà è stato «un politico di lungo corso» che «ha saputo ben interpretare le esigenze del territorio calabrese nella sua lunga esperienza politica», ha ricordato Giuseppe Falcomatà, esprimendo il proprio cordoglio.

«Soprattutto – ha proseguito il sindaco metropolitano – si è impegnato a fondo per i suoi territori, Locri e la Locride, sia nel suo impegno in giunta e sia in quello da consigliere regionale, durato oltre venti anni».

«Indimenticabili – ha proseguito – rimarranno la sua opera ed il suo lavoro di animatore al centro studi “Don Milani” di Reggio, così come alcune leggi regionali che portano il suo nome e che hanno radicalmente innovativo e fatto crescere la Calabria come la norma sull’imprenditorialità delle nuove generazioni, il “Paese albergo” o la legge sulle cooperative giovanili».

«Guido Laganà è stato a lungo – ha aggiunto – un punto di riferimento per l’intero mondo politico calabrese e reggino. Un uomo d’altri tempi, intellettuale di spessore, amministratore attento e lungimirante, capace di interpretare, anche in momenti difficili della storia della nostra terra, una visione di sviluppo della quale tante generazioni di calabresi hanno colto ed ancora coglieranno i frutti».

«Alla famiglia, agli amici ed a quanti hanno avuto il piacere e l’onore di conoscere Guido Laganà – ha concluso il sindaco metropolitano – giungano le più sentite condoglianze da parte dell’amministrazione della Città Metropolitana e di tutta l’assemblea di Palazzo Alvaro».

L’ADDIO / Pino Iacino, primo sindaco socialista di Cosenza

Cordoglio, a Cosenza, per la scomparsa di Pino Iacino, primo sindaco socialista della città, dal 19875 al 1980, già consigliere e assessore regionale.

«Una notizia che non avrei mai voluto apprendere e che addolora e riempie di tristezza la città di Cosenza, l’intera comunità e tutti i socialisti calabresi», ha commentato Franz Caruso, sindaco di Cosenza.

«L’affetto che ci legava e che mi ha sempre dimostrato, oltre che la comune militanza socialista, rendono la sua scomparsa ancora più dolorosa – ha aggiunto – perché lascia un vuoto incolmabile. Uomo perbene, di grandi virtù, politico appassionato ed intellettualmente onesto, Pino Iacino è stato un socialista di alto spessore e profilo, che in tutta la sua esistenza non ha mai tradito i suoi ideali, profondamente radicati nei principi cardine della tradizione politica riformista. La sua stagione politico-amministrativa alla guida della città viene ricordata come esempio di buona amministrazione e come un momento particolarmente significativo in quanto a governare Cosenza fu, per la prima volta, una giunta, a trazione socialista, composta da Psi, Pci e Psdi. In questo doloroso momento esprimo, unitamente a tutta l’Amministrazione comunale, il mio più profondo cordoglio e i sensi della mia più affettuosa vicinanza ai familiari».

«Con la scomparsa di Pino Iacino i socialisti calabresi e la città di Cosenza perdono una persona generosa, piena di umanità, un uomo delle istituzioni, un politico serio, capace e dotato di una grande intelligenza politica», ha detto detto il segretario del PSI, Enzo Maraio, e il presidente del consiglio nazionale del Psi, Gigi Incarnato.

«Da primo  sindaco socialista della città di Cosenza – hanno ricordato – ha svolto la sua amministrazione con il solo obiettivo di lavorare per il bene comune. Ha rappresentato una stagione riformista che tutti ricordano e che oggi può essere presa ad esempio di buona amministrazione».

Il Partito Democratico della Provincia di Cosenza ricorda, con commozione, Pino Iacino,
«indimenticabile sindaco socialista di Cosenza Uomo colto e politico di vaglia – si legge in una nota – ha segnato una stagione di progresso e avanzamento della nostra città, che ha guidato a capo della prima giunta rossa con visione progressista e pragmatismo operoso».

«Ha continuato la sua opera da consigliere e assessore regionale e, poi – conclude la nota – non ha fatto mai mancare la sua voce autorevole e ascoltata dalla sinistra calabrese. Perdiamo un compagno e un politico illuminato, certi che il suo esempio sarà una guida per tutta la comunità democratica». (rcs)