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Organizzazione e comunicazione, Fortunato Varone (direttore Prociv) spiega come si è arrivati a 3 milioni di vaccinazioni in Calabria

Organizzazione e comunicazione, Fortunato Varone (Prociv) spiega come si è arrivati a 3 milioni di vaccinazioni in Calabria

In una interessante intervista rilasciata a SudEFuturi Magazine a cura di Sofia AntonelliFortunato Varone, delegato del soggetto attuatore per l’emergenza covid e direttore generale del Dipartimento Protezione Civile della Regione Calabria, ha illustrato come la nostra regione sia arrivata a 3 milioni di vaccinazioni.

Un vero e proprio salto di “qualità”, se si considera che, a inizio campagna, la Calabria era fanalino di coda, che è stato possibile grazie «a una forte organizzazione sul territorio perché altrimenti non avremmo potuto coordinare tutto questo flusso» ha spiegato Varone, sottolineando che «bisogna considerare che siamo passati da circa 5 mila vaccini somministrati durante il periodo estivo, durante il quale la disponibilità era bassa, ad ottobre in cui si è saliti fino a 12mila per arrivare poi nei mesi di dicembre e gennaio a 20 mila dosi con un picco di oltre 30mila al giorno».

«Sostanzialmente il motivo è riscontrabile in una forte organizzazione e una forte comunicazione per fare capire alla popolazione l’importanza dei vaccini» ha detto ancora il direttore, spiegando che quest’ultimo obiettivo è stato raggiunto grazie all’organizzazione, con la Protezione Civile, «dirette con i medici di medicina generale, pediatri, piuttosto che con infettivologi, per spiegare l’importanza del vaccino e rispondere proprio alle domande degli utenti sui vari dubbi».

Insomma, la chiave del successo nella campagna vaccinale in Calabria è nella comunicazione e in un confronto «alla pari» come ha spiegato il direttore, con i cittadini.

«Abbiamo cercato di rispondere ai dubbi delle persone comuni – ha concluso – e questo è fondamentale perché se ci guardiamo intorno, o andiamo a visitare i portali che fanno informazione sul Covid, succede spesso di trovare dei documenti che si presentano come illeggibili. Quello che abbiamo cercato di fare, e continuiamo a fare, è rendere questi documenti leggibili e soprattutto fruibili ai cittadini comuni». (rrm)

 

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