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Reggio, il primo Frecciarossa non si scorda mai.
L’ora della Calabria per la (quasi) alta velocità

Frecciarossa a Reggio Calabria

di SANTO STRATI – Qualcosa si sta muovendo, “quasi” ad alta velocità: l’arrivo del primo Frecciarossa a Reggio va segnato tra le date storiche della Calabria. È il segnale di un cambiamento, l’avvio di una fase nuova, per affrontare in maniera seria il problema della mobilità in Calabria. A partire da quella ferroviaria. Intendiamoci, il Frecciarossa che collega Torino col capoluogo in riva allo Stretto, attraversando l’Italia e creando nuove opportunità che le città toccate, non viaggia al alta velocità, perché i binari da Salerno a Reggio non sono adatti, però permettono intanto di mantenere una discreta tempistica di percorrenza e, soprattutto, sono treni moderni, confortevoli, come i calabresi hanno sempre desiderato. La Freccia Bianca che collegava Reggio con Roma è pur sempre un treno moderno, ma volete mettere la soddisfazione per un calabrese di vedere scorrere sui binari della propria terra un Frecciarossa? Anche il premier Giuseppe Conte, durante il suo incontro stampa di ieri nel tardo pomeriggio, ha voluto sottolineare il significato dell’arrivo del Frecciarossa a Reggio. E ha promesso l’Alta velocità non solo tra Reggio e Salerno, ma anche tra Salerno e Taranto, una rete ferroviaria oggi inadeguata e inaccettabile.

Certo, per ora sono solo promesse e annunci. L’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti Domenica Catalfamo avrà un bel daffare per studiare la questione dell’Alta Velocità, pressando un giorno sì e l’altro pure la ministra Paola De Micheli perché sciolga ogni riserva, trovi le risorse e dia finalmente una linea degna di collegamenti veloci tra Salerno e Reggio, Le risorse, in realtà, ci sono e, sfruttando in positivo la terribile circostanza dell’emergenza Covid, c’è tanto denaro europeo per investimenti e, soprattutto, infrastrutture.

Quanto costa rifare la linea Salerno Reggio con binari adatti a sostenere l’Alta Velocità? Secondo l’ex vicepresidente della Regione Calabria Francesco Russo realizzare 400 km di alta capacità/alta velocità (con stessa metodologia e potenza della linea Milano-Roma-Salerno) non bastano 20 miliardi. La domanda, comunque, è da girare a chi di competenza, cominciando dal ministro per il Sud e la Coesione sociale Peppe Provenzano che ha previsto col suo Piano per il Sud 100 miliardi in dieci anni, un Piano necessariamente rinviato date le circostanze ma che mantiene pienamente gli obiettivi strategici  indicati. Tra le grandi priorità del Piano c’è l’obiettivo di “Ridurre la distanza temporale fra le ripartizioni territoriali del Paese, potenziando la rete ferroviaria e velocizzando i servizi”, individuando come soggetto responsabile il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. C’è poi da verificare se la promessa del premier Conte e dello stesso ministro Provenzano del ripristino della clausola della riserva del 34% a favore del Mezzogiorno sarà mantenuta o se l’emergenza Covid, nelle aree del Nord (per ironia della sorte le stesse che volevamo l’Autonomia differenziata), non succhi risorse per il Nord colpito più pesantemente del Sud dalla pandemia.

Lo scorso 19 maggio,  giorno dell’inaugurazione del cantiere del terzo megalotto della SS 106, la ministra De Micheli, per la verità, si è sbilanciata a proposito degli impegni del Governo da destinare all’Alta Velocità: «Finanziamo il progetto dell’alta velocità Reggio Calabria-Salerno – ha dichiarato –. È arrivato il momento di prendere una decisione. Le cifre sono importanti, ma è il segnale. Non solo confermiamo le opere ma anche i servizi. La Calabria non può rimanere isolata perché in termini di mercato c’è un bacino più ristretto di altri territori. Partiranno – ha annunciato – il Sibari-Milano e le due coppie di treni Reggio-Torino e Torino-Reggio. Da Reggio a Roma si andrà in 4 ore e dieci come da Torino a Roma. Ci sarà lo stesso servizio: non ci deve essere differenza tra una donna e un uomo che vivono in Calabria e una donna e un uomo vivono in Emilia-Romagna». Un impegno che non può restare solo nelle parole: «Progetteremo “l’Alta Velocità di Rete” che consentirà di arrivare, non ai 300 chilometri all’ora che nel nostro Paese si possono raggiungere per pochi tratti perché è orograficamente pieno di montagne e quindi con esigenze di gallerie e di altre cose». E infine si è lanciata con le promesse: «Trasformeremo l’attuale linea e faremo dei percorsi alternativi perché in alcune parti ci vorrà una linea nuova che permetterà di superare abbondantemente i 200 Km/h consentendo ai passeggeri di risparmiare, per esempio nella tratta Reggio-Roma, più di 50 minuti. Per le merci, durante la notte, avremo anche lo sblocco dell’intermodalità sul porto di Gioia Tauro con la possibilità di fare, finalmente, treni da 750 metri che possono andare maggiormente in sicurezza e più veloci verso il Nord».

C’è da rilevare che il progetto delGoverno, in realtà, punta a realizzare una linea Avr (alta velocità di rete) e non di altavelocità/capacità (avac): quest’ultima consente di far viaggiare i treni passeggeri a circa 300 km/h e treni merci fino a 1.500 tonnellate. L’Avr, invece, al massimo può permettere una velocità di 200 km/h. Sempre meglio degli intercity e dei rapidi attualmente in circolazione tra la capitale e la Calabria. DIfatti, come abbiamo già scritto nei giorni scorsi, il Cipe ha assegnato sono 40 milioni per l’alta velocità del Sud, a fronte degli oltre 380 destinati alla linea alta velocità/alta capacità Milano/Verona/Venezia. Su questo il consigliere regionale di Democratici Progressisti Giuseppe Aieta ha presentato una mozione in Consiglio stigmatizzando come «mentre al Nord si sta realizzando la seconda linea ‘Avac’, che altro non è che Alta Velocità vera e propria, al Sud invece si vuole realizzare la linea ‘Avr’ che, però, non è una rete ad alta velocità, ma è una rete che prevede una ‘sistemazione’ delle linee tradizionali già esistenti, in cui si fanno lavori portando la velocità massima dei treni a 200 km/h. L’’Avr’ – ha detto il capogruppo di Dp – interesserà la Campania del Sud, la Calabria, la Basilicata, la Puglia Jonica, nulla si dice se ci sarà una linea ‘Avac’, da Salerno a Reggio Calabria, con la inevitabile conseguenza che 10 milioni di cittadini italiani verranno tagliati fuori dalla modernità». E analoghe posizioni erano state assunte a livello nazionale dalla deputata Wanda Ferro (Fratelli d’Italia) e dall’ex presidente della Regione Mario Oliverio (vedi calabria.live del 21 maggio).

Intanto, mentre si aspetta per domenica 14 il primo collegamento che Italo riserva all’Italia al di sotto di Salerno, è bene festeggiare l’arrivo del primo Frecciarossa, giunto in perfetto orario a Reggio alle 18.50 (anzi con qualche minuto di anticipo) dopo 1266 km, con fermate a Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Salerno, Paola, Lamezia terme, Rosarno e Villa San Giovanni. Tra l’altro, sono stati studiati orari del Frecciarossa compatibili con le navi veloci delle FS Blu Jet per favorire l’integrazione modale da Villa con la Sicilia. L’Amministratore delegato e Direttore generale delle Ferrovie dello Stato Gianfranco Battisti ha parlato di data storica dato che «con questo nuovo collegamento  per la prima volta il Frecciarossa arriva a Reggio Calabria, collegando la Calabria al sistema Alta Velocità. Un nuovo servizio che avvicina le persone nel momento in cui il Paese deve ripartire. L’arrivo del Frecciarossa contribuirà alla ripartenza e al rilancio dell’economia e del settore turistico della Calabria e dell’intero Sud Italia». (s)

 

 

 

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