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Roncalli in Calabria di Raffaele Iaria

Roncalli in Calabria di Raffaele Iaria

Il nuovo libro del giornalista Raffaele Iaria riguarda Papa Roncalli. Giovanni XXIII, il papa “Buono” muore la sera del 3 giugno 1963, sessanta anni fa.

“Il segreto del mio sacerdozio sta nel Crocifisso che volli porre di fronte al mio letto, egli mi guarda e io gli parlo […] Quelle braccia allargate dicono che egli è morto per tutti; nessuno è respinto dal suo amore, dal suo perdono. Ut unum sint!”,  ha confidato due giorni prima al suo confessore. Roncalli viene sepolto prima nelle grotte vaticane e successivamente nella basilica di San Pietro.

Nel suo percorso di giovane sacerdote, prima di essere vescovo, cardinale e papa, Angelo Giuseppe Roncalli, ha guidato, come Presidente, il Consiglio Centrale per l’Italia della Pontificia Opera della Propagazione della Fede per sensibilizzare e ravvivare l’attenzione all’ideale e alle attività missionarie della Chiesa. In questa veste visita diverse città italiane. Tra queste anche diocesi e città calabresi ed ha modo di conoscere le molteplici sfaccettature.

Quel viaggio è raccontato oggi nel volume “Roncalli in Calabria”, edito da Tau e scritto dal giornalista Raffaele Iaria, originario di Scala Coeli (Cosenza) che pubblica pagine del diario del giovane Roncalli, lettere e anche testimonianze di alcuni vescovi calabresi che hanno incontrato Roncalli da Papa e parlato di quel viaggio. L’ultima visita nella regione la fa al santuario di San Francesco di Paola, il 29 novembre 1922. Il viaggio nella regione era iniziato il 3 novembre di quell’anno da Nicastro, poi Pizzo, Monteleone, Tropea, dove col vescovo Felice Cribellati tra l’altro visita  la nuova tipografia della diocesi al lumicino di una candela. E poi Nicotera, Gioia Tauro, fino a Reggio Calabria, che a distanza di 14 anni dal 1908 mostra ancora i baraccati del terremoto che aveva causato morti, feriti, chiese distrutte. E ancora Catanzaro, Squillace, Cariati, Rossano, Cassano, San Marco Argentano, Cosenza fino a Paola.  E’ stata l’occasione – dice l’autore del libro, Raffaele Iaria – per conoscere la Calabria e per incontri con tante persone “buone e generose” dai quali ha ricevuto anche tanti conforti spirituali che non dimenticherà… Ma anche la Calabria non dimentica: sono tante le targhe e le lapide in vari posti della regione che ricordano quella visita e che sono citate nel volume. (dl)

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