di SANTO STRATI – Tutti orgogliosi della propria calabresità: quella di ieri può passare alla storia non solo come la giornata di una suggestiva quanto grandiosa vetrina internazionale di questa terra, ma soprattutto come giornata dell’orgoglio calabrese nel mondo. Ha esordito Francesco Verderami, giornalista politico e firma di punta del Corriere della Sera, chiamato a presentare il Calabria-Day all’Expo di Dubai, dicendo come prima parola: io sono nato a Gioia Tauro. Gli ha fatto eco, poco dopo, la responsabile di Scenario Sud di The European House Ambrosetti, Cetti Lauteta, che ha rimarcato subito “io sono di Reggio Calabria”, E anche i manager “prestati” alla Calabria come l’ammiraglio Andrea Agostinelli Presidente del Porto di Gioia (in realtà dell’Autorità portuale Tirreno e Meridionale e Ionio), o Antonio Testi (amministratore delegato di Medcenter Containeir – MCT) che si sentono ormai “calabresi” a tutto tondo. E dall’enfasi di tutti gli interventi è trapelato un senso di dolce invidia per questo senso straordinario di appartenenza.
Una giornata di riscatto morale, dove lo stesso Procuratore Capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha insistito sul concetto di una terra da scoprire e riscoprire, soprattutto dagli investitori. Un lei-motiv che il presidente Roberto Occhiuto – gasatissimo e soddisfatto – ribadisce continuamente alla ministra per il Sud Mara Carfagna. Va scoperto il Mediterraneo e va sfruttata (nel senso più genuino e onesto) la Calabria.
L’ammiraglio Agostinelli ha celebrato i fasti di un Porto su cui nessuno fino a pochi anni fa avrebbe scommesso un centesimo: là dove c’erano gli agrumeti distrutti per far posto a un Centro siderurgico mai nato, oggi c’è una meravigliosa realtà portuale che fa davvero paura ai suoi competitor ( a partire da Rotterdam). I numeri del Porto sono strabilianti, il retroporto offrirà l’occasione per mettere in piedi fabbriche di finitura di automobili e di qualsiasi altro semilavorato che può giungere da qualsiasi parte del mondo in container, an che a bordo delle meganavi che solo Gioia Tauro, nel Mediterraneo, può ospitare. Già, il Mediterraneo è la vera grande scommessa del III Millennio. Lo ha sottolineato anche lo storico Ernesto Galli della Loggia, lo hanno sottolineato gli autorevoli esponenti di Reti ferroviarie italiane (Anna Masutti) e il presidente e AD di Alstom Ferroviaria. Il Porto, collegato con la Ferrovia diventa una sosta obbligata per chiunque voglia fare affari con l’Europa.
E da Dubai – statene certi – si apre davvero la porta dell’Europa, soprattutto perché è stato fatto capire di che stoffa sono fatti i calabresi. Grandi “conquistatori” di prestigiosi ruoli in tutto il mondo e testimonial diretti e indiretti di una Calabria che è una fabbrica di eccellenze, anche se poi ha rubato il futuro dei nostri giovani (subito assorbiti dalle multinazionali abili a individuare capacità e competenze) e vuole smettere di nega ai giovani di restare nella propria terra, a lavorare, mettere su famiglia, contribuire al benessere e alla crescita della propria terra.
Non è stata una sfilata di parole al vento: ci sono numeri, progetti, programmi. C’è l’impegno dei ministri Carfagna e Giovannini (registrato a perenne memoria su YouTube) a far pensare una volta tanto in bene. C’è da essere ottimisti e dare il giusto riconoscimento al presidente Occhiuto di essere un vero stakanovista dello sviluppo della regione. È un politico (e questo aiuta non poco per parlare con gli interlocutori giusti), ma è soprattutto un uomo del fare. Un calabrese orgoglioso delle proprie origini e follemente innamorato della sua terra che sta consumando ogni risorsa portando a casa risultati che in 50 anni di Regione nessuno si sarebbe più sognato di vedere realizzati.
E c’è stato, grazie anche al deputato reggino Francesco Cannizzaro, lo spazio per dare voc e al talento die nostri giovani che hanno presentato il progetto L’intelligenza artificiale al servizio dell’emergenza globale, patrocinato dalla Regione Calabria con la Regione Lombardia e la Regione Marche. I nostri ragazzi hanno talento da vendere, l’Unical è conosciuta in tutto il mondo per i progressi nell’intelligenza artificiale (non per niente il Rettore Nicola Leone è uno dei maggiori esperti mondiali), e se Aurora Delfino, dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, ha voluto sottolineare la sua “calabresi”, la cosa più bella l’ha detta Marta Ferrari, ideatrice del progetto; il problema non sono i calabresi, ma quelli che hanno fatto credere ai calabresi di essere un problema. C’è in questa frase (detta da una milanese) il grande cambiamento in corso. La Calabria ha una opportunità irripetibile e ha tutte le carte in regola per la sfida mondiale: nell’imprenditoria (con l’attrazione della Zona Economica Speciale di Gioia Tauro) nel turismo con le sue ricchezze inestimabili (dai Bronzi agli incantevoli paesaggi che fanno innamorare chiunque venga a vederli), nella cultura e nell’enogastronomia. Un tesoro che l’agricoltura intelligente può capitalizzare e valorizzare sempre di più. E poi c’è l’orgoglio dell’appartenenza (calabrese – diceva Leonida Repaci – non è un accezione geografica, ma un modo di essere) e unito a uno straordinario senso di accoglienza e ospitalità e a un cuore grande grande, mostrato anche in occasione di questa inutile e ingiusta guerra contro l’Ucraina. I numeri, il capitale umano, le risorse del territorio: tutto deve indurre al sorriso. Un grazie sincero a Francesco Verderami: il suo orgoglio che gli fa onore appartiene a tutti noi. (s)