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SIBARI SARÀ PATRIMONIO DELL’UMANITÀ
LA REGIONE SOSTIENE PROGETTO UNESCO

Sibari

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Ancora la Calabria protagonista nel patrimonio dell’umanità, con la legittima aspirazione di raggiungere il traguardo. Una “battaglia” storica, che merita di essere combattuta con tutte le armi a disposizione, oltre che tutto il sostegno possibile: si tratta della candidatura a Sibari a patrimonio Unesco. È questo l’obiettivo che, da anni, sta perseguendo Franco Corbelli, a capo del Movimento Diritti Civili, e che è stata ripresa recentemente dal sindaco di Cassano allo Ionio, Gianni Papasso.

Ritornare a parlare dell’idea di riconoscere a Sibari, «il più importante e prospero centro della Magna Grecia», un così prestigioso riconoscimento, ha permesso la creazione di una fitta rete di adesioni, forse inaspettate.

Tra queste, la più recente è quello della presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, che ha dichiarato, in una lettera indirizzata al sindaco Papasso che «come Presidente della Giunta regionale della Calabria a aderisco con piena condivisione a questa proposta, nella convinzione che un’azione di questo genere, tesa a far riemergere gli antichi, leggendari fasti del passato, può contribuire a restituire all’intera regione e a questo pezzo di territorio calabrese, estremamente interessante per storia, cultura, innovazione e impresa, quella centralità perduta che oggi è giusto ritrovare».

«Sono fermamente convinta che Sibari, culla di civiltà, che fu tra le più importanti e sfarzose città del mondo occidentale – si legge ancora nella lettera – rappresenta parte significativa del patrimonio identitario regionale, attraverso il quale poter trasmettere una nuova reputazione e un’immagine positiva della Regione. Il solo nome “Sibari” è riconosciuto in tutto il mondo ed evoca a tutte le latitudini una straordinaria grandezza».

«La storia millenaria di questa che fu la colonia più potente della Magna Grecia – conclude la lettera – il suo straordinario modello urbanistico riconducibile ad Ippòdamo da Mileto, la sua antica civiltà a partire dall’idea di polis, il magnifico parco archeologico che necessita di nuove attenzioni ma anche le prime attestazioni in Europa, proprio in questo luogo, della presenza di forme di agricoltura o la lavorazione di tessuti di pregiata qualità sono tra quegli elementi oggi da valorizzare, per poter assicurare a questo straordinario territorio nuove forme di crescita».

Anche la sottosegretaria ai Beni Culturali, Anna Laura Orrico, del Movimento 5 Stelle, ha assicurato il pieno sostegno e l’attenzione costante all’iter della pratica, del dossier che dovrà essere prodotto per essere presentato al Comitato Unesco Italia e da questi alla sede Unesco internazionale di Parigi.

La Gazzetta del Sud, in un articolo a firma di Luigi Cristaldi, riferisce che la Chiesa Cassenese sostiene la candidatura con una lettera aperta del parroco della Sibaritide e vicario per la cultura della Diocesi, don Pietro Goccia. Poi, c’è anche l’adesione dell’Udc di Cassano allo Ionio, che ha scritto, in una nota, che «le Istituzioni,  i partiti e le associazioni dovrebbero trovarsi tutti uniti per cercare di realizzare questo grande sogno di ogni cassanese. Bisognerebbe davvero incentivare il nome di Sibari, che fu una delle città più importanti della Magna Grecia, e farla conoscere ancora di più in tutto il mondo tramite investiti cospicui sul marketing territoriale, e questo spetterebbe in primis al Comune di Cassano e poi agli altri enti ed associazioni storico-culturali».

Le premesse per ottenere questo importante riconoscimento sono ottime, ma serve costanza: altrimenti, si ritornerà al 2013, quando il Partito Democratico calabrese, su iniziativa del senatore Angelo Argento, aveva lanciato la proposta della candidatura di Sibari, ricevendo – come riportò l’Ansa – un invito alla prudenza da Giovanni Puglisi, presidente della Commissione Nazionale italiana per l’Unesco, portando a termine, forse, una iniziativa che voleva far “rinascere” non solo Sibari, ma tutta la Calabria.

Il presidente Puglisi, infatti, ricordò che «si può iscrivere un solo sito l’anno» e che – entrando nel merito della proposta avanzata da PD calabrese – probabilmente Sibari non «non può purtroppo diventare estensione di alcun sito archeologico perché in Calabria non ce n’è nemmeno uno riconosciuto come patrimonio dell’umanità».

Tuttavia, apre uno spiraglio: «il fatto che non ci sia nessun sito in Calabria potrebbe anche, purché messo in mano ad esperti raffinati, configurare una tipologia, ma non è così semplice».

Che non sia semplice, è alquanto ovvio, altrimenti non esisterebbe nemmeno una lista in cui inserire quelli che, oggi, sono definiti “Patrimonio dell’umanità”, ma tanto vale provare, no? (ams)

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