Conosciuta in Calabria e nel mondo per il suo impegno religioso verso gli ultimi, suor Eufrasia (da Castelsilano) è sulla strada della santificazione, e potrebbe diventare la patrona dei migranti calabresi.
Jorge Mario Bergoglio, nelle vesti di Cardinale di Buenos Aires e conoscendo bene e apprezzando molto la suora calabrese, aveva iniziato e concluso il processo a livello diocesano per la sua beatificazione. Nel 2019, nelle vesti di Papa, Bergoglio la eleva a venerabile e le sue gesta sono state riconosciute come virtù eroiche: con questo atto, è iniziata la causa di beatificazione.
Il ricordo e l’operato di suor Eufrasia è, inoltre, molto vivo in don Francesco De Simone, parroco di Castelsilano che, nel 2016, ha partecipato a Buenos Aires alle celebrazioni per i 100 anni dalla morte della suora calabrese, deponendo una targa, realizzata dal Maestro orafo Michele Affidato.
Nella targa, riferì don Francesco De Simone ad Adnkronos, «La comunità di Castelsilano e il suo parroco don Francesco De Simone con riconoscenza e gratitudine alla diletta e amata Madre Eufrasia Iaconis nel centenario della sua nascita in cielo».
Inoltre, a Buenos Aires, nella Casa Madre – una delle prime cose volute da Madre Eufrasia e un punto di riferimento per molti emigranti, sopratutto italiani – c’è un Museo dedicato a Madre Eufrasia, dove sono raccolte tante testimonianze sia sella suora calabrese che del lavoro che hanno fatto le suore nell’Ospedale.
Oggi, don Francesco De Simone riferisce all’agenzia che «in questi giorni, invito le persone a rivolgersi a madre Eufrasia per liberarci dalla pandemia anche se naturalmente la venerazione ufficiale non è ancora riconosciuta. La suora potrebbe diventare un punto di riferimento spirituale per Castelsilano che ancora non ha un santo a cui votarsi». (gsp)
In copertina, una fotografia storica che vede Suor Eufrasia (a sinistra), insieme al Cardinale Andrea Ferrari e aspiranti.