di SANTO STRATI – Fino all’ultimo minuto la partecipazione della Regione Calabria al Salone del Libro era stata una grande incognita, a causa della precarietà del governo regionale, ragionevolmente. Oppure, colpevolmente, c’è stato un rimbalzo di responsabilità sull’affrontare dopo anni di lusinghieri successi dovuti anche alla cura personale del Presidente del Consiglio Nicola Irto. Una scelta difficile per una rinuncia che avrebbe costituito una ferita probabilmente “insanabile” per la Calabria, soprattutto dopo la proclamazione di Vibo Valentia Capitale del libro 2021.
Da un lato la straordinaria affermazione (che richiederà il contributo trasversale di tutte le forze politiche per seminare bene per il futuro) di una delle ultime province d’Italia, dall’altro una brutta assenza alla festa nazionale del libro in una Torino che fa da apripista agli eventi culturali interamente in presenza. Alla fine, è prevalsa, probabilmente, la ragione e lo spazio abituale occupato dalla Regione nel padiglione Ovale è stato attrezzato in tutta fretta (direttamente dal Salone) con risultati a dir poco sorprendenti: lo stand della Regione Calabria è uno dei più belli, esteticamente parlando, di tutto il Salone ed è stato meta di un (ahimè) modesto “pellegrinaggio” di curiosi e amici della Calabria (dei 200mila e passa di calabresi che vivono a Torino se ne sono visti pochi), ma ha offerto, oltre alla dovuta rilevanza che merita Vibo Capitale del Libro, una bella vetrina per le produzioni dei piccoli e medi editori della regione. Un programma pieno senza grandi nomi, ma ugualmente di non scarso interesse.
Tutto bene, dunque, tranne una vistosa assenza: nessun rappresentante “ufficiale” della Regione, né della Giunta. Uno stand lasciato all’infaticabile lavoro di funzionari e addetti inviati da Catanzaro (con la guida della dott.ssa Ilaria Minieri) ma “disertato” ignobilmente da assessori e consiglieri che sono tutt’ora in carica e regolarmente reitribuiti per il loro compito.
Un’assenza ingiustificabile del governo regionale in scadenza (il neopresidente Roberto Occhiuto in attesa di proclamazione ha dovuto glissare), governo che in questo anno e mezzo di vacatio e prorogatio non ha proprio brillato nell’ambito della cultura.
L’ex presidente del Consiglio Nicola Irto (attualmente vicepresidente del Consiglio), incontrato al Salone di Torino, non ha mancato di far notare a Calabria.Live il proprio disappunto: «Ancora una pessima figura della Regione – ha detto –. Nessun rappresentante del governo al Salone del libro di Torino alla presentazione di Vibo Capitale del Libro: è davvero incredibile e inaccettabile quello che è avvenuto oggi al Salone del Libro di Torino in occasione della presentazione ufficiale del programma “Vibo Capitale Italiana del libro 2021”. Dopo aver passato mesi a esaltare l’evento – in effetti una grande opportunità per Vibo – nel momento del suo lancio più prestigioso, la maggioranza di centrodestra fa ancora una clamorosa gaffe e snobba l’appuntamento».
«Il sindaco di Vibo Maria Limardo ha rappresentato la sua città ma sarebbe stato importante e autorevole ottenere la presenza di un esponente del governo regionale o del Consiglio a sostenere l’iniziativa. Nessuno dica che la scusa sia il cambio di legislatura: gli assessori sono ancora in carica e nel pieno delle loro funzioni.
«Dispiace molto per la gestione di un evento – ha concluso Irto – da considerarsi centrale per la Calabria e che avrebbe meritato ben altra attenzione dai vertici regionali. Auspico davvero episodi del genere non debbano più verificarsi e che, soprattutto, cambi un atteggiamento di simile sciatteria amministrativa e istituzionale che non fa altro che peggiorare l’immagine della Calabria fuori dai confini regionali».
Come non condividere? Per fortuna, il pretesto di Vibo Capitale del Libro è stato più forte delle polemiche per far parlare di Calabria, in maniera davvero entusiastica anche il Presidente del Salone torinese, notaio Giulio Biino, il quale ha scoperto una lontana parentela valdese fuggita da Torre Pellice a Guardia Piemontese qualche secolo fa. E tra un aneddoto e i sinceri apprezzamenti per una terra «che merita di rivoluzionare totalmente la sua reputazione», Biino ha fatto i complimenti alla Regione (al di là di polemiche sterili che non servonok a nulla) per una presenza importante insieme con i grandi ospiti del Padiglione ovale. La Calabria deve emergere e l’opportunità di Vibo – ha detto il presidente Biino – non va sprecata. I libri costituiscono il segnale più forte da trasmettere ai giovani perché esprimono cultura e libertà. Non a caso, Biino ha parlato di Salone dlele meraviglie, visto che, è la prima manifestazione culturale nazionale tutta in presenza: il Salone sdogana il nostro lento ritorno alla normalità e rappresenta la voglia di rinascita e vitalità che è propria di tutto il popolo italiano.
L’incoraggiamento che viene dal Salone a Vibo non è di maniera, Vibo Valentia deve utilizzare e sfruttare a pieno questo titolo il cui annuncio ha provocato le lacrime autentiche e sincere della sindaca Maria Limardo che fino all’ultimo ci ha creduto e sperato. Le sue lacrime di gioia hanno fatto il giro del mondo, attraverso i social, e sono state la prima grande azione mediatica di una grande festa che non è solo del territorio, né tanto meno regionale, bensì offre valenze di carattere internazionali. Dopo le sue lacrime, la Limardo ha avuto interviste dalla Germania, dagli Stati Uniti, dall’Australia, da tutto il mondo. Vibo diventa una capitale che vuole mostrare all’Italia e al mondo intero la Calabria che non si conosce e che merita di essere scoperta e apprezzata.
Il programma degli eventi per Vibo Capitale del Libro sono davvero tanti (l’annuncio della scelta di Vibo è di maggio, ma la proclamazione ufficiale è arrivata a luglio) e altri se ne aggiungeranno. È un’occasione unica, irripetibile, un treno che la Calabria non può permettersi di perdere: la presentazione avvenuta ieri mattina al Salone torinese ha messo in evidenza come ci sia non solo un grande interesse da parte di tutti i potenziali protagonisti ma anche la grande voglia di partecipare ed essere coinvolti da parte di un gran numero di calabresi.
La sindaca Limardo ha messo in evidenza il grande impegno fin qui profuso e che rappresenta solo una minima parte di ciò che ancora dovrà essere fatto. Bisogna coinvolgere i calabresi di Calabria (i quali sconoscono spesso storie e personaggi del proprio territorio), ma anche i calabresi nel mondo (oltre sei milioni) i quali sono in grado di veicolare il grande messaggio di cultura che parte da Vibo Valentia.
Ultima tra le province nelle classifiche del Sole 24 Ore, prima a guidare il riscatto che la Calabria merita. Una grande sfida che è possibile vincere, se si comincia a pensare a una narrazione diversa per la Calabria, alla conquista di una meritata reputazione che solo la cultura, ricordiamocelo, potrà aiutare a ricostruire e recuperare. La Calabria che non conosci, si può scoprire partendo da Vibo. (s)