di PINO NANO – Wikipedia cancella (dopo moltissimi anni!) la pagina del leader fondatore del Movimento Diritti Civili Franco Corbelli. Corbelli reagisce alla sua maniera: «Hanno offeso non solo la storia nobile di Diritti Civili ma anche la storia della mia terra di origine che è la Calabria! Pago il prezzo della mia battaglia di libertà e giustizia».
Corbelli preannuncia che scriverà una sua memoria storica da mandare nelle prossime ore al Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti Italiani Carlo Bartoli, al Segretario Nazionale della Federazione della Stampa Italiana Giuseppe Giulietti, e al Presidente della Fondazione Italiana per il Giornalismo Paolo Murialdi, e al Capo dello Stato, per chiedere che si apra su questo tema un dibattito a più voci, e che tuteli la libertà della conoscenza e del patrimonio ormai consolidato e storico dello stesso Movimento dei Diritti Civili nato a suo tempo con il sostegno di leader importanti della politica italiana, da Marco Pannella allo stesso Vittorio Sgarbi. Sarà una battaglia di civiltà e di libertà anche questa.
Ma partiamo dalla notizia. Wikipedia, l’enciclopedia online, ha eliminato la pagina di Franco Corbelli, giornalista calabrese e, da 27 anni, fondatore e leader del Movimento Diritti Civili. La pagina di Corbelli, con riferimento ad alcune delle sue battaglie civili ed iniziative umanitarie, era presente su Wikipedia da moltissimi anni. A dare la notizia è stata oggi La Verità, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, che parla, nel titolo di “sfregio” al Movimento Diritti Civili. “Dopo mesi di battaglie in prima linea contro il Green pass e l’informazione a senso unico sulla pandemia da Covid, scrive La Verità, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ha ottenuto un premio, o meglio una punizione: la pagina Wikipedia che raccontava la sua lunga storia di impegno sociale e culturale è stata rimossa. Senza una motivazione chiara da parte dei gestori dell’enciclopedia online.
Per fortuna l’attività di Corbelli resta a disposizione degli interessati su Diritticivili.it. Basta scorrerla velocemente, continua il quotidiano milanese, per ripercorrere oltre 25 anni di lotte, interviste delle testate più prestigiose (dal New York Times ad Al Jazeera fino a Il Globo del Brasile) e premi. Come, ad esempio, l’onorificenza di Commendatore o la lettera di ringraziamento del Governo dell’Etiopia per l’aereo umanitario allestito e consegnato a Fiumicino nel 2003.
Lo staff di Wikipedia, con un linguaggio burocratico tutt’altro che trasparente, si limita a comunicare che la “rilevanza enciclopedica” della pagina “è stata messa in dubbio”, a causa di “toni enfatici e autocelebrativi” e “fonti autoreferenziali”. Per le voci scomode gli spazi di libertà si rimpiccioliscono sempre di più”, conclude La Verità. A riprendere la vicenda e con grande risalto mediatico è stato poi “Giornalistitalia” diretto da Carlo Parisi, e questo ha sollevato le reazioni della rete “indignata” per quanto accaduto.
Il leader del Movimento Diritti Civili Franco Corbelli in merito a questa vicenda ha preferito rispondere allo staff di Wikipedia pubblicando sulla sua pagina Fb un filmato di una decina di minuti con la storia ultra venticinquennale di Diritti Civili, limitandosi ad aggiungere che la cancellazione della pagina Wikipedia è «il prezzo che pago per la mia, ultima, battaglia di libertà e giustizia. Quelli di Wikipedia non hanno avuto il coraggio di dire il motivo vero di questa assurda e incomprensibile cancellazione, né di informarmi preventivamente. Hanno non solo offeso la storia nobile di Diritti Civili ma cancellato anche una parte, ritengo importante ed esemplare, della storia di Calabria». (pn)